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Frasi che contengono la parola muraria

, corrispondenti alle attuali via Fillungo-Cenami e via S. Paolino-Roma-Santa Croce. All'epoca romana risale anche la prima cinta muraria, che delimitava un'area quadrata nella quale, durante il corso dei secoli, si sono costituiti il centro del potere politico (attuale Palazzo Ducale) e il centro religioso. Nel

La cinta muraria originale era intervallata da una serie di torri, dapprima erette in tufo e poi in piperno e pietra lavica, accompagnate lungo il percorso da una serie di portali dei quali sono ancora visibili testimonianze:

Risalente al periodo tardo-medioevale, la cinta muraria di Sirolo lambisce ancora oggi il borgo nella parte meridionale, lungo via Grilli. Rappresenta la principale testimonianza dell'antico castello di Sirolo, eretto intorno all'anno

, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria. Tridentum era inoltre un importante snodo viario, per la presenza nel suo territorio della

La cinta muraria risulta ancora per la maggior parte intatta e ben individuabile nel tessuto urbanistico; le porte giunte fino a noi sono quattro: porta Santi, porta Fiume, una delle due Portacce e porta Montanara

Si apre sul lato orientale della cinta muraria. Probabilmente il nome deriva dal fatto che, in un luogo poco distante, si svolgeva un tempo il mercato bovino. In origine la struttura era formata da un solo

) e durante il loro dominio costruirono nuove abitazioni e molte moschee, oltre ad una nuova cinta muraria. La popolazione divenne estremamente eterogenea, comprendendo cristiani, berberi, arabi ed ebrei. L'arabo fu imposto come lingua ufficiale; la religione ufficiale divenne l'islamismo, ma ai cristiani e agli ebrei fu concesso di mantenere la loro religione nello

(sorgeva dove si trova ora Piazzetta Anfiteatro), delle terme, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria.

con un restauro per i danni subiti due anni prima per la caduta di un fulmine, vennero realizzati anche gli edifici ed il cortile interno. La facciata, in linea con la cinta muraria, ospita due statue, fiancheggiate da quattro colonne: di

, si sviluppa attorno ad una torre medievale d'avvistamento a pianta quadrangolare che conserva ancora il rivestimento originario di pietra del XIII secolo. Da questo si diparte una lunga cinta muraria che delimita la corte interna

, all'interno della cinta muraria tra le attuali Via Mazzini e Via dei Fossi), la porta Orlandi (all'interno della cinta muraria nell'attuale Via delle Carbonaie), la porta Riccia (anch'essa interna, demolita nel

, con l'estensione dell'egemonia romana in Peucezia, anche Norba perse la propria autonomia; ciononostante, mantenne un ruolo rilevante, come attestato da cospicui ritrovamenti di monete, armature, manufatti in terracotta e gioielli, grazie agli scavi archeologici compiuti dentro e fuori la cinta muraria. La stessa

. La cinta muraria etrusca originaria, oggi ancora visibile in molti punti, racchiude il Colle Landone e il Colle del Sole sui quali si erge l'acropoli. Con un ampio centro storico, asimmetricamente adagiato su una serie di alture collinari a breve distanza dal

. A Sansepolcro, inoltre, fece abbattere tutti i borghetti esterni alle mura, che si espandevano su una superficie considerevole e ospitavano vari edifici, tra cui chiese e ospedali, preferendo fortificare l'antica cerchia muraria piuttosto che allargarla;

dallo scolo che si apriva sulla muraglia, oggi sotterrato), che si affacciava sulla vallata delle Fogge. I torrioni o piccoli forti sorgevano ai quattro angoli della cinta muraria: il primo ad est sorgeva all'angolo di piazza Ciaia al principio dell'attuale via Carlo Alberto, era detto

Vi sono ipotesi su una prima cerchia muraria ad opera di Suryavarman I, che avrebbe racchiuso il palazzo reale e il suo tempio di stato, il Phimeanakas, in un'area ora compresa in Angkor Thom, vedi Jacques in

ebbe inizio la costruzione di una cinta muraria attorno a Gandino e Cirano, edificata grazie al contributo di tutti i cittadini, sia a livello economico (ognuno in base alle proprie ricchezze) che di manodopera. Al termine dei lavori, nel

l'unico segmento delle mura medievali oggi visibile parte dalla Porta Fiorentina e corre fra i due edifici della Scuola Elementare E. De Amicis e del Cinema Italia. Il progetto di riqualificazione di quest'ultimo prevede un intervento di valorizzazione della cinta muraria in quanto elemento di valore storico.

