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Frasi che contengono la parola cinquecento

, quando furono rifatti i braccioli, i sedili e le mensole degli stalli del primo ordine. Il grande leggio ligneo, usato per appoggiare i codici miniati con i canti liturgici, risale al Cinquecento e reca lo stemma dei

fatto erigere nel trecento e rimaneggiato nel cinquecento. Attuale sede dell'amministrazione comunale presenta, fra le parti di notevole pregio, un chiostro con fontana monumentale e volte affrescate.

e alla chiesa della Madonna della Sughera la cui costruzione fu iniziata da Agostino Chigi agli inizi del Cinquecento. Recentemente restaurato, ospita il nuovo museo civico e la biblioteca comunale di Tolfa. La chiesa della Madonna della Sughera, fu costruita attorno ad un albero di

Chiesa di San Francesco Saverio (Badia), originaria del Cinquecento, restaurata nel Settecento, ricca di bellissimi stucchi, visitabile nel tardo pomeriggio dei giorni feriali, quando ivi si celebra la SS.Messa per le

Al pari di altre regioni dell'Europa continentale, nel Cinquecento anche l'Inghilterra si trovava separata dall'Italia, ma anche in Inghilterra vi fu almeno un esempio precoce di stile italiano: la tomba di

o il mostrare buonsenso. Ci sarebbero cinquecento colleghi che mi farebbero notare immediatamente che il neretto va contro le regole (a parte la parte dell'incipit) e quindi non e' il giusto modo di wikificare una voce che correggerebbero senza esitazioni. Ed e' proprio per il buonsenso o proprio perche' le convenzioni standard sono di

Erano provvedimenti che tagliavano in modo radicale i ponti con un passato secolare (alla corte di Vienna, per tutto il Cinquecento e Seicento, l'italiano era stata la lingua di cultura dominante), e che, oltre a provocare un flusso di proteste immediato, dovettero ben presto essere accantonati.

Palazzo Floridi (via Tor di Floridi). Ancora un palazzo d'epoca medievale, di cui addirittura si conserva la svettante e compatta torre in blocchi regolari di tufo. Nel Cinquecento l'architettura sangallesca si impone a ridisegnare la lineare facciata, col suo portale bugnato e le aperture simmetriche.

, si ebbero non meno di cinquecento scontri violenti fra la guerriglia palestinese e le forze di sicurezza giordane. Rapimenti e atti di violenza contro i civili si svolsero di frequente. Il capo della Corte Reale giordana (e in seguito primo ministro)

, si assiste all'inedito innesto di elementi siciliani nella scultura appulo-lucana del Cinquecento, caratterizzata da forti propensioni classicizzanti. Specialmente nel Salento si verifica questo elemento, prima dell'esplosione artistica del

. Si tratta di uno dei grandi fabbricati che hanno caratterizzato l'architettura romana ed uno degli anfiteatri antichi giunto a noi con il miglior grado di conservazione, grazie ai sistematici restauri eseguiti fin dal Cinquecento; proprio per questo motivo, nonostante le numerose trasformazioni subite, esso consente al visitatore di poter facilmente comprendere la struttura di questo genere di edifici.

vigenti all'epoca, che permettevano la pubblicazione parziale di una raccolta da parte di altri editori senza pagare i diritti d'autore, le sue ballate finirono per essere pubblicate in migliaia di copie sui giornali, dandogli una fama ben maggiore di quella che avrebbe avuto dalla pubblicazione del suo libro. Mentre la prima edizione vendeva cinquecento copie, una buona tiratura per un libro a quell'epoca, giornali come

In seguito il materialismo atomistico, con l'avvento del Cristianesimo, cade in un lungo oblio. Viene un poco ripreso nel Cinquecento il pensiero epicureo e lucreziano, ma principalmente per l'etica. Il Seicento vede invece una ripresa dell'atomismo fisico soprattutto da parte di

Nel primo piano ci sono varie mostre e una libreria di manga consultabile, comprendente cinquecento opere di Tezuka (sono presenti varie edizioni). Si trovano inoltre una video libreria e un atrio con decorazioni ispirate a

Si trova nella zona del cimitero, e risale al Quattrocento, costruita dalla famiglia teatina Anelli, poi passata ai Fieramosca nel Cinquecento. La torre ha pianta quadrangolare, realizzata in muratura e mattoni, con il coronamento superiore a merli.

