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Frasi che contengono la parola leoni

, della fine del Trecento, che prende il nome da un'antica porta urbica nelle mura altomedievali. Due leoni stilofori sorreggono colonne tortili, culminanti con pinnacoli su cui si trovano due statuette di angeli. Nella lunetta una

, come le tigri, i leoni e i leopardi, ai quali tuttavia spettano solo meno di una decina di uccisioni l'anno, assai meno delle migliaia di morti a causa di incidenti con altri animali domestici, come muli, tori ecc. Altri grandi predatori molto temuti sono stati (e sono tuttora) gli

Dopo la prima guerra mondiale alla caduta dell'Austria-Ungheria, in Istria e Dalmazia, centinaia di Leoni marciani sono stati vittime di furore iconoclasta. Abbattere un Leone di San Marco ha significato rimuovere la memoria non soltanto della Serenissima, ma soprattutto dei residui della presenza culturale italiana. Particolarmente nota la vicenda del

: I dinastia (periodo di Den); titolare non noto; due figure di re (di riuso) dinanzi a un babbuino; architravi con rappresentazioni di leoni frammentarie; placche iscritte in avorio; frammenti di vasi in pietra; vasellame con testi tra cui il nome del re Den;

: prima smaschera l'inganno dei sacerdoti del dio Bel che di notte consumavano i cibi offerti all'idolo e l'indomani affermavano che erano stati mangiati dal dio, e poi uccide il drago adorato dai babilonesi. Per questo Daniele finisce di nuovo nella fossa dei leoni, ma un

In passato ornavano i parapetti quattro grandi leoni di granito. Attualmente due sono collocati all'inizio del viale che immette alla Cascina Mairaga a Turano, e due sono all'ingresso della strada che immette alla Cascina Griona a

, come attestato dalla scritta in lettere arabe che circonda il bordo del mantello. Usate per incoronare gli imperatori, queste vesti sono costituite da due tuniche, una azzurra e l'altra bianca, da calze, guanti, cintura, e da uno splendido mantello di seta scarlatta ricamato in oro e perle con due leoni che abbattono due cammelli. Il simbolo rappresenta probabilmente la vittoria della fede cristiana su quella

. La dea si diverte ad andare a caccia con lui, e lo avverte, ammonendolo, che dovrebbe cacciare solo animali non pericolosi ed evitare leoni e i cinghiali, animali che lei disprezza totalmente. Adone ne chiede il motivo e Venere inizia a raccontare la storia di

Inquartato; I e IV quarto: di rosso ai tre leoni passanti d'oro (per l'Inghilterra); II quarto: d'oro al leone rampante di rosso con bordo fiorito e controfiorito pure di rosso (per la Scozia); III quarto: d'azzurro all'arpa d'oro con corde d'argento (per l'Irlanda)

, fu posta a decorazione di un pilastro nel loggiato del palazzo Municipale in piazza Orsini e si compone di un gruppo scultoreo di due leoni tra rocce che rappresentano i due fiumi che racchiudono il centro storico di Teramo, il

Sebbene sia molto raro i leoni possono inoltre sviluppare legami affettivi con felini di altre specie. Una leonessa e un leopardo femmina divenute amiche per la vita e formato una coalizione insieme sono divenute protagoniste di un noto documentario.

vi sono oltre mille leoni africani e oltre cento leoni asiatici sparsi negli zoo di tutto il mondo. Sono considerati come una specie ambasciatrice e vengono tenuti per motivi turistici, educativi e di conservazione.

; questo nome deriva da duo Leoni di Basalto pietra di Numidia di color negro, quali mi ricordo stare innanzi alla suddetta Chiesa ed al Tempo di Pio IV furono trasportati in Campidoglio e furono messi per ornamento al principio delle scale fatte a cordone che conducono sopra la Piazza.

