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Frasi che contengono la parola cappella
Il progetto si rifaceva ai modelli classici a pianta centrale e prevedeva una pianta ottagonale all'interno, circondata da una corona di cappelle comunicanti tra loro. L'altare doveva trovarsi probabilmente al centro, coperto da una cupola. Ciascuna cappella, di forma quadrata con due nicchie ai lati che la fanno sembrare ellittica, aveva una parete piana verso l'esterno, mentre negli spazi dei pilastri erano tagliate nicchie esterne forse destinate ad essere decorate da statue. Le nicchie interne dovevano essere in comunicazione l'una con l'altra, in modo da generare un andamento circolare dello spazio
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La cappella si colloca sotto molti aspetti al limite tra Medioevo e Rinascimento, non solo per quel che riguarda la sua decorazione e la sua struttura, ma anche, per quel che concerne la sua posizione nel contesto urbano
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, con cortile, salone affrescato e cappella affrescata dedicata a san Gerolamo. Nel medesimo edificio sorge al piano terra l'Enoteca Provinciale che ospita mostre e degustazioni di vini tipici locali.
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Il Museo della Cattedrale, nel ristretto ma suggestivo spazio un tempo occupato dalla cappella di San Tobia, presenta importanti oggetti per la celebrazione liturgica e parametri sacri, alcuni dei quali donati dai pontefici di Cesena, e alcune opere d'arte appartenenti al capitolo della cattedrale o ad edifici di culto distrutti o di varia destinazione
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del mosaico patrocinato da Lorenzo il Magnifico, nel momento in cui si immaginava di rivestirne l'interno della cupola, si ricollegano le decorazioni a mosaico e globi di pasta vitrea che incrostano i costoloni della volta della cappella di
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L'Arcicappellano o ministro di culto: era il secondo grado per ordine di importanza in tutto il regno franco, immediatamente dopo l'Imperatore. Da lui dipendevano tutti i chierici operanti nella cappella palatina di Aquisgrana ed inoltre era responsabile della scuola palatina e della
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La Chiesa di San Massimo in Padova, Cappella universitaria. Archeologia, storia, arte intorno alla Chiesa di San Massimo: risultati della ricognizione scientifica della Tomba di Giovanni Battista Morgagni e altri interventi
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. Nell'ambulacro si aprono le stanze dell'appartamento reale: lungo il primo braccio, quello che corre parallelo alla facciata su piazza del Plebiscito, si trova il teatrino di corte e le sale da udienza, lungo il secondo si trovano le retrostanze dell'antico appartamento privato, le quali affacciano sul giardino pensile, lungo il terzo, quello esposto a oriente, si trova il salone d'Ercole e la Cappella Reale, e infine il quarto braccio che affaccia sullo scalone d'onore e da cui, tramite la vetrata, si scorge piazza Trieste e Trento, con veduta, in lontananza, della
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; secondo quella piemontese, la fusione deve provenire non solo da un crocifisso d'argento benedetto, ma deve essere realizzata la notte di Natale. La versione della Saintogne non prevede espressamente l'argento, ma le pallottole devono essere benedette in particolari ore della notte in una cappella dedicata a
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Tutte le sue residenze reali vennero dotate obbligatoriamente di una cappella su due livelli: un piano era destinato alla corte mentre il piano superiore (spesso in un'apposita tribuna) era lo spazio riservato al re, alla famiglia reale e ai fedelissimi del sovrano.
