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Frasi che contengono la parola capitelli
finemente lavorata. La facciata principale appare delimitata agli estremi da due paraste giganti di ordine dorico, e gli elementi dei capitelli e delle basi delle colonne e delle paraste sono in pietra di Nanto.
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Attualmente l'edificio prospetta sulla piazza con il porticato recuperato dai capitelli a foglie d'acqua, sotto al quale, in corrispondenza dei portoni d'accesso agli ambienti, sono tre lunette in terracotta invetriata di
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. Lungo gli stipiti si evoca ancora il potere civile, con la raffigurazione di quattro re, forse di stirpe carolingia: Ugo, Lotario, Lamberto e Berengario, i quali grazie ai benefici concessi all'abbazia, l'avevano accresciuta. Nei capitelli sono raffigurati a sinistra mostri dei
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I capitelli al livello della loggetta che, invece delle decorazioni fogliacee tradizionali, hanno motivi figurati con teste di animali, teste e mascheroni di uomini e donne e telamoni ricurvi sotto il peso del
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La rampa di destra conduce al loggiato posto sopra il cortile minore, del quale riprende la forma e la posizione delle colonne le quali, come nel caso del loggiato sopra il cortile maggiore, terminano con capitelli
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il presbiterio assunse una radicale trasformazione non nella disposizione dei vari elementi (erano sempre quelli del Concilio di Trento), ma nella forma e nello stile di essi: iniziarono ad apparire balaustrate con eleganti archetti sostenuti da colonnine con capitelli
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L'edificio si trova sul Corso De Michetti, in stile romanico negli esterni, con il bel portale strombato con lunetta affrescata, e uccellini scolpiti in maniera molto fine presso i capitelli e gli archi.
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Chiostro della Madonna delle Grazie: accanto al santuario, mescola stile rinascimentale e barocco, composto da pianta quadrangolare con pozzo centrale. Una parte del colonnato ha arcate gotiche, mentre le altre sono a tutto sesto, poggianti su pilastri con capitelli ionici.
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, oggi restano solo pochi ma notevoli resti incorporati nelle case e nei locali di servizio in piazza Santa Felicita: tre colonne in rocchi di marmo verde, con capitelli romanici di buona fattura, due delle quali sostengono ancora una
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A causa della diffusissima venerazione, troviamo immagini del santo, solitamente raffigurato come un anziano monaco dalla lunga barba bianca, nei codici miniati, nei capitelli, nelle vetrate (come in quelle del coro della cattedrale di
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, insediamento costruito dopo la conquista romana del territorio falisco. Numerose sono le sepolture a dado, a portico, a colombario a camera, arcosoli e una piazzola sacra, dove si concentrano gli imponenti resti di alcuni mausolei. Tipologie che mostrano ancora il permanere delle soluzioni architettoniche tipiche delle popolazioni preromane, innestate poi in quelle che sono le soluzioni tipicamente romane, come i mausolei appunto. Ricche soluzioni scenografiche saranno allora adottate con la conquista romana, come ad esempio le false murature, le lesene e i capitelli, scolpiti direttamente nel tenero tufo locale. Rimarchevoli sono i resti in alcune sepolture di parte dell'intonaco originario, con ancora evidenti i pigmenti della decorazione parietale.
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con l'aula divisa in tre navate da due file di possenti pilastri con sezione cruciforme alternati a colonne, dieci per parte, sormontate da capitelli con motivi zoomorfi e capitelli corinzi spesso recuperati da edifici romani preesistenti. Il
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, costruito verso la fine del XV secolo, fu la residenza dei Gonzaga di Luzzara. Conserva preziosi reperti costituiti da colonne sormontate da capitelli di pregevole fattura e decori pittorici abbruniti.
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Gli edifici abbaziali presentano decorazioni scultoree ed a rilievo marmoreo (chiavi di volta, capitelli, cornici) dei secoli XII-XIV in particolare nel chiostro, nella chiesa e nella sala capitolare.
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Chiesa di San Giorgio a Porcareccia: chiesa del XIX secolo, in stile rurale, a pianta rettangolare, con intonacatura esterna a calce bianca, portale pseudo romanico, campanile a vela, interno a navata unica decorato da paraste laterali con capitelli corinzi, e altare monumentale a nicchia con la statua processionale.
