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Frasi che contengono la parola cartagine

come scalo commerciale fenicio, Cartagine crebbe rapidamente in popolazione ed importanza fino a rendersi infine indipendente dalla madrepatria, e giungendo ad esercitare notevole influenza e controllo sul Mediterraneo occidentale e sul mar

e in quanto tale alleata dei Fenici) erano motivo di accesi conflitti. Spesso Cartagine entrava nello scacchiere fornendo mezzi e uomini a supporto dei Fenici isolani, fino ad essere coinvolta in diversi scontri. Il terreno di battaglia fu spesso la Sicilia, come nella celebre

, fece il suo formale ingresso a Cartagine risparmiandole saccheggio e massacro. Cartagine, come del resto tutta l'Africa vandalica, venne riannessa all'Impero e divenne la capitale della neocostituita

i combattimenti cessarono e parte delle truppe ateniesi si ritirarono verso Naxos. Successivamente si trasferirono a Catania e, approfittando della tregua, inviarono una parte degli ambasciatori ad Atene per ottenere altro denaro; inviarono anche degli ambasciatori a Cartagine, presso gli Etruschi e tra i

; questa circostanza, unita ad una facile riflessione sull'importanza strategica di un'isola a vista, anzi dirimpettaia delle rive liguri, toscane e laziali, punto quindi di osservazione e di attacco, parrebbe smentire l'ipotesi di un disinteressamento di Cartagine come causa del silenzio dei trattati

Il condottiero cartaginese doveva muoversi in fretta se voleva sorprendere le forze di Roma ed evitare l'attacco diretto a Cartagine; Annibale intendeva combattere la guerra sul territorio nemico e sperava di suscitare con la sua presenza in Italia alla testa di un grande esercito e con una serie di vittorie una rivolta generale dei popoli italici recentemente sottomessi al domino della Repubblica romana

L'esercito romano che era stato inviato a sud per attaccare Cartagine aveva nel frattempo contrastato con successo le navi puniche e conquistato Malta. Quando il Senato, allarmato dall'avanzata di Annibale, aveva ordinato a Sempronio Longo di portare aiuto al collega, quest'ultimo era partito da

quella di Scipione riteneva che una politica limitata all'Italia fosse ormai obsoleta e che Roma dovesse puntare a essere una potenza mediterranea; credeva che Roma non avrebbe potuto sentirsi al sicuro fino a quando Cartagine non fosse stata battuta e prostrata.

. Agli uomini sposati che venivano ordinati si chiedeva la promessa di praticare dopo l'ordinazione una totale continenza. Questa norma era considerata di origine apostolica ed era testimoniata, come indicato sopra, dai concili di Elvira e Cartagine, ed era stata confermata dai papi

Tuttavia, nuove invasioni colpirono l'Impero d'Oriente, costringendolo a rinunciare a riconquistare Cartagine: secondo il Conte Marcellino, infatti, i Persiani, i Saraceni, gli Tzani, gli Isauri e gli Unni, usciti dai propri confini, invasero il territorio romano devastandolo; gli Unni in particolare si impadronirono delle fortezze di Naisso e Singidunum, devastando i Balcani.

, sicuramente disponevano di tecniche metallurgiche che si sarebbero potute trasmettere alle popolazioni limitrofe, quali appunto i Nok. Oltre a Cartagine, altri possibili paesi di origine della siderurgia Africana sono l'Egitto, attraverso la

. Sottratto ai nemici il predominio sul mare, i Romani poterono concludere anche le operazioni terrestri, sottomettendo buona parte della Sicilia (a parte Siracusa, che rimaneva indipendente) e costringendo Cartagine alla resa.

