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Frasi che contengono la parola dipinti

Dello stesso frate cappuccino si riconoscono il tratto pittorico e conseguentemente gli autoritratti, in numerose opere sparse nelle chiese della cittadina, stessi soggetti e volti di personaggi sono ravvisabili in dipinti custoditi nella ripristinata

L'esaltazione della figura femminile dal punto di vista etimologico cortese e rinascimentale, come dimostra nei suoi dipinti il celebre pittore Jan Van Eyck, massimo esponente di questo movimento culturale-artistico;

o dipinti in monocromia come dei piccoli quadretti, che rappresentavano medaglioni, vasi, busti, bucrani o altri motivi appesi a nastri o rami d'alloro, con snelli arabeschi come sfondo, realizzati in

disegnato da Boito e sito in un oblungo corpo posteriore, staccato dall'edificio principale, con il concorso dell'ornatista Matscheg e dell'ingegnere Manetti, i quali crearono un'architettura profondamente mutata grazie a ornati dipinti, marmi intagliati, ferri fusi e battuti, pietre lavorate, lampade e arredi di gusto eclettico, che denunciano una (dubbia) scelta storicistica, in linea con le istanze dell'epoca. La struttura si conclude con un'ala posteriore, che presenta locali in successione.

di Anversa per la decorazione della loro chiesa. La decorazione, basata su disegni di Rubens, fu eseguita da Van Dyck; oltre a questa importante commessa, Antoon ricevette anche numerose richieste di ritratti da privati. Risalgono a questi anni dipinti come il

Nel caso di elementi generici di titoli di opere (dipinti, libri, film), il link deve portare a una voce specifica sull'opera, e tutte le altre forme di wikilink sono fortemente sconsigliate (meglio piuttosto non linkare niente). Ad esempio,

I suoi dipinti si rifanno soprattutto a motivi mitologici o religiosi, come ad esempio il Minotauro o la Crocifissione, o la Torre di Babele. La sua pittura risente dell'influsso degli espressionisti, ma anche di artisti come

. Al primo piano furono quindi sistemati i dipinti dell'Ottocento e ricostruiti gli ambienti dell'appartamento reale, oltre ai laboratori per la conservazione e il restauro, mentre al secondo piano venne creata una pinacoteca per i dipinti classici

Le pareti erano rivestite di intonaco e i disegni policromi erano dipinti sulla finitura liscia. La maggior parte di questi affreschi non sono sopravvissuti, ma le prime tombe classiche color crema, rosso e nero sono state ritrovate a Caracol, Rio Azul e a Tikal.

o dipinti, immagini legate alla vita quotidiana, prevalentemente scene di caccia ma anche momenti legati all'agricoltura ed all'esperienza religiosa. Il supporto era costituito dalle rocce degli interni delle grotte: grazie alla protezione dagli agenti atmosferici, molte di queste pitture (dette per l'appunto

Gli affreschi che erano stati dipinti sulla parete in seguito destinata a ingresso della basilica sono andati quasi tutti perduti: si sono salvate solo alcune tracce di pittura situate lungo l'arco principale d'ingresso e sulle colonne

. Sempre frontalmente sono presenti anche le raffigurazioni dei profeti Isaia e Geremia e quattro putti. Questa cappella, nel suo complesso, ha una grande valenza artistica, soprattutto per quanto riguarda la fattura dei personaggi dipinti

. In origine erano presenti due ante, poi andate perdute, che venivano richiuse sopra il polittico nei giorni feriali per proteggere i dipinti sottostanti; sulle due ante erano raffigurate, rispettivamente,

. Altra errata attribuzione vuole che gli affreschi siano stati dipinti da Aurelio Luini, altro figlio di Bernardino, ma lo stile delle raffigurazioni e il periodo di realizzazione portano appunto, con una certa sicurezza, a Evangelista Luini, fratello di Aurelio

, stava svanendo; i mattoni erano gialli. L'aspetto nero era il prodotto di due secoli di inquinamento. Per preservare la tradizione visiva dei tempi recenti, i mattoni gialli e di recente puliti, vennero dipinti di nero per assomigliare nel modo migliore all'aspetto che avevano prima dei lavori.

