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Frasi che contengono la parola longobardi
, di appena due anni. La cerimonia si svolse con un rito di ispirazione bizantina, a esplicito rafforzamento dell'intento di Agilulfo di presentarsi come re di tutta l'Italia e non solo dei Longobardi: scelse per questo l'antica metropoli di
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Paolo Diacono, che riporta la tradizionale spiegazione mitica di questo appellativo, rileva come sia anche congruente con l'acconciatura tipica dei Longobardi, caratterizzata in effetti dalle lunghe barbe che li differenziano, per esempio, dai
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In Italia i Longobardi si imposero in un primo momento come casta dominante al posto di quella di ascendenza romana preesistente, soppressa o scacciata. I prodotti della terra venivano ripartiti con i sudditi
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Secondo Jacopo (o Giacomo) Malvezzi, la fondazione del monastero sarebbe derivata non dal ritrovamento di statue leonine, ma da un sogno, occorso a Desiderio presso Leno durante una battuta di caccia, in cui si presagiva la sua futura incoronazione a re dei Longobardi.
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) non sono approdati a risultati definitivi. Lo stato di conservazione delle testimonianze superstiti e la loro datazione molto alta rispetto alle lingue germaniche occidentali ci consegnano piuttosto una lingua che si colloca a cavallo dei due gruppi, e la storia dei Longobardi mostra un popolo che agli inizi della propria storia documentata ha lungamente condiviso le aree di insediamento e la
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, scortato nell'ultimo tratto del viaggio dal re in persona. Stefano chiese esplicitamente a re Pipino d'intervenire militarmente in Italia contro i Longobardi. Pipino accolse la richiesta, che fu ratificata da un'assemblea dei nobili a
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e battendo moneta di tipo bizantino, espose il suo programma: raccogliere sotto il suo potere tutti i Romanici fino ad allora soggetti all'imperatore, senza necessariamente fonderli con i Longobardi. L'
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La definitiva perdita dell'entroterra spinse ad una riorganizzazione della vita civile alla luce della nuova geografia lagunare, provocata anche dal rapido avanzare dei Longobardi, condotti dal loro re
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e ogni tentativo (compresa la spedizione di Baduario) per sloggiarli era fallito; prendendo dunque atto delle conquiste effettuate dai Longobardi, fu introdotto con la riforma il sistema dei tratti limitanei, anticipando la riforma dell'Esarcato, che fu realizzata alcuni anni dopo.
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Paradossalmente, tutti questi divieti resero fondamentale in seguito l'opera dei glossatori. I testi giustinianei, redatti nel VI secolo, apparivano ostici e incomprensibili ad un mondo che aveva vissuto le esperienze storiche dei Longobardi, dei Franchi e delle altre dominazioni, che avevano imposto le loro regole (quasi tutte consuetudinarie e orali) ignorando il
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, che, piuttosto che affrontare l'invasore in una battaglia con il rischio di farsi annientare l'esercito, preferiva attendere che l'invasore si ritirasse con il bottino, cosa che i Longobardi non fecero, occupando invece permanentemente le terre invase
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, concluse la migrazione. I Longobardi si erano stanziati nella fascia pedemontana fra le Alpi e il Po, quasi a protezione del resto della penisola, ancora sotto governo bizantino. Paolo Diacono riferisce che solo
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Maurizio, non potendo ricorrere alle armi per combattere i Longobardi, decise di far ricorso alla diplomazia cercando l'alleanza con i Franchi. Quando i duchi si resero conto che, separati, non avrebbero saputo reggere alla pressione militare dei Bizantini e dei
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ne fece una delle sue residenze preferite. Ben poco sappiamo delle vicende della chiesa in questo periodo ma, di nuovo grazie a Coronato, apprendiamo che ancora custodiva le spoglie del santo e che i Longobardi, di fede