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Alla fine del secolo scorso verso la fine dell'Ottocento per l'apertura dell'attuale Corso Umberto I e dell'adiacente piazza Mancini (alle spalle della statua di Giuseppe Garibaldi) vennero abbattuti due antichi chiostri e parte di colonne e capitelli vennero collocati all'ingresso della chiesa di S. Aspreno inglobata nell'edificio del palazzo della Borsa in piazza Bovio. Le colonne sono tutt'ora visibili al pubblico.
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, ha pianta a croce greca ed un porticato con colonne di marmo e capitelli che riprende il motivo architettonico dell'interno. Le chiese a croce greca sono molto rare e sono sintomo del dominio culturale
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Menzione a parte per i numerosi edifici a carattere religioso che comparvero un po' dappertutto nel territorio lessinico: chiesette, capitelli, steli, piccole cappelle poste agli incroci delle strade, sono tutte manifestazioni della devozione religiosa degli abitanti che ancora oggi adornano il paesaggio.
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Molto originali sono i capitelli monumentali a nicchie e cuspidi con statue, che decorano i pilastri lungo la navata centrale, il transetto e l'abside. Alcuni capitelli sono a doppio registro, con statue di santi nelle nicchie sormontate da statue di profeti nelle cuspidi. Gli altri pilastri hanno decorazioni a motivi vegetali
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, lo scettro e la corona deposti a terra. Si riferisce alla penitenza che il vescovo di Milano, allora capitale dell'impero, impose all'imperatore per avere ordinato un massacro tra la popolazione di Tessalonica. L'episodio, frequentemente rappresentato, era inteso come metafora della subordinazione del potere imperiale a quello papale. Sopra il timpano spezzato dell'altare, retto da colonne in marmo policromo con capitelli in bronzo, sono statue di
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), un gruppo di putti, un sarcofago romano originale, capitelli e cippi ed il cenotafio della madre del Bordini, che in passato sono state attribuite, senza alcuna conferma documentaria, al noto scultore
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Le colonne in facciata hanno fusti monolitici e poggiano su basi ad anello ed hanno capitelli a due ordini sovrapposti di foglie acquatiche e palmette. Il secondo ordine della facciata era scandito da due
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. Sulla parete del volume intermedio e sui terrazzi laterali si aprono altre quattro luci, sempre decorate da timpani triangolari, due a destra e due a sinistra. In corrispondenza dei capitelli corre un
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, o imposta, ossia un elemento troncopiramidale che si sovrappone e a volte si fonde con l'abaco vero e proprio (in particolare nei capitelli ionici), e che strutturalmente costituisce le reni delle due arcate poggianti sulla colonna
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), per la presenza di un orologio maiolicato settecentesco, di recente ripristinato nelle sue funzioni. Il borgo presenta strutture romane e medievali fra colonne e capitelli dell'arce romana e antichi portali; sorto per contrastare le invasioni dal mare.
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e parzialmente restaurato: la casa si presenta con atrio, con diverse stanze intorno, anch'esse danneggiata durante la seconda guerra mondiale e un giardino con peristilio; sono stati inoltre rinvenuti resti di capitelli in tufo di
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. Sugli altri capitelli era raffigurato una sorta di compendio del sapere medievale, con vari soggetti: un capitello corinzio che dimostra una notevole comprensione dell'arte antica, uno con atleti, uno con un apicoltore, una serie con le
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presenta quattro colonne cilindriche sormontate da un frontone triangolare e dietro la vera e propria costruzione che supera in altezza il portico stesso. L'interno presenta una cupola su sedici colonne che presentano capitelli di stile
