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Frasi che contengono la parola navate

. L'uso del modulo regolare, con la conseguente ripetizione ritmica delle membrature architettoniche, definisce una scansione prospettica di grande chiarezza e suggestione, soprattutto nelle due navate laterali, che assomigliano a un doppio loggiato simmetrico dello

. A pianta quadrata a croce greca inscritta, presenta tre piccole navate sormontate da una cupola centrale sorretta da quattro colonne. Le tre absidi sul fondo conservano cicli di affreschi in stile bizantino databili tra

e di volte di dimensioni non eccessive e ben ammorsate nelle navate laterali, limitarono i danni che riguardarono quasi esclusivamente la facciata, l'atrio e il tetto. Le parti danneggiate, dunque, vennero ricostruite seguendo i canoni caratteristici dell'

, conduce ai cinque portali del tempio, che fanno da preludio alle cinque navate interne della chiesa, che ha pianta basilicale a croce latina e tre absidi dopo il transetto. La parte della scalinata sotto il Corso San Giorgio fu progettata nel

di sinistra; il fercolo in argento di Sant'Alfio del XIX secolo e tre arcosoli paleocristiani, i sepolcri dei martiri Alfio, Filadelfo e Cirino nella navata di destra; tele del XVII e XVIII secolo lungo le navate. In sagrestia si trova un armadio ligneo intarsiato di considerevole valore raffiguranti le sante lentinesi Tecla e Giustina.

quadrato affiancato da altre cappelle disposte secondo l'uso gotico. Ancora una volta, i colonnati delle navate sostengono una teoria di volte a vela, che, essendo prive di costoloni sulle diagonali, esaltano la leggerezza della struttura portante e migliorano la visione prospettica dell'insieme.

in luogo di una copertura piana. Inoltre venne ripreso nella navata il motivo decorativo delle semicolonne altissime addossate prima ai pilastri e poi proseguenti sulla parete fino quasi al soffitto. In Spira II questo effetto plastico venne potenziato, arrivando a creare tre livelli sovrapposti di pilastri e semicolonne, sopra a ciascuno dei quali corrispondeva lo sviluppo di un elemento portato: le volte, gli archi di accesso alle navate laterali, gli archetti ciechi attorno alle finestre. All'esterno venne realizzata una galleria che gira attorno alla cattedrale ad altezza dei

La basilica di San Giovanni ha cinque navate. Mentre quella centrale ha il soffitto a cassettoni e le due limitrofe a piccole cupolette, le navatelle estreme hanno il soffitto piatto e sono divise in campate quadrate e rettangolari da lesene. Nella navata centrale, in alcune nicchie ricavate nei pilastri, si trovano le statue dei dodici Apostoli, inserite nella basilica con gli interventi del Borromini, opere di vari artisti tra cui

secondo gli ormai tradizionali canoni del teatro ottocentesco. Il monumentale edificio neoclassico, preceduto da un portico a cinque arcate, si componeva di un grande atrio a tre navate al piano terra, di un

Le navate laterali avevano anticamente delle gallerie con pavimenti lignei che le coprivano, secondo i modelli tipicamente orientali, che vennero ridotte a strettissimi passaggi balaustrati per permettere di ammirare i mosaici delle

Nella sua redazione originaria, Santa Reparata si presentava come una basilica a tre navate divise da quattordici coppie di colonne, con abside semicircolare, secondo la consueta iconografia paleocristiana affermata fino dal IV secolo nelle basiliche costantiniane, ed a

e caratterizzato da un finestrone centrale posto in asse con il portale d'ingresso sormontato da una coppia di angeli che reggono lo stemma cittadino. L'interno, a due navate, ha una copertura a stella finemente affrescata. Si conserva la statua di

(con l'aggiunta di due navate laterali e di stucchi e decorazioni), e con la realizzazione di una seconda facciata pseudo-gotica, che accoglie un portale che probabilmente si trovava su un lato dell'antico edificio. Nel