nelle campagne), accresciuta dalla lavorazione del ferro e dalla produzione di armi e cannoni che nel corso del Cinquecento fecero di Milano tra le prime e migliori produttrici di armi da fuoco in Italia. Notevole fu la

), dodici staffieri, tre bussolari, dieci addetti al montaggio delle tende, due cuochi, sei stallieri, sei portatori, ventiquattro trombettieri e ancora siniscalchi, credenzieri, dispensatori, apparecchiatori, fornai, uscieri, sellai, barbieri, sarti e calzolai per un totale di quasi duecento persone su circa cinquecento cavalli che occupavano una sessantina di tende. A esse si aggiungevano i tre cancellieri generali ducali

, agli inizi del Cinquecento le abbazie benedettine inglesi erano spopolate e il livello morale dei monaci piuttosto basso. Tuttavia i benedettini continuavano a esercitare una notevole influenza sulla vita ecclesiale e civile inglese: ventiquattro abati sedevano di diritto in parlamento e altri sedici avevano il grado di baroni del Regno; le sedi vescovili di nove delle sedici diocesi inglesi del tempo erano abbazie benedettine e i monaci avevano un ruolo importante nell'elezione dei vescovi.

Sebbene sia noto come esegeta aristotelico, il Trissino si era formato, invece, sul finire del Quattrocento e nei primi del Cinquecento nelle capitali culturali italiane sature di cultura neoplatonica e mistica: non ci riferiamo solo agli anni a Milano presso il Calcondila (amico di

Il parco, adiacente all'ex convento di Santa Maria delle Grazie, fu fatto costruire nel Cinquecento da Andrea di Capua. Svolse per circa due secoli la funzione di riserva delle erbe che i monaci del convento utilizzavano per la creazione di medicinali naturali. Nel

. Sostanzialmente, la Chiesa Cattolica opera una purificazione di tutte le tematiche pagane del primo cinquecento per dare il via ad un umanesimo cristiano che trova i suoi centri propulsori nei collegi gesuiti

, mentre gli ovali a monocromo sono ormai poco leggibili. Di notevole bellezza le tele alle pareti, opera dei maggiori autori del secondo cinquecento a Venezia. Un tempo le pareti erano ricoperte di cuoi dorati.

La questione rimase tuttavia irrisolta fino all'inizio del Cinquecento, quando fu indetto un concorso per il completamento del tamburo. Al concorso presero parte diversi architetti, ognuno con propri modelli lignei:

. Gli altri due stemmi sono stati voluti da Pietro da Toledo e dall'arciprete Salazar, a cui si devono i lavori di ristrutturazione ed ampliamento del Cinquecento. Spostandosi ancora a sinistra vi si trova una

. Inutilmente gli aversani chiesero a re Alfonso di Aragona il ritorno di Caivano sotto il loro diretto dominio. Nel Cinquecento, come risulta anche da una testimonianza in lingua spagnola, l'abitato era composto da tre nuclei: Caivano, il Borgo Lupario e il borgo S. Giovanni. Fino al

Nel corso del Cinquecento la loggia perse l'originaria funzione, una volta venute meno la struttura democratica, per divenire una sorta di museo all'aperto delle sculture della collezione medicea. Nel

, un popolo precolombiano sterminato nel Cinquecento dai Conquistadores: il sacerdote disponeva la vittima ancora viva su un altare collocato in cima ad un alto tempio, con un coltello di pietra le strappava il cuore e lo offriva al Dio del sole,

, Rai, La Rai per la cultura, codice UDOC); Il Cinquecento / Il Seicento / Il Settecento / L'Ottocento. Foscolo e Leopardi / L'Ottocento: Manzoni / Il Novecento: prosa / Il Novecento: poesia (oggi compresi nel cofanetto

che potevano appropriarsi del diritto e dare risposte molto libere, era il primo aspetto negativo di un sistema in cui mancava un riferimento legale testuale sicuro. A causa del sistema aperto il coordinamento e l'integrazione delle fonti risultava difficile. Se ipotizziamo uno schema che inquadri la gerarchia delle fonti da seguire dalla fine del Cinquecento in poi avremmo al primo posto il diritto del

ed oggi sono molto sciupati, sia per l'azione degli agenti atmosferici che per alcuni sfortunati interventi di restauro; nella stessa sala sono anche esposte copie eseguite nel tardo Cinquecento da vari artisti:

