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Frasi che contengono la parola mura
. Il capolinea delle due relazioni era situato in piazza del Giglio, di fronte all'omonimo teatro, mentre l'uscita dalle mura avveniva in corrispondenza rispettivamente di Porta Elisa e di Porta Vittorio Emanuele
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Anche da parte dei Cartaginesi si contrapponeva alla perdita di Capua, la presa di Taranto e, se era motivo per loro di gloria l'essere giunti fin sotto le mura di Roma senza che nessuno li fermasse, sentivano d'altro canto il rammarico dell'impresa vana e la vergogna che, mentre si trovavano sotto le mura di Roma, da un'altra porta un esercito romano si incamminava per la Spagna. La stessa Spagna, quando i Cartaginesi avevano sperato di portarvi a termine la guerra e cacciare i Romani dopo avere distrutto due grandi generali (
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(IS): paese noto per la produzione artigianale di coltelli, conserva molto bene il nucleo medievale-settecentesco ancora racchiuso in parte della mura, specialmente nella zona del Palazzo D'Alena (l'antico castello). Il corso Vittorio Emanuele divide in due il borgo, passando per il piazzale del Duomo di
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che si aprivano sulle mura cittadine erette in epoca medievale. Ogni sestiere era poi a sua volta diviso in cinque contrade. Sia i sestieri sia le contrade di Milano erano provviste di stemmi. Gli stendardi dei sestieri, su cui era riportato il relativo stemma, erano portato in guerra dalle truppe comunali di Milano insieme con il
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, che come gli altri grandi porti bretoni soffri dai bombardamenti alleati durante la Seconda Guerra Mondiale, all'interno della mura si trovano i grandi palazzi maestosi costruiti dai corsari arricchititi dalla guerra di corsa e varie chiese tra le quali la cattedrale gotica. Il
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, costruita in cima ad un promontorio che sovrasta il fiume Rance, con il suo castello, le sue mura, le sue chiese romaniche e gotiche e le sue vie medievali ma anche il suo porto fluviale con l'antico ponte.
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per permettere lo sviluppo cittadino. Due tratti delle antiche mura romane, tornate alla luce a seguito di scavi archeologici, sono visibili oggi presso largo Cavour e nell'area verde alle spalle del Conservatorio Gallarini, tra via Solaroli e via Dominioni. Esse appaiono realizzate con la tecnica dell'
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, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria. Tridentum era inoltre un importante snodo viario, per la presenza nel suo territorio della
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A Trento era presente anche un anfiteatro, infatti, sotto l'omonima piazzetta di Trento sono stati trovati frammenti di pavimentazione, mura e gradinate dello stesso, oltre al fatto che la posizione di una parte delle case della piazzetta ha la curvatura tipica dell'anfiteatro, essendo le case sorte sui resti del medesimo e utilizzandone muri preesistenti e pietre. Pezzi di mura di cinta, torri, strade, abitazioni, sono stati trovati inoltre sotto numerosi edifici, strade e piazze di Trento.
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, della fine del Trecento, che prende il nome da un'antica porta urbica nelle mura altomedievali. Due leoni stilofori sorreggono colonne tortili, culminanti con pinnacoli su cui si trovano due statuette di angeli. Nella lunetta una
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. Era spesso montata su ruote o rulli per permettere agli assalitori di posizionarsi sotto le mura e cominciare la demolizione delle stesse in sicurezza, protetti da questa struttura estremamente resistente e mobile. Poteva essere anche utilizzato prima di una
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era mosso su rulli o ruote, e la percussione contro le mura nemiche era azionata tirando avanti e indietro, le funi ancorate alla parte posteriore. I soldati che azionavano tale macchina, erano a loro volta, protetti da una tettoia coperta di pelli resistenti al fuoco. In questo modo la parte anteriore a forma di
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era un altro strumento che gli assedianti utilizzavano per raggiungere le mura nemiche. Era formato da due travi tra loro collegate: una posta in modo verticale, l'altra in modo orizzontale appoggiata alla prima attraverso un montante girevole, al cui capo era ancorato un grosso cesto dove erano posti alcuni armati.
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sulla destra del VI Corpo del generale Lobau; i soldati della Giovane Guardia avanzarono senza sparare mentre i tamburi battevano la carica; i prussiani aprirono il fuoco dalle loro posizioni dietro le siepi e le mura
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, appena fuori le mura di Porta San Giovanni. Conserva un pregevole tabernacolo ligneo a tempietto scandito da colonnine tortili, in legno finemente intagliato, alla base dell'altare maggiore con la tela della Madonna Immacolata tra angeli e quattro santi cappuccini.