, assieme a gioielli, fedi nuziali, medaglioni, protesi dentarie in oro e altri oggetti d'oro, barre di platino e d'argento, diamanti, soldi stranieri in contanti, centinaia di antichi dipinti di grande valore

Gli ultimi dipinti del Veronese, infatti, sono caratterizzati da atmosfere cupe, frequenti sono le scene notturne e di gran lunga prevalenti sono le raffigurazioni di tema religioso. In queste opere Paolo si uniforma pienamente alle indicazioni

Museo diocesano: presso il palazzo del Vescovado si possono visitare Il museo, la pinacoteca e i giardini. Sono esposti arredi sacri, argenti e dipinti delle chiese della diocesi, dei secoli XVII, XVIII e XIX.

. Ma le opere che attraggono l'occhio del visitatore sono i rilievi marmorei dipinti del parapetto, ripristinato nelle sue forme originarie dal grande restauro dei primi anni del Novecento, raffiguranti scene della

, regolarizzando le aperture e inserendole all'interno di uno schema di colonne e altri elementi architettonici dipinti. Furono inoltre aperte tre porte per collegare la piazza con il porticato interno del palazzo.

Il museo venne riadattato nuovamente per accogliere nuovi oggetti: dipinti, disegni, medaglie e altre opere appartenenti alle arti decorative. La sezione etnografica venne arricchita di lavori che provengono da

Lo studio delle tecniche di fabbricazione (formatura, trattamento delle superfici, cottura), delle loro forme, e quello dei motivi decorativi, che possono essere stampati, incisi, impressi, applicati o dipinti sugli artefatti, si chiama

(geometrica, orientalizzante, attica), di statuette ioniche e di lavori oreficerie. Si attribuisce in particolare agli artigiani locali una classe di vasi dipinti di stile orientalizzante dei secoli

. A fondazione avvenuta, programma abituale degli studenti era riprodurre, supervisionati dai maestri, parti di opere di vario tema a partire da dipinti, disegni e sculture originali con diversi tipi di tecniche e materiali: le opere finite sarebbero poi state discusse collettivamente, e le migliori premiate

Righi musicali si trovano dipinti su pannelli degli sportelli di antichi organi e su antiche custodie lignee di strumenti musicali. Gli spartiti sono utilizzati anche come pura decorazione, a stucco o a pittura, sulle pareti di stanze per la musica; sono intarsiati o dipinti su mobili (in particolare in Inghilterra nel primo Ottocento), ideati per custodire spartiti e arredare sale adibite a concerti di musica da camera. Fogli con musica sono presenti nelle

aveva realizzato la grande composizione che vedeva l'Italia nell'atto di incoronare il sommo poeta all'interno della cornice che orna il soffitto; e per le pareti sei dipinti a tempera, ad affresco, con altrettante scene tratte dalla

, che poteva esser eseguita da chiunque lo avesse riconosciuto per strada. Nei suoi dipinti cominciarono ossessivamente a comparire teste mozzate, e il suo macabro autoritratto prendeva spesso il posto del condannato

che custodisce le copie in gesso di varie sculture e oggetti dei Visconti. Oltre alla presenza di calchi e frammenti scultorei provenienti dalla Certosa, si segnalano alcuni ambienti affrescati (come lo Studiolo e l'Oratorio del Priore) e dipinti di

, quasi quarant'anni dopo Meissen, i prodotti orientali fornirono l'ispirazione per gran parte della decorazione utilizzata. Dipinti a mano e stampati col procedimento della stampa a trasferimento termico, vennero realizzati a Worcester e in altre fabbriche inglesi in uno stile conosciuto come

Negli scomparti maggiori le figure simulano effetti a rilievo su un fondo oro che imita il mosaico. Le scene rappresentate sono in diretto collegamento con le lunette sottostanti e con gli elementi, ai quali si rifanno anche i putti dipinti sugli arconi di ciascuna lunetta, ciascuno con un emblema che lo caratterizza come genietto di un elemento. Fanno eccezione i putti di aria e fuoco, che appaiono scambiati, e che testimonierebbero un cambiamento di programma in corso d'opera