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; frammenti di vasellame con testi in inchiostro; sigilli con i nomi di Ka'a, Merkha, Nefermerib, Kherepkha, Setkha; cappella lato nord: resti (solo i piedi) di due statue lignee di uomo; tomba sussidiaria a est della principale: stele di Merkha, prete
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L'originario orientamento nord-sud fu scelto per una questione urbanistica: a ovest era presente il foppone, ovvero il cimitero, mentre a est si trova l'Olona: venne quindi deciso di realizzare le porte verso gli altri due punti cardinali. La cappella maggiore, che ospita l'altare principale, venne realizzata invece a est per tradizione cristiana
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. Un'altra congettura ipotizza invece che, durante la prima parte della storia della basilica, quando gli ingressi erano in direzione nord-sud, l'altare maggiore fosse situato in un'altra cappella che era allineata con la porta d'entrata principale
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La volta principale. Questa immagine si riferisce alla porzione di cupola che si trova sopra la cappella maggiore. Si possono notare le nicchie e i volti dei profeti, che sono affrescati nei pennacchi
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. Sempre frontalmente sono presenti anche le raffigurazioni dei profeti Isaia e Geremia e quattro putti. Questa cappella, nel suo complesso, ha una grande valenza artistica, soprattutto per quanto riguarda la fattura dei personaggi dipinti
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. Le fiamme, che danneggiarono anche i ponteggi dell'erigenda basilica, come testimoniano le tracce di annerimento trovate sull'arco trionfale, furono l'occasione per rifare la cappella maggiore trasformando la struttura della volta dalla tipologia
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. Realizzato e posizionato dietro la mensa dell'altare maggiore nella prima parte del XVII secolo, quando quest'ultimo si trovava ancora addossato al muro frontale della cappella, era collocato sopra uno zoccolo realizzato in mattoni
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. In origine, prima dello spostamento dell'ingresso a opera del Richini, che avvenne all'inizio del XVII secolo, questa cappella rappresentava l'andito che metteva in collegamento la chiesa con l'abitazione del prevosto e del coadiutore
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. Per tale motivo la cappella conservava due tele rappresentati il santo che sono state trasferite in un'altra cappella della basilica, in occasione della nuova intitolazione di quest'ultima a san Carlo e san Magno
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Un tempo nella cappella erano conservati, all'interno di cornici murarie in gesso collocate sui pilastri, quattro quadri settecenteschi che erano opera di Antonio Schieppati e di cui si sono perse le tracce
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. Durante i lavori di ristrutturazione dell'inizio del XX secolo questa piccola cappella venne eliminata per ricostituire la simmetria della basilica, e il fonte battesimale venne collocato all'interno di una nicchia ricavata nel muro per poi essere definitivamente spostato all'interno della cappella del Sacro Cuore
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. Le celebrazioni si svolgono in Chiesa Madre, i simulacri dei Tre Santi Patroni vengono esposti davanti al portone centrale, all'interno della chiesa. Da qualche anno in questo giorno di festa, il Sacro Fercolo di Sant'Alfio viene esposto solennemente alla venerazione dei fedeli all'interno della sua cappella.
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. Il livello medio (Tempietto) (XVI secolo) ha tre arcate in marmi policromi. Di particolare interesse la cappella della Crocifissione con bellissimi affreschi. Il livello superiore del XVIII secolo fu progettato da
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I recenti restauri eseguiti sugli affreschi della cappella hanno messo in evidenza alcuni dettagli che fanno pensare a una certa fretta di concludere il lavoro, come la presenza nell'affresco della crocifissione della traccia di una figura in
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, a soli nove mesi, Maria fu incoronata regina di Scozia nella cappella reale del castello di Stirling. La bambina, riccamente vestita, fu portata da lord Livingston in una solenne processione verso la cappella reale, dove fu unta dal cardinale David Beaton con l'olio consacrato. Il
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che vedesi nella nominata Chiesa dell'Annunziata, alla Cappella fabbricata con Sovrana magnificenza dal Marchese Fabbrizio Colloredo, Ministro della Serenissima Casa Medici; per non parlare dei graziosi
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rappresenta lo spirito che si trova tra la vita e la morte. La cappella dove si trova la statua un tempo era utilizzata solo per lo svolgimento dei funerali. Marie Laveau continua ad essere una figura centrale del
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compare la cappella funeraria dedicata all'architetto Ankhmahor, dove le raffigurazioni sono inframmezzate da iscrizioni che, oltre a descrivere i soggetti raffigurati, riportano anche i dialoghi fra questi ultimi.
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la costruzione originaria di una cappella consacrata allo Spirito Santo, patrocinata dal patrizio brunicense Nikolaus Stuck (o Stuckh). All'interno della chiesa si trova inoltre una lapide sepolcrale in marco bianco di Leonhard v. Stuck, recante la data del
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, dipinta su legno di cipresso per la Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo. Come dimostrato da Luigi Spezzaferro, la pala non fu rifiutata ma sostituita con l'attuale in seguito a nuovi accordi intervenuti tra l'artista e gli eredi del committente Tiberio Cerasi
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, delimitato dal Corso Cerulli, Piazza Sant'Anna, Piazza Orsini. Vi si trovano la chiesa di Sant'Antonio di Padova, la cappella di Sant'Anna e la vicina domus di Largo Torre Bruciata, la domus del Leone, la casa Melatino, la chiesa di San Luca, la chiesetta di Santa Caterina, e l'ex ospedale psichiatrico Sant'Antonio con Porta Melatina. Termina nel Largo Madonna delle Grazie all'estremo oriente dell'asse viario Corso Cerulli-Corso De Michetti, mediante l'accesso di Porta Reale.