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, che per sua fortuna era dotata di una cinta di mura molto solide e di un porto ben attrezzato. Qui furono respinti grazie alla vigorosa resistenza da parte della popolazione locale, organizzata per l'occasione dall'allora governatore
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La prigione interna alla Cittadella, il bagno penale di Santa Teresa, era famigerata per la sua durezza, che conduceva a morte i detenuti. Alcuni fra i protagonisti della rivoluzione siciliana scomparvero fra le mura di questa prigione. Ad esempio, il sacerdote
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, la chiesa di San Francesco, la chiesa del Purgatorio, la chiesa di Cristo, la chiesa di San Sebastiano, la chiesa del Carmine e la chiesa di Sant'Agostino. Si conservano inoltre il castello Pandone, la torre medievale, le mura ciclopiche, le terme, il teatro e l'anfiteatro romani e vari palazzi signorili sparsi nel centro storico. Diversi reperti sono conservati nel
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Cnodomario, allertato dai suoi esploratori dell'arrivo dell'esercito romano, mosse il proprio esercito dalla base, posta dinanzi alle mura diruite di Strasburgo al campo di battaglia che aveva scelto.
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si trovava su un'altura ed era difeso da mura che lo cingevano tutto intorno. E se gli Ebrei lo avessero difeso con la stessa costanza tutti i giorni, Pompeo non sarebbe riuscito a conquistarlo. Invece questi lo trascurarono nel giorno di
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se si citano i profili astrologici redatti per le figlie, forse sarebbe anche il caso di menzionare il fatto che - come ricorda Bianucci nell'articolo citato sopra da Roberto Mura, e lo stesso Koller nell'articolo citato da Cardelius - erano vistosamente sbagliati per quanto riguarda la predizione del loro carattere.
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(a nord-ovest di Sedan) della Guardia prussiana, proveniente da est, e del V corpo prussiano, in avanzata da nord-ovest. Le truppe francesi, decimate e demoralizzate, abbandonarono le ultime posizioni e rifluirono in rotta dentro le mura di Sedan.
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in seguito alla morte della moglie e della figlia. Tali dati portano alcuni storici della musica, tra cui De Mura e De Rubertis, a ritenere che la musica sia stata probabilmente composta dal maestro
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Clorinda e Argante vogliono bruciare la torre da guerra dei cristiani; mentre si accinge alla difficile impresa, Arsete, racconta a Clorinda la di lei infanzia e le sue origini cristiane; bruciata la torre, Clorinda resta chiusa fuori le mura e Tancredi, per via delle armi diverse che lei indossa, non la riconosce e la uccide; Clorinda chiede il battesimo prima di morire; dolore di Tancredi e funerali di Clorinda;
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Non a caso il re goto, ogni volta che espugnava un centro fortificato, ne abbatteva le mura per costringere il nemico alla battaglia in campo aperto e impedirgli, in caso di riconquista del centro, di usare le mura come scudo per logorare l'esercito avversario, come aveva fatto Belisario nel corso della prima campagna.
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; i ritrovamenti hanno fatto ipotizzare che queste dimore fossero costituite da fondamenta in materiale sassoso, mura in legno e tetto formato da diversi strati di foglie secche. Oltre alle fondazioni delle case, sono anche stati trovati vari oggetti di uso quotidiano
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; a differenza delle altre cittadine greche (in primis ateniesi), che indossavano immancabilmente abiti lunghi che nascondevano interamente i loro corpi e che si vedevano raramente al di fuori delle mura abitative, le spartane indossavano invece abiti corti che tenevano scoperte le cosce ed erano libere di muoversi come meglio volevano
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) adiacente alle mura di piazza Castello, in pieno centro e presenta una ricca vegetazione, un andamento sinuoso dei suoi viali, che si snodano tra fontane e statue, costeggiando la roggia Seriola. Importanti sono la presenza della loggia del
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, sotto la supervisione della locale Sovrintendenza ai beni Architettonici, consiste essenzialmente nella rimozione dell'intonaco e cemento per riportare alla luce le superfici originarie di mura e pavimenti nella riapertura di corridoi, locali e passaggi, per ristabilire, inoltre, la
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ateniesi; l'aggregazione determinava una definizione del territorio nei confronti del mondo esterno attraverso la costruzione di mura, santuari di confine e un'articolazione interna in un rapporto tra centro-periferia. Nel centro urbano il cuore della
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Sulla strada di ritorno verso l'Inghilterra, Riccardo venne catturato dal duca Leopoldo d'Austria, il cui orgoglio era stato ferito quando Riccardo aveva strappato il suo vessillo dalle mura di San Giovanni d'Acri. Fu ceduto all'imperatore
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. Il luogo principale di culto fu costruito probabilmente all'interno delle mura cittadine, a ridosso dell'anfiteatro Fausto, nel luogo dove ora sorge la cattedrale e dedicato inizialmente a S. Maria Assunta e a S. Anastasio.
