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Frasi che contengono la parola cinquecentesco

. Il restauro di questo ambiente e degli altri locali del piano ha anche permesso alcune importanti scoperte archeologiche sulla storia del palazzo, come resti di edifici medievali inglobati nella mura del palazzo cinquecentesco e le fondamenta di un grande torrione

cinquecentesco alle spalle dell'altare maggiore. Nelle cappelle laterali sono scolpiti altari in cui ricorre la figura del leone come emblema della forza. Il convento, compromesso dal lungo periodo di abbandono dopo la sua soppressione, conserva i resti del

. In questo quadro, si colloca probabilmente la costruzione -o l'ammodernamento- di quella che fu chiamata rocca Orsini, e che occupava sostanzialmente la medesima superficie dell'attuale palazzo cinquecentesco.

I prospetti, in stile neogotico, sono rivestiti quasi interamente in laterizio, ad eccezione del primo livello della facciata principale, intonacato; al centro di quest'ultima si eleva il mastio cinquecentesco; coronata dalla merlatura a

a incorniciare il portale. Le figure sono dinamiche e massicce, e occupano le formelle per tutta la loro altezza nascondendo sia paesaggi sia ambientazioni architettoniche. In queste scene raggiunge esiti espressionistici che scavalcheranno tutto lo stilema rinascimentale quattrocentesco per approdare al manierismo cinquecentesco. I rilievi desteranno ammirazione nel giovane

, pittore nato a Solofra, e del padre Giovan Tommaso. Le tele sono inserite in un cassettonato ligneo, intagliato dalla stessa bottega del pittore. Nella collegiata sono presenti anche tante altre opere importanti, tra cui l'organo cinquecentesco, la pala d'altare del

e da allora sempre ripetuto: altre caratteristiche della sagra sono il corteo di carri allegorici, tradizione in auge prima della seconda guerra mondiale ed oggi quasi del tutto scemata, e soprattutto il corteo storico in costume cinquecentesco, realizzato per la prima volta nel

circondato da sei ordini di mura, l'oratorio, il pozzo, diversi saloni affrescati e un loggiato cinquecentesco. All'esterno della fortificazione si trovano alcune grotte, originariamente sede di una

(anticamente la Strada Maggiore, che da Porta Paganica, presso il castello cinquecentesco, da nord porta a Piazza Duomo), il corso Federico II, che da Piazza Duomo a sud portava a Porta Napoli, e poi le due vie trasversali di corso Umberto I a ovest, che attraversa i due rioni San Pietro e Santa Maria, diventando poi via Andrea Bafile e via Roma fino a Porta Barete, che incrociandosi al corso Vittorio Emanuele presso il

. Al progetto cinquecentesco si deve poi l'aggiunta delle due ali laterali del palazzo a formare un cortile che dava sul giardino privato della villa; all'interno sono presenti dei frammenti di affreschi degli artisti fiamminghi che lavorarono nel cantiere

(la torre a pianta quadrata era stata sostituita dal bastione cinquecentesco) dagli ingegneri Graziani e Francesco Parodi, con il supporto degli scultori Allegro e Marc'Aurelio Crotta per la parte decorativa, con la supervisione dell'architetto

Ad essa sono affiancati due strutture innalzate in epoche differenti, ma facenti sempre parte dell'edificio religioso: sulla sinistra un grande cappellone cinquecentesco a forma cubica sulla quale spicca una cupola addossata alla facciata stessa. Sulla destra il

, era precedentemente un convento dei frati Minori Osservanti di San Cataldo. Oltre al prospetto in stile ottocentesco, gli interni presentano un chiostro cinquecentesco con archi ogivali tardo-gotici su pilastri, con diverse finestre a due livelli in stile

e dagli stemmi dei rettori veneti. Ai lati si possono ammirare i bastioni di San Faustino (a sinistra) e di San Marco (a destra). Varcato l'ingresso, seguendo il percorso a destra si raggiunge il bastione di San Pietro, incontrando anche un pozzo cinquecentesco al quale sono stati apposti, nel

che sovrasta il portale d'ingresso affiancato da due leoni in atteggiamento feroce. Al periodo cinquecentesco risalgono le statue dell'Angelo nunziante e della Madonna Annunziata, poste nelle nicchie, e i motivi ad

Villa De Besi, Danese, Maggiore, a Pedemonte (XVII secolo). L'edificio ha visto diversi cambiamenti nel corso della sua storia. Oggi si presenta come un unico corpo abbellito da un porticato e da una loggia al piano superiore. All'interno, un camino cinquecentesco e sale affrescate.