, che da tempo stava aumentando la propria sfera di influenza a danno di Cartagine. Per due volte Cartagine chiese l'intervento dei Romani per fermare le azioni dello scomodo vicino, ma in entrambe le occasioni Roma decise semplicemente di non intervenire. Nel

Cartagine decise di reagire ai continui attacchi dei numidi, ben sapendo di contravvenire alle condizioni di pace imposte dai Romani. Infatti questa azione fu presa a pretesto dai Romani per dichiarare guerra a Cartagine l'anno successivo. Il senato, infatti, sobillato da

, i Cartaginesi ritornarono in forze, invasero quasi tutta la Sicilia e distrussero Messina, minacciando anche Siracusa. Tuttavia, sembra a causa della peste, dovettero fare la pace con Dionisio e tornarsene dopo aver pagato un grosso indennizzo. Messina venne ripopolata. Vi furono ancora guerre con Cartagine con alterne fortune e spargimenti di sangue fino alla sua morte avvenuta nel

. Siracusa era continuamente in guerra con Cartagine e - dopo la morte di Agatocle - era squassata da guerre civili. Gli italici erano assaliti dalle legioni di Roma. Taranto stava attraversando un periodo di splendore e di espansione, riuscendo perfino a limitare i traffici marittimi di Roma con il trattato del

Sappiamo inoltre che la marina militare di Cartagine costituiva il fiore all'occhiello dell'intero esercito punico. Non a caso nel corso del V secolo a.C., fu grazie all'ingegneria navale cartaginese che venne inventata la

l'esercito romano venne lanciato contro le mura. I Cartaginesi si batterono disperatamente di casa in casa, di strada in strada, per circa quindici giorni. Ma l'esito era scontato: Cartagine alla fine si arrese.

per comunicare l'esito favorevole delle battaglie che il re aveva combattuto contro i Cartaginesi. Essi assicuravano al Senato riunito che il loro re era totalmente avverso nei confronti di Cartagine, mentre a Roma riconosceva la sua amicizia. Ricordavano che in passato Siface aveva mandato ambasciatori in Spagna ai generali romani

e fierissimo giovane. Vi erano poi altri soldati mercenari arruolati in tutta l'Africa per essere condotti in Spagna agli ordini di Asdrubale, il quale avrebbe dovuto congiungersi col fratello Annibale in Italia, insieme ad un esercito imponente. A Cartagine riponevano in questo piano ogni speranza di vittoria.

Essendo ariani, i Vandali perseguitarono la fede cattolica. La data della presa di Cartagine divenne l'anno zero del Calendario vandalico. Dall'Africa i Vandali allestirono una flotta di imbarcazioni pirata e saccheggiarono le province dell'Impero, giungendo addirittura a

ma rimase fedele a Cartagine. Esauritasi la fortuna militare cartaginese sul continente iberico, Ibiza venne usata dal generale cartaginese Mago per radunare approvvigionamenti e uomini prima di navigare verso

piega Cartagine e Fulvio, Cabiria e Maciste tornano salvi a Roma. L'ultima scena mostra Fulvio e Cabiria sulla prua della nave, con un coro di putti che vola loro intorno, filmato con la tecnica della

La situazione non era certamente rilassata: Sosistrato aveva riposto le sue speranze in Cartagine, supponendo che la potenza africana avrebbe fatto di tutto per impedire a una nuova figura carismatica, come lo era quella di Agatocle, di prendere il posto che fu di Dionisio I e riportare una tirannide insidiosa nel Mediterraneo centrale; certamente non si aspettava che i Punici gli aprissero piuttosto le porte della pentapolis.

Appariva ormai evidente che l'equilibrio che aveva stabilito la pace per oltre un ventennio tra Siracusa e Cartagine si era rotto. Indubbiamente le due versioni appartengono alle due opposte fazioni: una filo-cartaginese (Cartagine deve reagire in difesa dei suoi

e dopo aver fatto prigioniere due navi alla fonda, mozzarono le mani all'equipaggio di quella proveniente da Atene. Agatocle, informa Diodoro, non concesse perdono ai Cartaginesi: anch'egli, catturate le navi di Cartagine che erano giunte nel

Alcuni studiosi hanno avanzato l'ipotesi che Agatocle volesse distruggere Cartagine e che nutrisse delle mire imperialistiche persino superiori a quelle dionisiane (il quale, va ricordato, si spinse a fondare colonie con la sua flotta sia nell'

per bloccare l'importazione di grano verso l'Africa, la quale aveva permesso la scorsa volta la duratura resistenza dei Fenici (la Sardegna infatti, insieme alla Sicilia occidentale, era il principale granaio di Cartagine).