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: protetta da mura, aveva una forma di scacchiera regolare, suddivisa in lotti rettangolari chiamati insule, definita da due tipi di assi stradali, ossia i decumani, che ad Ercolano erano tre e correvano da est verso ovest, seguendo la linea di costa, e i cardini, che erano cinque e correvano da nord verso sud scendevano dal Vesuvio al mare
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, mentre le mura, originariamente costruite a scopo difensivo con grossi ciottoli di pietra lavica e pomici e nelle quali si aprivano strette porte, dopo la conquista romana divenute inutili, vennero in parte inglobate all'interno degli edifici
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. Il restauro di questo ambiente e degli altri locali del piano ha anche permesso alcune importanti scoperte archeologiche sulla storia del palazzo, come resti di edifici medievali inglobati nella mura del palazzo cinquecentesco e le fondamenta di un grande torrione
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abbandonarono le loro dimore nelle mura per ritirarsi in campagna mentre le abitazioni cittadine finivano in rovina. Una villa come quella rinvenuta sotto il battistero, secondo Lopes Pegna, dev'essere stata occupata da plebei, piccoli artigiani oppure da commercianti. Proprio quell'edificio, inoltre, con la calata degli
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che scorre verso nord costeggiando il centro storico ad ovest e a nord fino alle Porte Contarine; fungeva da canale difensivo per il lato nord-ovest delle mura duecentesche. Era utilizzato soprattutto per la navigazione.
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Si trova oggi isolata al centro di Piazza Piave, a seguito dell'abbattimento delle antiche mura, nella quale era incorporata. Deve il suo nome al fatto che, in passato, ha ospitato al suo interno la vecchia Zecca ove venivano coniate le monete di Firenze, incluso il celebre
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, dagli altri tre lati da mura e fossati, con torri quadrangolari e porte per l'accesso; la principale, Porta Veronensis, era gemina, con due torri circolari ai lati. Le vie cittadine si svilupparono in maniera ordinata, parallelamente all'impianto del
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(sorgeva dove si trova ora Piazzetta Anfiteatro), delle terme, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria.
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, trapelano informazioni in parte differenti rispetto alle altre fonti: infatti, per Cicerone, Dionisio nacque tra le mura di una famiglia benestante ma non nobile di nascita (e potrebbe quindi anche accompagnarsi con la tesi di
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. Si tratta di una povera abitazione, simile in tutto alle altre che la circondano tranne che in un particolare: le mura sono coperte di affreschi e graffiti (in greco, in siriaco, in aramaico, in latino) con invocazioni a Pietro per chiederne la protezione
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, su progetto di Taddeo Salvini, ricavato dalla trasformazione delle Scuole Pie di San Giuseppe, poi il Municipio sopra le vecchie carceri, mentre con i lavori di smantellamento delle mura e risanamento urbano, la Piazza del Plebiscito veniva trasformata, perdendo uan parte dei portici che caratterizzavano le basi dei palazzi con le botteghe.
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. Contemporaneamente i lanzichenecchi tedeschi, coperti dal fuoco degli archibugi, conquistarono gran parte delle mura e, mentre le truppe pontificie ripiegavano in rotta, si diressero a loro volta verso la basilica avanzando sulla destra degli spagnoli
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, con la costruzione anche del complesso del Cassero, e nel periodo rinascimentale, con la costruzione dei camminamenti di ronda. Lungo le mura si aprono tre porte, la porta di San Giorgio, la porta Romana e la porta Grossetana.
