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Frasi che contengono la parola dalmazia

Dopo la prima guerra mondiale alla caduta dell'Austria-Ungheria, in Istria e Dalmazia, centinaia di Leoni marciani sono stati vittime di furore iconoclasta. Abbattere un Leone di San Marco ha significato rimuovere la memoria non soltanto della Serenissima, ma soprattutto dei residui della presenza culturale italiana. Particolarmente nota la vicenda del

invadendo la Penisola; nonostante una modesta vittoria conseguita nei pressi di Pisa, le legioni romane non riuscirono a impedire ad Ataulfo di raggiungere Alarico nei pressi di Roma rinforzando ulteriormente il suo esercito; in seguito a questo fallimento Olimpio fu destituito e costretto a fuggire in Dalmazia.

aveva il compito di proteggere l'elemento italiano locale, raccogliere informazioni sulla situazione nella Dalmazia centrale e fornire gratuitamente viveri ed assistenza alla popolazione di Spalato, per motivi dichiaratamente propagandistici filo-italiani

Alarico rinunciava al tributo in oro, accontentandosi solo di un modesto tributo in grano; rinunciava alla Venezia e alla Dalmazia, accontentandosi del solo Norico, provincia continuamente devastata dalle invasioni e con gettito fiscale molto ridotto; in cambio di queste concessioni, Alarico si impegnava a fornire assistenza militare allo stato romano contro qualunque nemico.

Cartina della Dalmazia e della Venezia Giulia coi confini previsti dal patto di Londra (linea rossa) e quelli invece effettivamente ottenuti dall'Italia (linea verde). In fucsia sono invece indicati gli antichi domini della

, poter usufruire di una base per sommergibili che avrebbero contrastato la navigazione del nemico nella Dalmazia meridionale e istituire un punto di informazioni per poter poi procedere alla volta di

Cartina della Dalmazia e della Venezia Giulia coi confini previsti dal Patto di Londra (linea rossa) e quelli invece effettivamente ottenuti dall'Italia (linea verde). In fucsia sono invece indicati gli antichi domini della

In Italia, d'altro canto, il Regio Esercito vedeva con scarsa simpatia l'annessione della Dalmazia, ritenuta di difficile difesa in caso di guerra, e molti alti ufficiali, fra cui il capo di stato maggiore

germanizzazione e slavizzazione scolastica e culturale (chiusura delle scuole italiane, cancellazione della toponomastica ed onomastiche italiane, proibizione della cultura italiana in ogni sua forma: fu molto grave in particolare la questione scolastica in Dalmazia);

Elisabetta Amalia Eugenia, imperatrice d'Austria, regina apostolica d'Ungheria, regina di Boemia, regina di Lombardia e di Venezia, regina di Dalmazia, Croazia, Schiavonia, Galizia, Lodomeria e Illiria, regina di Gerusalemme, ecc.; arciduchessa d'Austria; granduchessa di Toscana e Cracovia, duchessa di Lorena, di Salisburgo, di Stiria, Carinzia, Carniola e di Bucovina; gran principessa di Transilvania; margravia di Moravia; duchessa dell'Alta e Bassa Slesia, di Modena, Parma, Piacenza e Guastalla, d'Auschwitz e Zator, di Teschen, di Friuli, di Ragusa e Zara; contessa principesca d'Asburgo, del Tirolo, di Kyburg, di Gorizia e Gradisca; principessa di Trento e Bressanone; margravia d'Alta e Bassa Lusazia e in Istria; contessa di Hohenembs, Feldkirch, Bregenz, Sonnenberg ecc.; signora di Trieste, di Cattaro e della Marca dei Vendi

La maggioranza degli studiosi sostiene che, in base a un accordo tra Stilicone e i Goti stipulato in seguito alla Battaglia di Verona, i Goti furono insediati nell'Illirico Occidentale, nei distretti di frontiera a cavallo tra Dalmazia e Pannonia, e che Alarico ottenne la carica di