, da realizzarsi nella nuova struttura muraria eretta per ordine del doge Da Ponte, prevedeva un ciclo composto da dipinti raffiguranti le vittorie navali dei veneziani in Oriente oltre a quella relativa alla conquista di Padova nel

posta su un'alta rupe a picco sul mare. L'abitato inizialmente forse privo di cortina muraria difensiva ha trovato difesa nel salto di quota che domina sia la pianura che il mare. La cinta muraria sembra sia stata realizzata in blocchi isodomi (parallelepipedi regolari e modulari) nel IV secolo a.C., e di essa rimangono le prime assise di una

, una delle cinque torri che univano la cortina muraria, quella dedicata a Sant'Angelo, insieme alle torri Mater Dei, Monacella e Vasto del muro civico, furono demolite per fare posto all'attuale canale navigabile e al

, rimangono solo alcune tracce archeologiche, che tuttavia consentono di identificare un tessuto abitativo che attesta il reimpiego longobardo della preesistente cittadella romana e un'imponente cinta muraria

; nel IV secolo a.C. probabilmente la cinta muraria fu riedificata, raddoppiando. Il territorio, coltivato con mezzi ancora primitivi ed arretrati, fu riorganizzato e l'agricoltura migliorata con l'introduzione del

Inoltre, sempre a Teodorico si potrebbe far risalire l'edificazione, o almeno la ricostruzione, della cinta muraria attorno al colle San Pietro, in sinistra d'Adige. Tra gli indizi che farebbero propendere per una sua committenza vi sarebbero fonti sia scritte sia materiali: le prime si possono rintracciare nell'

, di cui esistono oggi pochissime tracce, si sviluppava quasi interamente all'interno del quartiere del Molo. Questa cerchia muraria comprendeva al suo interno la collina di Castello, sede della residenza fortificata del vescovo, il colle del Brolio (attuale piazza Matteotti) e la nuova cattedrale di S. Lorenzo col palazzo episcopale, da dove scendeva verso la Ripa arrivando nei pressi dell'insenatura del Mandraccio. Vi erano quattro

questa zona si trovava appena all'esterno della prima cinta muraria, quella di origine romana e conservatasi sino ad allora, per quanto rappezzata e in parte ricostruita. Al trasferimento della capitale del

Lungo la nuova cinta muraria furono poste cinque porte, quattro in corrispondenza delle arterie di traffico regionale, Santa Maria, San Giovanni, San Nicola e Sant'Andrea, e in ultimo Portanova che consentiva il collegamento diretto con i casali meridionali

della pittura muraria romana. Mostrano immagini mitologiche centrali su uno sfondo bianco, che sono circondate da fasce rosse. Nello sfondo sono rappresentati colonne ed altri elementi architettonici. L'abitazione fu scoperta nei pressi della sede dei Lincei durante i lavori per la costruzione del muraglione lungo il

in occasione del Palio dei Rioni di Cori. Sempre in opera poligonale all'interno della cinta muraria sono le tante opere di sostruzione che creano una serie di terrazze che hanno determinato lo sviluppo urbanistico dell'antica Cora; tra le tante, sono notevoli: la sostruzione che sostiene il Foro, attuale zona di via delle Colonne; la sostruzione posta a fronte dell'edificio del Comune in piazza

. Il Castellone medievale mantiene inalterato il fascino di un tempo, nonostante abbia perduto la turrita cinta muraria durante il secondo conflitto mondiale. Delle dodici torri originarie, ne sono rimaste soltanto due, una dalla caratteristica forma ottagonale del

Cinta muraria, prima fortificazione eretta a Maniago contemporaneamente alla costruzione del castello in epoca medievale, per difendere il feudo. Inizialmente si sviluppavano solo intorno al castello e proteggevano il borgo posto di fronte a esso, successivamente furono ampliate con un secondo giro di mura che giungevano fino all'abitato maniaghese, che allora si sviluppava ai piedi del castello. Oggi alcuni tratti di questa fortificazione sono visibili lungo le vie del centro storico.