Sant'Apollinare Nuovo porta i segni tangibili di quest'operazione: la fascia sopra gli archi che dividono le navate era corredata da un ciclo di mosaici con temi legati alla religione ariana. Su iniziativa del vescovo

, con una grande finestra centrale. Al piano inferiore sono presenti quattro lesene, intervallate con altrettante nicchie, mentre al piano superiore proseguono le due lesene centrali, ai lati del finestrone finemente decorato. L'interno si estende su tre navate, con le pareti laterali impreziosite da vistosi altari barocchi, prima dell'altare maggiore realizzato in marmo policromo. Presentano lo stesso stile il pulpito ligneo sulla navata principale e la cantoria al di sopra dell'altare, con organo con rifiniture dorate.

Le pareti della campata interna, invece, presentano uno schema analogo a quello della navata, con in basso due arcate che danno sulle navate laterali e sul deambulatorio (queste ultime sormontate da

. Scavata interamente nel banco roccioso di calcarenite, possiede una struttura basilicale a tre navate con due absidi orientate. In seguito alla riforma tridentina e al conseguente cambio della liturgia, dal rito greco al rito latino, venne ruotato l'orientamento della chiesa rupestre e realizzato l'altare principale sull'antica fiancata di destra e nel contempo incorniciando un'immagine sacra dell'antico culto bizantino. L'impianto planimetrico imita una chiesa basilicale le cui geometrie possono essere ricondotte al quadrato e quindi ad una chiesa a pianta centrale, anche se non compaiono pseudo-cupole come in altre chiese bizantine otrantine ma semplici accenni a volte a pseudo-vele. Gli affreschi delle pareti in alcune parti presentano dei palinsesti stratificati, di cui rimangono vari strati le cui tracce a fresco sovrapposte, sono databili dal XI al

sarebbe riconoscibile nell'ambiente in seguito trasformato nella basilica sotterranea di San Clemente, caratterizzato da una grande sala, probabilmente divisa in due o tre navate da file di pilastri e colonne, comunicante attraverso aperture con l'esterno dopo aver attraversato cortili e portici. Lo sviluppo architettonico di quest'ambiente portato alla luce dagli scavi fa supporre che l'edificio sia identificabile col

, dalla metafora che assimilava la chiesa alla nave di Cristo, dove a ciascun membro viene assegnato un posto ben preciso in base al ruolo da lui svolto. Il numero delle navate era sempre dispari ma non era fisso: una, tre, cinque, sette, nove. La maggior parte delle basiliche era a tre navate; erano poche quelle a cinque navate (

Ruderi monastero Santa Maria De Foris X secolo in via calata omonima, era a tre navate e vi si accedeva per un portico in stile lombardo.Comprendeva ospedale civile e tre cortili con fontane ed alberi

Lungo le pareti delle navate laterali sono posti, leggermente rientranti, cinque altari tutti incorniciati da lesene a specchio decorate nel fusto e che sorreggono un capitello. Le due navate minori ricevono luce esclusivamente da due grandi finestroni ad arco a tutto sesto inseriti nella facciata. Il

La facciata, a parte un maestoso portale biforo in stile gotico attraverso il quale si accede nel vasto spazio interno diviso in tre navate da monumentali pilastri cilindrici, si presenta incompiuta.

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quello di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

con l'aula divisa in tre navate da due file di possenti pilastri con sezione cruciforme alternati a colonne, dieci per parte, sormontate da capitelli con motivi zoomorfi e capitelli corinzi spesso recuperati da edifici romani preesistenti. Il

Come detto, anche i soffitti delle navate laterali, coperte da volte a crociera in successione, sono affrescati da Tommaso Sandrino, che predispone spazi architettonici calibrati dove poter inserire i riquadri narrativi, opera invece di Camillo Rama e Antonio Gandino

: nelle navate laterali, entro elaborate cornici in stucco sopra i confessionali, sono appesi quattro quadri raffiguranti santi e sante in atteggiamento penitenziale. Sulla parete di destra si trovano

Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.