Il prolungarsi della guerra contro Cartagine permise lo sviluppo di un'ulteriore versione potenziata del gastraphetes quando l'arma divenne troppo grande e potente per essere resa operativa e trasportata da un solo uomo. L'

Il condottiero cartaginese doveva muoversi in fretta se voleva sorprendere le forze di Roma ed evitare l'attacco diretto a Cartagine; Annibale intendeva combattere la guerra sul territorio nemico e sperava di suscitare con la sua presenza in Italia alla testa di un grande esercito e con una serie di vittorie una rivolta generale dei popoli italici recentemente sottomessi al domino della Repubblica romana.

in tutte le questioni importanti. Il vescovo di Cartagine aveva una posizione privilegiata come capo onorario di tutti i vescovi delle province dell'Africa Proconsolare, di Numidia e della Mauretania, che erano circa cento; ma non aveva una reale

, che si trovava a Cartagine, di assemblare le forze vandale nelle vicinanze, e di far giustiziare Ilderico e i suoi parenti, mentre il suo segretario Bonifazio ricevette l'ordine di trasportare il tesoro reale su una nave e salpare per la Spagna nel caso avessero vinto i Romani.

Il mito di questi sincronismi, tutti tesi a ingigantire la figura di Gelone, va collegato con un altro dato tradizionale, riportato da vari storici, secondo cui esisteva un'alleanza o comunque un'intesa tra Serse e Cartagine, promossa dal primo, tesa a liquidare i Greci tanto in Occidente quanto nella madrepatria. Questa ipotesi appare non inverosimile, dato che i domini di Persia e Cartagine erano in contatto nel Nord Africa.

L'opera non si limitava, tuttavia, alla sola narrazione degli eventi bellici legati al primo conflitto con Cartagine, ma, al contrario, un'ampia porzione del testo era dedicata alla cosiddetta archeologia (letteralmente

Nel frattempo Roma, sempre rifornita abbondantemente da Cartagine, rioccupava senza colpo ferire tutto il territorio precedentemente perduto in Puglia ed in Lucania. Sedata definitivamente la ribellione degli

, che da amico si era trasformato in nemico dei Cartaginesi. Gli Scipioni gli inviarono tre centurioni come ambasciatori con l'incarico di stringere un'alleanza, invitandolo a continuare la sua guerra contro Cartagine e promettendogli importanti compensi.

La reazione di Cartagine si spiega invece facilmente: la Sicilia era sempre stata fondamentale per supportare il ruolo dei Punici sul mare. In ogni caso, l'affermazione romana sull'isola rende difficile una ricostruzione equanime delle condizioni della Sicilia all'epoca.

dove per qualche tempo si difesero, ma dopo per mancanza d'acqua, furono costretti ad arrendersi. Solo pochi fortunati tornarono a Cartagine per riferire la sconfitta, il resto fu asservito al volere di Gelone e spedito in tutta la Sicilia.

: era quindi il primo a poter guardare con favore all'ingresso di un nuovo soggetto nell'agone geopolitico, da cui poteva trarre molti vantaggi, soprattutto in un'ottica antagonista al mondo etrusco, la cui alleanza con Cartagine suggellava da tempo il dominio sul

Verso la fine della guerra Cartagine comandava sul mare in quanto il Senato non disponeva di risorse sufficienti a finanziare la costruzione di un'altra flotta, che tuttavia venne comunque armata attingendo a donazioni volontarie di cittadini facoltosi. La prima guerra punica fu decisa dalla

e, in quei giorni, Cipriano si nascose in un luogo sicuro. Per questo i suoi nemici lo avrebbero continuamente rimproverato. Ma rimanere a Cartagine avrebbe significato sollecitare la morte, mettere in grave pericolo gli altri e lasciare la chiesa senza governo; scegliere un nuovo vescovo sarebbe stato impossibile, come a