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, la basilica di San Salvatore, caratterizzata dal contemporaneo utilizzo di stilemi longobardi e motivi decorativi classici e bizantini, rappresenta uno dei maggiori esempi di architettura religiosa
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per un semplice accertamento delle funzioni amministrative, politiche e giudiziarie della diocesi, che all'epoca esercitava il vescovo, ma anche per organizzare una difesa contro le invasioni dei Longobardi: Stabia infatti, oltre ad un porto, possiede anche un monte che si affaccia sia sul
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. Succeduto a Pelagio II Gregorio Magno, il nuovo papa e Catello studiano insieme un modo per fronteggiare gli attacchi dei Longobardi: questi, nonostante non fossero ancora convertiti al cristianesimo, avevano un gran timore dei demoni e, una volta conosciuta la figura di san Michele, iniziarono a rispettarlo e ad adorarlo
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. Il papa decide quindi che l'oratorio al Molare sia dedicato a san Michele e che venga ricoperto con delle lastre di piombo, in quanto, essendo il tempio visibile non dal golfo di Napoli ma quello di Salerno, dal quale i Longobardi attaccano, sotto la luce del sole possa riflettersi anche a grandi distanze
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. Questo evento non si ripercuote negativamente su Benevento ma, al contrario, permette ai longobardi locali di agire liberamente, senza influenze superiori, e di trasformare il ducato in principato. La terza fase, discendente (
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, ritenendolo inadatto a guidare il ducato. Alla sua morte tuttavia gli succede proprio il figlio Aione che riceve l'ubbidienza dei notabili longobardi, compresi Rodoaldo e Grimoaldo. Dopo un anno e cinque mesi un esercito di
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Baduario era stato inviato per riconquistare l'intera Italia ai Longobardi, o sottomettendoli o scacciandoli dalla Penisola; nonostante le divisioni tra i Longobardi, con la conseguente frammentazione del
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Il progressivo avvicinamento tra i nuovi dominatori longobardi e le popolazioni autoctone, parallelo al rimescolamento delle gerarchie sociali, fu favorito dal processo di conversione al cattolicesimo avviato dalla
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, quando anche la zona costiera ligure fu occupata dai Longobardi. In questo periodo, durato oltre sett'anni, gli arcivescovi milanesi funsero anche da vescovi di Genova. Primo vescovo genovese, dopo il rientro dell'arcivescovo di Milano (all'epoca
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In una lettera scritta poco tempo dopo all'arcivescovo di Ravenna Giovanni, papa Gregorio I espresse la propria convinzione che Ariulfo sarebbe stato disposto a firmare una pace con l'Impero o addirittura a servirlo se solo l'esarca fosse disposto a pagare gli arretrati ai longobardi Nordulfo e Auctarit, un tempo soldati mercenari dell'Impero ma tornati a servire i loro compatrioti, o a intavolare una seria trattativa di pace.
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Queste scelte politiche, rafforzate dall'ammissione a corte di caratteristiche filo-romane, suscitarono la reazione dei tradizionalisti longobardi, irritati anche dal fatto che il re cercasse una pace duratura con
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occidentale, costruita dai Longobardi. Del loro potere restano il Torrione Orsini e le mura fuse con le case, alternate da possenti torri di controllo, tra le quali Torre Adriana e Torre dell'Acquedotto. Da Porta San Giovanni, una delle poche sopravvissute, si passa la via delle botteghe dei maestri del rame, accedendo alla villa comunale; successivamente i due strusci principali sono la via Modesto Della Porta e Corso Roma, che portano alla Piazza Duomo, dove si trova la
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Prospetto laterale e posteriore della cattedrale di San Pelino a Corfinio (a sinistra l'oratorio incompiuto di Sant'Alessandro con la torre), sul retro si vede l'ordine di arcate cieche e fregi tardi longobardi sulla tribuna