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, danneggiati dalla guerra. Nei registri della fabbrica dell'Ospedale sono ricordati i numerosi scalpellini, molti dei quali provenienti dalla fabbrica del Duomo, impiegati negli anni venti del Seicento nella vasta realizzazione delle decorazioni, capitelli, sottarchi, motivi vegetali e grottesche del fregio e soprattutto i busti emergenti dai tondi con Santi e personaggi del vecchio testamento, molti dei quali ricomposti dopo le distruzioni belliche negli anni Cinquanta del Novecento
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, realizzata con pilastri, capitelli e tre arcate poste nel cappellone, decorazioni fitomorfe, scudi con le armi del casato patrocinante, statue e busti di santi, scene raffiguranti episodi di vita di San Francesco d'Assisi, l'
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di spoglio (come gran parte dei marmi del rivestimento), con capitelli dorati che reggono l'architrave. Le pareti, tripartite da colonne e raccordate agli angoli da doppi pilastri scanalati in marmo, presentano un rivestimento marmoreo a due colori alternati in fasce e altre forme,
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Alcune immagini riprodotte nel mosaico non sono altro che la trasposizione - a due dimensioni - di figure scolpite sui capitelli o in rilievo sugli stipiti dei portali: si consideri l'esempio dell'animale leonino rappresentato, sul mosaico, con una sola testa e con quattro corpi, mentre sulle superfici di capitelli coevi, si ritrovano figure animali con i corpi riprodotti in modo simile su due lati del
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Testimonianze scultoree degne di nota sono i capitelli e le chiavi di volta provenienti dal palatium svevo (un modellino ligneo mostra al visitatore come si presentava in sezione); due leoni stilofori (uno firmato da Isidoro da Bologna); uno stipite di portale con rilievo leonino proveniente da
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presenta una cella a due navate e fronte del tempio con numero dispari di colonne, inoltre ha colonne con un'entasi ed una rastremazione molto accentuate, ed infine i capitelli sono fortemente schiacciati);
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Una successione di affreschi, nati verosimilmente con intenzioni di supplica o di ringraziamento da parte dei committenti, copre buona parte delle pareti delle navate laterali (ove sono visibili anche capitelli relativi al rifacimento del XII secolo) e sui pilastri che sostengono le
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, rialzato rispetto al piano di calpestio della basilica, presenta un peribolo attorno al coro su cui affacciano tre cappelle radiali. Alle pareti del peribolo si vedono capitelli cubici e tre colonne in parte scanalate, provenienti da monumenti antichi, e
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che corrispondono ad altrettante cappelle laterali; sui capitelli si possono ancora leggere alcuni stemmi di famiglie gentilizie che avevano il patronato della cappella. Ciascuna cappella presenta una
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L'antico centro storico, corrispondente in linea di massima all'attuale piazza Oscar Molinari e alle zone limitrofe, comprende: colonne e capitelli di tipologia romanica nella prima parte dei portici di via Dante Alighieri, seguiti da archi ogivali; l'edificio della Pretura, del XIV secolo, restaurato dopo l'
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da parte della famiglia Arcelli. La costruzione presenta archi e capitelli decorati con stemmi nobiliari, mentre all'interno si trovano alcuni camini con indicato lo stemma della casata degli Arcelli
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con capitelli corinzi, presenta due porte d'accesso e una finestra centrale. L'interno, a navata unica riccamente decorata con stucchi, conserva numerose tele settecentesche. Pregevoli sono quelle raffiguranti le storie di Tobia eseguite da
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. Notevoli i capitelli, i bassorilievi, le figure zoomorfe tipiche del bestiario romanico, le lunette esterne con rappresentazioni della costruzione della chiesa e con l'allegoria di Cristo Orfeo. All'interno affreschi originari del XII secolo.
