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Frasi che contengono la parola gonzaga
Le politiche del padre di Giovanni avevano arricchito la corte portoghese, stabilizzando l'economia nazionale e rafforzando l'esercito. Crescendo, Giovanni fu pesantemente influenzato dai gesuiti Francisco da Cruz, Giovanni Seco e Luigi Gonzaga.
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, costruito verso la fine del XV secolo, fu la residenza dei Gonzaga di Luzzara. Conserva preziosi reperti costituiti da colonne sormontate da capitelli di pregevole fattura e decori pittorici abbruniti.
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, sacerdote, e diciannove compagni, martiri: beato Giuseppe Maria Peris Polo, dei sacerdoti operai diocesani, martire; beata Maria del Santuario di san Luigi Gonzaga Moragas Cantarero, vergine carmelitana scalza e martire; beato Domenico Hurtado Soler, sacerdote amigoniano e martire; beato Vincenzo Soler, sacerdote agostiniano recolletto e martire; beato Carmelo Sastre Sastre, sacerdote e martire; beato Giacomo Bonet Nadal, sacerdote salesiana e martire; beato
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, elaborata insieme al cugino e amico Cesare Gonzaga, che celebra i vari letterati presenti alla corte urbinate, riconoscibili tramite i versi che sono stati da loro scritti. La scena si apre con il lamento del pastore Iola per il rifiuto dell'innamorata ninfa
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. Tuttavia due anni dopo, il matrimonio venne annullato, per non essere mai stato consumato a causa probabilmente di una malformazione fisica della sposa. La questione divenne spinosa: i Gonzaga volevano che Margherita se ne andasse mentre i Farnese non gradivano considerandolo un affronto e sparsero la voce che la mancata discendenza fosse da attribuire ad impotenza dello sposo.
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Scrisse comunque ininterrottamente a principi, prelati, signori e intellettuali pregandoli di liberarlo e difendere la propria persona. Le suppliche erano rivolte al solito Gonzaga, alla mai dimenticata Lucrezia d'Este, a
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Gentili colleghi, in questi giorni mi sono occupato della valutazione della voce Gonzaga per una possibile entrata tra le vdq. Essendoci bisogno di almeno un secondo parere, oltre al mio, sarebbe molto gradito l'intervento di uno degli utenti interessati a questo progetto. Grazie, --
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a Mantova col marchese Ludovico Gonzaga, lo condannarono a venire confinato in Venezia, a non poter vendere alcun bene senza licenza del Consiglio e ad essere considerato ribelle (con relativa confisca di tutti i possedimenti), qualora contravvenisse al decreto, ventilando anche la pena della mutilazione della lingua, poi respinta
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a Cagliari a un artista napoletano, Alessio Truisi o Troisi), otto dipinti raffiguranti storie e miracoli di santi gesuiti, ad opera sempre di Giacomo Altomonte e Domenico Colombino. sulla sinistra troviamo santo Stanislao Kostka (NB: patrono dei novizi gesuiti) ritratto mentre a Vienna riceve la comunione direttamente da un angelo, alla presenza di santa Barbara; poi san Luigi Gonzaga venerante la
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. Composto da quattro sale, dedicate ai quattro elementi naturali della terra, dell'acqua, dell'aria e del fuoco, l'appartamento conteneva la ricca biblioteca della famiglia Gonzaga, dispersa durante il
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e dai loro alleati cremonesi. Cinque anni dopo il comune di Reggio tenta di nuovo la conquista di Gonzaga ma i mantovani chiamano in loro aiuto i modenesi che accorrono a presidiare il castello di Bondeno. La guerra termina nel
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, suddivisa in due macro volumi. Nel primo abbiamo: Acquaviva, Ajaldo (poi Corbano), d'Alagno (Alagna), Altemorisco, Barberino (Barberini), Brancaccio, Capano, Capuano, Carduino, Cavaniglia, Celano, Centelles, Cossa (Coscia), Diaz Carlone, Filingero (Filangieri), Galluccio, Giustiniano (Giustiniani). L'altra raccolta annovera: Gonzaga, Grisone,
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Uscito da Sant'Anna per mediazione del principe di Mantova Vincenzo Gonzaga, il poeta rimise mano all'opera e la riscrisse da cima a fondo: espungendo gran parte delle scene amorose, accentuando il tono religioso e epico della trama, eliminando alcuni episodi. L'opera venne finalmente pubblicata nel
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Multa damna occasione presentis guerre in terris et pertinentiis Gonzage facto et malis operibus comitum Casaloldi statuendum duximus et firmandum quod Antonius de Gonzaga pro restitutione damnorum habere debeat prebendum domini Philippi comitis
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, dove il duca sabaudo incentivo le idee sovversive dei monferrini contro il governo repressivo di Guglielmo Gonzaga che cercava ferocemente di limitare l'autonomia locale del Monferrato per assoggettarla completamente alla corte di Mantova. Tra i rifugiati monferrini che si recarono alla sua corte vi fu