e non incontrarono resistenza. Lo sceicco tribale al comando dei cinquecento uomini incaricati di difendere l'esterno del palazzo era stato convinto dagli inglesi a ordinare ai suoi uomini di ritirarsi prima dell'attacco. Il resto del golpe venne effettuato prevalentemente dalle truppe arabe al fine di mascherare la portata del coinvolgimento degli stranieri nell'operazione. Durante il fatto,

venne inviato presso l'alleato Ludovico Sforza con il compito di assisterlo nelle operazioni militari contro i francesi, al comando di una guarnigione di cinquecento armati. In quell'occasione prese parte alla

Come anche nel Cinquecento, nel Seicento i bambini vestivano come adulti: le bambine delle classi sociali medie indossavano grembiule e cuffietta, come le madri, mentre i bambini portavano comodi pantaloni al ginocchio che permettevano loro di giocare. All'epoca anche le bambine cominciarono ad usare il fazzoletto, il cui ricamo o orlo era il primo lavoro di cucito da loro imparato.

Tuttavia, l'influenza dei problemi pratici sullo sviluppo delle idee scientifiche e sulla visione del mondo nel Cinquecento non deve essere sopravvalutata. La tecnologia e la scienza pura avevano punti di contatto, ma di solito si ignoravano reciprocamente, e gli sviluppi raggiunti nelle tecniche di tintura dalla chimica applicata, ad esempio, non ebbero alcuna incidenza sulla chimica pura.

I nuovi spazi museali (sala verde e sala rossa) si snodano su due piani, presentano una significativa raccolta del tardo manierismo siciliano, della pittura seicentesca e del realismo. La sala verde illustra opere del tardo manierismo di impronta controriformista, attraverso la produzione di artisti siciliani attivi a cavallo fra il cinquecento e il seicento:

Per tutto il Cinquecento e fino all'Ottocento in tutti i palazzi reali e le corti si poteva trovare un cavallerizzo che insegnasse al signore e alla sua corte l'arte dell'equitazione. Claudio Corte, nobile pavese che aveva imparato l'arte dell'equitazione a Napoli, divenne cortigiano di

fu costruita in sostituzione della cappella di palazzo eretta dai cistercensi che sorgeva su un'area oggi occupata dal castello Ruspoli e che venne demolita per far posto ad un ampliamento dello stesso avvenuto nel Cinquecento.

. Enclave bolognese in territorio ravennate, gli abitanti di Castel Bolognese godevano di una condizione privilegiata in fatto di dazi. Nel corso del Cinquecento il paese divenne meta di trafficanti e contrabbandieri verso la

La Cappella Serragli o del Sacramento si trova a sinistra del presbiterio e vi si accede da un portale barocco. Venne iniziata verso l'ultimo decennio del Cinquecento e dedicata all'esaltazione del mistero dell'

La prima chiesa era a croce greca, con maestosa cupola, su progetto dell'architetto Giuseppe Marchelli di Modena, e un secolo dopo, la Chiesa fu trasformata a croce latina. La chiesa conserva un dipinto raffigurante uno dei miracoli avvenuti, un quadro a tempera raffigurante la Madonna con gli emblemi della Concezione, Santa Maria Maddalena, Santa Caterina Vergine e martire, e alcuni angeli. L'armonico edificio conserva alcuni pregevoli arredi sacri e una predella in legno, del Cinquecento, raffigurante l'Eterno Padre con angeli, attribuita alla scuola del Ghirlandaio.

All'interno del perimetro un complesso edificio contenente l'appartamento del papa e un cortile d'onore con un doppio ordine di paraste doriche e ioniche che inquadrano archi e che rappresenta uno dei primissimi esempi di questa soluzione tipica del primo cinquecento e ripresa dell'architettura romana.

