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Frasi che contengono la parola corinzio

), per le quali la ceramografia attica si mostra chiaramente debitrice a motivi corinzi. Presenta un labbro svasato, stretto e poco pronunciato, ma nettamente angolato rispetto al corpo che, dal canto suo, poggia su un corto stelo dal piede svasato; le anse sono poste appena sotto il labbro in posizione quasi orizzontale. L'ornamento floreale presso le anse non ha alcun antecedente corinzio, la decorazione attica riguarda unicamente le pareti esterne, mentre la coppa corinzia ha spesso all'interno un

). Vi era raffigurato una sorta di compendio del sapere medievale, con vari soggetti: un capitello corinzio (che dimostra una notevole comprensione dell'arte antica), uno con atleti, uno con un apicoltore, una serie con le

La leggenda sulla fondazione si conclude negli scritti antichi con la morte di Archia per mano di un capitano della sua flotta, Telefo, che da giovane era stato cinedo del corinzio, e che avendolo seguito in Sicilia tra la sua armata, a tradimento lo uccise

. Sugli altri capitelli era raffigurato una sorta di compendio del sapere medievale, con vari soggetti: un capitello corinzio che dimostra una notevole comprensione dell'arte antica, uno con atleti, uno con un apicoltore, una serie con le

si sarebbe dovuto aprire un arioso atrio di accesso e al piano superiore, un solenne loggiato, sullo stile delle basiliche romane; in facciata un grande frontone classico sostenuto da sei poderose semicolonne di ordine corinzio. Secondo l'architetto a collegare l'atrio, la loggia e il palazzo episcopale, si sarebbe aperta una rampa coperta, sulla destra, rimasta incompiuta. Durante i bombardamenti della

Ancor prima che vi giungesse il corinzio Archia, alcune leggende di minore risonanza storica, nate in epoca greca, narrano che il territorio siracusano venne colonizzato da diverse popolazioni provenienti dall'

nei pressi di Pantaleo. Un'altra testimonianza romana era la chiesa di Sant'Agata, edificata sui resti di un tempio romano, di cui oggi si conserva qualche limitata traccia (un capitello in stile corinzio ed una lapide con epigrafe latina).

diffusero presso i romani l'uso degli elmi ellenici veri e propri: fond. elmo corinzio, elmo calcidico ed elmo attico. Quest'ultimo tipo ebbe a Roma grandissimo successo presso le alte classi sociali che fecero realizzare per i loro guerrieri elmi attici da parata sontuosamente decorati

), l'elmo corinzio consisteva in un coppo proteso a coprire integralmente la fronte, con un lungo nasale sulla punta del quale convergevano protuberanze para-guance lanceolati lunghi sino al mento. Una grande proiezione ricurva proteggeva la nuca, in modo simile alla

. L'edificio si presenta con una facciata caratterizzata nella sua parte centrale da un loggiato con colonne di ordine corinzio sovrastato, nella parte superiore sopra il cornicione, da una serie di statue rappresentanti gli

. L'ordine corinzio gigante di facciata si ripete all'interno, decorando coerentemente tutte le pareti e i sostegni della cupola. Quest'ultima poggia su un alto tamburo illuminato da ampi finestroni rettangolari e tutta la struttura si sostiene su quattro piloni ingentiliti da otto alte colonne libere, anch'esse di

tra i quali i resti del primo altare benedettino del XIV secolo, una colonna scanalata, un capitello corinzio, e l'epigrafe che ricorda l'insediamento dei Francescani a Colleromano nel XVI secolo. Il convento ospita una biblioteca diocesana e il Museo Etnografico Missionario, che raccoglie testimonianze dei Frati Cappuccini nei vari Paesi del mondo.

. Quattro colonne a cilindro precedono l'accesso, ossia un pronao tetrastilo d'ispirazione greco-classica. Le colonne hanno forma dorica ma i capitelli sono di ordine composito a cavallo tra il gotico e l'ornanento vegetale corinzio. I muri sono costituiti in

. Nel frattempo, Timoleonte conquista Messana e si assicura il collegamento con Reghion. A questo punto il condottiero corinzio muove verso Siracusa, con il proposito di accordarsi con Iceta e sganciarlo dall'alleanza con Cartagine. Il racconto plutarcheo riporta lo stile della propaganda anticartaginese messo in campo da Timoleonte.

Secondo la leggenda, con Archia viaggiarono altri suoi compagni corinzi che lo seguirono fino a Siracusa: Teleso, Ezioco, Melituto, Etiope e Bellerofonte. Di costoro, solamente su uno non ci perviene alcuna notizia: Ezioco, che viene citato come nobile compagno corinzio. Dei restanti quattro giunge per ciascuno un diverso aneddoto. Inoltre, pur non essendo menzionato tra i compagni viaggiatori di Archia, le fonti sostengono che tra loro vi fosse anche il poeta corinzio

parla di un aneddoto su un tale Etiopo, o Etiope, che viaggiava con Archia e che durante il viaggio verso Siracusa fu colto da fame e da ingordigia al punto tale che decise di barattare con l'altro compagno corinzio, Melituto, il lotto di terra che gli sarebbe spettato - dopo averlo estratto a sorte - una volta giunto a Siracusa, in cambio di un

Il conflitto determina infine la resa del tiranno e la vittoria di Timoleonte, lasciando comunque aperta una situazione bellica con Iceta, il resto dei tiranni di Sicilia e l'esercito cartaginese; scenari che verranno in seguito affrontati e risolti dal corinzio ormai al comando della liberata

erano in stile ionico; ad Atene il Partenone (peristasi dorica, ordine dorico nella cella, ma quattro colonne ioniche all'interno dell'opistodomo); a Basse (Figalia) il tempio di Apollo Epikourios (peristasi dorica, semicolonne ioniche nella cella, tranne quella di fondo di ordine corinzio);




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Ultimo aggiornamento pagina:

11 Gennaio 2022

07:45:43