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Frasi che contengono la parola contrada

nasce in Pacaritambo, da una caverna situata nella collina di Tambutoco, ma assieme a lui sorgono altri tre fratelli e quattro sorelle, tutti usciti dalla finestra centrale, mentre da due aperture laterali prendono vita altre persone destinate a costituire il popolo Inca. Il mito prosegue narrando le vicissitudini di queste genti che si spostano per la contrada cercando delle terre fertili. Durante la loro marcia tre dei fratelli abbandonano la compagnia, uno, di nome Ayar Cache, eliminato per la sua ferocia; un altro, Ayar Ucho, trasformato in pietra a scopi magico-religiosi e il quarto,

di cui abbondava l'impero. Le huaca erano assai numerose e potevano essere collocate nel Cuzco o in qualsiasi altra contrada. Erano di natura diversissima e potevano consistere in sorgenti, fontane, cime di montagne, luoghi particolari, alberi, corpi

Il sistema di inumazione degli Inca variava da contrada a contrada, ma ovunque rispondeva alla consapevolezza di una sopravvivenza ultraterrena. Era credenza diffusa che coloro che obbedivano al codice morale inca, ovvero

A Nord Porta S.Angelo (l'unica ancora esistente) che si apriva sulla piazza antistante l'Abbazia. Ad ovest Porta Pescara, dal nome della contrada sottostante. L'ultimo varco era la Portella, presso il convento di Sant'Agostino, demolita intorno al

La contrada del Valdimontone, nonostante i suoi colori siano giallo, rosso e bianco, ha l'abitudine di correre il Palio con il giubbetto del fantino di colore giallo e rosa. Questa usanza, riportata fin dal XVIII secolo, fu formalizzata nel

In ambito civile si possono ammirare le caratteristiche abitazioni con muratura in pietra, loggiati, archi e colonne, recuperate mediante interventi di restauro e di conservazione di beni ambientali, naturali e storici. Tra queste spiccano, nella contrada di

. Questa piccola chiesa fu costruita nel XVI secolo, nei pressi dell'attuale viale Regina Margherita, in suffragio delle vittime di un'epidemia di peste sepolte in una fossa comune in quella contrada. Dai registri di

, il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l'Oratorio della Falconara e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. Nell'

Nel primo pomeriggio si riparte alla volta di Piano Battaglia attraversando la riserva della forestale e il laghetto di contrada Mandria del Conte, per inoltrarsi infine nel suggestivo bosco di faggi (

(Contrada Villa San Nicola): chiesa del XVIII-XIX secolo situata nel pieno centro della contrada sparsa, con campanile a vela, facciata a capanna intonacata di bianco, ornata alla base da un solo portale a tutto sesto senza lunetta, e al centro di essa da un ordine di tre finestre a tutto sesto.

Punta dell'Acquabella - Pineta San Donato: area di flora che si trova in contrada San Donato presso il pizzo tufaceo, a nord della foce del Moro. Vi si trovano la spiaggia, un borgo di pescatori, i resti della torre del Moro (XVI secolo) e della basilica di San Marco (IX secolo)

, sequestrate delle armi presso la caserma militare di Santa Chiara, all'ingresso del corso Roma, sbarrarono la strada di circonvallazione in contrada Pozzo Bagnaro, sotto via dei Bastioni, ferendo alcuni tedeschi ed incendiando i loro veicoli, non veicoli militari da combattimento, ma ambulanze della

fino all'incrocio di via Nazario Sauro. Fanno parte della contrada: piazza IV Novembre, via Sarno, via Antonietta De Pace, via Municipio e traversa, via Cesare Battisti e parte delle vie Roma, Risorgimento e Via Nazario Sauro.

. Fanno parte della contrada Arco: via Giuseppe Garibaldi da largo Arco a piazza Guglielmo Marconi, traversa Giuseppe Garibaldi, via Martiri Ungheresi, via Palma e traverse, via Roberto Serafino con le traverse e via Monte.

