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Frasi che contengono la parola novecenteschi
; al suo interno sono presenti numerose tracce degli affreschi risalenti agli inizi del XVI secolo, riaffiorate durante i restauri novecenteschi; l'edificio ospita inoltre alcuni dipinti ad olio, tra cui la grande tela raffigurante il
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Solo con gli studi otto e novecenteschi la sua figura riebbe il posto che le spetta nell'arte italiana, ritornando a comprenderne la portata innovativa. In seguito gli studi scientifici sull'autore hanno conosciuto di nuovo fasi di stasi, attenzione marginale e incomprensione. Con il diffondersi delle
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tra le altre opere d'arte, si distinguono gli affreschi novecenteschi dell'abside, sotto al quale esiste una cripta all'interno della quale sono conservati alcuni ornamenti architettonici dell'antica basilica leonina.
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tra le altre opere d'arte, si distinguono gli affreschi novecenteschi dell'abside, sotto la quale esiste una cripta al cui interno sono conservati alcuni ornamenti architettonici dell'antica basilica leonina.
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; inoltre sopra l'altare era stato messo il baldacchino in legno. I restauri novecenteschi hanno permesso un ritorno alle forme originarie: fu tolta tutta la struttura in marmo sull'altare, eliminata la balaustra e il baldacchino spostato nella chiesa di Santa Reparata. Inoltre, durante questi restauri sotto il presbiterio furono ritrovati dei reperti archeologici: era quello che rimaneva delle terme romane e di altre strutture adiacenti. Gli oggetti mobili, come colonne e lastre, furono esposti nel chiostro del
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Intonazioni di compositori novecenteschi italiani ed ungheresi su versi della poetessa lodigiana Ada Negri: B. Biggiogero, G. Calcaterra, S. Caltabiano ed il suo allievo Don D. Menichetti, M. De Gregorio, P. Delachi, G. Mauroner, G. Piccioli, J. Runger, E. Rusconi e P. A. Tirindell
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(fatti salvi gli interventi novecenteschi durante i quali vari elementi furono ridisegnati) presenta caratteri sostanzialmente settecenteschi. Il cortile, invece, mostra ancora notevoli capitelli corinzi databili al Quattrocento maturo. L'affaccio su
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. Degni di menzione i portoni in legno intarsiato eseguiti dal maestro ebanista Domenico Donnoli e figli. Il campanile, a due ordini, termina con una cupola arabeggiante. L'interno, a tre navate, conserva notevoli altari di marmi policromi, un pulpito ed un coro intarsiato di scuola napoletana del Seicento, tele del Settecento e affreschi novecenteschi sul soffitto della navata centrale e nell'abside, raffiguranti l'
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, la quale espone una collezione composta da alcune decine di dipinti e disegni di importanti artisti novecenteschi (che furono a stretto contatto con l'intellettuale e politico di origini tunisine) come
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gotico Zaccaria sventola un turibolo d'incenso e, dall'altra parte dell'altare, gli si fa incontro l'angelo che solleva la mano nel tipico gesto del parlante. Anche l'edificio a destra segue la medesima prospettiva intuitiva, e davanti ad esso si trovano alcuni personaggi, tra cui due donne che sono le figure meglio conservate della scena. A sinistra invece si fa avanti un gruppo di musici, almeno a giudicare da quello meglio conservato che tiene in mano uno strumento a corda da pizzicare. Le decorazione del Tempio si rivelarono aggiunte posteriori e vennero rimosse nei restauri novecenteschi
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Situata a ridosso delle mura aragonesi, da qui deriva la toponomastica di Soprammuro, di cui alcuni resti di torri da difesa della cinta muraria urbana. Le torri sono in degrado e con il tempo gli costruirono su e oggi si notano, lungo la strada, i palazzi otto-novecenteschi che costituiscono un cinta muraria moderna abitabile nei quali durante l'erezioni di questi palazzi sono state inglobate le torri aragonesi.
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Ultimo aggiornamento pagina:
06 Gennaio 2022
02:05:59