Non sono noti il luogo e la data di nascita del pittore, che in base ai documenti a disposizione si considera nato a Milano negli ultimi anni del Cinquecento. Apparteneva ad una famiglia di pittori originaria di Busto Arsizio, cui apparteneva anche uno dei suoi maestri,

Nel corso del Cinquecento si realizzarono gli archi in pietra serena che delimitano gli altari, al posto di vere e proprie cappelle per via del poco spazio, per la decorazione dei quali furono commissionate nuove opere, come la pregevole statua lignea di

Gli anni Ottanta del Cinquecento sono, per Annibale, anche anni di viaggio e saranno soprattutto due i soggiorni che ne segneranno i futuri sviluppi artistici. Prima Parma, dove il Carracci perfeziona la sua conoscenza della pittura del

. Tra queste, particolarmente suggestivi sono due ritratti di donne cieche (dei primi anni Novanta del Cinquecento), verosimilmente dipinti per una pia istituzione bolognese, dedita all'assistenza dei non vedenti, fondata dal cardinale

Donald Posner, tra i maggiori studiosi del Carracci, ipotizza, sulla base dell'analisi stilistica delle opere giovanili di Annibale, che egli possa aver svolto un breve allievato, sul finire degli anni Settanta del Cinquecento, presso la bottega di

di patronato della famiglia Petroni, al momento in cui il rettore Tommasi soppresse, con il consenso della stessa famiglia Petroni, l'altare preesistente e dette inizio alla costruzione della cappella attuale alla fine del Cinquecento, inglobando quindi il monumento sepolcrale pensile.

Negli anni seguenti Padova perse il ruolo di irradiatrice culturale soppiantata dalla vicina Venezia. Per tutto il Cinquecento si registrarono eventi artistici di rilievo, ma con un ruolo praticamente passivo, in cui gli artisti stranieri lasciavano i propri capolavori prima di ripartirsene. Qui vennero

viene attribuita la terracotta policroma posta all'altare maggiore. Da segnalare anche il pulpito in legno del Cinquecento. La facciata presenta il portale in stile romanico (rifacimento) e in alto una monofora romanica originale.

, oltre al complesso religioso di Santa Giusta, risalente al Cinquecento. Il centro storico di Calangianus rappresenta uno dei massimi esempi di architettura gallurese, caratterizzato appunto da palazzotti granitici collegati tra loro da strette e irregolari strade, anch'esse granitiche.

centrale da cui si dipanavano quattro dormitori, la biblioteca e l'archivio. Al piano superiore erano sistemate le stanze per i novizi e per gli studenti con un'ampia terrazza. Nel Cinquecento la chiesa fu rifatta su disegno di

Agli anni trenta risale l'aggiunta delle sale del Colosso e dell'Anticolosso (attuale biglietteria), destinate a ospitare le pale di grandi dimensioni del Cinquecento fiorentino. Dopo la seconda guerra mondiale, col riordinamento degli Uffizi, vennero ad avanzare alcune tavole di grande formato del Perugino (

, risale la riorganizzazione delle sale del Colosso e dell'Anticolosso, destinate a riassumere le vicende artistiche a Firenze tra Quattro e Cinquecento, che venne ridefinita solo nei primi anni ottanta, quando fu smantellata la seconda sala per fare spazio alla nuova biglietteria e alla libreria, con le opere di

I figli Alvise e Vincenzo, nell'ultimo decennio del Quattrocento e nel primo del Cinquecento, furono assunti e stipendiati continuativamente come mosaicisti della basilica di San Marco. Essi hanno reintegrato nello stile antico alcuni mosaici danneggiati dal tempo e hanno anche tradotto in mosaici moderni alcune opere pittoriche ideate dal padre o da Cima da Conegliano (

. Tra le opere relative al secondo cinquecento all'interno della chiesa si possono trovare le ante d'organo di Carlo Urbino, il transetto destro affrescato sempre dal pittore cremasco e la pala della

nel Cinquecento non esisteva ancora, per cui il fronte principale si trovava su piazza San Fedele; mentre l'attuale ingresso principale in piazza della Scala fu eseguito solo nell'Ottocento come perfetta copia dell'altra facciata

, descritto anche da cronache dell'epoca per l'attenzione ai dettagli dell'oggettistica del quadro come i riflessi dell'armatura e la particolare resa dei merletti. All'apice della sua fama, tra fine Cinquecento e primi anni del Seicento, fu chiamato alla corte dei Savoia per dipingere la

venne trasferita a Campochiesa la sede parrocchiale precedentemente situata a San Giorgio. In questo periodo venne ampliata la sede dell'attuale parrocchia campochiesina e dell'oratorio adiacente, di cui gli affreschi originali risultano essere del Cinquecento. Nella chiesa era presente un dipinto del