Le prigioni del castello, poste al livello del fossato, si trovano nei sotterranei della torre dei Leoni. Gli Estensi vi rinchiusero personaggi d'alto rango o comunque prigionieri per cui occorreva una particolare sorveglianza, non certo detenuti comuni che trovavano posto nelle carceri del

Alla fine l'Arte decise di acquistare una casa in Piazza S. Andrea in cui venne definitivamente trasferita la sua sede; l'edificio venne restaurato e decorato con affreschi, tanto che nel libro di memorie di un cancelliere della corporazione, Bartolomeo di ser Gabriello Leoni, viene elogiata la bellezza di questa residenza, che nulla aveva da invidiare a quella delle

HIC EST LOCVS CELEBRIS ILLE VBI IN PADVM / OLIM MINTII. INFLVENTIBVS VNDIS, LEO PRIMVS PONT(ifex.) MAX(imus) / ANNO D(om)i NI. CCCCLIIII. ATHILAN FLAGELLVM DEI. / PRAESENTIA MINITABVNDA PETRI ET PAVLI APOS(tolorum) MVNITVS ADMIRANDA ELOQVENTIA. SVA, A ROMANAE VRBIS, ET TOTIVS / ITALIAE. DEVASTATIONE REMOVIT. / CVIVS TANTE REI MEMORIA NE DEPERIRET FR(ater) FRANC(isc) VS GONZ(ag)A: E(Piscop) VS MANT(uanus) AEDICVLAM / POSVIT / AC S(anc)TO. LEONI PAPAE DICAVIT. AN(n)O. D(omini.) MDCXVI

. I combattimenti nel Giardino zoologico furono particolarmente intensi e segnarono il destino anche delle preziose specie animali custodite; molti animali, tra cui i leoni, rimasero uccisi, gli uccelli si dispersero in cielo, alcuni babbuini furono abbattuti dai guardiani per timore che uscissero dalle gabbie danneggiate

decise di trasferire la residenza della famiglia ducale dal Palazzo Medici di via Larga a quello che era stato il Palazzo Pubblico. Tuttavia questi interventi riguardarono soprattutto gli interni e la nuova parte che affaccia su via della Ninna e via dei Leoni, mentre su piazza della Signoria i nuovi e preziosi ambienti restano celati nella severa mole arnolfiana. L'unica modificazione di rilievo sulla facciata si ha nell'Ottocento con la demolizione dell'aringhiera, un alto parapetto in marmo con sedili, realizzato nel

Nel concepire il nuovo Godzilla, gli artisti del film studiarono i movimenti degli orsi, dei draghi di Komodo, dei leoni e dei lupi, usandoli come punti di riferimento per la struttura corporea del personaggio.

e della biblioteca comunale e in passato ha ospitato un istituto di istruzione superiore. Ai due lati della scalinata che conduce al portone d'ingresso ci sono due leoni in pietra, testimonianza di quando il borgo era sotto l'amministrazione Ducale della casata

, Giavanini, Graziani, Grimaldi, Leoni, Longhi, Machetti, Macripodi, Mainetti, Maloni, Mamabri, Marcopoli, Marneri, Moscardito, Massimi, Montarussi, Motacotti, Moroni, Ottaviani, Parodi, Pascarini, Pigri, Pisani, Portofino, Pretti, Ralli, Rastelli, Recanelli, Rendi, Reponti, Remoti, Rochi, Rubei, Salvago, Sangallo, Serini, Serra, Soffetti, Spinola, Stella, Testa, Timoni, Tubini, Valaperghi, Vegetti, Velati, Vernati, Viviani

Testimonianze scultoree degne di nota sono i capitelli e le chiavi di volta provenienti dal palatium svevo (un modellino ligneo mostra al visitatore come si presentava in sezione); due leoni stilofori (uno firmato da Isidoro da Bologna); uno stipite di portale con rilievo leonino proveniente da

I leoni tipicamente ignorano le iene, tranne quando stanno mangiando o vengono provocati, sebbene in certi luoghi, come il cratere del Ngorongoro, i leoni non esitano a seguire le iene per sottrarle le prede. In certi casi, le iene possono essere abbastanza audaci da mangiare accanto ai leoni o perfino cercare di allontanarli da una carcassa.

