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Frasi che contengono la parola dionisio
Il problema delle fonti su Dionisio si fa sentire, soprattutto, nel periodo della sua ascesa politica, di cui non si conoscono bene le vicende e durante i primi anni della sua vita (che si pensa siano stati interpolati
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, trapelano informazioni in parte differenti rispetto alle altre fonti: infatti, per Cicerone, Dionisio nacque tra le mura di una famiglia benestante ma non nobile di nascita (e potrebbe quindi anche accompagnarsi con la tesi di
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. I Cartaginesi erano alle porte della Sicilia e non c'era tempo per discutere, Dionisio appariva ora indispensabile e, come tale, anche un regime di un solo uomo che riuscisse a riunire i Greci come, tanti anni prima,
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in battaglia, anche se Diodoro Siculo esclude che la morte del fratello sia da imputare al tiranno, anzi, conferma che il valore dimostrato nella battaglia di Monte Kronio fu impareggiabile e come tale venne riconosciuto da Dionisio
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, i Cartaginesi ritornarono in forze, invasero quasi tutta la Sicilia e distrussero Messina, minacciando anche Siracusa. Tuttavia, sembra a causa della peste, dovettero fare la pace con Dionisio e tornarsene dopo aver pagato un grosso indennizzo. Messina venne ripopolata. Vi furono ancora guerre con Cartagine con alterne fortune e spargimenti di sangue fino alla sua morte avvenuta nel
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, appartenenti al ramo siracusano della dinastia. Ma questi andarono a raccontare al giovane Dionisio II del delicato colloquio avuto con lo zio. A questo punto pare che il primogenito da parte del ramo
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L'episodio avrebbe urtato i sentimenti del nuovo tiranno, anche se appare non fondata la testimonianza di Nepote e Giustino secondo i quali Dionisio II all'inizio del suo regno progettava di uccidere gli zii materni (Dione, Megacle) e i suoi fratelli.
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. La fondazione di Ancona rientrava nel piano di Dionisio I di espandere l'influenza siracusana nell'Adriatico, e fu accompagnata dalla nascita di altre colonie greche nella sponda orientale di questo mare
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, Diomede era venerato ad Ancona sin da prima della fondazione siracusana e il suo culto era stato poi rivitalizzato da Dionisio il Grande, per fornire una base culturale e religiosa alla sua azione colonizzatrice in Adriatico
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e da edifici civili pregiati, come il palazzo ducale e il Palazzo La Castaldina. Tra le chiese ci sono la parrocchiale di San Dionisio, la chiesa di San Rocco e quella di Sant'Antonio; si conservano anche le porta urbiche, tra le quali Porta San Marco.
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La situazione non era certamente rilassata: Sosistrato aveva riposto le sue speranze in Cartagine, supponendo che la potenza africana avrebbe fatto di tutto per impedire a una nuova figura carismatica, come lo era quella di Agatocle, di prendere il posto che fu di Dionisio I e riportare una tirannide insidiosa nel Mediterraneo centrale; certamente non si aspettava che i Punici gli aprissero piuttosto le porte della pentapolis.
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Durante la guerra tra i Siracusani e i Cartaginesi i cavalieri di Aitna forniscono un grande aiuto a Dionisio il Vecchio. Successivamente, quando Dionisio comincia a intraprendere una politica di egemonia nei confronti delle polis siceliote, gli
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, finiti i lavori di muratura, vennero appaltate al tranese Anselmo Dionisio le opere di decorazione del soffitto, gli arredi interni, la scenografia ed il sistema dell'illuminazione. Al termine dei lavori il teatro presentava una elegante facciata esterna secondo un linguaggio architettonico
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Il padre e tiranno, Dionisio I, voleva inizialmente un maschio come primo erede datogli dalla siracusana Aristomache. Ma le sue aspettative furono disattese quando la donna per ben sei anni non gli diede alcun figlio,
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attesta che questo bambino crebbe alla corte dionisiana e venne volontariamente fuorviato da Dionisio II, il quale voleva far pagare a Dione lo scotto della guerra educando il figlio del nemico secondo una dissennata vita aristocratica.