(Dalmazia) solo con una stretta alleanza reciproca riuscirono a rimanere indipendenti e a continuare i loro traffici con l'Oriente, altrimenti dominio esclusivo dei navigatori veneziani. In questa chiave si deve leggere l'alleanza stretta nel

, di ritorno dall'ispezione dei porti adriatici ed egei, mette a punto con i Provveditori alle Fortezze la riorganizzazione difensiva delle bocche di porto della laguna e la costruzione degli ottagoni. La Dalmazia interna viene ripresa da Venezia.

e Anvil creando fittizie minacce di invasione in varie parti d'Europa. La sotto-operazione Zeppelin prevedeva di esercitare simili minacce specificatamente a Creta e nella Dalmazia settentrionale, come illustrato dallo studioso britannico Michael Howard

Stemma del regno di Croazia e Slavonia, composto dall'unione degli stemmi di Dalmazia, Croazia e Slavonia (Dalmazia, non facente parte del regno, sebbene fosse rivendicata dai croati e nome completo del regno fu il Regno di Dalmazia, Croazia e Slavonia)

alla Sublime Porta. Per i funzionari veneziani era dunque prioritario evitare le ritorsioni che, nell'Impero ottomano, aspettavano tradizionalmente gli ambasciatori nemici. I territori turchi in Dalmazia vennero assaliti, mentre gli alleati

erano milizie di fanteria regolare reclutate in Istria e Dalmazia, soprattutto tra la componente slava della popolazione. Esse erano utilizzate prevalentemente per scopi di presidio e difesa di Venezia, del

Storia del Cristianesimo dell'abate di Berault-Bercastel recata in italiano con dissertazioni e note dall'ab. Giambattista Zugno dedicata all'illustr. e reverend. monsignore Jacopo Monico patriarca di Venezia, primate della Dalmazia, gran dignitario, cappellano della corona del reg. lomb.-ven., ec., ec.

e rappresentavano una parte consistente della popolazione in Istria e Dalmazia fino alla seconda guerra mondiale. Dopo l'occupazione nazifascista dei Balcani, in seguito alla guerra civile e di liberazione condotta dal comandante partigiano

, ritenendo che la guerra sarebbe stata breve e l'impero asburgico sarebbe sopravvissuto. Aveva quindi condizionato l'ingresso dell'Italia in guerra, non solo al raggiungimento dei confini nazionali, ma anche al conseguimento di territori abitati da altre etnie (tra cui l'entroterra della Dalmazia, abitato da Slavi). In tale ottica, sia il

non risolse il problema, e le due nazioni continuarono a contendersi i territori che Francia e Gran Bretagna avevano, in tempi diversi, promesso ad entrambe. Le rivendicazioni su Istria e Dalmazia erano state uno dei motivi che spinsero lo

Un altro aspetto fondamentale dell'occupazione italiana furono infine le deportazioni della popolazione ritenuta infida o sospetta che vennero attuate soprattutto nella Slovenia annessa ma in parte anche in Istria e Dalmazia; secondo

aveva il compito di proteggere l'elemento italiano locale, raccogliere informazioni sulla situazione nella Dalmazia centrale e fornire gratuitamente viveri ed assistenza alla popolazione di Spalato, per motivi dichiaratamente

Nel mese di luglio, in un tentativo di salvare quanto rimaneva della Jugoslavia, le forze della JNA vennero coinvolte in operazioni in aree a predominanza croata. Nello stesso mese, le forze di difesa territoriali a guida serba iniziarono la loro avanzata verso le coste della Dalmazia con l'

diede l'intera Dalmazia a Venezia, inclusa la costa dell'Erzegovina, ad eccezione dei domini di Ragusa e della fascia protettiva di territorio Ottomano che la circondava. Dopo ulteriori combattimenti, questa delimitazione venne confermata nel

conquistarono importanti, sebbene limitate, forme di autonomia; con queste riforme, la Dalmazia ricevette, per la prima e unica volta nella sua storia, un'autonomia politica estesa a tutto il suo territorio storico.