Sulle due colonne che fiancheggiano il portale di ingresso sono accovacciati due leoni, quello di destra che guarda verso sinistra e viceversa, rivolti verso i punti dell'orizzonte in cui il sole sorge nei due solstizi d'estate e d'inverno.

in cui poteva cacciare erbivori di medie e grande taglia. Numerose impronte fossili di leone sono state ritrovate insieme a quelle di renne, dimostrano i leoni non solo cacciavano questi animali, ma vivevano anche in

. I leoni sono rappresentati solo per la loro parte anteriore, la parte posteriore delle due sculture infatti era infatti incorporata nel muro in modo tale che i leoni sembravano balzare fuori da esso

, i quali, per fede conquistarono regni, esercitarono la giustizia, conseguirono le promesse, chiusero le fauci dei leoni, spensero la violenza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla loro debolezza, divennero forti in guerra,

. Nel progetto di Alvino fu previsto dunque l'inserimento di opere risalenti ai lavori di rifacimento di inizio Quattrocento, infatti il portale centrale, sostenuto da leoni stilofori consumati dal tempo di

situato nell'omonima cappella in sant'Eustorgio. Il sarcofago poggia su sei eleganti colonne tortili, cui fanno da basamento tre leoni stilofori: la cassa scandita da cinque nicchie riprende la tipologia del

(scritta da Pietro Vivarelli e Lucio Fulci su una musica di Ezio Leoni e Celentano); qui Adriano scandalizza il pubblico voltandogli le spalle, e girandosi solo dopo il cambio di tempo dell'orchestra, ma la sua

D'azzurro, alla montagna appellata Granta Parey, di roccia innevata al naturale, fondata in punta e sul prato di verde, posto nel canton sinistro della punta, declive in sbarra, essa montagna sormontata dal gipeto, posto in sbarra nel canton sinistro del capo, con il volo aperto in banda, d'oro; al capo d'oro, caricato da tre leoni illeoparditi, posti uno accanto all'altro, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.

Due monumenti sepolcrali del Seicento si trovano nel presbiterio, l'uno in marmo bianco e piastre policrome, l'altro in granito sorretto da due leoni. Nelle navate, oltre a varie statue in cartapesta, di inizio

In alcune zone del proprio areale i leoni americani vissero in ambienti dalle condizioni climatiche gelide. Probabilmente usarono le caverne o altre fenditure per ripararsi dal freddo. Potrebbero anche aver foderato le loro tane con erba o foglie, come fa la

. Il braccio poggia su una base parallelepipeda, ornata da eleganti girali vegetali e sostenuta da quattro leoni accovacciati. La teca con le reliquie si trova nella parte anteriore: secondo la tradizione sarebbero conservate

. Il sarcofago poggia su sei eleganti colonne tortili, cui fanno da basamento tre leoni accucciati con espressioni fortemente caratterizzate e diverse fra loro. Una raffinata decorazione tardo-gotica copre la cassa, entro cui si aprono cinque nicchie con quattro santi ai lati e al centro la

, sarcofago in porfido rosso sorretto da quattro leoni e sormontato da baldacchino con sei colonne. Sugli spioventi del coperchio sono scolpiti tre tondi in ambo i lati, quello centrale dello spiovente destro raffigura

romanico si sono conservati anche frammenti di affreschi nella sala identificata come refettorio, ora parte del Palazzo Comunale. Le decorazioni del portale, tra le quali i due leoni stilofori e una serie di formelle di marmo attribuite ad allievi di

L'architettura del tempio mostra un loggiato a tre arcate sormontate da cuspidi triangolari con medaglioni a forma di fiore; statue di leoni e cavalli sormontano i pilastri e colonnine in marmo screziato decorano il passaggio coperto; un pulpito sporge a destra e in alto si intravedono delle cupolette. Forse fece da modello ispiratore la facciata provvisoria del

I due leoni avevano una notevole rinomanza presso il popolo romano. In particolari occasioni, infatti, come la presentazione in Campidoglio delle credenziali di un nuovo ambasciatore o l'elezione di un nuovo pontefice (da ultimo