Il reparto maschile ha tre ingressi: uno lungo via delle Terme, che immette direttamente nello spogliatoio, uno lungo via del Foro, nel quale furono rinvenute oltre cinquecento lucerne, conservate al

agli inizi del Cinquecento. Una prima testimonianza di messa in scena di uno spettacolo danzato legato ad un tema unitario si trova poi sempre in Italia, messo in scena durante il banchetto di nozze fra

circa), dai brillanti colori esaltati dallo sfondo nero, tipico della pittura fiamminga coeva. Ciascuna parete ha poi al centro una grande pala d'altare che nel complesso esemplificano le varie correnti dell'inizio del Cinquecento a Firenze: due di

ad est. Durante i numerosi assedi e saccheggi di Pavia dei primi decenni del Cinquecento tali borghi furono devastati ed alcuni, come i borghi di San Guglielmo e di Sant'Apollinare, scomparvero, mentre altri, come San Pietro in Verzolo, sopravvissero, seppur con meno abitazioni ed abitanti

viene messo in vendita a una tiratura limitata a mille copie. Tutte le copie vengono vendute in poche settimane e una ristampa aggiuntiva di cinquecento copie viene messa in vendita a partire dal tour

: fu una tela particolarmente apprezzata, specialmente da coloro che volevano recuperare la pittura quattrocentesca e del primo Cinquecento. Nel frattempo il fermento rivoluzionario che andava crescendo in Toscana dopo l'ascesa al soglio pontificio di

, e parte di questi fu lasciata presso la vicina colonia di Forum Iulii per non lasciare la costa completamente indifesa concentrando tutti gli uomini nella spedizione in terra. Si aggiunsero inoltre una coorte di Liguri e cinquecento reclute della

La chiesa parrocchiale avente il titolo di prepositurale, dedicata ai Santi Salvatore e Margherita, venne costruita nel Cinquecento sui resti di una chiesa medioevale risalente al XIII secolo. La facciata originaria venne progettata nel primo Seicento da

Il palazzo ha avuto uno sviluppo intorno al cortile posto sul retro del fabbricato con due lati porticati e due loggiati superiori, situazione tipica delle abitazioni bergamasche del Cinquecento. Sulla parte dei loggiati sono poste le sale di rappresentanza, accessibili da uno scalone poi eliminato. La facciata si presenta nella parte su via Pignolo e Pelabrocco con il grande portone d'accesso centrale e due finestre quadrate per lato complete di inferiate.

e composto da oltre cinquecento membri in rappresentanza delle organizzazioni sindacali fasciste e soprattutto imprenditoriali, dei ministeri economici e sociali, del Partito Nazionale Fascista e delle grandi opere nazionali.

Sono relativamente pochi i trattati di inizio Cinquecento che contengano informazioni sullo sviluppo della viola e del violino, e le loro testimonianze non forniscono particolare chiarezza. Descrizioni di strumenti ad arco senza tasti con tre o quattro corde accordate per quinte, verosimilmente riferite a strumenti della famiglia del violino o loro predecessori, compaiono nei trattati di

, eretta nel XII secolo sottostante l'abitato montaltese, rimaneggiata nel secolo successivo e in seguito ricostruita nel corso del XVI secolo. L'edificio fu sottoposto tra gli anni ottanta e novanta del XX secolo ad un lungo restauro da parte della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici della Liguria. Conserva pregiati affreschi databili tra il Trecento e il Cinquecento.

Inoltre quattrocento dipendenti pubblici, cinquecento dipendenti di aziende private, centocinquanta militari e duemilacinquecento professionisti, persero il posto di lavoro restando senza alcun sostentamento.

, oggi dedicata a san Giuseppe, si conserva in buono stato l'elaborata decorazione della cupola. Al di sopra della base ottagonale, si eleva una decorazione manierista a stucco con erme alate che si alternano a lunette sormontate da mascheroni, che le conferisce grazia e movimento. La soprastante decorazione ad affresco fu eseguita nel Cinquecento da

Sia entro l'area del castello che nel borgo sono numerose le abitazioni antiche, risalenti anche al Cinquecento e al Settecento, caratterizzate da vari elementi decorativi che ne ingentiliscono le linee, quali portali ad arco, finti