Attualmente nel sito archeologico possono ammirare alcune necropoli sicule del IX e VIII secolo a.C., la Grotta del Carciofo (catacomba ebraica), la Grotta delle Cento Bocche, le antiche concerie e i mulini della valle del carosello, i resti della cinta muraria e del Castello Reale con la sua Porta che ha inciso il motto

Predore era un fortilizio sicuramente alla pari dei comuni vicini, in riva al lago sorgeva il palazzo del signorotto difeso da due torri, una merlata dimezzata e l'altra che risulta ora modificata, da una cinta muraria a nord e dalle barriere naturali costituite dal lago e dal fosso del

Memoria del passato e delle continue lotte sono testimoni il Castello, con la sua allungata cinta muraria che comprende tre torri cilindriche, la torre Aurora a picco sul mare e la torre medievale nel centro abitato davanti alla

che si sviluppava a meridione della cinta muraria. Questa era caratterizzata da una serie di strutture, come gli scaria, installati per l'attracco delle imbarcazioni. Nella stessa area esisteva un piccolo arsenale, mentre sulla spiaggia erano presenti (fin dall'

Il centro abitato originario, in parte conservatosi fino ai giorni nostri, era interamente racchiuso entro una poderosa cinta muraria della forma di un quadrilatero irregolare, difeso da otto torrioni di cui uno integrato nel palazzo ducale

generalmente posto a protezione di una cortina muraria di una fortificazione maggiore dalla quale si protende verso la campagna. Il nome gli viene dalla particolare forma biforcuta costituita da una breve cortina posta tra due semi-

La torre civica di Suzzara, unico elemento rimasto dell'antico castello, fu eretta quando venne costruita la cinta muraria ad opera di Domenico da Bologna. La torre era collocata all'esterno della cinta muraria medievale, a fianco della porta d'ingresso e venne costruita sotto il potere di

Il castello risale probabilmente all'epoca del dominio reggiano, costruito quindi come roccaforte contro i mantovani. Le mura e le torri merlate erano circondate da un fossato in cui confluivano le acque derivate dal vicino corso di Po Vecchio. La cinta muraria che venne attestata dalle carte topografiche dell'epoca, era formata da quattro angoli caratterizzati da bassi torrioni sporgenti, mentre sul lato verso l'odierna piazza s'innalzava la torre che fungeva da mastio

con la costa tirrenica. Nel corso di scavi per impiantare condotte per l'irrigazione sono venuti alla luce alcuni reperti archeologici tra cui: statuette votive in creta del VI secolo a.C., resti di un'antica cinta muraria in blocchi poligonali, probabilmente risalente al periodo delle guerre sannitiche, un piccolo anfiteatro, una necropoli ed un santuario, questi ultimi due antecedenti alla conquista romana.

Dell'antica cinta muraria cittadina restano solo il Bastione della Porta del Salice, la Porta di San Martino e le mura contenitive del castello, oltre che i resti visibili lungo viale Mellano; sono in corso di restauro le mura che delineavano il confine nord-occidentale del centro storico, situate nel terrapieno tra il viale Bianco e la salita Salice.

e conserva un tratto della cinta muraria di epoca romana, tre case patrizie di epoca repubblicana, un grande edificio termale e i resti di un tempio da alcuni identificato come il Capitolium. Gli scavi hanno portato alla luce raffinatissimi

, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del

Dell'originale castello resta la piattaforma della cinta muraria quadrangolare, ben conservata, con quattro torrette angolari di difesa che interrompevano il camminamento di ronda e dalle quali venivano sorvegliati i fossati sottostanti, ancora esistenti sul lato sud. Delle torri sono ben conservate solo quelle gli angoli nord ovest e nord est, col paramento murario originale, sebbene pesantemente trasformate all'interno per via del cambio di destinazione. Vi vennero aggiunte aperture e fu trasformata la copertura, facendo sparire i