, di stile settecentesco, dove vi sono dei dipinti di artisti locali rimasti sconosciuti, ora riportata all'antico splendore da un profondo restauro strutturale. Sorgono nella zona le caratteristiche ville gentilizie settecentesche e ottocentesche dei

(di lui sono esposti alcuni pregevoli dipinti a olio), e fu lui a iniziare il figlio allo studio e alla passione per i libri, creando quello che fu il primo nucleo dell'attuale biblioteca, composto prevalentemente da saggi e monografie di argomento artistico. Sono conservati gelosamente anche i primi

A seguito di un incidente di fuoco amico durante il sorvolo di un convoglio alleato, venne aumentata la formazione degli equipaggi circa il riconoscimento aereo; gli aerei Alleati vennero inoltre dipinti con tre grandi strisce bianche.

la utilizzavano anche nella costruzione delle navi. Nel periodo Romano la cera d'api serviva per isolare dall'acqua i dipinti murali e costituiva uno dei materiali realizzativi dei ritratti delle mummie di

), un motto e una raffigurazione dipinta a mo' di stemma, il tutto su una pala in legno come quelle comunemente usate all'epoca per prendere le granaglie. I due dipinti qui conservati sono particolarmente significativi per la storia dell'Accademia: una allegoria di

, dono dei valenzani al monastero di San Giorgio, qui traslata dopo l'abbandono della cappella palatina. Numerose statue e dipinti di varie epoche, veri capolavori provenienti anche da cappelle andate perdute come quella di San Nicola di Mira, statua lignea dorata (sec. XVI-XVII) dal rione Cafasso e Santa Margherita di Antiochia, stessa epoca, dal rione Barri. La tavola di

. Al secondo piano sono presenti due gallerie che ospitano, la prima, una vasta raccolta di reperti archeologici provenienti dall'antica Arpi e non solo, come vasellame, statue, utensili, oggetti in bronzo e ricostruzioni di abitazioni primitive. La seconda galleria ospita dipinti soprattutto di artisti foggiani, come

Le gallerie di dipinti raffigurano grandi stanze in cui sono esposti molti dipinti e altri oggetti preziosi in ambienti eleganti. Le prime opere di questo genere raffiguravano oggetti d'arte insieme ad altri oggetti come strumenti scientifici o particolari naturali.

All'interno della loro Casa sono custoditi dipinti, affreschi staccati, sculture ed oggetti di oreficeria di epoche diverse provenienti dall'antica sede. Fra le altre, nelle sale del Capitolo, opere di

Tra la fine del Settecento e i primi anni del secolo successivo si diffuse anche la pratica, soprattutto in Francia, di trasportare i dipinti antichi dalla tavola alla tela, staccando la superficie pittorica con un procedimento simile per certi versi allo

Diversamente dalle altre sezioni la Collezione Robert Lehman non si concentra su uno specifico periodo o su un solo stile artistico, ma riflette invece gli interessi personali del suo creatore. Il collezionista Lehman pose la propria attenzione principalmente sui dipinti del

. Esempi di immagini fissate su supporti d'immagine sono le immagini fissate su quadri dipinti a mano. Esempi di immagini visualizzate su schermi di visualizzazione sono le immagini visualizzate sugli schermi di visualizzazione dei

, ad essa probabilmente contemporanea. Comunque si evidenzia nei dipinti del palazzo di Pilo che i Greci combattessero sul carro da guerra in coppia, l'auriga e il combattente con una lancia lunga in mano, a differenza dei carri a tre ittiti, con due guerrieri con lance corte, o quelli egiziani, con arco e frecce.