, presenta ai lati del portale le statue di san Biagio e di san Bernardo, patrono del paese. L'interno a tre navate, con pilastri rivestiti in marmo e affreschi moderni sulle volte. L'altare maggiore del

, comportarono la ricostruzione dell'attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L'interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d'altare di

Nelle navate laterali si aprono le cappelle, quattro a destra e tre sulla sinistra, in cui si trovano grandi tele raffiguranti la Madonna, risalenti agli anni cinquanta del XX secolo. Le tele raffiguranti

Lungo le navate si aprono sette profonde cappelle per lato, al cui interno si trovano splendidi altari riccamente decorati. Complessivamente la chiesa accoglie sedici altari barocchi. Nella navata sinistra, partendo dall'ingresso, si susseguono gli altari dedicati a

In genere, le grandi chiese abbaziali coeve, soprattutto quelle cistercensi, erano composte da tre navate con transetto su cui si affacciavano varie cappelle quadrangolari e, in corrispondenza della facciata, l'abside, che era di solito a pianta quadrata. Esempi di questa tipologia sono: l'

principale. L'area dell'altare e sulle pareti di un locale posto a sud si possono ancora vedere frammenti del pavimento originale a mosaico del V e del VI secolo con ancora leggibili le iscrizioni che citano i nomi dei mecenati che pagarono all'epoca il pavimento della cattedrale. Le finestre delle navate laterali furono ricostruite in

. Sant'Apollinare Nuovo porta i segni tangibili di quest'operazione: la fascia sopra gli archi che dividono le navate era corredata da un ciclo di mosaici con temi legati alla religione ariana. Su iniziativa del vescovo

, presenta un'ampia navata centrale fiancheggiata da cinque cappelle per ogni lato che fungono secondo la nuova concezione classica da navate laterali; lo spazio delle navate, in principio scandito solo da

(oggi Bagnoletto). Recenti indagini condotte da archeologi tedeschi, effettuate con l'ausilio di prospezioni magnetometriche, hanno individuato una basilica a tre navate, che potrebbe corrispondere a quella costantiniana, nella

(l'Apoteosi di San Canio, l'Adorazione del Santissimo Sacramento, la Madonna con Bambino, la Presentazione al Tempio, e la Madonna Assunta). In fondo alle navate laterali vi sono due altari: uno ospita una statua del Sacro Cuore; l'altro, la statua del patrono San Canio

la chiesa era a tre navate: quella centrale era coperta a tettoia, con l'altare maggiore ed il coro coperto a volta. In essa vi erano: l'organo, il pulpito, la fonte battesimale e il campanile con due campane. Agli inizi del

e le due adiacenti cappelle, in prosecuzione della navata centrale e delle navate laterali del braccio longitudinale. La basilica assunse allora l'aspetto che ancor oggi conserva. Nella cappella di sinistra (del Sacramento) lavorarono importanti artisti

Nelle chiese medievali i matronei persero la funzione di accoglienza e divennero esclusivamente elementi architettonici, posti sopra le navate laterali e con la funzione strutturale di contenere la spinta della navata centrale, formati solitamente da

che poggiano su trentotto colonne che, a loro volta, suddividono la cripta in tre navate centrali e quattro laterali. Le quattro navate a sinistra presentano un'asimmetria essendo presente una vela rinforzata in tempi successivi con archi di mattoni a tutto sesto. Su questa volta sono presenti affreschi di

. Un dipinto a pannelli gotici dell'ex altare di Sant'Ursula mostra una vista tardo medievale della chiesa e del monastero. La basilica a tre navate, aveva probabilmente le stesse dimensioni di quella romanica. A est, un coro rialzato chiuso da tre absidi, sopra la cripta, luogo di sepoltura degli abati e fondatori aristocratici

. Le strutture in puro gotico invece esaltano il maestoso interno a tre navate con un altissimo transetto, mentre all'incrocio si eleva la torre ottagonale del tiburio. Tra le costruzioni dell'abbazia spiccano il chiostro con decorazioni rinascimentali e la notevole