, quattro piccole torri della cinta muraria (tre incluse in edifici successivi), la porta fortificata settentrionale (inclusa nel Palazzo della Partecipanza) e la pieve di San Michele Arcangelo, quest'ultima risalente al

mediante un efficace sistema difensivo, per resistere alle feroci scorrerie degli Ungari (che avevano fama di mangiare, ancora palpitante, il cuore dei nemici uccisi). Fu scavato un grande fossato, riempito d'acqua risorgiva e affiancato da un terrapieno, su cui correva la strada pubblica; fu edificata una cinta muraria con i torrioni di avvistamento; fu approntato un ponte levatoio, per mettere in comunicazione il borgo fortificato con la

di Santa Croce permisero, poi, l'ampliamento della cerchia muraria del castello primitivo sino a racchiudere lo stesso borgo di Santa Croce. L'accesso al paese libero di giorno, ma autorizzato con scritto dal

monastica con la casa del padrone, la chiesa e le case dei servi; al di fuori della cinta muraria c'erano invece i capanni dei contadini che in caso di pericolo potevano rifugiarsi entro il borgo fortificato.

Per alcuni secoli, la difesa costiera di Genova fu limitata alla cinta di mura sopra descritta, ampliata solo con la costruzione di una cinta muraria, che in linea con l'ampliamento delle mura interne del

L'abitato di Radda si presenta racchiuso all'interno della cerchia muraria in parte conservata. Il centro storico ha un impianto urbanistico costituito da un asse viario principale, sul quale si apre la piazzetta sulla quel prospettano sia il

conserva ancora case fortificate di origine medioevale, attorno alla cinta muraria di case fortificate che a forma ellittica abbraccia il circuito viario di piazza Municipio, via Fuori le Mura, via Armando Sole, via Italia, via Torrione, via dei Fossi, per ritornare alla porta di ingresso, oggi scomparsa, dalla piazza Municipio. Il centro storico di Acciano, racchiuso entro le mura perimetrali tuttora esistenti, soprattutto il tratto di via Torrione, e via Fuori le Mura, denota la sua condizione originaria di borgo fortificato dove si accedeva attraverso tre porte: Porta Torrone, Porta Martino, e Porta dell'Aia. L'orografia del terreno ha influenzato in maniera preminente la sua tipologia urbana che si adagia su ripidi pendii a sinistra del fiume Aterno. La cronologia dell'intero borgo va dal

Secondo la tradizione, la famiglia Rossi abitava nel Codacchio (antico quartiere) ovvero nella Torre Mobilia, fortificazione che faceva parte della cinta muraria. Solo dall'atto di morte si desume che Rossi nacque a Torremaggiore e che era figlio di Donato. Dal primo

la medievale chiesa di San Francesco, che si trova nella piazza principale, subito al di fuori della cinta muraria medievale, ma all'interno di quella settecentesca, caratterizzata da copertura a spiovente sostenuta da otto arcate a sesto acuto. Nella chiesa sono presenti affreschi quattrocenteschi di scuola umbra.

quando fu rafforzata ed ampliata la precedente fortificazione eretta nel secolo precedente a difesa delle invasioni mongole. La cinta muraria ha uno sviluppo di quasi un chilometro e vede l'alternarsi delle torri che hanno il nome delle corporazioni cittadine che dovevano curarne la manutenzione. Secondo i documenti d'architettura militare dell'epoca, le torri dovevano costituire un sistema di fortificazione di difesa reciproca, e, allo stesso tempo, ogni torre doveva essere una

, con l'estensione dell'egemonia romana in Peucezia, anche Norba perse la propria autonomia; ciononostante, mantenne un ruolo rilevante, come attestato da cospicui ritrovamenti di monete, armature, manufatti in terracotta e gioielli, grazie agli scavi archeologici compiuti dentro e fuori dalla cinta muraria. La stessa