, rispettando i caratteri tipici del romanico pistoiese, soprattutto nella facciata, ornata da cinque archi sorretti da snelle colonne e bordati da fasce di marmo dicrome; la bicromia si ripete in diverse zone della facciata e richiama altri edifici analoghi di Pistoia. Sempre in facciata si sono conservate, dell'epoca romanica, notevoli sculture, quali i leoni agli angoli e a sostegno dell'arco centrale e un architrave attribuito a

sulla collina. In due anni, la chiesa era completata. La prima chiesa aveva la forma di una croce e incorporava caratteristiche architettoniche sia cinesi sia occidentali. Una veranda sorretta da dieci colonne fu posta all'ingresso. Davanti alla chiesa, furono collocati otto leoni di pietra. Nel

, fibule, collane, armille, bottoni e anelli a nodi). Oggetti commissionati sono senza dubbio le fibule con nuclei di ambra raffiguranti leoni, realizzate o da un artigiano greco che lavorava per i signori piceni o da un artigiano locale che aveva acquisito le tecniche di lavorazione e lo stile da maestri greci. Famose sono due figurine femminili alate, in osso, di stile orientale, con le teste intagliate in ambra, che si reputano raffigurazioni della

, nel I e nel IV granquartato, d'azzurro a tre gigli d'oro (Francia) e di rosso a tre leoni passanti e guardanti in palo d'oro (Inghilterra); nel II d'oro al leone rampante con una doppia tressura fiorita e controfiorita di rosso (Scozia); nel III d'azzurro all'arpa d'oro cordata d'argento (Irlanda); sopra tutto lo scudetto d'azzurro billettato da un leone rampante d'oro (casata di

Per il film furono programmati appositamente due software: uno chiamato iSculpt, che permise agli illustratori di creare espressioni facciali realistiche sugli animali generati al computer, e un altro che per la prima volta permise di adottare realisticamente peli digitali sui corpi di leoni e scimmie.

, il quale riceve il compito arduo di guidare la Guardia del Leone, un gruppo incaricato di proteggere il Cerchio della Vita nelle Terre del Branco. Nel farlo, sfida la tradizione riunendo un gruppo di vari animali, a differenza di un gruppo di soli leoni. Questi animali sono Banga il

. Avevano una pavimentazione in marmo e mosaico, erano decorate con i bronzi esposti e rivestite di tegole dorate. Riguardo ai bronzi a noi sono giunti: una balaustra sostenuta da piccoli pilastri ornati da erme dionisiache, alcune teste di animali (quattro lupi, tre leoni e un leopardo) e una

, divisa in tre navate da possenti pilastri quadrati compositi che reggono grandi arconi ogivali e volte a vela. Spiccano i bei capitelli scolpiti delle semi-colonne addossate ai pilastri che rimandano al repertorio zoomorfo e geometrico del XII secolo, fra cui si distinguono draghi, leoni e sirene. Il

Cesare Ravazzi, Carla Ferliga, Diego Marsetti, Cristina Bigoni, Aldo Avogadri, Raffaella Poggiani Keller, Renato Marsetti, Alfredo Bini, Silvia Marinoni, Luisa Passoni, Renata Perego, Marco Pagani, Enrico Pezzoli, Andrea Piccin, Marco Valle, Tiziana Carrara, Omar Fantini, Luisa Garibaldi, Barbara Leoni,

. I combattimenti nel giardino zoologico furono particolarmente intensi e segnarono il destino anche delle preziose specie animali custodite; molti animali, tra cui i leoni, rimasero uccisi, gli uccelli si dispersero in cielo, alcuni babbuini furono abbattuti dai guardiani per timore che uscissero dalle gabbie danneggiate

che sovrasta il portale d'ingresso affiancato da due leoni in atteggiamento feroce. Al periodo cinquecentesco risalgono le statue dell'Angelo nunziante e della Madonna Annunziata, poste nelle nicchie, e i motivi ad

, una scena di animali in caccia tra cui si distinguono leoni, giraffe, antilopi, leopardi, tori; sul rovescio ancora animali e una piastra liscia circondata da animali fantastici dal lungo collo, i cosiddetti

In un'altra scena, derivante dalla precedente, Amenmose offre parte del bottino, al re Thutmosi III, mentre siriani e libanesi, tra cui una donna che tiene per mano un fanciullo, offrono vasi di fiori, con anse in forma di leoni, e carri. In due stele, ormai illeggibili, il defunto reca offerte a Thutmosi III e, forse, al figlio di questi, Amenhotep II