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Per quanto concerne l'architettura civile, militare e monumentale, si hanno purtroppo sparuti esemplari, sempre per via di distruzioni e trasformazioni. Parlando dell'architettura militare medievale, essa comparve con i Longobardi sotto forma di torri di avvistamento e di difesa, alcune delle quali ancora esistenti, come la torre di Picenze a
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e ville rustiche che erano sopravvissuti alle distruttive guerre con gli ostrogoti. I Longobardi inoltre, spesso rioccupavano dei centri abitati abbandonati operando uno spoglio delle rovine romane per riadattarli alle loro esigenze, e li abitavano di nuovo. In un primo momento i Bizantini riuscirono a fermare i Longobardi lungo il confine naturale costituito dal fiume Tronto, potendo contare sul campo fortificato di Castrum Truentinum e su altri centri fortificati posti nell'interno, come Castrum Aprutentium (l'odierna
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sul fiume Tronto, anche se ai Normanni occorreranno altri sessant'anni per portare a compimento la conquista della regione ai danni dei Longobardi (l'Abruzzo infatti, pur essendo stato conquistato dai
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, furono si dominate dalle popolazioni precedentemente nominate, eccezion fatta per i Longobardi che non riuscirono mai a conquistare i territori, ma mantennero comunque un importante indipendenza, causata dalla dipendenza del lontano Impero di
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). I conti erano funzionari pubblici direttamente dipendenti dall'amministrazione centrale ed erano responsabili del mantenimento della pace pubblica, della riscossione delle tasse, l'amministrazione della giustizia e, come i duchi longobardi, avevano il controllo degli
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. I Bizantini opposero scarsa resistenza e i Longobardi occuparono rapidamente un'ampia porzione della Penisola; gli invasori rimasero inizialmente una casta militare separata dalla massa della popolazione e il loro dominio fu organizzato in numerosi
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Parco San Silvestro. Nel periodo altomedievale il monte sembra aver avuto un importante ruolo di difesa del cosiddetto corridoio Bizantino, ospitando una costruzione militare per fare da sorveglianza contro i Longobardi, la strada sottostante al monte, ovvero l'attuale strada Amerina, Che passa per fornole.
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, e minacciando contestualmente la confisca dei beni della Chiesa milanese. Papa Gregorio rassicura i suoi interlocutori che mai avrebbe accettato un vescovo imposto dai Longobardi e che non c'era di che preoccuparsi per i beni della Chiesa milanese, che si trovavano in
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Ben presto l'Impero perse, dunque, il controllo dell'Italia a vantaggio dei Longobardi, conservando solo alcune zone costiere e, all'interno, un modesto corridoio umbro che collegava Roma con Ravenna.
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ebbero in feudo una larga parte della vallata, sotto il dominio dei Conti di Manoppello, proseguirono l'operato dei longobardi fortificando ulteriormente i castelli, come l'esempio della Torre Normanna, oggi inglobata nel
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. La sconfitta degli Eruli fu tale da causare la scomparsa di questo popolo dalle cronache, mentre i Longobardi accrebbero la loro ricchezza e importanza in modo considerevole. Il fatto che Rodolfo fosse legato a Teodorico, che l'aveva cresciuto e addestrato alla guerra secondo la pratica germanica del
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i Franchi, dopo aver inviato un'ambasceria alla corte di Maurizio comunicandogli che avrebbero annientato i Longobardi, irruppero in territorio longobardo ma subirono una completa disfatta, che li costrinse al ritiro.
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Vario riteneva che per comprendere la fisionomia del Regno di Napoli si dovesse arretrare le lancette dell'orologio di un millennio e fare riferimento alle invasioni barbariche e quindi all'ascesa dei longobardi. Lo
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Vanno in maiuscolo solo i nomi dei popoli antichi che non abbiano funzione d'aggettivo e vadano distinti da quelli moderni che li continuano o da altri nomi (Romani, Greci, Persiani, Egizi ecc.); per convenzione vale lo stesso per tutti i popoli storici (Unni, Longobardi).