, riconoscibile dalle caratteristiche testine di terracotta sulla facciata e che domina l'intero largo Marzo, avevano luogo le riunioni del consiglio comunale. Fanno parte della contrada: largo Marzo, via Beniamino Marciano, via Giuseppe Garibaldi da largo Marzo a piazza Guglielmo Marconi, via Foce, via Farricella I e II, via Caduti per la Patria e parte di via Nazario Sauro.

. Nigretto (Negretto) era il soprannome di Comino de Lavalle, bisnonno del Palma, figlio di un Giovanni detto Nigro (Negro) della famiglia Ruggeri. De la Valle non era propriamente un cognome, ma indicava la contrada dove la famiglia aveva abitato o abitava a

Altri simboli della vittoria sono la croce pettorale, ovvero un crocefisso d'oro copia del prezioso oggetto posto sul Carroccio durante la battaglia di Legnano, che viene assegnato al capitano della contrada vincitrice e che viene riconsegnato poco prima del palio successivo

, dove successivamente sorsero dapprima le fortificazioni nell'attuale contrada di San Paolo (presumibilmente nei secoli XI-X a.C.) e successivamente (VIII-VII sec.), avvicinandosi gli abitanti al fiume, l'

, la prima domenica di maggio. Ogni anno, proprio in questa occasione, viene organizzata dalla Contrada Via Maggiore un'infiorata lungo Via Domenico Giuliani (strada percorsa dalla processione) in cui, per consuetudine, solo il vescovo e chi porta la Madonna possono calpestare i fiori, che raffigurano soggetti religiosi;

: situata in basso, simboleggia il territorio. Questo simbolo, assieme al sole radioso e al cielo azzurro, esalta il significato di Callicari (antico nome di Biancavilla) che, per l'appunto, in greco significa bella contrada.

: originari di contrada Valle Regia dove avevano il castello, possiedono lo stemma con il cimiero di un cavaliere in cima, e lo scudo blasonato con nella parte superiore due corone di fiori, e in basso una solo.

dove, nella scuola in contrada Tortorelle, avevano allestito un ospedale militare per i feriti. Nel cortile adiacente la scuola vennero seppelliti i morti che successivamente, dopo la guerra, furono esumati e portati in patria.

Nel primo pomeriggio, dopo l'ingresso del palio e delle contrade, i tamburini e gli sbandieratori di ciascuna contrada ripetono la loro esibizione davanti al pubblico disposto nelle tribune. Successivamente si premia la miglior coppia di sbandieratori e tamburini e il miglior corteo storico con il premio Sfoggiato. Prima che si dia inizio alla corsa vera e propria, per pubblico sorteggio si effettua l'abbinamento degli otto

, lungo la via Vittorio Emanuele; il Conservatorio delle Vergini, o Collegio Immacolata, nei pressi della Chiesa dei Bianchi; la chiesa di Santa Maria di Tremonti, chiesa di campagna sita nell'omonima contrada; la chiesa di

si svilupparono i villaggi di Arcopinto, Cantarello, San Salvatore delle Monache (che trasse il nome dalla chiesa di san Salvatore, dipendente dal monastero di san Gregorio maggiore), Salice, Arcora, Contrada Regina, San Marco e San Martino, oltre a

; ogni contrada comprende dunque una zona agricola (o boschiva), le abitazioni sparse che in essa si trovano ed eventuali nuclei abitati minori, dipendenti amministrativamente dalla frazione di riferimento.

quando, durante i lavori per la realizzazione dello stok Scaringi S.p.A. nella contrada Mezzocampo di Misterbianco, venne demolito un tratto dell'acquedotto rinvenuto durante gli scavi per le fondamenta.