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in tutte le loro parti (basamenti, colonne, architravi, arcate, capitelli, trabeazioni), illustrati in una serie di tavole ed infine gli altri elementi edilizi (soffitti a volta, pavimenti, porte e finestre, camini, coperture e scale)
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L'esterno ha la facciata quadrata, con il portale centrale gotico ad arco ogivale, a doppia strombatura, con le colonne tortili ed a spina di pesce, e doppia fila laterale di colonne decorate da capitelli compositi. La lunetta doveva essere affrescata. Lo sovrasta ancora il
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con influssi di stile catalano - aragonese con rilievi indorati. L'architettura presenta fusti di colonne con decorazione a foglie d'acanto, i rispettivi capitelli reggono mensole sulle quali poggia e si articola un elaborato
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in pietra serena con capitelli; le finestre ad arco sono inquadrate da alte cornici rettangolari, che sono riproposte anche sulle aperture cieche nei lati brevi. Il soffitto ligneo a lacunari venne aggiunto dal
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) poggiante su poderosi pilastri con capitelli corinzi. Le facce centrali dei pilastri sono lisce, mentre quelle angolari contengono una decorazione a scacchiera con gigli, evidente richiamo allo stemma araldico dei
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, di cui la mediana doppia delle laterali. Nel mezzo della fronte campeggia un bel rosone tufaceo a raggiera con sedici colonnine sagomate. Nell'interno, dodici robusti pilastri quadrangolari, sovrastati da capitelli compositi rivestiti in foglia d'
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(ossia il variare dei dettagli in un contesto che resta sempre saldamente simmetrico), che informa tutta la decorazione scolpita, le cui studiate variazioni hanno dei paralleli nei capitelli delle finestre della facciata della
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. Una volta entrati in chiesa i primi due che si incontrano sono quelli che decorano le semicolonne al centro della navata e mostrano entrambi due figure di oranti o forse di cariatidi divise da una colonna e vestite con tuniche di diversa foggia; le figure di sinistra rappresentano due monaci minacciati da un serpente. I capitelli posti per sostenere l'arcone centrale presentano una decorazione a fogliame ma hanno i pulvini decorati a racemi e fiori a cinque punte come gli
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; o lo splendido episodio dei capitelli delle colonne del cortile stesso, che presentano un singolare episodio di protocorinzio appunto brunelleschiano, cui non a caso rispondono i capitelli del cortile della
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, ornato con le iniziali B.P. riferibili forse al conte Pietro o Paolo Bajardi; ai lati si trovano da due alte nicchie, mentre al primo piano si apre il loggiato retto da sottili colonne coronate da capitelli
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, realizzata con pilastri, capitelli e tre arcate poste nel cappellone, decorazioni fitomorfi, scudi con le armi del casato patrocinante, statue e busti di santi, scene raffiguranti episodi di vita di San Francesco d'Assisi, l'
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. La facciata si presenta scandita verticalmente da coppie di lesene con semplici capitelli e segnata orizzontalmente da due cornici marcapiano. Chiude la facciata un fastigio arcuato con pinnacoli laterali. All'interno, ad una
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Per quanto riguarda l'intero della costruzione, si ritrovano importanti sculture romaniche delle relative tappe architettoniche di tradizione lombarda sui capitelli all'interno, sul portale nord e nel chiostro ampiamente ricostruito nel
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. Il Palazzo vescovile, situato sul lato nord della Cattedrale, coevo a quest'ultima, ospita oggi il Tribunale di (prima) istanza cittadino. All'interno si conserva la grande sala del vescovo dai bei capitelli, e due cappelle sovrapposte del XII secolo
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, divisa in tre navate da possenti pilastri quadrati compositi che reggono grandi arconi ogivali e volte a vela. Spiccano i bei capitelli scolpiti delle semi-colonne addossate ai pilastri che rimandano al repertorio zoomorfo e geometrico del XII secolo, fra cui si distinguono draghi, leoni e sirene. Il
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); l'interno, invece, ha tre navate con tozze colonne decorate da capitelli diversi tra di loro, si presenta austero e buio come le chiese del periodo. Sono ancora visibili alcuni affreschi (che forse un tempo adornavano tutta la chiesa), e si segnala in particolare l'importante e bella
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, a pochi passi dalla chiesa di Sant'Agostino. Come possiamo vedere dalla foto scattata poco prima della demolizione, aveva un arco a tutto sesto chiuso da battenti lignei e su cui erano collocati due capitelli con visi umani e una
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che inquadravano le arcate del primo ordine, con capitelli, basi e trabeazione realizzate con mattoni appositamente sagomati. La facciata presentava in origine due ordini di arcate, sormontati da un attico con finestre; al secondo ordine le lesene laterizie erano di
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La cella era costituita da un muro collegante una serie di dodici pilastri per ciascuno dei lati lunghi, di cui quelli angolari delimitavano gli spazi del pronao e dell'opistodomo, mentre l'ingresso della pseudo-peristasi alla cella stessa era assicurato mediante porte, di numero e di localizzazione incerta, aperte nel muro continuo della pseudo-peristasi. La gigantesca costruzione era interamente realizzata a piccoli blocchi, comprese le colonne, i capitelli, i