, ma gli altri avrebbero dovuto attendere la fine della persecuzione, quando si sarebbero potuti convocare dei concili a Roma e a Cartagine per prendere una decisione comune. Un certo riguardo doveva essere mostrato per i privilegi dei confessori, tuttavia i

, lo stesso Cristo dei cattolici, quindi il loro battesimo era nullo. La Chiesa africana aveva adottato questa visione in occasione di un concilio svoltosi a Cartagine sotto un predecessore di Cipriano,

su di loro. Sembra, inoltre, che si riunissero ad ogni primavera a Cartagine, ma le loro decisioni conciliari non avevano forza di legge. Se un vescovo fosse caduto nell'apostasia, fosse diventato eretico o avesse commesso un peccato grave, poteva essere

Il piano di Annibale era riuscito; la sua audace e inattesa offensiva terrestre costrinse Roma ad abbandonare precipitosamente i suoi piani di attacco diretto a Cartagine, che quindi per il momento e per tutti gli anni successivi fino alla spedizione finale di

Annibale si aggira nelle regioni meridionali con alterna fortuna; i romani mantengono un atteggiamento prudente rintuzzando le sue iniziative. Tentativo di Annibale di conquistare Taranto. In Spagna Asdrubale e gli Scipioni si scontrano, con vittorie prima di Roma e poi di Cartagine. In Sicilia Geronimo prende Lentini ma viene ucciso. Marcello inviato in Sicilia riprende Lentini. In Africa, Siface, re vassallo, attacca Cartagine e Asdrubale viene richiamato dalla Spagna con parte dell'esercito. Filippo V attacca Apollonia ma viene pesantemente sconfitto da Levino

E dunque Ermocrate risulterebbe essenziale per determinare il futuro politico della Sicilia; i plenipotenziari di Siracusa dovevano esiliarlo per dimostrare pubblicamente sia a Cartagine che ad Atene che il

e protetto ai fianchi dalle formazioni di mercenari e di cavalleria. Era costituito dai figli dei nobili di Cartagine e aveva una grande preparazione al combattimento. Dato lo stato sociale dei suoi membri, probabilmente disponeva del miglior equipaggiamento possibile. Secondo la maggior parte degli autori classici, i componenti del battaglione sacro combattevano a piedi e avevano la funzione di essere la guardia personale del comandante dell'esercito cartaginese.

che aveva constatato la debolezza dei cartaginesi durante la sua vittoriosa campagna in Spagna si trattava invece di assestare il colpo finale a Cartagine e avviare una politica romana di espansione mondiale mettendo fine ad una strategia bellica di difesa e logoramento come quella condotta da

, da amico si era trasformato in nemico dei Cartaginesi. Gli Scipioni inviarono a lui tre centurioni come ambasciatori con l'incarico di stringere con lui un'alleanza, invitandolo a continuare la sua guerra contro Cartagine e promettendogli importanti compensi, a partire dall'ampliamento del suo regno a svantaggio dei vicini Massili.

, Siface, da amico si era trasformato in nemico dei Cartaginesi. Gli Scipioni inviarono a lui tre centurioni come ambasciatori con l'incarico di stringere con lui un'alleanza, invitandolo a continuare la sua guerra contro Cartagine e promettendogli importanti compensi.

fu un anno decisivo per le sorti della guerra. Con la vittoria in Spagna Roma diventava minacciosamente troppo vicina, e Siface tornava a guardare a Cartagine come ad un alleato. Il matrimonio con la bellissima

(parrebbe, stando alle fonti letterarie, quasi nello stesso periodo in cui venne fondata la stessa Cartagine) alcuni mercanti e navigatori provenienti da un'area grosso modo corrispondente all'attuale