, situata a nord-ovest, conserva l'aspetto medievale, sormontata dalla torre del castello, con la parrocchiale di San Giovanni, e lungo la strada la chiesa della Madonna di Valleverde. Presso la contrada di Filetto si trova l'abbazia dei Santi Crisante e Daria.

, venne derivato un piccolo canale, che costeggiava la Contrada di Piscina (attuale via Matteotti), per raggiungere infine Piazza Santa Maria, dove alimentava una vasca per l'approvvigionamento idrico della popolazione, chiamata appunto

che indicava un grado piuttosto elevato dell'esercito e della guardia imperiale. Pertanto la contrada doveva essere un fondo assegnato in premio ad un alto ufficiale. Questo non era infrequente soprattutto in una zona di confine come fu a lungo l'area tra

Altre frazioni minori: Lattughelle, Murate, Contrada Bruscate (zona chiamata Millepini o Le Bruscate), Caccianova, Case sparse, Contrada Sisto, Corsi, Fuscolara, Fuscolaro,Garda, Gli Stombi, I Tre Ponti, Il Porcile, Il Porro, Laccata, Le Caselle, Masseria Brichetto, Olmo Torto, Pantano Rotondo, Permuta, Pianoscafo, Torre della Chiesa, Contrada Prainetta.

. A Trasacco possedettero la chiesa di San Angelo, il monastero di San Martino, che era situato sull'omonimo colle, e la chiesa di San Tommaso in Pertugia, nella contrada di Fossa della Villa. Le dimensioni e l'importanza della cittadella aumentarono in seguito alle cospicue donazioni effettuate dai

(termine di oscura etimologia, esclusivo del dialetto pantesco), delle quali sopravvive un centinaio di esemplari sparsi nell'aspra contrada Cimillia che forma il retroterra orientale dell'abitato. I

: insieme alla Fondovalle Sangro, parte dalla foce di Torino di Sangro Mare, e attraversa il nucleo industriale Sevel di contrada Saletti, immettendosi poi nel serpentone dell'agglomerato urbano Piane d'Archi-Quadroni-Piazzano d'Atessa. Nell'area del medio Sangro diventa meno regolare, assume vari tornanti, e attraverso i centri di Valle Cupa e Bomba, fino ad arrivare a Colledimezzo, terminando tra Pietraferrazzana e Villa Santa Maria.

, continua a cercare informazioni utili per capire chi ha ammazzato il cognato Gregorio Marchese e fa sequestrare l'ex operaio Fiat Cesare Peppuccio Manzella, che viene legato e interrogato in un negozio in disuso in contrada Balate, a

: le vallate erano percorse da genti nomadi dedite alla pastorizia, armate di frecce di pietra ed archi e con scudi di vimini, mentre sulle alture sorgevano villaggi protetti da mura. Senza particolari prove, la contrada di

Tale contrada nella ristrutturazione ha mantenuto molte caratteristiche delle vecchie malghe presenti in Lessinia, dai pavimenti ancora in pietra ai camini realizzati come quelli di una volta; da ammirare l'

Quarta domenica di settembre: Festa dei Santi Cosma e Damiano; festa di campagna che si tiene in contrada San Cosimo. La domenica pomeriggio dopo la messa le immagini dei santi vengono portate in processione e poi esposte per essere venerate dai fedeli.

), con pregevoli mosaici; di una vasta necropoli con tombe a grotticelle in contrada Monte (X-VIII secolo a.C.). In contrada San Cosimo sono stati rinvenuti reperti risalenti al XXII/XX secolo a.C. e due necropoli una del

Il paese nasce in epoca relativamente recente, tuttavia sin dal periodo medievale possono essere riscontrate e individuate tracce della presenza umana nel territorio del paese. Infatti negli anni sessanta, in Contrada

che diede il nome a Viale Pilone, passava per Porta San Pietro e, percorrendo il ponte su Rio Valmanera, proseguiva su Contrada maestra, (attuale Corso Alfieri) fino al Palazzo Gabuti di Bestagno, l'attuale