Lasciando la scalinata dei diritti dell'uomo e del cittadino, e prendendo verso destra, si entra nella vasta galleria del XIX secolo, che raccoglie dipinti di grandi dimensioni realizzati nella prima parte del secolo, quali la tela in cui

) che un tempo fungeva da dispensa alimentare della miniera. In questo museo oltre la collezione mineraria della famiglia nobiliare von Enzenberg, trovano posto una moltitudine di libri, dipinti, espositori, file audio-visivi e numerosi modellini in legno che illustrano al visitatore qual era la vita dei minatori fin dall'apertura della miniera di

Rembrandt viveva al di sopra dei propri mezzi, comprando opere d'arte (talvolta riacquistando ad un prezzo superiore i suoi stessi lavori), stampe (spesso usate nei suoi dipinti) ed oggetti rari, abitudine che probabilmente lo condusse alla bancarotta nel

) l'influenza di Lastman su di lui fu molto evidente. I suoi dipinti sono di dimensioni piuttosto ridotte ma presentano una grande ricchezza di dettagli (ad esempio nella cura delle vesti e dei gioielli dei soggetti). Affronta principalmente temi religiosi ed

, con la grande nave da parata attorniata dalle imbarcazioni del corteo. I dipinti celebrativi del Canaletto sono molto spettacolari e offrono una tangibile testimonianza dello splendore delle celebrazioni della Serenissima, che continuava a cullarsi sui suoi fasti nonostante stesse conoscendo un declino irreversibile, che si sarebbe poi concluso, nel

. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da

, che comportava la realizzazione di oggetti ad uso quotidiano con l'abbellimento di dipinti di argomento pastorale o bucolico, che pian piano assunse una chiara connotazione artistica. Botteghe sorsero a Loreto e Castelli, rappresentate dalle famiglie

di Palazzo Colonna. Andarono irrimediabilmente perduti i numerosi dipinti della pinacoteca, i preziosi documenti dell'archivio -alcuni erano stati trascritti dallo studioso Angelo Mercuri, altri furono ritrovati in duplice copia presso l'archivio Colonna di

In particolare i dipinti di Enrico Salfi, Rubens Santoro, Francesco Raffaele e Vincenzo Jerace, tutti artisti calabresi la cui presenza impreziosisce la collezione e fa di essa una interessante testimonianza di arte calabrese

), frammenti architettonico-decorativi e sculture in marmo e oggetti di devozione privata e dipinti su tela e tavola, provenienti da raccolte private e collezioni civiche e statali e risalenti a un arco di tempo compreso tra il

. I soggetti di maggior successo erano richiesti dai ricchi committenti, che venivano accontentati con dipinti ora di maggiore ora di minore pregio, ma tutti con caratteristiche leggermente diverse l'uno dall'altro, per cui tutti alla fine possedevano un'opera unica

L'evento principale era la corsa dei cavalli berberi: tanti nobili, reali, artisti e viaggiatori accorrevano a Roma per la corsa e ne lasciarono traccia nei loro scritti; esso fu inoltre un tema ricorrente in numerose vivaci stampe e dipinti. Esso si tenne annualmente, con alcune eccezioni, ad esempio nel

Dopo un primo periodo di completa spensieratezza giunse la prima gravidanza di Effie e i doveri di padre di famiglia portarono Everett a riprendere il suo lavoro, dando inizio a un nuovo ciclo di dipinti. Lontano da Londra pose mano ad alcune opere come

nutriva una naturale propensione per un pittura spaziale dove il rilievo geometrico, si carica, nelle prospettive dell'artista, di una valenza emozionale che egli intende trasmettere facendo un particolare uso di tratti verticali, orizzontali e angoli retti; pur mancando un'ammissione dell'artista di avere fatto esplicito uso della proporzione aurea, a sostegno vengono spesso citati diversi studi sulle proporzioni di dipinti come il

Il fulcro del corso accademico risiedeva dunque nella copia: del modello vivente, dei gessi, che riproducono la statuaria antica, e dei dipinti dei maestri del Rinascimento. In questo modo l'allievo non solo s'impadroniva della loro tecnica manuale e del loro modo di organizzare i volumi, ma assumeva una