Il giovane Dionisio rimase talmente affascinato dalla carica emotiva di Dione, che da quel momento in avanti decise di ascoltare sempre i suoi consigli. Scelse la pace e fu mantenuto con Cartagine lo

L'imperatore trattenne gli inviati donatisti in Gallia, dopo che in un primo momento li aveva licenziati. Potrebbe aver pensato di inviarli a Ceciliano per un completo esame della questione in Africa. Il caso di Felice di Aptonga fu, infatti, esaminato per suo ordine a Cartagine nel mese di febbraio

Il suo futuro biografo, il vescovo Possidio di Calama, fu insultato e maltrattato da un gruppo guidato dal sacerdote donatista Crispino. Il vescovo di quest'ultimo, anch'egli chiamato Crispino, fu processato a Cartagine e multato di dieci

Cartagine con la sua potente ed esperta flotta manteneva il controllo delle rotte di navigazione; Roma, che per i commerci e i rifornimenti si era limitata ad affidarsi alle marinerie greche ed etrusche, non poteva proteggere le navi. Per spezzare questo ricatto economico e bellico Roma dovette iniziare la costruzione di una sua flotta militare. Nel

segnarono notevoli innovazioni per quel che riguarda le operazioni in alto mare. Roma, in precedenza, aveva avuto scarsa dimestichezza con la guerra navale, occupata com'era, soprattutto, nella conquista della penisola italiana. Cartagine, viceversa, era un'antica potenza

In base a questo racconto, Vibia Perpetua, una nobile e colta matrona di Cartagine di ventidue anni, madre di un bambino che ancora allattava, fu arrestata insieme ai suoi servi Revocato, Saturnino, Secondolo e Felicita, incinta e in procinto di partorire: erano tutti

. Egli ritenne opportuno smobilitare e trasferire a Cartagine i mercenari in modo scaglionato a piccoli gruppi per minare la loro coesione e permettere al governo cartaginese di erogare i compensi spettanti alle milizie in modo graduale e ordinato. Ai singoli gruppi di mercenari, secondo i piani di Gisgone, non appena giunti a Cartagine avrebbero dovuto essere immediatamente corrisposto il soldo dovuto e subito rinviati alle rispettive terre di provenienza evitando in questo modo la loro pericolosa concentrazione in Africa

Cartagine era assediata. Ma anche Mato e Spendio lo erano. Amilcare che imperversava all'esterno, ridusse talmente i loro rifornimenti che l'assedio a Cartagine dovette essere tolto e la guerra riprese in campo aperto. I ribelli, cui erano giunti di rinforzo cinquantamila Libi guidati da

Le popolazioni celtiche italiche inoltre erano sollecitate segretamente dai Cartaginesi a passare all'offensiva contro Roma; Cartagine non aveva rinunciato a contendere alla repubblica il predominio mediterraneo e, mentre il condottiero cartaginese

. Nel frattempo, Timoleonte conquista Messana e si assicura il collegamento con Reghion. A questo punto il condottiero corinzio muove verso Siracusa, con il proposito di accordarsi con Iceta e sganciarlo dall'alleanza con Cartagine. Il racconto plutarcheo riporta lo stile della propaganda anticartaginese messo in campo da Timoleonte.

Va detto comunque che alcuni studiosi, come il Borri, hanno avanzato dubbi sull'effettiva esistenza di un esarcato d'Africa, in quanto l'esistenza di un esarca di Cartagine (Gennadio) viene attestata solo nelle epistole di Gregorio, mentre tutte le altre fonti primarie (compresa un'epigrafe) lo definiscono

I Vandali trasportarono inoltre migliaia di cittadini romani, fatti prigionieri, a Cartagine, dove se li spartirono tra di loro: tuttavia, essi vennero riscattati dal vescovo di Cartagine Deograthias, il quale, per pagare il riscatto, dovette vendere tutti i vasi d'oro e d'argento della sua Chiesa.