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per poi costruire un nuovo pilone - il terzo - e creare una nuova entrata per questa struttura, dove provvide a erigere, al centro di questo nuovo cortile, due file di colonne con i capitelli a forma di
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Nel cortile centrale, porticato su quattro lati con colonne corinzie a tre e a due svelte arcate per lato (i capitelli sono leggermente differenziati l'un l'altro), si trova una fontana a doppia tazza del
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Ubicata sotto il presbiterio, vi si accede tramite una piccola porta vicino alla gradinata che porta al presbiterio. Originariamente era costituita da una stanza quadrata, divisa in tre navate, con numerosi capitelli ancora presenti e fu costruita con la ristrutturazione voluta dal patriarca
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. Presenta una facciata in stile rinascimentale con portale decorato da timpano e oculo centrale, ornato da cornice. All'interno neoclassico spicca l'altare maggiore ricco di intarsi. Due coppie di colonne, una tortile e l'altra scanalata, sormontate da capitelli corinzi, sorreggono un archivolto spezzato, dominato da timpano modanato. La cimasa racchiude la tela del Padre Eterno (XVIII secolo), mentre le pareti laterali presentano dipinti del XVII attribuiti a maestranze abruzzesi, raffiguranti il
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triangolare, al cui centro campeggia lo stemma della famiglia Laurent. Le due ali presentano due livelli di finestre incorniciate, oltre il piano seminterrato caratterizzato dalle aperture a lunetta. Nel mezzo del tetto a quattro falde si eleva un'alta torretta con copertura a capanna; al centro dei due prospetti nord e sud si apre un loggiato passante, retto da esili colonnine con capitelli
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Nel museo sono raccolte sculture e frammenti architettonici di chiese e palazzi scomparsi per le vicende storiche e urbanistiche degli ultimi due secoli. Tra i reperti esposti i capitelli, risalenti al
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Di questo antico tempio sannita-romano dedicato alla dea Flora resta solo una parte del basamento e altri reperti lapidei come delle colonne e dei capitelli. Alcuni blocchi del basamento sono stati usati nel XVIII secolo per costruire una vicina fontana.
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La cappella decorata con marmi mischi, delimitata da colonne in marmo nero, capitelli corinzi, timpano ad arco spezzato e simmetrico con stemma intermedio, ospita nella nicchia la statua marmorea della
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, edificio dalle linee semplici ed eleganti con iscrizioni in latino. Si trova su via Antici, ha un aspetto tardo settecentesco, diviso da cornice marcapiano in due livelli: il primo scandito da un ordine di quadrotte in conci di pietra bianca, e dal portale di ingresso architravato, il secondo da ordine regolare di finestre rettangolari. Di fronte questo palazzo si trovano le scuderie fatte erigere dal cardinale Tommaso Antici, che mostrano una facciata concava neoclassica, in mattone a vista, con un grande portale centrale che occupa lo spazio d'altezza sino in cima, dove culmina a timpano triangolare, fasciato dagli stipiti a bugna, e con ai lati due nicchie, mentre i pilastri estremi sono inquadrati da paraste a capitelli ionici e da oculi con busti. Palazzo Antici custodisce un importante archivio che proviene dalla famiglia romana dei Principi Mattei.
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(fatti salvi gli interventi novecenteschi durante i quali vari elementi furono ridisegnati) presenta caratteri sostanzialmente settecenteschi. Il cortile, invece, mostra ancora notevoli capitelli corinzi databili al Quattrocento maturo. L'affaccio su
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centrali quadrate a cui corrispondono altrettante campate rettangolari nelle navate laterali. Sei pilastri a fascio (composti da quattro semicolonne con capitelli a dado addossate ad un pilastro di sezione quadrata) reggono gli archi e le crociere della volta, con costoloni ornati in cotto. Una quarta campata include il
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, con colonnine e capitelli scolpiti con protomi (teste) umane tutte differenti tra loro. Sotto ogni esafora si apre una profonda arcata, chiusa da un finestrella ogivale, tranne l'ultima, che presenta un portale detto
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I capitelli scolpiti hanno mostrato temi di repertorio romanico gotico. I lavori del Settecento e Seicento hanno aggiunto l'altare maggiore in noce con gli stemmi dei Pietropaoli che lo commissionarono nel
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, furono apposti i suoi emblemi personali sui capitelli nella villa e nella loggia al primo piano, consistenti nelle tre punte di diamante composte a formare una piramide, che si ritrovano anche ad esempio nei partiti decorativi degli affreschi e negli intarsi del coro ligneo della
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La grande mole di dettagli architettonici (capitelli, bassorilievi, pietre scolpite da trabeazioni, mensole, pilastri, stemmi, tabernacoli, ecc.) fu in larga parte distrutta o prese la via del mercato antiquario. Tracce di questo commercio si possono rilevare per esempio tra le collezioni del
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di cui oggi rimangono solo alcuni resti. Formato da una serie di colonnine in marmo rosso binate con capitelli scantonati, originariamente si estendeva fino alle absidi della chiesa ed era interamente coperto.