La cronologia inizia con Virgilio De Catania, ritenuto l'artefice degli ultimi rimaneggiamenti apportati alla fortificazione della Contrada Torre, seguirono successivamente i De Sano, i De Marchisio, i

porta, come effigie del suo rione, un unicorno sui colori giallo e viola. La leggenda narra che l'impresa della contrada fosse la purificazione delle acque del Po ottenuta proprio grazie a un unicorno, che con i suoi poteri magici rese la zona di Ferrara florida e irrigabili i campi. Alcuni lo raffigurano con un paio di ali e viene chiamato

e finalmente a Lilybaeum. Parthenicum era una stazione di sosta, posta probabilmente in contrada Sirignano, ove nel secolo scorso sono stati rinvenuti i resti di una sontuosa villa romana, lungo la via che da Panormo passa per il

, vi era situata la tomba della sirena. A confermare l'ipotesi che Terina fosse situata in contrada Terravecchia (Sant'Eufemia Lamezia) e San Sidero (Sambiase) erano e sono molti, italiani, calabresi e stranieri, come l'

La Contrada prende il nome dalla chiesa dedicata al Santo Cavaliere di Tours, un tempo esistente lungo la via principale che dalla piazza maggiore conduceva fino al Girone. Molte famiglie nobili del paese avevano nel territorio della San Martino i loro palazzi; tra queste quella estinta dei Bertolucci-Godolini, nobili di Fossombrone e di Cingoli, marchesi della Castelletta, imparentati con Francesco Saverio Castiglioni (papa Pio VIII). I palazzi di tali famiglie sono ancora custoditi tra le mura del paese; ne sono esempi il palazzo con villa dei Bertolucci-Godolino, quello degli Errighi, quello dei Sinibaldi-Odoardi, quello dei Fassitelli ed infine quello dei Canuti. Lungo

del III secolo d.C., usatissimo per la conservazione di derrate alimentari, fu rinvenuto casualmente in contrada Zaparone. Nella stessa zona, vicina all'attuale cimitero, sono venute alla luce consistenti strutture murarie e qualche tomba che hanno confermato la presenza sia degli scarsi resti di una villa imperiale che di abbondanti testimonianze dell'ex

Il rione Piccianello (la contrada in Piccianello), dove la leggenda narra che tutto ebbe inizio e da dove parte la traslazione della statua di Maria Santissima della Bruna (detta volgarmente, statua della

e quindi le veniva riconosciuta una qualche funzione nell'organizzazione ecclesiastica della valle. Forse a quell'epoca fu eretta l'attuale chiesa di San Martino, che divenne la chiesa battesimale o matrice di tutta la contrada. Questo risulta anche dagli Statuti di questa

, ritrovato nel Cinquecento in contrada Grotticelle, dove sono note anche altre testimonianze del periodo romano, e il Rilievo delle Vestali, raffigurante sacerdotesse nell'atto di offrire un sacrificio, in presenza di una figura maschile togata

. Avevano due palazzi, uno nel quartiere San Michele, nel cuore del centro storico, l'altro in contrada San Gaetano. Si ricordino tra loro: Francesco Maria Scarcella consolente et notabile savocese vissuto nel

Sono presenti anche siti archeologici risalenti all'epoca arcaico-classica, tra l'ottavo ed il quinto secolo a.C., nelle contrade Castellana, Arcia e Iacolano, dove sono state rinvenute ceramiche che lasciano intuire la presenza di insediamenti umani dediti allo sfruttamento agricolo del territorio, reso possibile anche dalla presenza del vicino fiume Maroglio. Testimonianze di arcaiche forme di culto religioso sono state, invece, riscontrate a Pisciotto e Valle Madoni, oltre che nella stessa contrada Arcia, dove sono stati rinvenuti resti di antiche necropoli. Secondo molti studiosi, questi ultimi ritrovamenti fanno pensare che il territorio di Niscemi avesse raggiunto un buon livello di organizzazione urbanistica, caratterizzata sia dalla presenza di aree urbane che di aree extraurbane