, il mondo virtuale da lui stesso creato per distruggere Cartagine, insieme alla figlia. I due assunsero il controllo delle Chiavi di Lyoko, diventandone i padroni assoluti. Questo avvenne dieci anni prima che

. Fulvio Axilla e Maciste invece vengono traditi per denaro dal bettoliere e tentano di fuggire da Cartagine; Fulvio riesce nell'intento, scappando via mare. Nello stesso agguato Maciste viene invece catturato e diventa schiavo, ma prima riesce ad affidare Cabiria a

Ma a giungere a Cartagine furono prima i messi spediti dalla popolazione delle campagne che avendo subito l'assalto dell'esercito agatocleo, avvertirono prontamente i cittadini della capitale del pericolo che incombeva su di loro.

, che lo stratego siracusano voleva concludere con lui un'alleanza: Ofella avrebbe partecipato alla guerra contro Cartagine contribuendo con un apparato militare da aggiungere a quello siracusano; in cambio Agatocle gli avrebbe lasciato l'intero dominio sulla

Del resto Agatocle doveva essere ben consapevole che per assediare Cartagine occorreva possedere una flotta, oltre a numerosi uomini, dato il facile accesso al mare che la naturale posizione forniva alla capitale punica.

Agatocle aveva raggiunto una posizione tale da potersi finalmente dedicare alle operazioni che avrebbero portato a cingere d'assedio la stessa Cartagine. Tuttavia a distrarlo arrivarono dalla Sicilia notizie seriamente preoccupanti.

Toca rappresentava la porta d'ingresso per quei territori dove il potere di Cartagine veniva ancora fortemente contrastato dalle popolazioni locali; infatti, la regione nella quale sorgeva era per la maggior parte sotto il controllo dei Libici (non distante dal luogo dove Agatocle aveva stretto alleanza con il re indigeno Ailymas)

Secondo lo storico di Agira avrebbe influito sulla scelta di Agatocle non solamente il fatto che non vi erano navi a sufficienza per trasportare l'intero esercito, ma anche un'attenta riflessione sulle mosse di Cartagine, la quale, padrona del mare africano, non avrebbe mai permesso agli invasori di lasciare impunemente la

per Cartagine: durante la sua guerra Cartagine aveva potuto contare sui carichi di grano che dal mare le arrivavano in casa. Dopo varie vicissitudini, avendo nuovamente l'intenzione di tornare in Africa,

) a rompere l'alleanza con Roma e ad entrare in guerra insieme a Cartagine, erano figli di una cittadina cartaginese, ma il loro padre, stando a Polibio, era il figlio di un ex-soldato di Agatocle rimasto in Africa, nientemeno di colui che aveva ucciso Arcagato.

Agatocle rese chiara l'intenzione di porre sotto la sua obbedienza le poleis di Sicilia, ottenendo da Cartagine il riconoscimento, ancora mancante, dell'egemonia di Siracusa sull'intero territorio greco siciliano,

Se quindi il comandante delle forze puniche in terra siciliana, Amilcare, aveva sperato di rafforzare la posizione di Cartagine, rendendosi mediatore e alleato a nome della potenza africana della scalata al potere di Agatocle, si sarebbe ben presto accorto di aver commesso un grave errore di valutazione

, dove ci si sofferma sulle possibili motivazioni che spinsero Amilcare a scendere a patti con Agatocle. Lo storico moderno fa presente che l'apertura di Cartagine nei confronti di Siracusa era dovuta probabilmente alla voglia di non esporsi dei Cartaginesi; in quel momento ansiosi di scoprire se dopo la caduta di

Il Romano fece disporre le sue numerose truppe di terra in assetto da guerra. Altrettanto fece con la flotta, messa in allarme. La simulazione fu talmente credibile che pareva si stesse per lottare, proprio in quel giorno, contro Cartagine. La commissione venne trattata con rispetto e venne portata in giro a visitare l'efficienza degli armamentari bellici. Scipione fece su di essi una tale buona impressione che a Roma pare venisse annunciata una vittoria e non dei preparativi bellici per un'imminente battaglia.