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. Il noto autore di romanzi storici pone come protagonista del suo scritto Dionisio I di Siracusa - celebre tiranno - e trattando le vicende dionisiane descrive lo scenario del tempo ermocrateo: l'esilio dello stratega; la violenta guerra dei
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Il giovane Dionisio rimase talmente affascinato dalla carica emotiva di Dione, che da quel momento in avanti decise di ascoltare sempre i suoi consigli. Scelse la pace e fu mantenuto con Cartagine lo
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, infatti anche il popolo non sopportava il comportamento di Dionisio e vide in Dione un cambio positivo. Dopo alterne vittorie, e dopo che Dionisio II si era asserraglio dentro la cittadella fortificata all'interno dell'
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La breve risposta con rimando all'esilio dionisiano era un ammonire il re macedone, avvertendolo che in caso di guerra Sparta sarebbe infine riuscita a cacciarlo e a fargli fare la medesima fine del tiranno siceliota, Dionisio II.
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Nelle immediate vicinanze dell'attuale chiesetta sorgeva l'insediamento fortificato di Ruffirium al quale era stato affidato il controllo dei fondovalle e delle antiche vie di comunicazione. La presenza di numerose tracce di mura megalitiche, costruite con macigni a forma irregolare (mura poligonali), che presentano analogie con i perimetri di altri insediamenti del Sannio Pentro sono una ricca testimonianza. Dionisio, nell'Esc. XIX colloca Ruffirio
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fosse felice, al che Platone risponde che, se i racconti mitici sono attendibili, egli non fu felice, ma se visse una vita virtuosa, allora fu veramente felice. Dionisio si infiamma e Dione, temendo che il tiranno possa imprigionare il filosofo, organizza la sua fuga, con l'aiuto del generale spartano Pollide.
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(forse di quello stesso anno) che gli Spartani contavano sull'appoggio di diversi principi e tiranni stranieri, tra cui Dionisio II. Questi sarebbe stato pronto ad accoglierli, nel caso di un'evacuazione.
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tace), compromettendo i tentativi di mediazione di Platone. Una dubbia tradizione riferisce di un forte contrasto tra Speusippo e Dionisio II, una polemica che sarebbe passata anche attraverso uno scambio di lettere.
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). Dionisio II fu definitivamente detronizzato ed esiliato a Corinto. Il potere venne stabilizzato da Timoleone, che pose fine alla tirannide dionisiana, riformando le leggi, inizialmente in senso democratico, come attestato da Plutarco (
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La breve risposta con rimando all'esilio dionisiano era un ammonire il re macedone, avvertendolo che in caso di guerra Sparta sarebbe infine riuscita a cacciarlo e a fargli fare la medesima fine del tiranno di Siracusa, Dionisio II.
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. In una di queste chiedeva lumi sul caso di un uomo che aveva ricevuto un battesimo eretico molto tempo prima, e che ora dichiarava che era stato eseguito impropriamente. Dionisio aveva rifiutato di rinnovargli il sacramento dopo che l'uomo aveva ricevuto l'
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), essa potrebbe essere divenuta in qualche episodio sconosciuto un loro possedimento. Anzi, secondo alcune fonti moderne sarebbe stato proprio il duraturo conflitto innescato contro gli Etruschi da questa bellicosa stirpe di Celti ad avere offerto a Dionisio l'occasione giusta per impadronirsi dell'Adria veneta.
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basandosi sul passo plutarcheo, asserisce che il Siracusano fu sicuramente esiliato da Dionisio ad Adria e che qui egli sarebbe divenuto governatore di Adria e dell'intera regione che sorgeva dietro la polis, ovvero del
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. E se lo sono i Liguri, lo sono anche i Siculi; si viene a creare in sostanza un legame fraterno con i Galli, molto conveniente per i Siracusani di Dionisio. Al riguardo risulta parecchio interessante una notizia, tradita da
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Nato a Sieti, un casale dello stato di Giffoni, figlio di Candeloro de Laurerio (Lauderio), fratello di Giovanni che continuo' a vivere a Sieti mentre il fratello Vincenzo si trasferi' a Benevento anche se non manco' sistematicamente di visitare la famiglia a Sieti (vedi fasci notarili del notaio Dionisio Falivene), entrato giovanissimo tra i
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, sempre per via di Dione, del quale il filosofo ateniese ne aveva insistentemente chiesto il ritorno in patria, Dionisio II accresce l'odio che provava per lo zio Dione. Per fargli un ulteriore torto quindi fa divorziare la moglie di lui,
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Riunita l'Assemblea del popolo si decise di dare il comando del mare ad Eraclide, togliendolo a Dione senza dirgli niente. Ma appena Dione lo venne a sapere fece talmente putiferio che questo atto venne revocato e, con malcontento dei siracusani, venne ridato il comando generale allo zio di Dionisio II.