, affluivano regolarmente dalle province africane ingenti quantitativi di animali delle savane come tigri, leoni e gazzelle, destinati ad essere esibiti negli spettacoli circensi che avevano luogo in tutte le arene dell'

, ma le fiamme non lambirono il suo corpo. Venne allora data in pasto ai leoni, ma anche questo tentativo fu vano, dato che i leoni si ammansirono di fronte a lei. Dopo una lunga tortura, venne alfine condannata alla

, Cristaldi, De Angelis, Del Bufalo (Mons.), Del Cinque, De Gregorio, Despuig, Duranti Valentini, Ercolani, Fabi, Falsacappa, Farsarelli, Ferretti, Fidanza, Filippi, Foscolo, Franzosi, Frosini, Galleffi, Galli, Gambari, Gentili, Genuini, Ginnasi, Girolami, Guglielmi, Lacchini, Lante, Lattanzi, Leoni, Leonori, Liberati, Litta, Lolli, Luchi, Luzzago,

sarebbe stata ricavata una sala per gli ingegneri. A ridosso della porta centrale e dei leoni monumentali che la adornavano vennero eretti due casotti di legno, uno destinato ad abitazione, l'altro a bottega dove venivano rivenduti gli oggetti e i vestiti donati alla

. A tale tossina, assunta per via alimentare, sono attribuite le morie di leoni marini, capodogli e delfini (soprattutto nella baia di Monterey in California), ma anche uccelli, come gabbiani e pellicani, che diedero lo spunto al

in alcuni esemplari imbalsamati ritenuti, secondo altre evidenze, discendenti del leone berbero. L'aplotipo potrebbe dunque fungere da marker molecolare per identificare - ed escludere - altri potenziali leoni berberi (

, il dio creatore, tra due leoni, l'airone cinerino simbolo di resurrezione, la mummia osiriaca di Nefertari sul letto funebre, guardata da Iside e Nefti in forma di falco, la porta della necropoli e l'occhio

, era originariamente sormontato da due sfingi, oggi sostituite da leoni in cotto; oltrepassando quest'ultimo si trova la montagnola (l'area in cui si coltivano le piante caratteristiche della flora mediterranea e di altre aree a clima temperato caldo) l'arboreto, le serre, i locali per gli erbari e un'aula didattica. Al tempo di Volpi e Puccinelli non esistevano ancora il laghetto e le specie

, e termina con Porta Leoni. I palazzi principali sono quello dell'INAIL con i portici in stile razionalista, e il Palazzo degli Uffici Amministrativi, edificato in era fascista, mentre atri palazzi storici sono la scuola elementare De Amicis e il convento di San Bernardino. Dal sagrato della basilica scende la monumentale scalinata con nicchie laterali che conduce a via Fortebraccio.

. Nel cantiere, nonostante l'avvicendamento, Tullio dovette contribuire con varie parti figurate, come i paggi all'antica nel coronamento esterno, assegnati a un suo collaboratore su suo disegno. Alla sua mano vengono invece riferite le straordinarie riquadrature prospettiche al pian terreno, con un gioco di intarsi per inglobare, entro finte arcate, due leoni di san Marco e due rilievi con

, Paolotti, Armellini, del Gonfalone. Tra le altre, disponevano di un proprio altare e luogo di sepoltura le seguenti famiglie perugine: Agostini, Lancellotti, Ranieri, Baldelli, Bigazzini, Boncambi, Borgia, Crispolti, della Penna, della Staffa, Lambardi, Leoni, Michelotti, Montemelini, Tolomei e Vincioli.