). Si tenga conto che gli affreschi sono dipinti su superfici curve, e per fare in modo che guardandoli dal basso le linee architettoniche e le figure non appaiano deformate, i pittori dovevano ricorrere a espedienti tecnici affini all'

dorati, poggianti su un basamento decorato da scranni e bassorilievi illusionistici a monocromo. Due libri dipinti, in perfetta prospettiva, poggiano su uno dei sedili dipinti, illudendo lo spettatore

, in cui ritrasse il nonno Ciro Guttuso, arruolatosi come garibaldino, e con una serie di dipinti dal vero, le lotte contadine per l'occupazione delle terre, gli zolfatari, o squarci di paesaggio fra cactus e fichi d'India, ritratti di amici e uomini di cultura, pittori come

Chiesa di San Francesco, un tempo parte di un convento (la restante parte del complesso ospita oggi il municipio), recentemente restaurata e riaperta al pubblico: si presenta con una facciata neo-gotica e interno ad unica navata, decorata da stucchi e dipinti, sovrastata da un soffitto a cassettoni dorato.

. Spesso sui dipinti compaiono alcune scritte grafite riportanti nomi tedeschi e talvolta brevi frasi, lasciate dai monaci provenienti dalla Germania che soggiornarono a lungo nell'abbazia, diventandone di fatto i padroni.

. Gli affreschi superstiti, i graffiti ed i dipinti sono di estremo interesse per lo studio della composizione sociale del culto. Le statue e gli altari sono stati trovati intatti, come anche il rilievo tipico di

. Nel museo regionale vennero esposti i dipinti realizzati da maestri e allievi, mentre nella scuola si esposero i risultati dei laboratori e parallelamente fu anche organizzata una Mostra internazionale di Architettura

Prospiciente il Museo Casa Deriu si trova la Pinacoteca Antonio Atza la quale si compone di novantasei dipinti, cinquantacinque dell'autore omonimo e quarantuno frutto di scambi dello stesso Atza con alcuni colleghi sardi, tra i quali

. Scavi nelle tombe di Chu hanno portato alla luce sculture lignee dipinte, sia dischi di giada, perle di vetro, strumenti musicali che una ricca raccolta di lacche cinesi. Spesso i temi delle lacche sono finemente dipinti, o rosso su nero o viceversa. A

, comportarono la ricostruzione dell'attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L'interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d'altare di

ha portato alla iniziativa, condivisa dalla amministrazione, di abbellire il paese con pannelli dipinti che realizzano, nello scenario suggestivo delle vie che partendo da Piazza Olivetti salgono al ricetto medievale, una sorta di museo

La stessa Murasaki divenne soggetto popolare di dipinti e illustrazioni che la rappresentavano come donna virtuosa e poetessa. Veniva spesso mostrata seduta alla scrivania al tempio di Ishimyama, a guardare la luna in cerca di ispirazione.

, che documenta gli insediamenti umani nel territorio di epoca preistorica, classica, apulo-greca e medievale. Presenta inoltre una ricca collezione di vasi dauno-peucezi dipinti a disegni geometrici risalenti al IV secolo a.C., provenienti dai sepolcreti di Canne;

I dipinti dell'ultimo decennio di Carr rivelano la sua crescente preoccupazione per l'impatto ambientale dell'industria sul paesaggio della Columbia Britannica. Il suo lavoro di questo periodo riflette la sua crescente preoccupazione per il disboscamento industriale, i suoi effetti ecologici e la sua intromissione nelle vite degli indigeni. Nel suo dipinto

, da realizzarsi nella nuova struttura muraria eretta per ordine del doge Da Ponte, prevedeva un ciclo composto da dipinti raffiguranti le vittorie navali dei veneziani in Oriente oltre a quella relativa alla conquista di Padova nel

, sarebbe stata costruita in seguito ad un miracolo: secondo una cronaca manoscritta dell'epoca, un contadino mentre arava il campo avrebbe visto muoversi un'immagine dipinta della Vergine, e una voce gli avrebbe ordinato di costruire una chiesa in quel luogo. All'interno si trova una serie di cinque affreschi del pittore locale Lorenzo d'Alessandro, di chiaro carattere votivo (alcuni soggetti si ripetono), dipinti nel nono decennio del