A seguito di queste riforme, quindi, anche vescovi e abati incominciarono a governare i loro possedimenti come veri e propri principi temporali, con l'aggiunta di godere inoltre delle prerogative ecclesiastiche, il che li rendeva molto potenti sotto diversi aspetti. La corruzione endemica e la decadenza che seguirono a questi atti furono tra le cause della riforma protestante nel corso del Cinquecento. La

Queste reciproche accuse (anche Ghiberti tace spesso sull'illustre collega) alla fine si possono far rientrare nel quadro del normale resoconto biografico, tra elogi e stoccate. Nel complesso comunque, il giudizio dei posteri su Ghiberti si rivela nettamente brillante. A partire dal Cinquecento, con

faceva entrare di diritto anche questa nazione nel sistema degli stati europei quale altra grande potenza. Sempre nel Cinquecento altri stati possono venire elencati tra i maggiori e principali del sistema, sebbene non al livello dei tre precedenti: gli Stati dinastici degli

Chiesa parrocchiale di Santa Lucia nel centro storico del capoluogo. Eretta in stile tardo barocco e ad unica navata, conserva l'antica fonte battesimale del Quattrocento e alcune tele databili tra il Cinquecento e il Seicento.

); la Porta Bitonto immetteva sulla strada che conduceva alla sede vescovile; a ovest si apriva il Portello (via Portello), in direzione di Palo del Colle, che vide accresciuta la sua importanza nel periodo del Ducato sforzesco; a sud c'era la Porta del Suburbio (via Donato Olimpio). Con l'inglobamento, nel Cinquecento, del Suburbio entro le mura cittadine, questa porta perse d'importanza e rimpiazzata con la Porta la Staccata (fine di via Conte Rocco Stella). Nel Seicento venne spostata la Porta di Bari (in via Porta di Bari) e venne aggiunta la Porta delle Beccherie (a nord-est di Piazza Sedile)

nella chiesa parrocchiale antica di Altavilla (Sant'Urbano), sul muro esterno della parete fece apparire il suo stemma a bucranio entro corona di grosse perle. Il padre di Bianca, Francesco Chiericati, fu comandante di cinquecento fanti e nel

di Palma il Giovane e un intaglio in legno dorato su fondo blu anch'esso risalente al primo Cinquecento. Completa la decorazione della sacrestia, sopra all'ingresso esterno, un altro quadro della scuola del Veronese raffigurante

, probabile compagno di Bramantino a Roma, fu l'altro grande protagonista della scena lombarda del primo Cinquecento. La sua formazione si basava sull'esempio dei maestri lombardi della fine del Quattrocento (

Chiesa di San Francesco Saverio (Badia), originaria del Cinquecento, restaurata nel Settecento, ricca di bellissimi stucchi, visitabile nel tardo pomeriggio dei giorni feriali, quando ivi si celebra la Santa Messa per le

Cappella dei Santi Giacomo e Filippo nella borgata di Pallareto. Costruzione a pianta rettangolare ad una navata. All'interno affreschi plausibilmente databili al maturo Cinquecento che confermerebbero che la distruzione della cappella dei Santi Mauro e Gottardo, sicura traccia dell'antica presenza benedettina a Murialdo, avvenne verso la fine del XVI secolo

nella frazione di Orco, presso l'omonimo colle. Costruita tra il XII e il XIV secolo, presenta al suo interno pregiati affreschi del Quattrocento e del Cinquecento. L'adiacente campanile, a due ordini di bifore, venne eretto nel XIV secolo.

. Genova era una capitale commerciale e, alla fine del Cinquecento, gli avvisi erano dei tipici fogli commerciali: contenevano gli orari degli arrivi e delle partenze delle navi, notizie sul traffico ed i prezzi delle merci. Non mancavano di riferire le mosse dei

. Eretto su preesistenze trecentesche, per quanto lo si possa far risalire nella sua configurazione di palazzo al Cinquecento, mostra attualmente i caratteri conferitegli da un radicale intervento di ripristino diretto dall'architetto

, permettono di ottenere informazioni circa il numero di abitanti e le loro relazioni negli ultimi cinquecento anni. Nel secondo dopoguerra viene certificata l'esistenza dei seguenti registri presso la

La torre di Luccoli, inglobata nelle ultime mura medioevali, venne infine demolita per dare spazio al bastione di Luccoli delle mura del Cinquecento, quest'ultimo poi modificato dalla realizzazione della

al pianoforte in relazione con gli stilemi operistici, sull'estetica della musica romantica tedesca confrontata con la letteratura contemporanea, sulla musica e le Riforme del Cinquecento, sulla teologia della musica etc.