Struttura a pianta quadrata caratterizzata dalla presenza di una cinta muraria e di torri di ridotte dimensioni poste ai vertici. La funzione della costruzione era, probabilmente, difensiva del piccolo centro abitato di Olmo, posto in posizione strategica sulla strada che risaliva la val Nure

l'intero complesso venne sottoposto ad un profondo restauro che ebbe il merito di restituire l'originale planimetria e struttura muraria interna del sacello di San Satiro, del quale i pesanti interventi nel corso della sua storia avevano stravolto l'antico aspetto

, la quale, oltre a mostrare questa porzione dell'edificio, permette di farsi un'idea sull'originaria estensione del giardino. Quest'ultimo, come si vede, era all'epoca concluso da una cinta muraria con apertura al centro: stando a quanto riportano molti autori, la cinta fu ricostruita su progetto di

, dio del mare, ma anche dio dei cavalli e dei terremoti. Come sostegno a tale ipotesi vi sarebbe anche il fatto che gli scavi archeologici condotti sul sito hanno mostrato come la distruzione della cinta muraria di

, quindi dotato di cinta muraria con tre ingressi, uno principale sul Corso Orbassano, due laterali su Via Filadelfia e Via Piscina. La commenda originaria fu totalmente demolita, per dar spazio alle scuderie e all'edificio semicircolare, progettato dall'ingegner

. Nonostante i lavori eseguiti sulla cinta muraria, tuttavia, questo programma era al momento attuato in modo incompleto, in quanto la piazzaforte non sarebbe ancora stata in grado di sostenere autonomamente un assedio, mettendo quindi a rischio le operazioni dell'armata imperiale.

Sul lato meridionale delle mura si nota il basamento di un terzo torrione di avvistamento che assieme agli altri fa dedurre che la cinta muraria dovesse essere dotata a tratti regolari di torri di servizio. Poco dopo si apre una

Ad oggi sono per il momento ancora visitabili e visibili la parete muraria della chiesa di San Michele (purtroppo quello che rimane della parete sta lentamente ma inesorabilmente franando), mentre l'antica croce micaelica (

di Uthumphon sarebbe stato rinnovato e trasformato in un parco storico. Dal febbraio precedente, un gruppo di archeologi thai e birmani avevano riportato alla luce in quella zona ossa e frammenti di abiti monacali. Verso fine anno fu scoperta una struttura muraria ritenuta un tempio con pietre in cui vi erano state delle inscrizioni.

La datazione dell'edificio romano, complicata dal fatto che fu costruito in tre o quattro fasi distinte, viene dedotta da vari autori sulla base della tecnica muraria predominante: due paramenti costituiti da fasce di

, era dotato di una doppia cinta muraria: le mura superiori comprendevano gli spazi riservati al castellano e alla guarnigione, metre quelle inferiore erano destinate ad accogliere la popolazione e il bestiame in caso di assedio del borgo

, proponendo di utilizzare i fanghi scavati dai canali per ampliare i bordi sfrangiati di Venezia, senza proseguire quindi nell'entroterra. La controproposta di Cornaro prevede una cinta muraria costruita nell'acqua, con

, si apre lungo il lato occidentale delle mura, poco a sud rispetto alla Torre del Belvedere. Resta chiaramente visibile il varco lungo la cortina muraria, pur essendo privo dell'originaria porta ad arco.

Il castello. Il Castellone medievale mantiene inalterato il fascino di un tempo, nonostante abbia perduto la turrita cinta muraria durante il secondo conflitto mondiale. Delle dodici torri originarie, ne sono rimaste soltanto due, una dalla caratteristica forma ottagonale del

, era ben protetta dal mare grazie al solido terreno roccioso su cui posava e dalle ampie spiagge sabbiose, che la rendevano difficile da espugnare, anche grazie a una possente cinta muraria edificata intorno al

, un'articolata opera che ha visto sconvolgimenti e trasformazioni nel corso delle epoche. Consta di un torrione duecentesco cui venne aggiunta una cortina muraria il secolo successivo, dopo breve tempo rialzata e trasformata in un

Memoria del passato e delle continue lotte sono testimoni il castello, con la sua allungata cinta muraria che comprende tre torri cilindriche, la torre Aurora a picco sul mare e la torre medievale nel centro abitato davanti alla