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Non si sa in che anno, ma le devastazioni longobarde costrinsero il vescovo di Popolonia a rifugiarsi sull'Isola di Elba, mentre nella provincia di Valeria i Longobardi mossero violenza contro i monaci. Nel frattempo i Franchi si impadronirono di Susa, difesa dal
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il Papa aveva tentato di convincere l'esarca a firmare una tregua con i Longobardi tramite Castorio, un suo apocrisiario residente a Ravenna. Nel frattempo i Longobardi saccheggiarono la Campania e fecero molti prigionieri, che vennero riscattati dal Papa. I Longobardi, guidati da Arechi, duca di Benevento, conquistarono anche Crotone, che tuttavia venne poco tempo dopo riconquistata dai bizantini.
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In quest'anno i Longobardi, insieme agli Avari e agli Slavi, invasero l'Istria bizantina e la saccheggiarono. I Longobardi conquistarono anche Monselice, nei pressi di Padova. A Pavia la regina Teodolinda, moglie di Agilulfo, diede alla luce un bimbo. A Ravenna i ravennesi erano scontenti nei confronti di Callinico, reo di aver rotto la tregua con i Longobardi, e convinsero l'imperatore a richiamarlo in Oriente; al suo posto, venne eletto esarca Smaragdo (questo fatto potrebbe essere avvenuto sotto il regno di Foca). Nel frattempo nei Balcani l'esercito si ribella all'imperatore d'Oriente Maurizio, che viene rovesciato e ucciso insieme ai suoi figli maschi; il capo dei ribelli Foca viene nominato Augustus (imperatore).
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dopo aver deposto il ribelle duca di Napoli Giovanni da Conza, sostituito con uno fedele a Eraclio, Eleuterio fece guerra ai Longobardi per rinforzare la posizione bizantina nell'Italia centro-settentrionale. La campagna tuttavia fu un insuccesso, come racconta l'anonimo continuatore del
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Il Ducato di Napoli fu coinvolto, fin dalla sua nascita e per tutta la sua esistenza, in una continua e quasi ininterrotta sequenza di guerre, principalmente difensive, contro la pressione dei suoi potenti e numerosi vicini. Tra questi, principalmente, i principati longobardi di
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Il Cristianesimo fu introdotto nel contado con l'istituzione della pievi, la plebe rurale si recava per ricevere battesimo, santificare le ricorrenze liturgiche l'istituzione evangelica e per sposarsi. La pieve nel cui territorio era compreso il villaggio di Ozzero fu quella di Rosate. Sempre per iniziativa dei longobardi sorse l'attuale parrocchia di S.Siro dedicata al primo vescovo di Pavia
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, quando il territorio corrispondente all'attuale Abruzzo fu diviso fra i due ducati longobardi di Spoleto e di Benevento. Per tutto l'alto Medioevo, nonostante il territorio di Castel di Sangro facesse parte del
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Per l'alleanza pontificia si schieravano, a ridosso della fortezza, le truppe mercenarie sveve inviate dall'imperatore: i cavalieri svevi avevano la posizione centrale, mentre gli uomini d'arme capaci di combattere a piedi si disponevano con gli avventurieri della Germania sull'ala destra, in formazione stretta ed allungata. Si ammassavano invece sull'ala sinistra gli alleati Bizantini e i Longobardi, guidati dal duca
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aveva fatto sapere all'eunuco che quando sarebbe tornato a Costantinopoli l'avrebbe costretto a distribuire la lana alle ragazze del gineceo di Costantinopoli; secondo la tradizione Narsete avrebbe risposto che avrebbe tessuto per lei una tela inestricabile, riferendosi all'invito ai Longobardi, a cui avrebbe inviato dei frutti dall'Italia per invitarli a invadere la penisola.
