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Frasi che contengono la parola mensole

, quando furono rifatti i braccioli, i sedili e le mensole degli stalli del primo ordine. Il grande leggio ligneo, usato per appoggiare i codici miniati con i canti liturgici, risale al Cinquecento e reca lo stemma dei

, unica superstite in legno del Paese, mostra molte delle caratteristiche che saranno poi riprese nella pagoda giapponese, come il numero dei piani (cinque), la loro forma (quadrata) e il complesso sistema di mensole e travature.

analizzando le mensole in peperino e i mattoni a punta di diamante che lo costituiscono. Con il riadattamento in luogo di culto cristiano inoltre, le quattro nicchie romane vennero convertite in cappelle; nel

Palazzo Cannizzaro (ex Manenti) (Settecento), si trova subito dopo il precedente salendo il Corso sul lato sinistro. Incompleto, essendo stato costruito solo il portale centrale e l'ala sinistra, il Palazzo presenta tre bei balconi spagnoleggianti, dei quali i due laterali sostenuti da cinque mensole in cui sono scolpiti vari mascheroni, uno dei quali raffigura il primo proprietario del palazzo.

(fine Settecento-primo Ottocento), con notevolissimo prospetto tardo-barocco, dove gli elementi stilistici delle mensole, con mascheroni e decorazioni fogliacee, testimoniano la persistenza del gusto

del luogo, hanno un'identica organizzazione degli spazi e tutte hanno archi a sesto acuto e mensole per sostenere i soppalchi. Il fatto di aver utilizzato tutte lo stesso materiale e lo stesso modo di lavorare la pietra fanno pensare ad un'unica tradizione di maestranze e anche ad un'unica datazione

, edificato intorno alla fine del Seicento. Il palazzo rappresenta una delle migliori espressioni del barocco agrigentino e si caratterizza, infatti, per l'imponente facciata in stile barocco. Particolari sono le balconate, impreziosite da mensole figurative.

(esterno sinistro). Questi ultimi rappresentano, rispettivamente, il virtuoso che sconfigge il male e il peccatore che si lascia divorare dal male. Sotto le mensole ci sono due bassorilievi raffiguranti

. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da

(Palazzolo Acreide: considerato un gioiello del barocco palazzolese, presenta linee strutturali e semplici con il portale ad arco di bugnato liscio e sporgente con lo stemma di una famiglia gentilizia. Vi sono quattro balconi sostenuti da mensole scolpite raffiguranti mascheroni e sembianze di animali. Caratteristiche sono le inferriate ricurve.

, quest'ultimo dotato di mensole. La tomba contiene un'unica camera sepolcrale, collegata con l'ingresso da un breve passaggio e coperta da un cairn di pietre, con le entrate orientate verso sudovest, verso il crepuscolo invernale. Nell'altra categoria, un cairn ad anello circonda un'area apparentemente scoperta, senza evidenti vie di accesso dall'esterno. In entrambe le tipologie, un

Fra i rinnovamenti al palazzo di questo periodo si contano le grandi finestre al pian terreno, quando fu eliminata l'originaria loggia a ridosso della strada, guadagnando sia in spazio che in sicurezza della dimora. Dotate di timpano triangolare e di un ripiano d'appoggio posto su mensole molto accentuate, per cui, a causa della loro forma sono chiamate

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quello di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

su un carro; e infine i pesci che san Zeno pescatore donava. Sulle mensole interne ed esterne del protiro sono rappresentati i dodici mesi dell'anno, partendo da marzo, con i lavori tipici relativi ai mesi. I dodici mesi riprendono i dodici settori della Ruota della Fortuna e la rotazione e la ripetizione di un ciclo, i mesi e le stagioni che indefinitamente si susseguono.

con caratteristiche geometriche e meccaniche assai diverse (per esempio altezza di posa, poligonazione e materiale della catenaria, posizione delle mensole di sostegno rispetto al filo di contatto, massima forza imprimibile al filo di contatto da parte del pantografo