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nelle arti, musicista (fu lui stesso un compositore) e collezionista di opere d'arte. Ebbe anche gran cura dell'esercito. Fu politico accorto e scaltro, capace di rimanere indipendente rispetto ai potentati del tempo (Papato, Impero, potenze quali Spagna e Francia); durante il governo di Guglielmo Gonzaga, il
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costituisce un nucleo artistico compatto e coerente di oreficerie, sopravvissuto sostanzialmente integro che riesce a trasmettere almeno un'idea della magnificenza raggiunta dai Gonzaga, soprattutto nel pieno
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Dopo aver accordato l'ingresso alle truppe della coalizione borbonica, Ferdinando Carlo Gonzaga fu citato per fellonia dall'imperatore Leopoldo davanti al Tribunale Supremo dell'Impero, mentre le truppe imperiali guidate da
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, saputa la presa di possesso dei ducati di Mantova e del Monferrato da parte di Carlo Gonzaga-Nevers, predispose l'immediato sequestro dei due feudi ed impose al duca Carlo l'obbligo di far entrare un contingente di truppe Imperiali comandato da
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, essi godono di una grande fama per aver promosso per diverse generazioni la vita artistica e culturale. La dinastia dei Gonzaga mantenne un ruolo di primo piano nel contesto politico italiano ed europeo grazie ai loro ambasciatori e a un'abile politica matrimoniale, che aveva portato a rinsaldare i rapporti con l'
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e dintorni. Attualmente le opere d'arte appartenute ai Gonzaga sono disperse nei musei di tutto il mondo. Oltre alle opere pittoriche i signori di Mantova portarono nei palazzi ducali il meglio in materia di oreficeria, pietre preziose e mirabilia. Tra queste il
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L'edificio, in mattoni e travertino, si sviluppa su tre piani con un duplice ingresso da due portali. Le finestre del pianterreno e del piano nobile sono architravate, le altre riquadrate e due marcapiani a cornice dividono i due ordini del prospetto. A coronamento un cornicione con motivi araldici dei Mattei (scacchiera) e dei Gonzaga (aquila) e un'altana con loggiato. Nel primo cortile si apre un loggiato a due ordini, mentre le pareti laterali sono ricoperte di bassorilievi antichi
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il partito favorevole alla causa imperiale, composto dai cardinali spagnoli e tedeschi e da otto italiani (Piccolomini, Cesarini, Clesio, Vincenzo Carafa, Ercole Gonzaga, Campeggio, Grimani e Accolti).
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, un pellicano, che si vede in un voluminoso cappello di un nano a cavallo; sotto di esso si trova il cavaliere dall'impresa del Graal Bohort, ipotetico antenato di casa Gonzaga. L'attribuzione all'epoca di
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CONFISVS IN DEI MISERICORDIA SVB PROTECTIONE CAESARIS ET SACRI IMPERII SERENISSIMIQ VENETORVM DOMINII IN VISCERIBVS DILECTI POPVLI SVI ALOYSIUS GONZAGA MARCHIO HIC MORTVVS QVIESCERE VOLVIT VBI VIVVS NVNQ QVIEVIT
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di via Carducci per conto dei principi Gonzaga, marchesi di Vescovado. Contemporaneamente l'Arpesani si dedica alla progettazione di chiese, istituti religiosi e scuole: in particolare vanno ricordati la
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Margherita ebbe una grande influenza sia sul fratello Vincenzo, sia sul nipote Ferdinando e seguiva con grande attenzione le vicende politiche del suo casato. Assai preoccupata della temuta estinzione della linea dominante dei Gonzaga e quindi del passaggio del Ducato a quella collaterale francese dei
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che era piazzato nel fronte centrale, tra Gonzaga e i Cavalieri maltesi. Le galee di Doria formarono una lunga linea dietro di loro, di fronte alle galee papali e veneziane di Grimani e Capello. Nelle retrovie c'erano i galeoni veneziani sotto il comando di
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I continui attacchi al territorio asolano e bresciano da parte delle forze veneziane e viscontee, il regime tirannico e le nuove imposizioni fiscali da parte dei Gonzaga, inducono gli asolani, insieme a
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, che, in quanto difensore dei beni matildini, bollava come un illegittimo esproprio proprio la conquista di Gonzaga, ex feudo Canossa, da parte dei Casalodi. Tutti quanti costoro si guadagnarono comunque censure e
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. I tredici busti di uomini illustri del rinascimento mantovano sono: Ippolito Capilupi, Baldassarre Castiglioni, Filippo Cavriani, Marcello Donati, Teofilo Folengo, cardinale Ercole Gonzaga, marchese Francesco II Gonzaga, duca Vespasiano Gonzaga, Pietro Pomponazzo, Antonio Possevino, Battista Spagnoli, Jacopo Strada e Sordello Visconti.
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, era costituito da una cinta di mura poste a quadrilatero e ad ogni angolo si trovava una torre cilindrica con l'entrata custodita da un ponte levatoio. Il castello era circondato da un fossato ed era integrato nella cinta muraria che cingeva il paese. All'interno del castello i Gonzaga costruirono un palazzo destinato a residenza del loro
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Ultimo aggiornamento pagina:
27 Dicembre 2021
11:46:27