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Due piccoli giardini segreti, laterali rispetto al grande spazio centrale, sono attigui alle due grandi limonaie, costruite dai Lorena. Questi giardini hanno alte mura che li circondano e che li rendono invisibili rispetto alle altre zone dei giardini. In questi ambienti, dei quali con un occhio non attento non si accorge nemmeno dell'esistenza dall'esterno, i residenti della villa potevano stare in isolamento e raccoglimento assoluto, in una sorta di
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), ma le aperture non sono ancora fuse in un organismo unitario, come avveniva nelle porte nelle mura. Lo stesso uso del fornice inquadrato da pilastri e timpano ebbe una diffusa applicazione nelle porte urbiche e negli archi trionfali e onorari per tutto il I secolo d.C., tra le quali si annoverano la porta di
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gli venne regalato un libro di storia per bambini e, secondo quanto affermato nella sua autobiografia, rimase impressionato da un'illustrazione raffigurante Troia in fiamme e, chiedendo lumi al padre sull'imponenza delle mura, il piccolo Heinrich espresse il desiderio di ritrovarle.
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La Porta di Belgrado fornisce un esempio eccellente di questo tipo, evidenziando come le mura progettate consentissero ai difensori di sviluppare un buon fuoco di fianco per proteggere l'ingresso interno dagli arcieri. L'altro scopo era mantenere la distanza del
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o a Rocca Santa Maria. Siccome questi due castelli erano molto distanti e inadeguati per accogliere tutta la popolazione, la badessa Berta di San Sisto e il vescovo di Modena Gottofredo, decisero di costruire sulla spianata superiore del colle di Fiorano un castello con torre centrale e alcuni edifici raccolti dentro una cerchia di mura
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Un edificio bipartito si addossa verso nord alle mura cittadine. Vi si accedeva dal lato sud attraverso uno spazio scoperto con un piccolo forno all'angolo sud-ovest, abbandonato in una seconda fase e ricoperto da una pavimentazione in acciottolato. Nel pavimento era inserito un grande recipiente (
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, era fortificato da mura, fossato, castello e torri. Borgonovo aveva forma rettangolare, con le vie parallele e trasversali ad angolo retto, secondo un piano urbanistico molto ordinato, e era dotato di due porte, una posta verso sud e l'altra posta verso nord. Intorno alle mura fu scavato un profondo fossato che in tempo di guerra pare fosse riempito d'acqua. Dopo tre anni il borgo, la cui costruzione non era stata completata del tutto, fu distrutto da milizie pavesi
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Le mura avevano all'esterno un fossato, posto a una certa distanza, e quindi le porte (oltre che essere fornite di torri) possedevano, di fronte, un ponte che attraversava il corso d'acqua. Il tracciato dell'antico fossato romano esiste ancora oggi: corrisponde ai percorsi del
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Un esempio di fortificazione tardo-imperiale. Si notino le torri sporgenti per permettere il fuoco d'infilata. L'altezza originaria di entrambe le mura e delle torri era chiaramente maggiore rispetto a oggi, e i merli non sono quelli originari, ma modificati nel corso del medioevo. La chiesa visibile all'interno delle mura fu costruita nel corso del XII secolo dai
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a seguito della demolizione del triangolo fortificato comportando successivamente l'espansione edilizia al di fuori delle mura medievali in un'area caratterizzata originariamente da prati e vigne. Chiamata all'epoca
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. A Sansepolcro, inoltre, fece abbattere tutti i borghetti esterni alle mura, che si espandevano su una superficie considerevole e ospitavano vari edifici, tra cui chiese e ospedali, preferendo fortificare l'antica cerchia muraria piuttosto che allargarla;
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, ove si ammira. Sotto il pavimento di questo edificio sacro si scorgono le cripte destinate a raccogliere i resti dei savocesi appartenenti al ceto popolare, non essendo leggibili lapidi ed iscrizioni che possano rimandare alla presenza di personaggi blasonati. Di questa chiesa restano solo le mura perimetrali adornate all'interno da preziosi fregi ed il prezioso portale in pietra.
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, torna a combattere per vendicare la morte del compagno; trova lo scontro con Ettore che uccide in duello, legando il suo corpo a un carro, trascinandolo fuori dalle mura di Troia e confiscando il cadavere. Priamo,
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Nonostante il formidabile dispendio di energie la ricostruzione non fu totale; infatti il lato nord delle mura, dove la vicinanza del fiume Serchio restringeva lo spazio per un eventuale assediante, che non avrebbe potuto impiantarvi un
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La Porta Alberti, in direzione nord-ovest, da cui si dirama Costa degli Alberti, risale al XIV secolo, quando fu completato l'inurbamento dei semifontesi e il colle fu saturato. La porta, con arco gotico, si affacciava anche sull'antica via delle mura, adesso chiusa da un muro.