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raccontano del furto della barba d'oro della statua di Asclepio sempre ad opera di Dionisio I; noto per i suoi stratagemmi finanziari volti a sostenere il costo del suo numeroso esercito e oggetto di una spietata critica anti-tirannica da parte dei filosofi del suo tempo (cfr.
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Ormai anziano, si rese conto quasi subito che non vi era spazio per le sue idee nella mente di Dionisio II, che pure lo aveva voluto ancora al suo fianco, e che la situazione politica a Siracusa era divenuta estremamente pericolosa per lui.
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Tale conflitto ideologico vide contrapposti da un lato il tiranno Dionisio I, e suo figlio in quanto erede della sua politica, e dall'altro i nemici di tale ideologia; tra i quali, oltre al rinomato Platone, si ritrovarono anche lo storico Filisto - il braccio destro della tirannide - e il fratello di Dionisio I, Leptine, i quali non accettando la politica filo-barbarica del governo dionisiano, vennero allora esiliati.
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Dionisio, probabilmente volendo imitare i successi olimpici dei precedenti tiranni di Siracusa, si iscrisse anch'egli ai giochi olimpici, mandando ad Olimpia una delegazione di Siracusani capitanata da suo fratello
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Gli studiosi vedono in queste fondazioni lo stesso interesse di Dionisio il Grande verso l'espansione siracusana sull'Adriatico. Quello di Dionisio il Giovane sarebbe appunto un interesse strategico, volto a poter ottimizzare le spedizioni militari e soprattutto commerciali sulla sponda
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Consolidata la sua presenza in Italia, Dionisio II avrebbe usato queste sue colonie per attaccare l'intesa etrusco-romana che minacciava l'egemonia siracusana oltre l'istmo calabro centrale (il famoso muro costruito da Dionisio I tra il golfo di Ipponio e quello di Scillesio -
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, che con il suo contingente di uomini giunge dalla Grecia nel medesimo periodo in cui Dionisio II si trova ormai isolato, si risolve in una situazione bellica quanto mai articolata che vede le tre parti: Cartaginesi di Iceta, Dionisio II e Timoleonte, contendersi la conquista di Siracusa nell'
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Il solo passo di Diodoro sulla fondazione di queste due colonie, non permette di dare alcuna certezza riguardo alla loro collocazione. Ciononostante parecchi studi sono stati fatti sul passo diodoreo, Muccioli, nella sua approfondita analisi sul tiranno Dionisio II, prende in seria considerazione l'ipotesi di Braccesi (tra gli altri si citano i suoi studi al riguardo:
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. Imilcone credendo che Dionisio stesse portando la flotta alle sue spalle, in maniera tale da chiuderlo al centro, ebbe timore di far proseguire l'avanzata punica. E vedendo i suoi uomini cadere sotto la gittata nemica, decise di abbandonare le acque moziesi e di ritirarsi
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; storico noto per essere un fervido oppositore della tirannide di Dionisio I. Sarebbe difficile credere che Timeo abbia inventato passaggi che mettevano in grandiosa luce i movimenti del tiranno che egli mal sopportava
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Ci sono diverse ipotesi che riguardano l'assedio dionisiano in relazione all'efebo di ignota origine. Secondo una di queste i soldati di Dionisio nel momento del saccheggio depredarono la statua, strappandole gli ornamenti di bronzo - che generalmente ricoprivano le sculture sacre del tempo
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Non vi sono notizie che possano illustrare la reazione di Dionisio quando apprese dell'assalto notturno cartaginese contro Siracusa. Pare certo che egli non si mosse dalla Sicilia occidentale, dato che Diodoro ne narra l'accanito assedio da lui stesso comandato.
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Il partito si riorganizza in un nuovo assetto e guarda al futuro con la nomina di tre vice-segretari nazionali che coordinano Rauti nella sua azione, Raffaele Bruno, Lorena Colombo e Maurizio Dionisio.
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Ultimo aggiornamento pagina:
11 Gennaio 2022
13:16:51