In seguito all'unificazione della penisola, la popolazione raggiunge i tredicimila abitanti; vengono potenziati i servizi di assistenza ed ha inizio un vivace progresso. Fiorisce anche la vita letteraria e politica. Nello stesso tempo, con l'aumento della popolazione, l'area del centro abitato supera assai presto l'antica cerchia muraria. Nel

le quali distrussero gran parte del centro urbano. I successivi bombardamenti subiti durante la seconda guerra mondiale, contribuirono a rubare alla cittadina la maggior parte delle opere architettoniche esistenti e, ad oggi, a ricordare l'imponenza di questa importante roccaforte rimane il Torrione (faceva parte della cinta muraria costruita dal

Nel dopoguerra L'Aquila visse un primo momento di crescita demografica che ha portato, per la prima volta, l'espansione edilizia superare la cinta muraria con la costruzione, non sempre esemplare e con carattere speculativo, di nuovi quartieri a ridosso del centro storico. Politicamente ed economicamente, invece, l'inarrestabile declino dell'entroterra abruzzese andava ponendo le basi per una annosa battaglia per l'egemonia regionale, amplificata, sul finire degli

i Conventuali lasciarono il Vastato per tornare alla chiesa e al convento di San Francesco di Castelletto, resi di nuovo agibili dopo le risistemazioni della cinta muraria. La chiesa di San Francesco del Guastato venne quindi destinata ai

nei primi decenni del Cinquecento, si trova nel quartiere di San Teodoro, all'epoca appena fuori della porta di San Tomaso della cinta muraria trecentesca. Andato perduto il parco a monte per la costruzione della ferrovia e l'espansione edilizia, resta in parte il

la costruzione di strutture laterali di sostegno, che possono essere altre strutture spingenti, che frazionino gradualmente le spinte orizzontali fino ad annullarle, o una solida cortina muraria, che le assorba;

Cassero Senese, imponente complesso di origini medievali racchiuso all'interno della cinta muraria interna di Montorsaio, di cui si sono conservate alcune parti originarie sul lato che si affaccia su piazza della Cisterna.

: cardo estremo dell'antico perimetro murario del Guasto d'Aimone, che termina presso Torre Santo Spirito, iniziando dalla chiesa del Carmine. I palazzi storici che vi si trovano sono ad esempio il Palazzo Ciccarone e il Palazzo Nibio Cardone, insieme al Teatro Rossetti, oltre a Torre Diomede e Torre Santo Spirito, reperti dell'antica cinta muraria.

. Il maresciallo Davout, il generale Mouton e il principe Poniatowski riuscirono a rastrellare i sobborghi e a respingere i russi verso i bastioni dove molti furono uccisi; i superstiti del generale Dochturov trovarono scampo oltre la cinta muraria. Anche le perdite francesi furono pesanti, i reparti avanzavano ma dovevano lamentare continuamente numerosi morti e feriti e arrivarono ai bastioni indeboliti e logorati

, fu eretto a scopo difensivo un fortilizio che, con il passare del tempo, venne in seguito trasformato in un vero e proprio castello, dotato di una cinta muraria e di un fossato. Tale castello divenne poi feudo di

: soltanto in seguito all'ampliamento della cinta muraria voluto dal duca Ercole il castello veniva a occupare una posizione simbolica, tra il centro medievale del comune e i nuovi quartieri rettilinei della capitale ducale. I lavori, dapprima affidati all'architetto

, complesso circondato da una cinta muraria con una porta d'accesso medievale, che comprende una serie di fabbricati tra i quali il Palazzo di Giustizia e il Palazzo Pretorio (quest'ultimo ospitava l'antico municipio).

, edificate durante il XIII secolo a difesa del primitivo insediamento situato nella parte alta, delimitano interamente il complesso del castello aldobrandesco, grazie ad una cortina muraria a perimetro esagonale.

l'intera cinta muraria fu trasformata completamente in parco pubblico cittadino con un percorso che si snoda lungo viali alberati. Una volta completata l'opera di riqualificazione venne abbattuta la

Questo nucleo originario era stato realizzato su una vecchia e ormai diruta struttura muraria bizantina a pianta irregolare con quattro torri d'angolo circolari o, come afferma il De Tommasi, con gli spigoli arrotondati.