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; erano inoltre presenti un gran numero di chiese sia dentro che fuori le mura e tantissime botteghe sia artigiane che commerciali. Fu in questo periodo che si ebbero alcuni interventi per il risanamento della palude circostante. Alla morte di Bonifacio VIII le famiglie nemiche dei
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e circondata da giardini ed edifici fortificati. Tutta la struttura era incastonata dentro massicce mura in pietra e circondata da profondi fossati. Gli interni bui dei castelli erano spesso decorati da artisti, mentre le stanze erano separate da
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, il paese gode di un periodo di pace: viene redatto il primo statuto comunale, vengono accordati privilegi giuridici e pecuniari alla popolazione e vengono avviate importanti opere urbanistiche, tra le quali il restauro delle mura di cinta del paese e la costruzione della
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, prima gli aragonesi e poi i senesi portarono avanti i lavori di costruzione delle nuove mura che andarono a delimitare completamente l'attuale borgo situato attorno al castello. Nelle mura del castello si conservano le tre porte d'accesso di Porta San Giovanni, Porta della Madonna del Giglio e Porta Castello; nella parte bassa, delle antiche mura pisane sopravvive l'antica porta settentrionale, chiamata comunemente la Portaccia, e due torri, una in via Colombo e l'altra poco distante nota come Torre Lilli, mentre sono visibili i resti di una terza torre in via delle Vacche.
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l'utilizzo di truppe mercenaria che si affiancavano alle varie milizie comunali formate dai cittadini generalmente su base volontaria o su obbligo di prestare servizio militare: per la difesa delle mura erano mobilitati tutti gli uomini validi, mentre gli abitanti del contado erano in genere impiegati per i servizi ausiliari. I primi mercenari furono uomini a cavallo che, riuniti in gruppi compatti, furono assoldati da alcuni Comuni prima e poi da
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fu essenziale per garantire il rifornimento (tramite la flotta) all'esercito imperiale, ma i centri conquistati potevano essere utilizzati anche per logorare l'esercito nemico assediante con piccole sortite fuori le mura.
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Belisario si diresse verso Napoli, non trovando quasi alcuna opposizione durante il suo tragitto: gli abitanti della Calabria, scontenti del malgoverno goto, si arresero facilmente ai Bizantini, adducendo come pretesto il cattivo stato delle mura.
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era iniziata l'espansione anche oltre le mura del castello, con la costruzione dei borghi (borgo San Rocco, borgo Santa Lucia, borgo Madonna Rossa) che presero il nome da chiese o conventi situati lungo la via Emilia. Nel
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Le prime mura furono costruite nel periodo punico, poi ampliate dagli arabi e dai normanni. Tra gli altri reperti sono visibili alcune porzioni della cinta bastionata cinquecentesca che fino alla fine del
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Questa biblioteca era, in pratica, un'estensione del Tempio stesso. Le mura di questa camera erano piene di disegni e di nicchie che contenevano numerosi manoscritti papiracei e rotoli racchiusi in contenitori fatti di pelle
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a Vesta, che dai piedi del Palatino scende verso la Via Nuova: la voce ammoniva che si ricostruissero le mura e le porte; se non si provvedeva, Roma sarebbe stata presa dai nemici. Di questo ammonimento, che fu trascurato allora, quando si era in tempo a evitare il danno, fu fatta espiazione dopo quella terribile disfatta: dirimpetto a quel luogo, fu consacrato ad Aio Loquente un altare, che tuttora vediamo protetto da un recinto.