Impianto basilicale a tre navate ripartite da pilastri, due absidi laterali che racchiudono le due navate minori, lungo le pareti e nei vari ambienti sono addossati undici altari, di cui due ubicati nelle cappelle laterali. Il valente pittore

La chiesa si presenta al suo interno con una ripartizione di tre navate, sulle quali si possono ammirare le antiche colonne che reggevano la vecchia chiesa. Le opere artistiche custodite al suo interno sono un prezioso

a cinque navate, di dimensioni dieci volte maggiori della chiesa dell'epoca, ma il progetto non fu mai realizzato. L'unica modifica apportata durante il suo regno fu l'aggiunta di una cappella, a forma di decagono per l'inserimento del

gli interni subirono un rifacimento, e comparirono rivestimenti di intonaci e stucchi dorati, oltre ad altari in marmo lungo le navate laterali. Testimoniano questa fase barocca gli altari di San Giuseppe e della Madonna Incoronata, l'altare maggiore e il coro di noce intagliato. Un ultimo massiccio intervento di restauro nel

) si trovava di solito un atrio coperto da volte, dal quale si accedeva direttamente alle navate della chiesa; nei due piani superiori poteva trovarsi al centro una grande sala, dall'altezza doppia che li comprendeva entrambi e che era circondata da gallerie affacciate su di essa, dove si svolgevano la

, ognuno concluso da un basso abside, fiancheggiano il presbiterio della naos. Le navate angolari e centrali sono molto strette. Al livello del tetto, ai quattro lati dell'edificio insistono quattro cappelle, ciascuna sormontata da una

presenta una cella a due navate e fronte del tempio con numero dispari di colonne, inoltre ha colonne con un'entasi ed una rastremazione molto accentuate, ed infine i capitelli sono fortemente schiacciati);

. All'interno della chiesa, sotto le ridipinture e le decorazioni successive, completamente asportate, furono riscoperte le originali decorazioni quattrocentesche ad affresco delle navate e le decorazioni a graffio della tribuna. All'esterno, l'abside fu liberata dalle costruzioni che vi erano addossate, e fu rifatto il campanile secondo lo stile della tribuna, abbassandone l'altezza. Sempre in stile

Le navate costruite da Guiniforte Solari, immerse nella penombra, vennero illuminate da Bramante con una monumentale tribuna all'incrocio dei bracci, coperta da una cupola emisferica. Vi aggiunse inoltre due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L'ordinata scansione degli spazi si riflette anche all'esterno, in un incastro di volumi che culmina nel

. Dopo questo momento di commozione popolare la processione del Cristo continua il suo percorso concludendosi poi con il rientro in basilica e lo svolgimento dei tradizionali giri nelle navate della basilica stessa.

con il prolungamento dell'edificio, la realizzazione delle navate laterali e di una nuova facciata e l'innalzamento del campanile su progetto dell'architetto Bruno Sarti commissionato da don Rodolfo Daolio.

sporgenti inquadrano l'ingresso innalzandosi sino al tetto: esse dividono in tre campi la facciata consentendo di intravedere la struttura a tre navate della chiesa; il campo centrale presenta in alto una finestra a croce e una serie di

Una successione di affreschi, nati verosimilmente con intenzioni di supplica o di ringraziamento da parte dei committenti, copre buona parte delle pareti delle navate laterali (ove sono visibili anche capitelli relativi al rifacimento del XII secolo) e sui pilastri che sostengono le

, che confermerebbe ulteriormente l'attribuzione della lapide ad un grande impianto termale sito al di sotto della Cattedrale, un tempo forse esposte all'ingresso delle terme e in seguito murate sulla base di quattro dei pilastri che dividono le tre navate della cattedrale