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dai Longobardi, ebbe base circolare e non quadrata, probabilmente in dipendenza della sua posizione dominante ed isolata. Verso la fine dell'XI secolo d.C., Summonte fu concesso in feudo ai Malerba, una famiglia franca al seguito dei Normanni ed il castello con la torre divenne la residenza del feudatario. Il Castello fu notevolmente ampliato con la costruzione di abitazioni per i servi e per i soldati e di una chiesetta, fino a costituire un borgo interamente murato, con ingresso principale dall'attuale arco
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avesse perso molto prestigio, sia a causa della crescente importanza rivestita dagli ufficiali militari, che spesso si arrogavano competenze che normalmente sarebbero spettate agli ufficiali civili, che per le conquiste dei Longobardi.
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I Longobardi si adattarono agli usi e ai costumi della maggioranza della popolazione del loro regno. Dismisero il loro abito tradizionale a balze variopinte per adottare quello romanico; abbandonarono l'antica rasatura della nuca (atto dal forte valore simbolico
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era un animale sacro, fondamentale per le pratiche guerriere. I Longobardi nell'uso del cavallo si distinguevano nettamente dai Germani occidentali, per la conoscenza approfondita del cavallo imparata probabilmente dai nomadi delle steppe e dai Germani orientali
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sono scarsissime), l'abbandono dell'uso dei corredi funerari, la commistione dei nomi, per cui molti longobardi assunsero nomi di tradizione romana e cristiana e i romani presero nomi germanici, la condivisione della medesima lingua
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; dentro c'erano i resti di due scheletri (forse marito e moglie longobardi) e, particolarmente interessante, una croce in bronzo che sembra corrispondere alla croce di una capsella del tesoro del Duomo di
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, dove il primo epicentro del culto micaelico presso i Longobardi fu proprio il Santuario di San Michele Arcangelo e dal quale si diffuse in tutto il Regno Longobardo fino a essere presto considerato il santo
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Delle suddette popolazioni quelle che risiedevano nell'area del Meclemburgo erano i Longobardi nella parte sud-occidentale, i Semnoni nella parte meridionale e i Varni nella zona nord-orientale. A questi vanno aggiunti i
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, che ivi si stabilirono in modo permanente. I longobardi infatti, proprio a causa della natura stabile della loro migrazione, si sarebbero portati appresso tutti i loro averi, compresi gli armenti. Secondo altri autori sarebbe stato introdotto dagli
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. La cittadina venne occupata dai Bizantini nel VI secolo e dai Longobardi nel VII secolo d.C., ed in seguito nel XII secolo dai Normanni, i quali restaurarono le mura di cinta perimetrali bizantine, ancora in piedi nel XVI secolo quando fu costruita la fortezza spagnola. La fortezza venne progettata nel
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, trovarono rifugio in Cilento accolti dai Longobardi. In zona, visibili ancora oggi, ci sono altre due chiese a pianta triconca: l'antica cattedrale di Policastro Bussentino e la chiesa di San Nicola de Donnis a
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In tutto il territorio reggino, ed anche ad Anoia, avvenne un mescolamento di razze e di lingue. La popolazione era formata da greci, latini, saraceni, longobardi, normanni. La lingua scritta era il greco, ed anche la lingua parlata era ricca di questi vocaboli.
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Sigismundi Boldoni i Patricii Mediolanensis Larius, cui accedunt epistulae triginta selectae, nec non carmina quaedam latina inedita et liber quartus poematis italici cui titulus La caduta de' Longobardi
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e ville rustiche che erano sopravvissuti alle distruttive guerre con gli ostrogoti. I Longobardi inoltre, spesso rioccupavano dei centri abitati abbandonati operando uno spoglio delle rovine romane per riadattarli alle loro esigenze, e li abitavano di nuovo. In un primo momento i Bizantini riuscirono a fermare i Longobardi lungo il confine naturale costituito dal fiume
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Lo stemma di Bisaccia rappresenta due leoni che si combattono tra di loro: secondo alcuni esperti i due leoni sarebbero i Longobardi e i Bizantini (Bisaccia si trovava nella zona di confine tra i due stati).