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

La facciata principale ha uno stile caratteristico tardo settecentesco, con muri rivestiti di bugnato piatto da cui sporgono modanature, mensole e timpani triangolari. Lo scalone che porta al primo piano si apre nel cortile, porticato. Qui vennero portate sette lunette provenienti dall'antica chiesa del

, cui corrispondono due grandi mensole in pietra (probabili basi d'appoggio per un passaggio mobile) ed altre due mensole figurate nella parte superiore. Il cortile maggiore, risalente all'ampliamento iniziato da

ritratto in atto benedicente, ai lati due angeli osannanti. Due grandi volute raccordano il corpo centrale al livello inferiore conferendo all'insieme slancio e simmetria, sulle mensole superiori sono collocati vasi fiammati acroteriali. Disposte simmetricamente su piedistalli otto statue raffiguranti gli

formato da due archi inflessi, le ali con due mezze lunette; timpano e lunette hanno un bellissimo coronamento gotico, che si prolunga sui fianchi e attorno al transetto, di archetti trilobi a profilo seghettato su mensole scolpite. La

centrali, uno triste ed uno lieto simboleggiano l'alterno stato d'animo degli artisti, e poggiano su mensole applicate su cavalletti da pittore, zampillano il loro debole getto d'acqua in due piccole vasche sottostanti.

con influssi di stile catalano - aragonese con rilievi indorati. L'architettura presenta fusti di colonne con decorazione a foglie d'acanto, i rispettivi capitelli reggono mensole sulle quali poggia e si articola un elaborato

sottostante. Le nicchie erano incorniciate da mensole in marmo, decorate da delfini e tritoni, che servivano come appoggio per le colonnine che sostenevano l'architrave decorata. Al di sopra era presente una fascia formata da un mosaico composto da tessere in pasta vitrea, in modo da riflettere i raggi del sole, che colpendo il sottostante specchio d'acqua, creavano un gioco di luce e colori sulle pareti circostanti in marmo e stucco dorato. Il ninfeo era dotato di un volta che garantiva armonia e grazia a tutta la struttura. Il pavimento era invece decorato in

Palazzo Costa, edificato sul finire del XVIII secolo. Il palazzo rappresenta una delle migliori espressioni del barocco agrigentino e si caratterizza, infatti, per l'imponente facciata in stile barocco. Particolari sono le balconate, impreziosite da mensole figurative.

e affiancate da bugne lisce e nella parte centrale altri due ingressi sormontati da cornici curvilinee. Al piano superiore, in asse con gli accessi, si aprono, su balconate sorrette da mensole, coppie di porte finestre con

, anche nei singoli particolari, quali le mensole delle finestre e la bella gronda alla romana. La data di realizzazione dovrebbe collocarsi sul finire degli anni novanta, tenendo presente questa stretta relazione con la tradizione ottocentesca e, al tempo stesso, i limiti posti all'urbanizzazione di questa porzione dell'area per la presenza della

dell'ordine superiore: tra le partiture individuate tra le lesene vi sono archi a tutto sesto poggianti su mensole rette da semicolonne semplici tra cui sono contenute delle finestre sovrastate da decorazione a fresco con

. L'edificio esternamente presenta la classica sovrapposizione rinascimentale dei tre ordini architettonici e molte sono le citazioni della mitologia classica nei rilievi scultorei. Due mensole di stucco evidenziano le finestre del piano terra, contornate da cornici in arenaria e sormontate da bassorilievi in

L'elevazione somigliante all'intreccio di quattro grossi fusti presenta un primo ordine comprendente quattro mensole sporgenti dai fusti e altrettante radiali al piano di raccordo. Il secondo ordine presenta due

Le parti rotanti con sviluppo esagonale recano ai vertici imbragature per sei distinti angioletti. La guglia rastremata presenta un ulteriore livello di mensole sfalsate, le superfici mostrano raffigurazioni di putti, volute, stelle, pianeti e nuvole come rappresentazione dei cieli. Una sfera girevole permette la rotazione orizzontale di sei angioletti. L'ultima piattaforma girevole in senso inverso al globo sottostante, si compone di quattro figure (verosimilmente le quattro intelligenze cardinali), reca l'elevazione centrale che regge la figura di