Le popolazioni che occupavano quegli antichi insediamenti avevano tecniche evolute per riuscire a coltivare la terra, soprattutto dal punto di vista della distribuzione dell'acqua. Basta considerare che gli scavi appena citati in Contrada Stretto hanno permesso di trovare alcuni fossati-

Fonte Canale: si trova nella contrada del Casale, fuori dall'abitato, e consta di una base d'appoggio in pietra grezza lavorata nella cornice superiore, e con vasca di abbeveratoio molto semplice. Ha solo una cannella da cui sgorga l'acqua di alimentazione.

), di cui si parla nelle biografie di molti santi italo-greci e che si trovava al centro della Turma delle Saline (circoscrizione amministrativa bizantina), identificata con l'odierna Sicari o Sicri, contrada disabitata nei pressi di

fu dotato di una torre di avvistamento. Sempre dall'atto di donazione apprendiamo che il territorio di tale casale aveva come confini a nord la contrada di San Nicolao di Petra e a sud l'Ofanto. Le saline all'epoca venivano chiamate Salinae Cannarum, in quanto il vescovo di Canne ne aveva il possesso e ne riscuoteva il censo. Il casale fu poi ancora una volta ceduto ai templari di Barletta dal vescovo Joannes, che successe a S. Ruggiero nell'episcopato di Canne. Con l'estinzione della diocesi di Canne la chiesa di S. Maria de Salinis fu aggregata a quella di Trani, cui ancora adesso appartiene, come risulta dalla bolla papale di

. Nelle prime edizioni della manifestazione la cena della vigilia era ad appannaggio del fantino e dai maggiorenti del rione: solo in seguito fu deciso di aprire la partecipazione a tutti i volontari che ruotano intorno alla contrada

posero un presidio militare in contrada Mignano, dal quale potevano controllare l'intera vallata. La competenza di Solagna si estendeva allora su un vasto territorio e nei secoli successivi, pur passando sotto il dominio franco, non perse la propria importanza: infatti, quando nel

la cappella della Madonna dell'Alto Mare, su una duna in contrada Capoccia Scorcialupi, edificata sul sito in cui in epoca magnogreca sorgeva un tempio dedicato ad Artemis Bendis, i cui resti sono tuttora visibili di fronte alla cappella,

Trattasi di un piccolo edificio settecentesco, ampiamente rifatto nell'Ottocento, situato in contrada Guarenna Nuova, lungo la via per Selva di Altino, con la facciata con un basamento con blocchi di pietra squadrata formante un

Gran parte dell'industria e dei locali commerciali oggi si sono trasferiti in contrada Selva piana, a ridosso del fiume Aventino, da cui parte la strada Pedemontana di Piano delle Vigne, per il collegamento con

Gli Acquaviva, prima di diventare duchi di Atri, erano sparsi in vari castelli nella piana del Vomano (si ricorda un primo castello degli Acquaviva nei pressi di Campli, che corrisponderebbe a contrada Castelnuovo), comparendo in scena durante il regno di Federico II. Avevano in possesso

dove, nella scuola in contrada Tortorelle, avevano allestito un ospedale militare per i feriti. Nel cortile adiacente alla scuola vennero seppelliti i morti che successivamente, dopo la guerra, furono esumati e portati in patria.