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poggianti su colonne di spoglio (molte delle quali prive di capitelli) verso lo spazio aperto, quest'ultime inglobate entro altre arcate dovute all'ampliamento dei piani superiori; al centro del cortile trova luogo la
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Le altre fronti, prive di porticato, sono anch'esse caratterizzate al piano nobile dalle ampie finestre binate ad arco ogivale, affiancate da colonnine in pietra con capitelli, realizzate in stile neogotico durante la ristrutturazione ottocentesca.
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A partire dal V secolo gli edifici romani cominciarono a manifestare segni di decadenza come dimostrato dal fatto che, nelle strutture presenti nel sito e databili a quel periodo, i pavimenti musivi venivano sostituiti da pavimenti in terra battuta, gli ambienti venivano suddivisi da tramezzi in legno, venivano realizzati focolari, mentre capitelli, colonne, mattoni e addirittura le lastre della strada romana venivano
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Sotto il presbiterio della chiesa abbaziale, si trova la cripta medievale a pianta irregolare, con volte a crociera, sostenute da colonne sormontate da originali capitelli decorati e motivi geometrici; in un piccolo ambiente lungo la parete corre un sedile di pietra da cui partono sette colonnine, che si raccordano al centro della cupola. In una nicchia si conserva un dipinto del XIV secolo ritraente
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Dopo approfondite indagini fu deciso di tagliare orizzontalmente l'intera costruzione all'altezza dei capitelli delle colonne. La parte superiore delle mura esterne e delle colonne, le volte a crociera e la cupola vennero demolite e rifatte utilizzando calcestruzzo armato con
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. Quattro colonne a cilindro precedono l'accesso, ossia un pronao tetrastilo d'ispirazione greco-classica. Le colonne hanno forma dorica ma i capitelli sono di ordine composito a cavallo tra il gotico e l'ornanento vegetale corinzio. I muri sono costituiti in
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. Due gruppi di colonne con capitelli corinzi, tre in successione con l'ultima colonna binata, creano una composizione animata e scenografica con funzioni statiche per entrambi gli ordini della sopraelevazione. Il primo
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, finestra impreziosita da decori, ispirata allo stile di Rajasthani. La facciata est del palazzo contiene dodici grandi colonne dell'ordine Delhiano disposte in maniera non uniforme. I capitelli presentano la fusione fra le foglie d'
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, in piperno, sostenute da colonne con capitelli bizantini: lungo il lato che si affaccia su via San Cesareo si conserva la balausta in marmo. Nella parte alta campeggiano due stemmi in tufo del XIV secolo: uno raffigurante lo stemma di Sorrento, differente da quello ufficiale
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Internamente si presenta divisa in tre navate e quattro campate con una navata centrale a botte sorretta da pilastri e due navate laterali coperte da volte a crociera. Su ogni pilastro sono presenti quattro lesene complete di capitelli corinzi. Sulla volta della navata centrale sono narrate tre vicende della vita di san Girolamo Emiliani, partendo dall'ingresso sono:
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a base quadrilatera su quattro colonne caratterizzate da capitelli sfarzosi - di certo l'opera migliore - vi sono anche il cero pasquale, la cattedra abbaziale e il ciborio (quest'ultimo frutto di una ricostruzione approntata nei restauri successivi alla
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Gli edifici noti sono soprattutto residenze private e sebbene non siano ancora pervenuti edifici identificabili quali santuari di carattere pubblico, non mancano indizi concreti dell'esistenza di tali strutture, come gli originali capitelli in pietra lavica vagamente ispirati agli stili
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: statue, facce, blasoni, corone francesi, colonne, capitelli, stemmi, rosoni, ecc. Modeste decorazioni ad oggi conosciute (alcuni frammenti sopravvissuti alla demolizione del castello), sono conservati al
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Scesa la scalinata, si accede alla cripta, sorretta da esili colonnine con capitelli dell'XI secolo forse riutilizzati dalla prima costruzione, con medaglioni tardogotici e neogotici dipinti sulla volta, lasciando sulla sinistra la tavola originale con le