, si apprestarono frettolosi lavori di restauro che portarono alla demolizione delle prime due cappelle della navata destra. In quell'occasione venne rinvenuta, sulla parete del campanile, un frammento di affresco del Cinquecento, oggi quasi totalmente dilavato dalle intemperie. Si intervenne anche sulle linee della facciata, chiudendo le porte laterali e sostituendo il lunettone tardo barocco con un

, ritrovato nel Cinquecento in contrada Grotticelle, dove sono note anche altre testimonianze del periodo romano, e il Rilievo delle Vestali, raffigurante sacerdotesse nell'atto di offrire un sacrificio, in presenza di una figura maschile togata

nella cappella di famiglia, accanto al padre, e qui i suoi resti rimasero fino alla fine del Cinquecento quando, in occasione del rifacimento del tempio, furono traslati nella Chiesa di San Salvador. Tutt'ora i suoi resti riposano nel monumento funebre realizzato da

e di notevoli reperti (armature, fibule, lame di pugnale, vasellame) testimoniano la presenza in questo territorio di un insediamento umano fin da cinquecento anni prima di Cristo. Esistono, inoltre, le prove del perdurare della vita durante l'

(anche Brandi o Librandi), unico esempio parzialmente integro di porta civica praticata nella cinta fortificata che cingeva il paese. Su di essa fu edificato nel cinquecento il Palazzo Leonardis, poi Morgia e infine posseduto dai Malavolta.

al pianoforte in relazione con gli stilemi operistici, sull'estetica della musica romantica tedesca confrontata con la letteratura contemporanea, sulla musica e sulle Riforme del Cinquecento, sulla teologia della musica etc.

, che le vetriate dei finestroni era tutte distrutte, che le volte delle navate erano crollate in molti punti e che, presso il cimitero, rimanevano solo parte delle rovine delle infermerie, demolite all'inizio del Cinquecento. Nel

il centro abitato era il Borgo Villa, sul colle omonimo, cinto di mura nelle quali si aprivano tre porte, di cui ne rimane solo una. A partire dal Cinquecento l'insediamento si estese lungo la via Pozzomagna, fino a formare alle pendici del colle, il Borgo Ghiare. Successivamente si svilupparono Borgo Madonna, oltre il Belbo, e Borgo Impero al confine con l'

si diede vita ad un Centro Aeronautico tecnologicamente all'avanguardia, in grado di produrre motori per l'epoca tecnologicamente evoluti. Per migliorare le condizioni di vita dei dipendenti, per i residenti in zona, fu realizzato ex novo un intero quartiere con circa cinquecento abitazioni ognuna delle quali disponeva di un piccolo giardino, mentre per i forestieri fu costruito un

Qualunque sia il giudizio che si vuol dare del governo che in quel secolo venne a consolidarsi, sta di fatto che il cinquecento segna il sorgere della nostra aristocrazia, della nostra edilizia, della nostra letteratura. Dire che sono morti per la storia i tre secoli XVI, XVII e XVIII, per dedicare dei volumi ai secoli XIII - XIV - XV, significa dare troppa importanza alla guerra civile e poca o nessuna importanza all'economia, allo studio, al lavoro

secondo una concezione del tutto antitetica a quella risultante dal progetto Mazzoni: ad esempio, l'atrio-biglietteria e il bar-ristorante, che dovevano essere ospitati nel fabbricato lungo l'attuale via Giolitti, furono allocati nel corpo di fabbrica eretto in piazza dei Cinquecento caratterizzato dall'ardita

nei primi decenni del Cinquecento, si trova nel quartiere di San Teodoro, all'epoca appena fuori della porta di San Tomaso della cinta muraria trecentesca. Andato perduto il parco a monte per la costruzione della ferrovia e l'espansione edilizia, resta in parte il

. Il cantiere si protrasse a lungo e fu poi concluso dal Sansovino negli anni trenta del Cinquecento, prima di essere demolita nell'Ottocento. Testimonianze grafiche la ricordano come spartita da un binato di colonne libere su alti plinti, con un fregio e un ordine superiore con analoghe colonne binate, raccordato da volute laterali e concluso da un




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Ultimo aggiornamento pagina:

24 Agosto 2021

22:10:49