, con tetto a doppio spiovente e pianta a croce latina, si compone di tre navate e all'incrocio tra la navata principale e il transetto si erge una grande e alta cupola emisferica. Le navate laterali ospitano cappelle e altari

per sostenere il peso della chiesa, essendo le pareti ormai svuotate per lasciar spazio alle vetrate istoriate, che vennero disposti regolarmente lungo l'esterno delle navate e a semicerchi lungo il coro.

in stile neogotico con tre navate. All'interno vi sono numerose opere, tra le quali spiccano gli affreschi del Servalli e del Bertuletti e numerosi intarsi e sculture. Contiene un organo costruito nel

, affresco, fine XII - inizi XIV secolo. Pregevole testimonianza di pittura lombarda, era collocata sull'arco trionfale della chiesa, le cui navate furono in seguito ornate con affreschi raffiguranti le storie di San Giovanni Evangelista.

, in sostituzione dei quali vi sono dei piccoli oculi quadrilobati che danno sul sottotetto delle navate minori. Dai pilastri partono alcuni fasci che si collegano direttamente al soffitto i quali, grazie all'assenza di qualsiasi elemento orizzontale, contribuiscono al forte slancio verticale della composizione. Il

, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del

gli altari delle navate laterali originariamente in pietra calcarea riccamente scolpita e dorata, opera degli intagliatori ragusani della famiglia Cultraro, sono demoliti e trasformati in piccole cappelle, in cui vennero posti dei sobri altari in marmi policromi.

Due monumenti sepolcrali del Seicento si trovano nel presbiterio, l'uno in marmo bianco e piastre policrome, l'altro in granito sorretto da due leoni. Nelle navate, oltre a varie statue in cartapesta, di inizio

. Il restauro complessivo comporta un allargamento sui fianchi con la trasformazione delle cappelle laterali sulle navate laterali e le nuove cappelle costruite di sana pianta, il portico meridionale avanzato di parecchi metri dal capomastro

Un portale rinascimentale in pietra permette l'accessi alla chiesa e si articola in tre navate, terminando con un'abside semicircolare. Le navate laterali sono ulteriormente ampliate da una teoria di cappelle laterali affrescate, tra le quali figura l'ottocentesca cappella di

per l'interessamento del generale Hugo von Virmont, comandate supremo delle truppe asburgiche. Negli anni successivi i monaci restaurarono la chiesa in stile barocco ed ora si presenta con la navate centrale con volta a botte e ricche decorazioni e stucchi. Il monastero attualmente ospita il

Lungo le navate e sul lato di testa del transetto si dispongono le cappelle: cinque su ciascun lato e quattro ai lati della cappella maggiore, alle quali vanno aggiunte la cappellina di San Giovanni Gualberto alla testa del transetto destro, e la

presenta un'alta zoccolatura in ceppo e prosegue in laterizi a vista con fasce in muratura, e anticipa la conformazione interna a tre navate. La parte centrale conserva il portale, unico accesso frontale, mentre la parte superiore presenta tre monofore con vetrate raffiguranti la

Esternamente la facciata, esposta ad ovest, si presenta semplice e austera, seguendo uno stile prevalentemente romanico: le navate laterali sono divise da quella centrale da due robusti contrafforti. In corrispondenza della navata centrale, sotto il timpano, si aprono in asse due

, a doppia ghiera dal lato esposto verso la navata centrale e a ghiera singola in quelli esposti verso le navate laterali. Il numero delle colonne ammonta in totale a dodici, chiaro riferimento al numero degli

Tutte e tre le navate terminano con un presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al piano della chiesa, e con un'abside; di queste soltanto la centrale sporge all'esterno della struttura, mentre quelle delle navate laterali sono contenute nella muratura. I presbiteri delle navate laterali sono separati da quello della navata centrale con due balaustre in pietra risalenti al

L'interno della cella nei templi greci poteva essere suddiviso in navate da colonnati su due ordini, necessari per sostenere il tetto negli edifici templari di maggiori dimensioni, in particolare in epoca greca arcaica e classica

zecchino, sorreggono l'ampia volta a botte mediante una serie d'arcate a tutto sesto. Lungo le navate laterali con la volta a cupoletta si susseguono dodici altari minori (sei per parte) con altrettante