Anticamente il dipinto aveva una cornice lignea poi perduta; secondo descrizioni antiche vi si trovavano delle iscrizioni dipinte che sembravano intagliate, come esistenti in altri dipinti di van Eyck, quali ad esempio il

ospita alcuni uffici dell'Ausl e varie associazioni, in attesa di un restauro e di una definitiva riconversione ad altri scopi. Il grande edificio, caratterizzato dalla lunga facciata con ingresso monumentale in pietra, si articola attorno a tre cortili affiancati, su cui prospettano i numerosi ambienti interni e gli ampi corridoi, in parte decorati con affreschi dipinti dal gesuita Giuseppe Barbieri agli inizi del

Al contrario, la maggior parte dei soldati ordinari combatteva seminuda e portava solo le armi e un piccolo scudo tondo: Spenser scrisse che questi scudi erano ricoperti di pelle e dipinti con colori vivaci.

Si scorgono poi piccole e numerose edicole contenenti ritratti scultorei o dipinti della Madonna in tutto il paese, sia nelle vie del centro storico, sia nelle strade di campagna; sono stati ritrovati anche resti di

e da Filippo e Giovanni Ragozzino; al primo si devono i due monumentali angeli posti a capoaltare e i putti ai lati della mensa. Sugli altari laterali sono collocati due grandi dipinti alti tre metri: Un San Francesco di Paola opera di Luigi Montesano e un San Biagio vescovo, di autore ignoto. Di Pasquale Avallone sono i tondi delle cappelle laterali e del transetto raffiguranti i Profeti, realizzati nel

Probabilmente esse servirono come residenze private per, rispettivamente, la regina e il re. Le prime testimonianze di come sono state decorate le camere reali proviene dal tempo del regno di Enrico III: la camera della regina era imbiancata e vi erano dipinti di fiori e di imitazioni di pietra. Una grande sala esisteva nel sud del reparto, tra le due torri.

Le istituzioni fanno fatica a salvaguardare l'enorme patrimonio artistico napoletano e molte chiese come la struttura in questione, sono avvolte nell'incuria; da quanto pervenuto possiamo citare: i due dipinti absidali (

. La maggior parte delle vecchie decorazioni fu restaurata e i pavimenti nei cortili furono rimossi. Durante questi lavori rimasero esposti solo alcuni dipinti della collezione permanente, in un'esposizione intitolata

, nella chiesa dei santi Pietro e Alessandro di Aschaffenburg. Agli estremi della tavola, accanto a due piccole figure femminili, una delle quali dovrebbe essere la Maddalena in preghiera, sono dipinti gli stemmi di due arcivescovi di Magonza,

. Durante il primo decennio del ventesimo secolo Gertrude Stein, assieme ai fratelli Leo e Michael Stein, e alla moglie di Michael, Sarah, fu un'importante collezionista e sostenitrice del lavoro di Matisse. Anche le sorelle Cone, amiche di Gertrude Stein, divennero le principali sostenitrici di Matisse e Picasso, collezionando centinaia dei loro dipinti, ora esposti all'interno della

. I disegni degli animatori e le pitture di sfondo furono invece digitalizzati nei sistemi informatici, dove i disegni di animazione vennero inchiostrati e dipinti da artisti digitali e poi combinati con gli sfondi digitalizzati in un software che permetteva il posizionamento e movimento della cinepresa, gli effetti

): queste opere proponevano ironicamente temi meccanicistici di casuali grovigli di parti metalliche, dipinti e disegni di macchine. Tutti questi meccanismi da una parte irridevano il culto della macchina, dall'altra alludevano a

: titolare non noto; l'assenza di rilievi o dipinti parietali non consente di datare la tomba che, verosimilmente, risale alla XVIII dinastia; si ritiene che sia stata comunque utilizzata, come sepoltura multipla forse di membri della casa regnante, durante la XIX e XX dinastia

