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Frasi che contengono la parola maioliche
sono in crescita anche agli esperti artigiani saccensi nelle cui botteghe hanno saputo realizzare opere d'elevato valore artistico. Varie produzioni di maioliche (piatti, vasi, anfore, statue, piastrelle,...) tipicamente ammorbidite dai colori accesi del giallo, verde e blu cobalto fanno bella mostra nelle numerose botteghe dei ceramisti saccense nel centro storico.
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nativo del luogo. Il successivo incanalamento del Cavuto per creare una diga per la fornitura di energia elettrica ha fatto crollare la produzione di ceramica del paese, attualmente ridotta a ceramica artigianale. I massimi esponenti e maestri di produzione di maioliche e ceramiche sono da ricercare tra i secoli XV e
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, la Galleria Estense comprende quattro saloni e sedici salette espositive dedicate a quel cospicuo patrimonio artistico accumulato dai duchi d'Este fin dagli anni gloriosi della signoria ferrarese. Orientate verso un aristocratico collezionismo dai molteplici interessi, le raccolte estensi comprendono la ricca quadreria, che racchiude un pregevole numero di dipinti dei secoli dal XIV al XVIII, fra i quali un gruppo dedicato alla pittura padana, diverse sculture in marmo e terracotta; un nutrito nucleo di oggetti d'arte applicata che costituivano parte del sontuoso guardaroba ducale, oltre a diverse collezioni specifiche quali quelle dei disegni, dei bronzetti, delle maioliche, delle medaglie, degli avori e degli strumenti musicali. Tra le opere di maggiore rilievo si segnalano
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. Ugo Zaccagnini era modellatore in gesso, Conti formatore, Fantini fornaciaio, Banchelli, Ceccherini e Grassi erano pittori di maioliche, Fantechi decoratore di porcellana. Egisto Fantechi provvide alle risorse economiche, aiutato dal padre che era imprenditore edile. La ditta produceva maioliche in
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. Tre le sue opere, alcune sono firmate, altre sono state dipinte con il fratello Giacomo, altre sono di bottega e presentano un repertorio iconografico un po' di maniera. Sue maioliche sono al Museo capitolare di Atri, al
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La ceramica lombarda vocata sin dalla fine del Trecento alla produzione dell'ingobbiato graffito, decorato in verde ramina e bruno ferraccia, si rinnova unicamente nelle fornaci lodigiane e pavesi con una produzione di maioliche decorate a paesaggi e
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Saranno realizzate maioliche ariose nelle fogge barocche, con crespine traforate, fiasche da pellegrino, grandi piatti da pompa, vasi biansati e completi per la tavola, di grande suggestione decorativa. Le calde cromie della raffinata tavolozza castellana, a volte impreziosite da lumeggiature dorate a terzo fuoco, emergono sia nella prosecuzione del filone dei bianchi in stile compendiario sia nei decori a girali fogliati intercalati da puttini berniniani dipinti a contorno di scene istoriate a soggetto mitologico, biblico, di caccia o con animate vedute di paesaggio.
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per inserire una figura del Santo patrono dipinto su ceramica. Nell'interno, a navata unica, gli altari sono decorati da maioliche e ceramiche tranne quello maggiore, realizzato in marmi commessi, interessanti sono i dipinti che partono dal
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e situata al centro del loggiato che si affaccia sulla grande vasca termale. La piazza del paese fu adornata con diverse, preziose maioliche decorate, raffiguranti la Madonna con il bambino e le insegne di famiglia, purtroppo, oggi, deturpate, ad opera di vandali, che ne hanno abraso la parte raffigurante gli stemmi.
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; al centro dove ancora si trova il pozzo fra quattro sedili ricoperti di maioliche, sorgeva un padiglione sorretto da colonne, oltre a due fontane ornamentali con giochi d'acqua. In origine esisteva anche un ninfeo, nel piccolo ambiente che si apre sulla destra, coperto a volta, con due piccole nicchie laterali in origine rivestite in conchiglie.
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e dopo la completa assimilazione con la popolazione circostante (slovacchizzazione). La produzione di maioliche di Modra, che incorporava disegni e una combinazione di colori tipicamente habane, fu arricchita dall'introduzione della tecnica della
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lo accoglie come un miracolato e gli concede l'ennesimo assegno mensile. In questo periodo si mette a fare il trasportatore e, probabilmente, a vendere birra e lamette al mercato nero, trafficando anche in maioliche preziose. Gli affari gli vanno talmente bene da permettersi un lussuoso villino in via Pietro Tacca a
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per inserire una figura del santo patrono dipinto su ceramica. Nell'interno, a navata unica, gli altari sono decorati da maioliche e ceramiche tranne quello maggiore, realizzato in marmi commessi, interessanti sono i dipinti che partono dal
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. A contribuire al successo della maiolica derutese nel secolo d'oro interviene anche il cosiddetto stile istoriato. Le maioliche istoriate sono contraddistinte da un tipo di pittura che riguarda l'intera superficie dell'oggetto. Le opere riproducono, soprattutto, scene di ispirazione mitologica o sacra. Gli artisti, su richiesta di una committenza erudita, attingono a testi letterari, quali
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Deruta si distingue particolarmente nel variegato quanto complesso panorama della produzione di maioliche devozionali. Sin dal XVI secolo, gli artigiani derutesi hanno realizzato numerose formelle devozionali dedicate alla
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Il terreno circostante viene sistemato con un giardino terrazzato e furono addossati al pendio altri piccoli edifici, in stile misto italiano e francese. Fu realizzata anche una grotta, decorata con mosaici, conchiglie, coralli e maioliche, disegnata da Francesco Primaticcio
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Di un vaso arabo-iberico del tipo dell'Alhambra, Un boccale storico al Museo ceramico di Faenza, Maioliche nella facciata della chiesa della Madonna delle Grazie in Collarmele, Un tondo dei Della Robbia a Bruges, Di un boccale faentino della nobile famiglia Salecchi, Alcune figurazioni dell'IHS sulle maioliche, Corrigenda et addenda.
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Una maiolica di stile severo con iscrizione di alto-tedesco al Museo di Faenza; Un'antica decorazione architettonica di maiolica policroma in Rimini; Maioliche di Deruta; Addenda (per il boccale Salecchi); Una vasta rappresentazione ceramica in un quadro spagnolo del principio del Quattrocento; Di una scodella di maiolica faentina con la marca DO PI
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; tele di pittori caravaggeschi; numerosi reperti archeologici; una Collezione di monete, completa ed ordinata delle Zecche Longobarde e Normanne di Salerno; maioliche abruzzesi e vietresi; Codici miniati.
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Ultimo aggiornamento pagina:
04 Gennaio 2022
04:21:29