Questi lavori trasformarono radicalmente l'interno della chiesa, determinando la scomparsa dell'originario impianto gotico, con una commistione tra i superstiti elementi gotici ed elementi rinascimentali ed eliminando la separazione tra le navate e il

Con la ristrutturazione cinquecentesca l'interno, a tre navate, ha perso quasi completamente il carattere gotico originario, del quale restano solo i quattro archi ogivali alla base della cupola, sostenuti da due

Situata nella frazione di Torrano, risale, come plebana, al XIV secolo; negli anni successivi la giurisdizione della chiesa venne progressivamente estesa verso ovest fino a ricomprendere anche Chero di Carpaneto. Presenta una pianta basilicale a tre navate con quattro campate. La facciata, realizzata in stile

. All'inizio del XIV secolo, alla chiesa romanica venne aggiunto un prolungamento ed una nuova facciata in stile gotico, inoltre vennero rialzate le navate laterali: successivamente vennero costruite anche le cappelle che si aprono oggi sul lato sinistro della chiesa. Al suo interno sono gelosamente conservati alcuni affreschi di

) chiudono sul fondo le due navate facendo da corona all'altare maggiore. Gli altari laterali sono intitolati a note famiglie genovesi dell'epoca (specificatamente quelle dei de Fornari e dei Casoni), alla colonia dei

. La facciata fu portata alla sua attuale forma quadrata, fu perduta anche l'originaria geometria delle tre navate interne e il tetto fu sostituito e sopraelevato. La Collegiata conserva al suo interno opere d'arte notevoli fra cui si segnala, sull'altar maggiore (

come ospedale, infermeria o foresteria dell'abbazia. Originariamente era una sala con navate, una cappella ad est, un vestibolo a nord ed un locale di alloggio per i guardiani a sud, ma queste due ultime parti furono demolite. Il fabbricato divenne una chiesa parrocchiale verso il

, il campanile doveva avere forma quadrangolare e sorgeva al lato destro rispetto alla chiesa, che si presentava avere solo due di tre navate originarie. D'altra parte un'ulteriore raffigurazione del campanile dell'antica chiesa dell'

La chiesa di San Geminiano sorge su un rialzo roccioso che sovrasta il paese. Originariamente constava di una navata, alla quale nei secoli XV e XVI vennero aggiunte le due navate laterali, dando all'edificio l'aspetto del

. Un'altra importante modifica fu attuata all'inizio del Novecento, trasformando, su progetto di Tito Picasso e con il contributo di Teresa Durazzo Pallavicini, le tre anguste navate in un'unica grande aula, la cui volta venne decorata da Giovanni e

quando un progetto venne elaborato dalla Soprintendenza ai Monumenti di Siena; il progetto prevedeva due fasi di lavori: la prima fase vide il ripristino dell'ultima campate e della zona dell'abside, venne tolta la tettoia lignea del portale e venne liberata la bifora sinistra; la seconda fase, che solo parzialmente venne realizzata, prevedeva tra l'altro l'apertura del portale gemino e l'eliminazione delle volte dalle navate laterali

. La chiesa attuale venne costruita al posto di un precedente edificio ecclesiastico che presentava una struttura a tre navate divise da pilastri conclusa da un'abside e con una cripta, questa chiesa era stata realizzata prima del

, divisa in tre navate da possenti pilastri quadrati compositi che reggono grandi arconi ogivali e volte a vela. Spiccano i bei capitelli scolpiti delle semi-colonne addossate ai pilastri che rimandano al repertorio zoomorfo e geometrico del XII secolo, fra cui si distinguono draghi, leoni e sirene. Il

); l'interno, invece, ha tre navate con tozze colonne decorate da capitelli diversi tra di loro, si presenta austero e buio come le chiese del periodo. Sono ancora visibili alcuni affreschi (che forse un tempo adornavano tutta la chiesa), e si segnala in particolare l'importante e bella