, i quali assunsero quale proprio stemma (su fondo rosso due leoni coronati di colore oro e controrampanti tenenti fra le branche un pane d'oro posti sopra una fascia d'argento ondeggiante) una stretta variante dello stemma dei conti Frangipani di Dalmazia Croazia Regno di Illiria ancora una volta a sottolinearne la colleganza ovvero la discendenza, posto che lo stemma dei Frangipani / Francopanovic / Francopanovich ovvero Frankopanovich / Frankopanovic di Dalmazia Croazia risultava era su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra branche tre/due pani di color marrone

. Si veda anche lo stemma dei Francopanovits ovvero Frankopanovits di Dalmazia-Croazia: su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra la branche due pani di color marrone

Genealogia degl'illustrissimi signori Frangipani romani discesa dall'antica e nobilissima casa de gli Ancij, de' Leoni e de' Pierleoni: da cui etiandio nasce l'illustrissima casa de' Michieli Venetiana, quella del Friuli, e d'altre nobilissime in Italia, e fuori

d'oro smaltata di bianco con leoni d'oro ai quattro angoli. Al centro della croce si trovava un medaglione smaltato di bianco al cui centro stava una corona dorata e, attorno, una fascia smaltata di rosso con in oro le lettere del motto dell'ordine, mentre sul retro del medaglione si trovavano le iniziali del fondatore dell'ordine.

, cinque per lato nella navata, sono intervallate da ambulacri sormontati da coretti che si aprono con cantorie sulla navata maggiore. La prima a sinistra, Cappella del Battistero, oltre a presentare la colonna tortile della Porta dei Leoni, non ha altare ma soltanto una grande Vasca battesimale marmorea, opera del

Lo stemma di Bisaccia rappresenta due leoni che si combattono tra di loro: secondo alcuni esperti i due leoni sarebbero i Longobardi e i Bizantini (Bisaccia si trovava nella zona di confine tra i due stati).

. Altre fontane nel perimetro urbano sono le seguenti: Fontana dei Leoni - Via Montegrappa, Fontane di piazza Europa, Fontane di Largo Salvatore Perugini, Fontane di Piazza Loreto, Fontana di Piazza Spirito Santo, Fontana piazza dei Bruzi.

Il terzo livello partendo dal basso contiene un albero sacro fiancheggiato su ambo i lati da animali rampanti con zoccoli e corna, ulteriormente incorniciati da animali simili a quelli del primo livello dal basso (quindi presumibilmente leoni), mentre il quarto registro presenta un quadrupede (un bovino o un cavallo) sovrastato dal disco solare.

I leoni tipicamente ignorano le iene tranne quando stanno mangiando o vengono provocati, sebbene in certi luoghi, come il cratere del Ngorongoro, i leoni non esitino a seguire le iene per sottrar loro le prede. In certi casi, le iene possono essere abbastanza audaci da mangiare accanto ai leoni o perfino cercare di allontanarli da una carcassa.

nella platea; serragli e grotte che, al fine di soddisfare la passione della duchessa per gli animali esotici, ospitavano uccelli di ogni genere, tigri, orsi, leoni e canguri, questi ultimi frutto di uno scambio con l'Inghilterra costato ben diciotto papiri ercolanesi non ancora svolti.

Un comandante spietato e temibile all'interno dell'Impero Galra, a Sendak fu ordinato di catturare i leoni e distruggere i loro paladini, e ci sarebbe quasi riuscito se non fosse stato per gli sforzi di Pidge. Sendak ha una protesi cibernetica su spalla sinistra e avambraccio collegato da un legante di energia che gli permette di attaccare da lontano, usando il suo braccio come un flagello o tirarsi su grandi distanze. Catturato dai paladini e tenuto in una sorta di coma indotto nel tentativo di estrapolare informazioni dalla sua mente, viene scaricato nello spazio con tutta la sua capsula da Shiro, in preda a una crisi di panico.

- Sovrana del popolo acquatico che ricordano molto le sirene, quando nel giardino del palazzo reale arriva un mostro simile a una pianta di nome Baku, che produce del cibo con cui prende il controllo della regina e del suo popolo. Con l'arrivo di Lance e Hunk sul pianeta, a seguito dello scontro con Zarkon che ha diviso i Paladini dal Castello dei Leoni, riescono ad eliminare il mostro e liberare il popolo delle sirene.