. Viene istituito il Commissariato Civile della Dalmazia (Mussolini incarica Commissario Civile Athos Bartolucci). Quasi tutta la parte costiera della Dalmazia settentrionale (con tutti i principali centri urbani, come

Salendo ancora si giunge alla piazzetta Dalmata che prende il nome dal pilo sovrastato dalla Vergine di Dalmazia. Su questo spazio si affacciano la prioria, la casa-museo di Gabriele d'Annunzio, lo Schifamondo, le torri degli archivi e il tempietto della Vittoria con una copia bronzea della celebre

Mocenigo fu riassegnato al Provveditorato generale in Dalmazia e Albania ove, grazie all'appoggio delle agguerrite milizie locali, ottenne un rilevante successo conquistando l'importante fortezza turca di

Appena terminato il processo di Sebenico, i membri del Tribunale Straordinario della Dalmazia si spostarono a Spalato, dove il giorno successivo processarono trentacinque persone con l'accusa di appartenenza al partito comunista, propaganda sovversiva, detenzione di armi e organizzazione di scioperi e disordini

. Negli elenchi successivi recuperati dagli italiani o ad essi forniti furono inseriti i nomi di Magaldi (accusato sia dalla Jugoslavia in quanto comandante del presidio di Sebenico e giudice del Tribunale Straordinario della Dalmazia, sia dalla Grecia in quanto presidente del Tribunale militare di Atene), Serrentino (spesso indicato come Sorrentino) e Caruso. Accanto al nome di quest'ultimo venne aggiunta negli elenchi la parola

. Nel corso della sua storia, i croati lo ritennero parte integrante dei propri territori, facendo riferimento ad un Regno triunitario di Croazia, Slavonia e Dalmazia, peraltro mai costituito. In opposizione a tale idea combatterono gli

di Possedaria (ex genere Gussich). Per la discendenza del casato Slavogost(i) dalla famiglia Torquatovich (ex genere Gussich), discendente dai conti di Corbavia (ex genere Gussich) a sua volta imparentata con la famiglia Frangipani di Dalmazia e Croazia si veda Friederich Heyer von Rosenfield,

, i quali assunsero quale proprio stemma (su fondo rosso due leoni coronati di colore oro e controrampanti tenenti fra le branche un pane d'oro posti sopra una fascia d'argento ondeggiante) una stretta variante dello stemma dei conti Frangipani di Dalmazia Croazia Regno di Illiria ancora una volta a sottolinearne la colleganza ovvero la discendenza, posto che lo stemma dei Frangipani / Francopanovic / Francopanovich ovvero Frankopanovich / Frankopanovic di Dalmazia Croazia risultava era su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra branche tre/due pani di color marrone

. Si veda anche lo stemma dei Francopanovits ovvero Frankopanovits di Dalmazia-Croazia: su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra la branche due pani di color marrone

nota sin dal XII secolo viene considerata tra i principali casati aristocratici della Croazia. Oggi risulta ancora esistente un ramo della famiglia Frangipani di Dalmazia-Croazia-Ungheria riconducibile alla famiglia Slavogost(i) ovverosia alle famiglie Slavogostich, Torquatovich

Per la comune discendenza sia del casato Slavogost(i) (ex genere Gussich), che del casato Possidaria (ex genere Gussich) dalla famiglia Torquatovich (ex genere Gussich), discendente dai conti di Corbavia (ex genere Gussich) a sua volta imparentata con la famiglia Frangipani di Dalmazia e Croazia si veda ancora

MEMORIE PER LA STORIA DELLA DALMAZIA. VOLUME PRIMO. ZARA MDCCCIX. Per Anton-Luigi Battara. ALL'ALTEZZA D'EUGENIO NAPOLEONE DI FRANCIA. VICERE D'ITALIA, PRINCIPE DI VENEZIA, ARCICANCELLIERE DI STATO DELL'IMPERO FRANCESE. Giovanni Kleglianovich Albinoni