, dove era posta una fermata, quindi aggirava la cinta muraria lungo l'attuale via Carlo Urbino imboccando la circonvallazione (poi via IV Novembre) percorsa fino alla stazione situata all'angolo con piazzale Rimembranze. Nel

Piazza Terraglio. L'attuale spazio sorse nel tempo dall'interramento del fossato e dalla demolizione a sud del muro esterno dello stesso Castello che nella cerchia ezzeliniana veniva protetto da una doppia cinta muraria. Interessante la concessione comunale che nel

in seguito all'espansione dell'abitato sul colle, ne restano alcuni spezzoni. Alcuni tratti non presentavano cerchia muraria, ma solo le pareti delle case: ogni casa eleggeva, in caso d'emergenza, un capitano a guerra che aveva il compito di coordinare la difesa di quel tratto della cerchia. Nel perimetro murato c'erano almeno cinque torrioni, sia rivolti verso la valle del

La Porta di Santa Margherita, posta sul lato est della cinta muraria, lungo l'attuale via XIV Settembre, prende il nome dall'antico monastero benedettino di Santa Margherita che si trovava nelle vicinanze.

Oltre la cinta muraria del ghetto di Varsavia, con la sua stessa famiglia intrappolata all'interno, Altman ha continuato a viaggiare con documenti falsi nonostante il fatto che essere catturati fuori dal ghetto fosse un reato capitale,

, venne racchiusa da una possente cinta muraria fortificata dotata di quattro porte e gli edifici all'interno ricostruiti in stile barocco. I tre insediamenti urbani rimasero separati ed indipendenti sino al

il permesso di trasferirsi all'interno della cinta muraria. Il vecchio convento dei Francescani, il monastero di San Pietro, si trovava infatti poco distante dal Castello, ed era stato distrutto durante le guerre franco-spagnole dei primi decenni del

tale struttura venne smantellata e l'organo (modificato, peraltro in modo non molto accurato, nella sua struttura originaria) venne collocato in una nicchia muraria ottenuta sfondando la parte centrale dell'abside

Il borgo fortificato era recintato da una cerchia muraria che, verosimilmente girava intorno al quartiere di Capo Rocca dove sta il castello (Largo Castello e piazza Umberto I), indi proseguiva per Porta Carbonara e via muro rotto. Nel quartiere di Capo Rotto sono posti dei ruderi di una torre urbica a pianta quadrata detta il Castelluccio (del

ha una forma sottile ed allungata con i caseggiati a pettine su un asse con orientamento nord-ovest/sud-est. Il mercato, l'ospedale con l'annessa chiesa di Sant'Antonio e la fontana pubblica sono siti a nord. La cerchia muraria terminava nei pressi un sotto-

, era costituito da una cinta di mura poste a quadrilatero e ad ogni angolo si trovava una torre cilindrica con l'entrata custodita da un ponte levatoio. Il castello era circondato da un fossato ed era integrato nella cinta muraria che cingeva il paese. All'interno del castello i Gonzaga costruirono un palazzo destinato a residenza del loro

L'opera difensiva fu realizzata in modo da rendere inespugnabile il luogo, sia in caso di invasione di terra che di incursione via mare. Il perimetro della cerchia muraria si estendeva originariamente per quasi un chilometro e mezzo ed era rafforzato da ben diciotto

quando non richiedono per essere piazzati una speciale opera muraria (taluni affusti per cannoni da costa), e in installazioni o impianti quando una speciale opera muraria costituisce invece un elemento necessario di sostegno, di protezione e di funzionamento del materiale (installazioni in pozzi, impianti costieri).

menziona l'attivo commercio esistente in Cava soprattutto di tele di lino, dobletti e tessuti in genere. Fu appunto nelle arti tessili, oltre che nell'arte muraria, che la fama di Cava si diffuse, per raggiungere l'apice tra il

da una famiglia nobile locale, i De Palais, che ne prese possesso: l'elevazione della struttura, come spesso accadeva, venne realizzata smantellando parte della cinta muraria, in modo da utilizzarne i blocchi di rivestimento per le nuove esigenze costruttive. Agli inizi del




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

05:42:17