Superato San Pietro, con l'omonima chiesa, si raggiunge Prabernardo, dove una deviazione conduce a Schieranco. Proseguendo sulla via principale si incontrano Madonna, con la sua cinquecentesca chiesa della Beata Vergine del Carmine; Locasca, con la chiesa di San Francesco e della Madonna della Neve (XVII secolo) e Rovesca, con il cinquecentesco oratorio di San Gottardo. Superate queste frazioni si raggiunge

cinquecentesco. Essa fu evidenziata con due archi all'inizio e alla fine del presbiterio. La sua decorazione richiese quasi un secolo di tempo per essere portata a termine, a causa soprattutto dei costi del ricco materiale utilizzato: essa fu ultimata con la messa in opera della pavimentazione in marmo nel

Il prospetto mantiene ancora oggi sostanzialmente il carattere cinquecentesco, e si presenta organizzato su tre assi per cinque piani, l'ultimo frutto di una soprelevazione ottocentesca. Le finestre si presentano allineate sulle cornici

Lungo il percorso delle due vie, si incontrano alcune abitazioni di pregevole fattura, con finestre e portali in arenaria, e una bella casa torre, risalente all'incirca al XV secolo che, nonostante i rimaneggiamenti, conserva ancora ben visibile la struttura originaria. In questa casa torre, secondo un'indagine recente, visse il poeta cinquecentesco

. Nella cappella di destra, sul cinquecentesco altare, un moderno Sacro Cuore di Antonio Ferro. Sulla parete tondi ad altorilievo del XIV-XV secolo. Sopra la porta della sacrestia monumento funebre di

del coro) da Cristoforo Rocchi. L'interno alquanto spazioso e luminoso della sacrestia ospita un cospicuo arredo ligneo ed un elegante apparato decorativo a fresco. Tra le due finestre troviamo un affresco cinquecentesco raffigurante la

Accanto sopravvivono di epoca medievale il dispensario e il refettorio dei conversi, che nel XV secolo fu suddiviso in quattro stanze, ognuna coperta da una volta a botte lunettata; in adiacenza si trova uno scalone cinquecentesco a doppia forbice in stile rinascimentale, accessibile attraverso un colonnato marmoreo d'

Palazzo Gervasi. Palazzo cinquecentesco con un ricco portale seicentesco, stemma e balaustra sovrastante. Lo stemma, raffigurante un castello a tre torri quadrate con le iniziali L.C., si riferisce alla famiglia

. L'interno presenta un altare a blocco scolpito nella pietra, alcune tombe con resti umani, silos per la conservazione del grano, un cinquecentesco fonte battesimale e un'acquasantiera incastonata nella roccia recante la data in lettere greche IBYZ (

(o San Domenico), su edificio precedente a sua volta sorto su ruderi di un tempio romano. La chiesa ha una semplice facciata a cuspide con portale ogivale e campanile con ottagono cuspidato; l'interno, ad una navata, rifatto nel Seicento, conserva un coro ligneo cinquecentesco e tavole e affreschi dei secoli XVII e XVIII. Nella base del campanile sono inseriti metope e triglifi dell'antico tempio pagano. Nell'annesso ex-convento, oggi sede del

Questo presunto innalzamento cinquecentesco del sarcofago, invero assai complicato sia per dimensioni che per peso del medesimo, avrebbe portato la tomba del Maggi ad armonizzarsi e normalizzarsi con gli altri esempi di monumenti funebri presenti nel duomo vecchio, tutti murati e sostanzialmente utilizzati come decorazioni parietali, come il caso del

La piazza del piccolo paese offre uno scorcio particolarmente suggestivo, rettangolare, di sapore cinquecentesco, in fondo alla quale sorge l'antichissima piccola Parrocchiale dedicata a San Giovanni Evangelista, del XVI secolo

Le prime due botteghe del ponte poste sulla sinistra provenendo da Por Santa Maria (corrispondenti a due archi della fabbrica trecentesca) si trovano in una zona profondamente trasformata dall'innesto su questa cantonata del cinquecentesco

, sopra al quale sono poste delle armi in passato utilizzate da membri della famiglia Dal Verme. Lungo la scala che conduce al piano superiore si trova un affresco cinquecentesco rappresentante la Madonna con il bambino

(l'autorizzazione che veniva rilasciata per popolare e/o costruire nuovi centri abitati): questo si spiega con il fatto che gli abitanti del centro cinquecentesco dovevano essere gli stessi che vivevano nel villaggio abitato fin dai tempi degli Arabi.

Per quanto concerne le trasformazioni avvenute nel tempo della nona casa della schiera, si rileva come la nostra fabbrica mantenga ancora sostanzialmente il disegno cinquecentesco, fatta eccezione per la soprelevazione di un piano e l'apertura di nuovi sporti al terreno. Tuttavia le integrazioni ai materiali originari e le nuove tinteggiature hanno in parte fatto perdere all'edificio le caratteristiche originarie

, conserva ancora sostanzialmente il disegno cinquecentesco, fatta eccezione per la soprelevazione di due piani e l'apertura di nuovi sporti al terreno. Tuttavia le integrazioni ai materiali originari e le nuove tinteggiature hanno in parte fatto sfumare le caratteristiche originarie

Del primitivo palazzo cinquecentesco rimangono alcune tracce all'interno della parte centrale, come il balcone con le colonne su via Pucci. Le ragioni dell'attribuzioni all'Ammannati sono alcune somiglianze con i vicini

si accompagnava comunque una libera iniziativa privata. Con la fine delle prime a seguito del declino commerciale cinquecentesco e la contemporanea creazione di una stabile marina da guerra, la flotta mercantile veneziana rimase completamente in mano all'iniziativa privata.




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Ultimo aggiornamento pagina:

05 Gennaio 2022

03:46:25