Le fasi di antropizzazione relative al primo ciclo d'impianto, susseguitesi nelle diverse epoche storiche, hanno interessato solo marginalmente il territorio santarcangiolese, privilegiando quelle linee di crinale, su cui si sono insediati i nuclei protourbani, localizzate nelle Serre di Roccanova (Contrada S. Marcellino). Solo col secondo ciclo, quello cosiddetto

fu raso al suolo, i pochissimi monaci sfuggiti, si raccolsero nel Galesano e fondarono l'Abbadia di S. Maria di Galaso (nome preso dalla contrada). L'Abbadia sorgeva a breve distanza dall'allora Casale di Galaso e si estendeva tra i comuni di

Oltre al centro storico, l'abitato si estende in alcune contrade: Contrada Canonica, Contrada Isca, Contrada Pantanelle-Campo di Rato, Contrada Piano dei Prati, Contrada Serra, Contrada Vigna la Noce.

, Cerza Montanara, Chicone, Ciccolecchia, Contrada Cefalo, Frusci, Gallicchio, Gianturco di Sant'Angelo, Giardiniera Inferiore, Giardiniera Superiore, Lacciola, Lazzi e Spilli, Limitone, Masi, Masseria Bozzelli, Masseria Nardella, Mezzomiero, Miracolo, Moccaro, Montemarcone Alto, Montemarcone Basso, Pantani, Paoladoce, Patacca, Piano del Conte, Piano del Lago,

per devozione in quanto la contrada grande (l'odierna via Roma dove si trovava l'oratorio) fu risparmiata dalla peste. L'oratorio era ricavato in una vecchia porta di fortificazione. Venne abbattuto nel

. In passato il traffico era discreto, nonostante una localizzazione periferica rispetto al centro abitato, in contrada Scafa, nel territorio comunale di Benevento. Nel corso del tempo ci fu un calo di traffico sempre maggiore. La stazione fu sostituita nel

. In questi anni si stabilirono in questa contrada alcuni padri Cappuccini i quali, accanto alla grotta, costruirono un convento e si presero cura della chiesetta che era situata al di sopra della grotta e che con essa comunicava per mezzo di venticinque gradini. Alla fine del

; all'interno della sala d'armi sono poi conservati gli stendardi e le bande della vittoria, ovvero i vessilli bianchi e rossi (i colori dello stemma comunale di Legnano) che sono stati consegnati alla contrada in occasione delle vittorie al palio e che riportano la data della vittoria in

: Villaggio (di colore giallo), San Rocco (di colore azzurro), la Pieve (di colore indaco-violetto), Castello (di colore bordeaux e bianco), Pozzone-Bande (di colore bianco e rosso), Scarnadore (di colore arancione) e San Cassiano (di colore verde). Nelle settimane precedenti al Palio, ogni contrada abbellisce le proprie vie di festoni e scenografie rinascimentali del colore adeguato. il giorno del Palio, i membri delle diverse contrade, vestiti in abiti rinascimentali del colore della contrada a cui appartengono, sfilano per il paese con tamburi e

Piccola contrada posta a sud, in una valletta sulla destra orografica della valle, in territorio di San Pellegrino Terme. Presenta una piccola chiesa in cui sono conservate opere di grande valore, tra cui spiccano quelle di

Nella Contrada Neviera (vicino al santuario rupestre) sono stati scoperti resti di un muro massiccio che potrebbe essere stato la linea di confine tra l'area greca (Chora Tarantina) e quella indigena (

. I profughi albanesi si fermarono nella contrada Prato (Piezileum), vicino alla ex badia cistercense di Santa Maria la Matina. Anticamente, sul sito dell'attuale paese sorgeva il casale disabitato probabilmente detto

, anche se nei verbali compariva sempre la denominazione originaria. Forse dietro questo cambio di denominazione non ufficiale vi era un motivo scaramantico: nel settecento, infatti, la Contrada di Pantaneto rimase senza vittoria addirittura dal

, formato dai quartieri cittadini del Centro Storico (Androne, Contrada Todesca, S. Pietro, Duomo, Sass, ecc...), Piedicastello, Cristo Re, S. Martino, Solteri-Centochiavi, Vela, Cervara e Spalliera (n. dispari)




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Ultimo aggiornamento pagina:

10 Gennaio 2022

20:34:25