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Frasi che contengono la parola custodiva
Quelle messe in scena avevano connotati diversi: mentre con Scarpetta si rendeva omaggio al fondatore di una tradizione, quella tradizione che proprio il suo teatro aveva rinnovato, con Petito fu scelta sentimentale e di meditazione. Nello studio di Corso Vittorio Emanuele, Viviani custodiva con cura tre oggetti dal particolare valore simbolico: la sua testa scolpita da Gemito, le foto con l'autografo di Petrolini e un busto di Petito. Il ritratto di Gemito come segno dell'avvenuto successo (anche per quello che era costato); la foto di Petrolini, amico fraterno dall'epoca dei difficili inizi, come testimonianza dei sacrifici e delle lotte che quel successo era costato; il busto di Petito, nume tutelare e padre nobile, come solido ancoraggio alla tradizione
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ne fece una delle sue residenze preferite. Ben poco sappiamo delle vicende della chiesa in questo periodo ma, di nuovo grazie a Coronato, apprendiamo che ancora custodiva le spoglie del santo e che i Longobardi, di fede
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di San Vigilio, che custodiva le reliquie del santo tridentino. Nella stessa epoca fu eretto il palazzo episcopale e venne istituito il capitolo dei canonici della cattedrale. In epoca carolingia inizia una prima organizzazione territoriale della diocesi, con l'istituzione delle
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dell'Ordine, assieme ai feudatari che risiedevano nelle fortezze livoniane, formavano una classe nobiliare che gelosamente custodiva i propri privilegi ed impediva la formazione di una borghesia che costituisse un terzo polo oltre al clero.
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Si tratta di una chiesa a navata unica, con tetto a botte e due porte laterali, una per la sagrestia e la torre campanaria e l'altra per i fedeli: un altare centrale con tabernacolo e residenza del Santo e due laterali, le cui alcove dovevano essere coperte da due tele. Custodiva le statue di San Nicola e di Santa Lucia.
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, nella prima cappella a sinistra, con un nuovo altare decorato con intarsi di marmi policromi. Un tempo l'altare custodiva un dipinto con la Madonna del Rosario, realizzato dal pittore gallipolino Catalano prima del
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, posta a sette chilometri da Vieste. Questa chiesa era quanto rimaneva dell'antico borgo, e custodiva al suo interno custodita la Madonna di Merino, opera in tiglio dei secoli XIV-V, forse parte superstite di un'Annunciazione. SI attaccava l'immagine, dato che la chiesetta era realizzata dopo che alcuni marinai ne avevano rinvenuto il simulacro abbandonato sul lido di Scialmarino, immagine immediatamente divenuta oggetto di venerazione in tutto il territorio di Vieste e meta di frequenti pellegrinaggi.
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Ultimo aggiornamento pagina:
04 Gennaio 2022
15:51:31