, che prevede una scenografia mormorea con due santi dipinti su due tavole sagomate, rara prova pittorica dell'architetto di corte, ha al centro una nicchia che conserva una delle poche testimonianze del convento agostiniano prima dell'incendio del

Nei suoi disegni, dipinti, sculture e installazioni, Hassan sperimenta sia la parola scritta che quella parlata, esplorando il tema degli antichi linguaggi cancellati dai domini coloniali. Gioca con i simboli, anche inventati e di ispirazione

. Conserva dipinti di scuola napoletana, un organo seicentesco funzionante, un coro ligneo ed un altare maggiore con marmi policromi. Particolarmente interessanti risultano i sotterranei affrescati, destinati alla sepoltura dei frati.

con tratti pseudo-cufici; Di solito le scritte sono prive di significato, anche se a volte le scritte venivano copiate da testi arabi. Lo pseudo-cufico veniva usato per decorare prodotti tessili, aloni religiosi o cornici. In molti dipinti di

fatti realizzare durante i lavori di fondazione dell'edificio. I dipinti a pian terreno sono realizzati in quest'ordine: lungo la parete di sinistra, dall'ingresso fino all'altare maggiore ci sono tre dipinti che raffigurano

della navata centrale e le travature delle navi minori sono decorate con intagli e dipinti di stile arabo. In ogni spicchio sono presenti stelle lignee con rappresentazioni di animali, danzatori e scene di vita della corte

ottiene dal priore del convento di San Pablo a Siviglia, poi trasformato in chiesa della Magdalena, la commissione di dipingere ben ventun dipinti in otto mesi: quattordici attinenti alla vita di san Domenico e sette a rappresentazioni di Dottori della Chiesa. In gran parte dispersi e irreperibili a seguito della guerra napoleonica del

che li coprono fino alle ginocchia. Come armi posseggono lance di frassino dalle punte scintillanti, una grande spada legata alla cinta, e portano legati alle spalle degli scudi dipinti. Alcuni posseggono anche archi, con frecce dalle piume grigie. Le due sentinelle a guardia del palazzo d'oro di

Dati i complessi rapporti stilistici all'interno della bottega, non risulta facile distinguere gli apporti personali di Giulio Romano in tali opere, tanto che esiste un corpus di dipinti e disegni di discussa attribuzione tra lui e Raffaello, tra cui, per esempio, il

. Il soffitto era costituito da cassettoni in legno con cornici dorate. Dall'altare maggiore si poteva accedere agli ingressi della sagrestia dove si trovavano due dipinti settecenteschi, uno raffigurante

a Cagliari a un artista napoletano, Alessio Truisi o Troisi), otto dipinti raffiguranti storie e miracoli di santi gesuiti, ad opera sempre di Giacomo Altomonte e Domenico Colombino. sulla sinistra troviamo santo Stanislao Kostka (NB: patrono dei novizi gesuiti) ritratto mentre a Vienna riceve la comunione direttamente da un angelo, alla presenza di santa Barbara; poi san Luigi Gonzaga venerante la

: edificata nel XVI secolo in sostituzione della chiesa dell'Angelo diventata ormai obsoleta, essa rappresenta uno degli edifici principali della cittadina. In questa sede viene celebrata ogni anno la festa patronale dedicata a san Michele. All'interno della struttura sono presenti i dipinti di

; al suo interno sono presenti numerose tracce degli affreschi risalenti agli inizi del XVI secolo, riaffiorate durante i restauri novecenteschi; l'edificio ospita inoltre alcuni dipinti ad olio, tra cui la grande tela raffigurante il

Il primo nucleo di opere donate da Mellon, centoventuno dipinti e ventuno sculture, venne ceduto assieme ai fondi per la costruzione dell'edificio museale, da edificare in un terreno scelto appositamente sul Mall, tra il

, gli unici di questo pittore, noto soprattutto per i suoi dipinti a olio. Il palazzo incorpora sul retro una torre, forse preesistente; quanto restava del suo vasto giardino scomparve con l'apertura di via Cantore.




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Ultimo aggiornamento pagina:

07 Marzo 2021

14:44:08