Quello centrale presenta ai lati due leoni stilofori: quello di sinistra lotta contro un serpente, simbolo del male; quello di destra sembra alitare su un cucciolo, ridandogli la vita; sulla schiena di entrambi poggia una colonnina dal

i quali assunsero quale proprio stemma (su fondo rosso due leoni coronati di colore oro e controrampanti tenenti fra le branche un pane d'oro posti sopra una fascia d'argento ondeggiante) una stretta variante dello stemma dei conti Frangipani di Dalmazia Croazia Regno di Illiria ancora una volta a sottolinearne la colleganza ovvero la discendenza, posto che lo stemma dei Frangipani / Francopanovic / Francopanovich ovvero Frankopanovich / Frankopanovic di Dalmazia Croazia risultava era su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra branche tre/due pani di color marrone.

Si veda anche lo stemma dei Francopanovits ovvero Frankopanovits di Dalmazia-Croazia: su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra la branche due pani di color marrone.

HIC EST LOCVS CELEBRIS ILLE VBI IN PADVM / OLIM MINTII. INFLVENTIBVS VNDIS, LEO PRIMVS PONT(ifex.) MAX(imus) / ANNO D(om)i NI. CCCCLIIII. ATHILAN FLAGELLVM DEI. / PRESENTIA MINITABVNDA PETRI ET PAVLI APOS(tolorum) MVNITVS ADMIRANDA ELOQVENTIA. SVA, A ROMANE VRBIS, ET TOTIVS / ITALIE. DEVASTATIONE REMOVIT. / CVIVS TANTE REI MEMORIA NE DEPERIRET FR(ater) FRANC(iscus) GONZ(aga): EP(iscop)VS MANT(uanus) AEDICVLAM / POSVIT / AC S(anc)TO. LEONI PAPE DICAVIT. AN(n)O. D(omini.) MDCXVI

: due statue di leoni unicate all'ingresso del ristorante di Pucca tenute a scacciare gli spiriti maligni; spesso si animano e Pucca li cavalca per inseguire Garu. I loro occhi si muovono in modo molto espressivo.

, il quale riceve il compito arduo di guidare la Guardia del Leone, un gruppo incaricato di proteggere il Cerchio della Vita nelle Terre del Branco. Nel farlo, sfida la tradizione riunendo un gruppo di vari animali, a differenza di un gruppo di soli leoni. Questi animali sono Bunga il

, il ponte levatoio fu sostituito con uno in muratura chiuso da un portale di foggia cinquecentesca sormontato dall'emblema nobiliare: due leoni addossati e coricati che sostengono sul dorso una torre merlata. Al di sopra dello stemma troneggia la statua della

Nonostante gli Zia fossero principalmente vegetariani, spesso mangiavano carne se ne avevano a disposizione. Piccole battute di caccia di uomini ed adolescenti tentatavano di recuperare conigli e scoiattoli. Cacciavano anche grandi animali quali cervi, antilopi e leoni di montagna. Con l'arrivo della primavera, speciali gruppi di persone si avvicinavano alle

Testimonianze scultoree degne di nota sono i capitelli e le chiavi di volta provenienti dal palatium svevo (un modellino ligneo mostra al visitatore come si presentava in sezione); due leoni stilofori (uno firmato da Isidoro da Bologna); uno stipite di portale con rilievo leonino proveniente dalla cattedrale di

Seguendo il perimetro odierno, le mura abbracciano, sempre partendo dal castello in senso orario via Castello, via Zara, via Luigi Signorini Corsi (dove costeggiano l'Istituto Dottrina Cristiana), via Francesco del Greco (dove si trova Porta Leoni), via inValidi di Guerra (dove si trova il moderno quartiere Costanzo Ciano), via Barbara Micarelli, che si immette in

Contestualmente, venne pure realizzata sotto il porticato di Palazzo Ducale una gabbia atta a ospitare una coppia di leoni, che diedero come prole tre cuccioli, un maschio e due femmine, una delle quali fu mandata a Verona in dono a

D'azzurro, all'ostensorio d'oro racchiudente l'Ostia d'argento, caricata del monogramma di Cristo di nero, l'ostensorio posato su un monte di tre cime di verde e sostenuto da due leoni affrontati d'oro

d'argento, al castello cimato da una torre di due piani, di rosso, aperta e finestrata del campo; la torre accostata da due leoni d'oro affrontati; il detto castello abbracciato da due rami di lauro di verde