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ad opera dell'Ente Provinciale per il Turismo di Vicenza: la riparazione delle mura delle rocche, la costruzione del ristorante e della terrazza panoramica nel castello della Bellaguardia, la costruzione della strada di accesso al colle. Nel
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, sviluppandosi senza alcuna pianificazione seguendo l'andatura del declivio. Era costruito su alti strapiombi, difeso da solide mura, abbatture nel XVII secolo, e protetto dal castello, che si trovava in posizione praticamente inespugnabile. Al successivo borgo arabo corrisponde il quartiere San Francesco (conosciuto impropriamente con il nome di
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L'introduzione dell'artiglieria, infine, ebbe profonde ripercussioni sull'architettura delle fortificazioni. Le mura crebbero in larghezza e si circondarono da argini di terra per rallentare o fermare le palle di cannone. Durante il
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, infatti, non stavano cercando di fabbricare nuove armi o consolidare le proprie mura o raccogliere alleati, tanto che un rinvio dello scontro, in tal caso, sarebbe risultato dannoso ai Romani ma, consumati dalla guerra civile e dalla discordia, subivano quotidianamente perdite maggiori di quelle che gli avrebbero potuto infliggere i Romani. Conveniva, pertanto, lasciare che si sterminassero a vicenda.
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Quando all'alba i Romani si gettarono all'attacco finale, gettando passerelle per avanzare dal terrapieno, rimasero stupiti della mancanza di resistenza. Una volta scavalcate le mura trovarono la fortezza desolata e gli edifici in fiamme, senza capire cosa fosse realmente accaduto. Alla fine le due donne uscirono dal nascondiglio e raccontarono ai Romani tutti i particolari dell'accaduto. I Romani, rimasti increduli dinanzi a tanta forza d'animo, quando videro quella immane distesa dei cadaveri, non provarono esultanza per aver annientato il nemico, ma l'ammirazione per il nobile gesto.
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I Romani non sarebbero riusciti a condurre a termine questo assedio, se Pompeo non avesse innalzato il terrapieno approfittando del sabato, giorno in cui i Giudei per rito religioso non solo si astengono dal lavoro, ma anche dall'attaccar battaglia dall'alto delle mura.
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Marsiglia era protetta dal mare su tre lati e il quarto era difeso da solide mura. In trenta giorni le navi sono pronte e il porto di Marsiglia viene chiuso ai traffici e Cesare lascia i legati diretto in
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, ancora oggi esistente, i cui interni sono decorati con affreschi del XIII secolo. A quel tempo essa serviva come baluardo difensivo in quanto la basilica si trovava fuori dalle mura e pertanto soggetta a pericoli; si dovette attendere l'intervento degli
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Verso la fine del XV secolo i lavori di ampliamento erano ormai terminati ed avevano visto all'opera maestranze lombarde per i lavori alle mura mentre per la parte in pietra erano stati chiamati gli scalpellini di
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l'esercito romano venne lanciato contro le mura. I Cartaginesi si batterono disperatamente di casa in casa, di strada in strada, per circa quindici giorni. Ma l'esito era scontato: Cartagine alla fine si arrese.
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in fuga da Cremona, fu in seguito espugnata e distrutta da truppe guelfe, le quali decisero poi di ricostruirla. Originariamente presentava otto torri perimetrali, tuttavia cinque di queste furono negli anni ribassate al livello delle mura perimetrali
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nel XVI secolo insieme a San Marco, e poi fu citata fino al XVII secolo, allora usata come semplice chiesa rurale. Oggi restano pochi resti di mura, che permettono ancora di leggere l'impianto rettangolare con abside semicircolare posteriore.
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Fosdinovo presenta un impianto medievale, essendo un borgo a forma di scarpone circondato da mura su tutti i suoi lati con due Porte storiche (una a nord e una a sud, distrutta durante la seconda guerra mondiale) che ne consentono l'accesso, oltre ad altri ingressi secondari (Via Costa Fredda, la scala a lato dell'
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: una prima fortificazione fu costruita tra il IX e il X secolo a protezione del borgo, dove sorgeva l'area signorile che comprendeva anche una residenza dei vescovi di Roselle. Successivamente altre ristrutturazioni si verificarono tra il XII e il XV secolo. Lungo le mura si aprono due porte: la
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, antica piazza del mercato cittadino prima del suo spostamento fuori delle mura, nota infatti anche come Piazza del Mercato, si estende a forma poligonale tra il tratto sud-occidentale delle mura, Porta Vecchia e il cassero del sale, edificio medievale che le conferisce la denominazione.
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, sorta su una necropoli pagana. Il luogo principale di culto dedicato inizialmente a S. Maria Assunta, fu costruito probabilmente all'interno delle mura cittadine, nel luogo dove ora sorge la cattedrale.
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su fondo rosso, da tre torri merlate alla guelfa, la centrale aperta di nero, unite da mura racchiudenti due altre torri, la destra torricellata di un pezzo e finestrata di nero, l'altra sormontata da una guardiola merlata, nel centro una chiesa, il tutto al naturale e fondato su una campagna di verde.