Gli Schiavoni erano milizie di fanteria regolare reclutate in Istria e Dalmazia, soprattutto tra la componente slava della popolazione. Esse erano utilizzate prevalentemente per scopi di presidio e difesa di Venezia, del

i quali assunsero quale proprio stemma (su fondo rosso due leoni coronati di colore oro e controrampanti tenenti fra le branche un pane d'oro posti sopra una fascia d'argento ondeggiante) una stretta variante dello stemma dei conti Frangipani di Dalmazia Croazia Regno di Illiria ancora una volta a sottolinearne la colleganza ovvero la discendenza, posto che lo stemma dei Frangipani / Francopanovic / Francopanovich ovvero Frankopanovich / Frankopanovic di Dalmazia Croazia risultava era su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra branche tre/due pani di color marrone.

Si veda anche lo stemma dei Francopanovits ovvero Frankopanovits di Dalmazia-Croazia: su fondo d'argento due leoni di colore rosso coronati, affrontati e controrampanti, tenenti tra la branche due pani di color marrone.

nota sin dal XII secolo viene considerata tra i principali casati aristocratici della Croazia. Oggi risulta ancora esistente un ramo della famiglia Frangipani di Dalmazia-Croazia-Ungheria riconducibile alla famiglia Slavogost(i) ovverosia alle famiglie Slavogostich, Subich, Torquatovich,

) era stabilmente inserita nel Regno di Croazia annesso all'Ungheria nei modi e nei tempi visti sopra; le isole e la parte centrale costituivano invece la Dalmazia veneziana; a sud di questa si trovavano i territori della

I territori che formano l'attuale Repubblica di Croazia rimasero quindi politicamente divisi per diversi secoli, sviluppando storie diverse, assimilando influenze diverse, sviluppando forme diverse di linguaggio e pure - per certi aspetti, delle religioni diverse: alcune zone della Dalmazia vennero infatti abitate da popolazioni ortodosse, che i veneziani chiamavano anche

In Dalmazia la Repubblica di Venezia non aveva mai preso nessuna misura per romanizzarne la popolazione slava: alla Repubblica di Venezia era totalmente sconosciuto il concetto di lingua ufficiale dello Stato

un liceo che aveva il carattere di scuola superiore, e nel complesso della Dalmazia sette ginnasi, diciannove scuole elementari maschili e quattordici femminili, tutte aventi come lingua d'insegnamento principale l'italiano. Nella storiografia di parte croata - nonostante un giudizio di fondo positivo - Vincenzo Dandolo ha quindi ormai assunto il ruolo di

Deputati della Dalmazia discuteranno con la Dieta di questi regni il piano e le condizioni per la loro unione e sottometteranno all'Imperatore il risultato delle loro deliberazioni per la sua sanzione

Inquartato in croce di S. Andrea: nel primo, di rosso all'aquila normanna di nero dal volo abbassato (per la Sicilia); nel secondo, d'azzurro a tre teste di leone d'oro lampassate e coronate all'antica dello stesso (di Dalmazia); nel terzo, di rosso al silfio reciso d'oro, posto in palo (di Cirenaica); nel quarto, d'oro alla croce d'azzurro (di Parma).

dei documenti interessa prevalentemente gli ambiti disciplinari dell'arte tardoantica, medievale e bizantina, con particolare focus sull'arte dei paesi di area balcanica, in particolare Albania, Dalmazia, Grecia e Bulgaria, che Bettini ha lungamente percorso durante le campagne di studio degli anni giovanili.

. Solo in Istria, a Fiume e nell'arcipelago dei Lussini godono dello status di popolazione autoctona, mentre nel resto del Quarnaro e in Dalmazia non viene riconosciuto loro nessuno status particolare. In tale gruppo etnico italiano sono inserite sia le popolazioni autoctone venetofone (Istria nord-occidentale e Dalmazia) che quelle




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

15:21:21