), che si propone di affermare, all'interno del dibattito politico-economico, i principii liberali difesi da Leoni stesso e di promuovere la conoscenza del pensiero di Leoni e, in generale, delle teorie liberali e

D'azzurro alla pianta (leccio) di verde, nodrita nella punta dello scudo, divisa in tre rami sostenenti ciascuno un'aquila spiegata di nero, cucita, coronata d'oro; il tronco sostenuto da due leoni di oro rampanti, affrontati

D'azzurro alla pianta (leccio) di verde cucita, nodrita nella punta dello scudo, divisa in tre rami sostenenti ciascuno un'aquila di nero, cucita, coronata d'oro; il tronco sostenuto da due leoni di oro rampanti, affrontati; con una stella d'oro di otto raggi al cantone destro superiore

di rosso, con cinque fuselli d'oro accollati in banda. Il ramo di Castelvetrano aggiunse in campo d'azzuro due leoni d'oro affrontati e controrampanti ad una torre merlata dello stesso. Corona di Barone

spaccato; nel primo d'azzurro ad una corona d'oro di cinque punte, attraversata in palo da una freccia d'argento con la punta rivolta verso il basso e accostata da due stelle d'oro di sei raggi; nel secondo di rosso a due leoni d'argento moventi da un terreno di verde e controrampanti ad una colonna di marmo bianco al naturale sormontata da una ruota di sei raggi d'argento

D'azzurro, alla terrazza di verde con due leoni d'oro seduto, affrontati e tenenti sollevato colle branche anteriori un castello merlato aperto, torricellato di tre pezzi di rosso, sormontato da tre banderuole svolazzanti a sinistra dello stesso moventi dalle tre torrette.

Aldo Sergiacomi rimane orfano della madre a sette anni e riceve la prima educazione dal padre, impiegato presso la locale Cassa di Risparmio e dalla sua seconda moglie, Bice Donati. Dopo aver frequentato le elementari viene iscritto alla scuola comunale di disegno applicato alle arti sotto la guida del prof. Ghino Leoni, allievo di

d'azzurro alla vite nodrita nella pianura erbosa accollata ad un palo, diramata a pergolato, fruttata di due pezzi, il tutto al naturale; la viste accostata da due leoni d'oro affrontati, colla campagna d'argento, carica di tre bande di rosso

Sulla facciata sono presenti mensole aggettanti sulle quali sono rappresentati, in marmo chiaro che contrasta con la pietra color grigio-ocra della muratura, forme zoomorfe, tra cui dei leoni. Tali mensole figurate sono presenti nel

D'azzurro, alla colonna d'argento, cimata da un'aquila d'oro, armata di rosso, accompagnata in capo da cinque stelle di sei raggi d'argento male ordinate, sostenuta da due leoni controrampanti d'oro, armati e lampassati di rosso, il sinistro trafitto da cinque frecce

partito: nel primo fasciato d'azzurro e d'argento alla banda d'oro attraversante; nel secondo d'argento al palo fascia d'azzurro, uscente dalla partizione, carico sul palo di sette scudetti del campo, sulla fascia di due scudetti eguali posti nel verso della pezza, la fascia accompagnata da due leoni di rosso, coronati d'argento.

d'argento, alla torre aperta, merlata alla ghibellina, fiancheggiata da due leoni rampanti, poggianti una branca anteriore e posteriore alla torre, sormontata da un'aquila tenente fra gli artigli un suino capovolto

Inquartato decussato di rosso e d'oro, alla sbarra attraversante d'azzurro caricata di due stelle a otto punte d'oro e attraversata a sua volta dalla banda d'argento caricata di due leoni leoparditi affrontati d'oro

D'azzurro alla torre d'argento, merlato alla guelfa, aperta e finestrata di nero, accostata da due leoni affrontati e controrampanti, quel di destra di rosso, quel di sinistra d'oro, il tutto movente da una campagna di verde




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16 Dicembre 2021

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