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Va detto che sulla cattura esiste anche un'altra versione: sarebbe stato convocato a Modena con l'inganno, di giorno e accompagnato dall'ignaro vice-rettore, don Gaudenzio Vaccari, e solo a destinazione tratto in arresto, dopo esser stato pedinato mentre i due giunti da Correggio passeggiavano lungo le mura
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: piccolo sobborgo del centro storico, situato alla periferia ovest, alle pendici del monte del Castello, delimitato da via Sant'Antonio Abate e via Paolo Saverio di Zinno. Anticamente era la periferia occidentale di Campobasso, con la porta omonima di accesso alle mura, e la chiesetta di Sant'Antonio. Nell'Ottocento si sono costruite nuove case, che delimitano le attuali via Monforte e via Firenze, che tornando verso est, si ricollegano al centro Murattiano mediante il sagrato della Cattedrale.
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Situato a nord dell'attuale ponte della Passerella, di questo ponte medievale resta solo un tronco di pilone, con tanto di lati acuminati che servivano al taglio delle acque del Bisenzio, che lambiva le attuali mura del Serraglio, oggi visibile al piano basso del parcheggio coperto
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l'unico segmento delle mura medievali oggi visibile parte dalla Porta Fiorentina e corre fra i due edifici della Scuola Elementare E. De Amicis e del Cinema Italia. Il progetto di riqualificazione di quest'ultimo prevede un intervento di valorizzazione della cinta muraria in quanto elemento di valore storico.
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i francesi furono sconfitti da Garibaldi nella battaglia di Porta Cavalleggeri; tuttavia i francesi, grazie a nuovi copiosi rinforzi, riuscirono a vincere la tenace resistenza romana e a far breccia nelle mura del
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Nel Medioevo era un villaggio circondato da mura con un fossato che prendeva l'acqua dal Tagliamento a monte della Rocca (attuale via Rocca) e con percorso ad arco verso sud riconfluiva nel fiume. Le uniche due porte d'ingresso erano quella di San Zuanne (presso l'attuale Piazza
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Yaksini in foggia di giumenta all'interno delle mura cittadine e si facevano offerte a questi semidei tutti gli anni. Scelse la collocazione del cimitero e della piazza per le esecuzioni capitali, della cappella della Regina dell'Ovest, del
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, che coinvolse la cittadinanza nella ricostruzione delle mura abbattute dal terremoto e nella costruzione di alcuni tratti di una nuova linea fortificata davanti alle antiche mura. Ecco un brano del racconto dell'invasione, tratto dalla
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. Il Duomo di Pola fu ingrandito nel X secolo. Dopo la distruzione avvenuta nel XVI secolo per opera dei genovesi, la cattedrale fu subito ricostruita mantenendo le porzioni architettoniche romaniche e bizantine sopravvissute, tra cui resti di mura, alcune colonne originali e una finestra che si trova lungo la
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, da una coppia di immigrati cattolici irlandesi. La separazione dei genitori e un'infanzia solitaria, tra le confortevoli mura domestiche della propria stanza favoriscono, nell'adolescente Steven Patrick, la progressiva scoperta di una sorta di ossessione per la letteratura inglese, e in particolare per le opere di
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Altri resti ben conservati sono visibili nella zona compresa tra Porta Romana e Porta Lodovica, dove sono usati come mura di cinta di abitazioni private, particolarmente in viale Beatrice D'Este e viale Angelo Filippetti
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) quartiere, un tempo popolare, al limitare del centro storico che porta il nome della patrona dei barcaioli, essendo un tempo la zona dotata di un varco che permetteva alle imbarcazioni provenienti dal Po di risalire il cavo Fodesta per entrare all'interno delle mura cittadine
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: posto accanto a Calascio, conserva l'aspetto prevalentemente medievale rinascimentale, con le case fuse con le mura urbiche. Le due principali chiese sono la parrocchia di San Marco, sorta sul castello, e quella di San Rocco.
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. I clan nuragici abitavano in cantoni, ossia vasti territori ben definiti e controllati tramite torri nuragiche situate in punti strategici. Furono abilissimi nel progettare e costruire complessi agglomerati difensivi e a ridosso di questi, al di fuori delle mura, si situavano i
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Ultimo aggiornamento pagina:
18 Febbraio 2021
15:40:13