Durante il suo mandato, ricevette numerose lettere da papa Gregorio I, nei quali il pontefice lo esortava ad intervenire in questioni riguardanti la Sardegna e Corsica (all'epoca sotto la giurisdizione di Cartagine)

: pareti poste di fronte alla Cupola Celeste, da cui nascono le Mante volanti. Le gallerie nelle pareti fungono da vie di fuga da Cartagine. Dopo la ricreazione di Lyoko, invece di essere blu sono grigie.

Da levare l' accenno al fatto che in eta' antica gli assedi erano secondari: Troia, Veio, Alesia, Cartagine,Gerico, Siracusa sono solo alcuni esempio di assedi piu' che famosi, a partire almeno dai sumeri tutte le citta' piccole e grandi sono sempre state cinte da mura per difesa da e con assedi. Focalizzarei meglio la voce nei periodi storici o quantomeno in pre-polvere da sparo e con polvere da sparo. --

che resistettero ma vennero sopraffatti. Nel frattempo Publio Scipione, inviato il fratello Gneo in Spagna per proseguire quella parte del piano bellico, era ritornato in Italia con pochi rinforzi attestandosi a Piacenza. Tiberio Sempronio Longo, abbandonata l'idea di attaccare Cartagine, risaliva l'Italia con l'altro esercito. Questa parte del piano di Annibale aveva funzionato: Cartagine non sarebbe stata toccata, non subito.

Cartagine, assediata da Scipione gli chiese di tornare in sua difesa e Annibale fu costretto a marciare verso est per tornare mentre Scipione, per evitare che Annibale si rafforzasse troppo velocemente, mosse verso di lui con tutto il suo esercito. Le due armate giunsero a contatto nei pressi del fiume

Definitivamente dispersa la cavalleria avversaria o disperatamente chiamati indietro da Scipione alla fine tornarono Lelio e Massinissa con i loro cavalieri, che si avventarono alle spalle delle forze cartaginesi e le annientarono. Quella che forse stava per diventare un'altra sconfitta per Roma diventa la disfatta finale di Annibale e di Cartagine.

- Annibale si aggira nelle regioni meridionali con alterna fortuna; i romani mantengono un atteggiamento prudente rintuzzando le sue iniziative. Tentativo di Annibale di conquistare Taranto. In Spagna Asdrubale e gli Scipioni si scontrano, con vittorie prima di Roma e poi di Cartagine. In Sicilia Geronimo prende Lentini ma viene ucciso. Marcello inviato in Sicilia riprende Lentini. In Africa, Siface, re vassallo, attacca Cartagine e Asdrubale viene richiamato dalla Spagna con parte dell'esercito. Filippo V attacca Apollonia ma viene pesantemente sconfitto da Levino.

- Annibale conquista Taranto ma non la rocca, tenuta dai romani. Ancora piccole battaglie in tutto il meridione. Marcello attacca Siracusa ma respinto decide l'assedio con Appio Claudio. Sbarchi cartaginesi e romani in Sicilia dove si combatte a tutto campo con alterne fortune. Roma aiuta Siface ma Cartagine, con l'aiuto dell'altro re numida Gaia e del figlio Massinissa, lo sconfigge in due battaglie.

- I cartaginesi Magone, Giscone e Asdrubale, sconfitti da Scipione, devono evacuare la Spagna quasi completamente. Scipione fonda la colonia di Italica e torna a Roma. Massinissa torna in Africa rivendicando il trono del padre. Siface glielo contende alleandosi con Cartagine; Massinissa si allea con Roma. Annibale e Roma si controllano senza grandi combattimenti.

- Liguri e Celti arruolati da Magone si battono contro i romani a Milano. Magone viene ferito, sconfitto e messo in fuga. Cartagine richiama Annibale e Magone. Scipione batte le forze di Asdrubale e Siface. Asdrubale si rifugia a Cartagine ma viene condannato a morte, Siface si ritira in Numidia. Massinissa attacca Siface e occupa la Numidia.




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

19:52:18