-pugliese i cui elementi caratterizzanti si ritrovano nella facciata tripartita da lesene, nel esaforato del fianco sinistro, nelle testate del transetto. L'interno, con pianta a croce latina a tre navate, presenta un pulpito e un ciborio ricomposti con frammenti originari del XI e

sulla base di una precedente cappella cinquecentesca e poi ampliata all'inizio del Novecento con l'innalzamento della navata maggiore e l'allungamento dell'aula. L'interno si suddivide in tre navate separate tra loro da pilastri che formano

di forma quadrangolare. I muri perimetrali erano formati da grandi blocchi squadrati che sono stati innalzati in alcuni punti fino a tre metri dal suolo, gli intagli delle porte, i segni d'allineamento delle navate, le cappelle e le navate che avrebbero dovuto avere una copertura costituita da volte a crociera costolonate permettono di farsi un'idea del progetto originario. Secondo quanto riportato dalle fonti, la progettazione e realizzazione della basilica del Murgo sarebbe collocabile cronologicamente intorno al

su un preesistente tempio pagano e restaurata in forme tardo-rinascimentali, si presenta in un'insolita aula trapezoidale divisa in tre navate dove sono conservate alcune tracce di affreschi. L'interno contiene una cospicua raccolta di opere pittoriche del XVII secolo.

, presenta una facciata esterna in cui trovano spazio una breve scalinata con gradini in pietra di Sarnico ed un rosone contornato in pietra color rosso mattone. L'interno si struttura in tre navate dotate di tre campate ciascuna, con opere di buon pregio, tra cui due tele di

rettangolare che si apre come una vera e propria piazza coperta, con due ampie navate di portici. Tali portici consistono in sette archi nei lati maggiori e in due in quelli minori, posizionati su grossi pilastri di pietra. Gli archivolti sono semplici, in

. le navate costruite dal Solari, immerse nella penombra, vennero illuminate dalla monumentale tribuna all'incrocio dei bracci, coperta da cupola emisferica. Bramante aggiunse inoltre due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L'ordinata scansione degli spazi si riflette anche all'esterno in un incastro di volumi che culmina nel

. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito diverse opere di rimaneggiamento, anche radicali, che ne hanno alterato l'originaria impostazione architettonica. Possiede un impianto basilicale a tre navate, divise da due ordini di

. In origine aveva un impianto basilicale a tre navate che fu successivamente trasformato ad aula unica per meglio rispondere alle esigenze della predicazione, tipiche dell'ordine mendicante fondato da

). L'originale edificio romanico ha subito diversi rimaneggiamenti e aggiunte che ne hanno snaturato le linee: le due navate laterali sono del XVI secolo, mentre del secolo successivo la trasformazione dell'abside da pianta semicircolare a quadrata. Requisita durante la

. Sparsi per le navate e nel coro vecchio dipinti e affreschi dei secoli XV-XVI e moderni sarcofagi di principi di Casa Savoia. Dalla navata mediana si scende nella cripta, formata da tre sacelli (secoli X, XI, XII). Dal fianco sinistro della chiesa si accede al belvedere.

a tre navate con soffitto a volta sostenuto da pilastri alternati a colonne. Le volte sono interamente decorate con figure di patriarchi, profeti, evangelisti e dottori della Chiesa. Dell'antica pieve rimangono solo il protiro ora posto sulla facciata della chiesa della Disciplina e il battistero ottagonale in marmo rosso fatto costruire nel

Ubicata sotto il presbiterio, vi si accede tramite una piccola porta vicino alla gradinata che porta al presbiterio. Originariamente era costituita da una stanza quadrata, divisa in tre navate, con numerosi capitelli ancora presenti e fu costruita con la ristrutturazione voluta dal patriarca




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Ultimo aggiornamento pagina:

20 Luglio 2021

00:58:48