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che terminano sui capitelli decorati con elementi floreali, che si fermano sulla linea mediana delle aperture e proseguono con elementi a rilievo anch'essi decorati. Al piano superiore i balconi si susseguono seguendo un preciso ritmo di pieni e vuoti; sulla porzione del prospetto del teatro si presentano come tre aperture rettangolari arretrate, mentre gli elementi verticali sono avanzati e il balcone ha un'apertura tripartita ad arco. La
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) e le conoscenze astronomiche (Orione, costellazione conosciuta dagli antichi in quanto visibile a occhio nudo) sembrano trovare ulteriori conferme anche nella ricorsiva presenza della stella ad otto punte sui capitelli delle colonne decorative del centro storico. Molti sono i significati attribuiti al
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In diversi punti ai lati della navata destra sono stati ritrovati reperti molto antichi, come sarcofagi, lastre sepolcrali, colonne e capitelli. Sulle murature nella navata sinistra, sono stati rinvenuti resti di
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I piccoli capitelli italici erano storicamente rari. Alcune famiglie di caratteri digitali, a volte digitalizzazioni di vecchi design di caratteri in metallo, hanno ancora solo il maiuscolo nello stile normale o romano e non hanno il maiuscolo in grassetto o corsivo
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centrale sormontata dallo stemma di Trepuzzi e finestre timpanate ai lati. Sopra di esse corrono un fregio e un cornicione finemente decorati. Gli intagli, i capitelli e le strutture architettoniche sono opera del trepuzzino Adamo Miglietta. L'interno, con copertura a volta a spigolo, presenta dei dipinti in
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, rimaneggiata nel XVI con aggiunte barocche. Presenta un corpo longitudinale contenente due cappelle barocche con dipinti che incrocia un lungo corridoio composto da novantadue colonne con capitelli decorati da figure umane. Rimasta chiusa per decenni, nel
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Le colonnine poste sulla parte che anticipa l'altare hanno capitelli in marmo bianco con rosette, fogliame e croci che parrebbero di epoche differenti dal VI al XII secolo, mentre le colonnine sono realizzate con materiale di recupero. L'abside centrale conserva un altare sostenuto da cinque colonne dell'XII e XII secolo probabilmente erano parte del chiostro romanico poi distrutto.
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terminanti con capitelli finemente scolpiti, che racchiudono quattro nicchie conchigliate nei catini. Nell'ordine superiore altre quattro lesene prive di capitelli racchiudono due nicchie vuote e il finestrone centrale decorato con una ricca cornice.
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dall'Angelo. Nelli lati di dette colonne vi sono due statue, una di S. Francesco d'Assisi, e l'altra di S. Antonio di Padoa colorite. Sopra li capitelli delle soprascritte colonne vi sono li corrispondenti cartocci coloriti, ed un baldacchino di tavola pitturato in oglio colli cornici corrispondenti fatto a spese del Rev.do Arciprete di detta Chiesa D. Nicola Soli.
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, aggiunto quando l'originario impianto cruciforme era stato ridotto a tre navate. D'altra parte, se analizziamo la serie nei dettagli, si notano sensibili differenze rispetto alla norma dei capitelli romani di
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Testimonianze scultoree degne di nota sono i capitelli e le chiavi di volta provenienti dal palatium svevo (un modellino ligneo mostra al visitatore come si presentava in sezione); due leoni stilofori (uno firmato da Isidoro da Bologna); uno stipite di portale con rilievo leonino proveniente dalla cattedrale di
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del Bellini, in cui le Procuratie Vecchie e l'Ospizio, rispettivamente a sinistra e a destra, presentano un caratteristico porticato, che doveva essere presente nel Palazzo Ducale, i cui piani superiori, decorati o da affreschi floreali, o da fasce stuccate, o da tondi nello stesso materiale, si possono ricostruire con minore precisione, asserendo che forse il primo piano era caratterizzato da piccole logge e finestre e il secondo da archi a tutto sesto con semplici capitelli e guglie coronamento.
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Ultimo aggiornamento pagina:
03 Dicembre 2021
11:25:23