La grande mole di dettagli architettonici (capitelli, bassorilievi, pietre scolpite da trabeazioni, mensole, pilastri, stemmi, tabernacoli, ecc.) fu in larga parte distrutta o prese la via del mercato antiquario. Tracce di questo commercio si possono rilevare per esempio tra le collezioni del

, edificato intorno alla fine del Seicento. Il palazzo rappresenta una delle migliori espressioni del barocco agrigentino e si caratterizza, infatti, per l'imponente facciata in stile barocco. Particolari sono le balconate, impreziosite da mensole figurative

, l'edificio si presenta nelle belle forme assunte nel corso di un rifacimento ottocentesco. Sviluppato su tre piani per sette assi mostra un portone protetto da un balcone retto da vistose mensole a

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edificio, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

decorati da motivi piuttosto arcaici a palmette, pervenuti a noi danneggiati dall'opera di scalpellamento barocca, volta a ricoprire le colonne e la muratura con stucchi policromi (di cui abbiamo tracce sulle stesse mensole). Alla destra dell'arco absidale si nota l'attacco dell'arco a tutto sesto di una finestra, coperta anche in questo caso dalle superfetazioni secentesche;

Sulla facciata sono presenti mensole aggettanti sulle quali sono rappresentati, in marmo chiaro che contrasta con la pietra color grigio-ocra della muratura, forme zoomorfe, tra cui dei leoni. Tali mensole figurate sono presenti nel

scolpiti per arconi a tutto sesto ornati nel sottarco da fiori stilizzati a quattro petali, sopra una cornice in pietra su mensole con motivi architettonici e zoomorfi. Lungo le pareti delle navate laterali troviamo arcate cieche che chiudono arcatelle cieche su semipilastri. Il

. Dell'antico edificio religioso oggi restano solo due mensole scolpite con volti umani che sorreggono una lapide posta alla base del campanile e il campanile stesso. La torre campanaria risulta disallineata e separata dal corpo della chiesa: questo fa supporre che in origine il campanile, posto su un rilievo roccioso, fosse una torre di avvistamento. Nel corso del tempo la torre ha subito numerosi modifiche, l'ultima delle quali, consistente nell'aggiunta della

. Nel torrione principale sono presenti due ambienti ai piani superiori che un tempo servivano per l'alloggiamento della guardia e del capitano d'arme: ci si saliva tramite una scala esterna in legno che era sostenuta da mensole di

Chiesa di San Giovanni Battista nel centro storico di Diano Castello. Originariamente aveva tre absidi semicircolari e finestrelle ad arco rotondo, poi in parte demolite (un'ala e un'abside) in favore della nuova strada carrozzabile nel corso dell'Ottocento. In stile romanico, presenta un'unica e ampia capriata lignea a travi con mensole decorate con colori medievali.

di stile classico, pittura su tavolato con decorazioni floreali inquadrata in una cornice di mensole. Manufatto disassemblato e in seguito distrutto, opera documentata nella demolita chiesa di San Giuseppulo o di Santa Mariula di via dei Sospiri.

ne venne aggiunta una quarta, con soffitto a cassettoni con trabeazioni che poggiano su mensole scolpite. Sulle colonne sono stati scoperti i frammenti di affreschi trecenteschi con figure di santi e di martiri. Un frammento di

a greche. Al primo piano, cinque finestre architravate su mensole; al secondo piano, altre cinque architravate; al terzo, altrettante riquadrate ed, infine, cornicione su mensole che presenta elementi araldici della famiglia, quali la testa di leone, la mazza e le rose.

in tufo dell'ingresso. Una scultura tardo romanica di spoglio rappresentante un leone proviene forse dal portale originario o da qualche altra fabbrica, come anche le mensole trecentesche, analoghe ad alcune esistenti nelle navate della Chiesa Madre che definiscono l'imposta dell'attuale portale del




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

02:18:44