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era la terra direttamente occupata dal presidio germanico e si contrapponeva alle terre tributarie degli altri abitanti, che corrispondevano ai longobardi in veste di tributo parte dei raccolti. Il termine deriva dal
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Con la riorganizzazione territoriale dell'Abruzzo nel periodo franco, dove gli antichi comitati e gastaldati longobardi vedevamo modificata la loro fisionomia orografica, al livello religioso venne creata la provincia di Valva (
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. Il gesto di Federico II fu un monito severo contro la dinastia dei baroni e dei conti che governava gran parte dell'Italia meridionale, sin sai tempi dei Longobardi, dato che il suo progetto era quello di unificare in un unico stato, con sede amministrativa in
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residente a Ravenna. Nel frattempo i Longobardi saccheggiarono la Campania e fecero molti prigionieri, che vennero riscattati dal Papa. I Longobardi, guidati da Arechi, duca di Benevento, conquistarono anche Crotone, che tuttavia venne poco tempo dopo riconquistata dai bizantini.
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Diverse fonti primarie del VII e VIII secolo riportano la leggenda, originatasi verosimilmente dalla coincidenza temporale tra la destituzione di Narsete e la discesa dei Longobardi che si prestava agevolmente a una connessione causa-effetto, secondo cui il generale destituito, per ripicca, avrebbe invitato i Longobardi a scendere in Italia.
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Alcuni studiosi, comunque, non respingono del tutto la leggenda dell'invito di Narsete propendendo per la congettura, non verificabile e non condivisa universalmente ma nemmeno da escludere, secondo cui i Longobardi sarebbero scesi in Italia con l'autorizzazione del governo bizantino che, almeno inizialmente, avrebbe avuto l'intenzione di impiegarli come
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La fonte che citi dice altro, e i Longobardi non arrivarono solo in Nord Italia; lascio giudicare ad altri, sinceramente mi pare solo una riproposizione di una tua teoria sulla presunta influenza dei Longobardi nel diritto civile o, peggio, nell'istituto del ducato.--
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i Franchi, dopo aver inviato un'ambasceria alla corte di Maurizio comunicandogli che avrebbero annientato i Longobardi, irruppero in territorio longobardo, ma subirono una completa disfatta, che li costrinse al ritiro.
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in Italia, che misero fine al regno Ostrogoto d'Italia, divenne di uso comune in Italia la barba portata semplice: con l'arrivo dei Longobardi in Italia, barba e capelli lunghi s'imposero nella moda Alto-Medievale italiana, in contrapposizione con la moda franca che prediligeva i baffi.
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, furono si dominate dalle popolazioni precedentemente nominate, eccezion fatta per i Longobardi che non riuscirono mai a conquistare i territori, ma mantennero comunque un'importante indipendenza, causata dalla dipendenza del lontano Impero di
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dai Longobardi, che li utilizzarono, sia internamente sia esternamente, come sepolcreti per i notabili locali. Scampati, come gli altri edifici religiosi longobardi di Castelseprio, alla distruzione del
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i Longobardi, con il vescovo Balsari, edificarono la chiesa di San Miniato. Sul finire dell'occupazione longobarda la diocesi, coincidente con la iudicaria retta dal duca, comprese i territori della
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, con la popolazione latina che continuava ad avvalersi del diritto romano semplificato mentre tra i dominatori sopravviva il diritto consuetudinario di origine germanica. Con l'abbandono da parte dei Longobardi dell'
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, come testimoniano i resoconti del libro di Bazama citato e quello di Paba sulla Repubblica Teocratica Sarda) che cacciarono via dalla Corsica i longobardi, era soprattutto un interesse squisitamente militare che veniva curato anche dai locali monasteri. I cavalli venivano trasbordati attraverso le
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I motivi ornamentali prevalenti dei capitelli che definiscono il deambulatorio del corpo inferiore sono di tipo geometrico, una rivisitazione locale di archetipi decorativi longobardi da cui si discostano alcuni capitelli di tipo
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Ultimo aggiornamento pagina:
20 Dicembre 2021
12:21:44