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Sul lato nord del campus si trovano la cappella universitaria, il coro e la chiesa dei santi Domenico e Sisto. Il campus confina sul lato nord da via Panisperna e dalla Villa Aldobrandini, villa principesca del settecento di cui i giardini erano tamponati nel novecento a causa della costruzione di via Nazionale, divenuta sede dell'Istituto internazionale per l'unificazione del diritto privato (
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. La sinagoga ebraica confiscata venne consacrata nel dicembre dello stesso anno dal vescovo Eckhard di Worms, trasformandola in una cappella in onore della Vergina Maria. Per finanziare l'accademia,
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L'appartamento del priore si sviluppa nelle circa dieci sale che si sviluppano verso sud del complesso, la cui porta d'ingresso precede di poco quella della scala elicoidale che conduce alla biblioteca. Nelle sale che lo compongono sono conservate alcune testimonianze settecentesche della certosa, come la cappella San Michele Arcangelo, decorata da stucchi, mobilia ed affreschi barocchi del Settecento. Ad
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in via Mangini, e dei turchi. I maroniti e i cattolici orientali di lingua araba, prima di trasferirsi in via Mangini, parteciparono alla costruzione della prima cappella a destra dell'ingresso della
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La cappella presenta un sontuoso altare ornato da colonne in marmo policromo, e da un prezioso tabernacolo in pietre dure. Come la cappella di san Gaetano, ospita capolavori di statuaria barocca del Rusnati: sull'altare, la
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Dopo aver acquistato Pratolino, ristrutturarono gli edifici superstiti della villa: le scuderie, la cappella e la fattoria. Dall'edificio secondario delle paggerie, originale del periodo del Buontalenti, fecero ricavare all'architetto
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(patrono dei marinai), in luogo della piccola e malmessa cappella precedente. Rapidamente, Torre Pelosa divenne luogo prediletto di villeggiatura da parte non solo dei cittadini di Noicattaro, ma anche di quelli di Bari,
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(Torre, Gugliano, Montecatino, Mastiano, Mammoli, S. Concordio, Pieve S. Stefano, Mutigliano, Vallebuia, Monte S. Quirico, Busdagno, Arsina, Cappella, S. Cassiano a Vico, Annunziata, S. Pietro a Vico, S. Alessio, S. Anna, S. Lunardo, Acqua Calda)
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Per donare l'olio da ardere che doveva servire tutto l'anno per le lampade della cappella dell'Annunciazione miracolosa, si effettuava una peculiare cerimonia, alla mattina della domenica in Albis da parte di una compagnia laico-religiosa, con il parroco della parrocchia d'appartenenza che si muoveva dalla propria sede per raggiungere in processione l'altare della Santissima Annunziata. La pittoresca cerimonia vedeva alla testa del corteo un somarello che portava a
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come arcivescovo, si prese una parte del convento per abitazione, la Cappella dei Pittori per cappella privata, facendo chiudere l'ingresso primitivo. Al posto dell'antica entrata fu in seguito messo l'affresco del
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, dono dei valenzani al monastero di San Giorgio, qui traslata dopo l'abbandono della cappella palatina. Numerose statue e dipinti di varie epoche, veri capolavori provenienti anche da cappelle andate perdute come quella di San Nicola di Mira, statua lignea dorata (sec. XVI-XVII) dal rione Cafasso e Santa Margherita di Antiochia, stessa epoca, dal rione Barri. La tavola di
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La chiesa sorse probabilmente come cappella privata, comunicante col castello attraverso una porta laterale, oppure come riadattamento dell'antica chiesa di Santa Maria in Castro. Nell'edificio si conservava una
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Di fronte alla piazza si apre uno stretto vicolo tortuoso (via Sant'Anna) in cui ancor meglio sono identificabili gli elementi caratteristici del borgo agricolo e dove si ritrova l'ultima villa padronale ancora abitata dai proprietari (villa Gallazzi) che nel parco antistante ospita una pittoresca cappella privata
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rurale, attaccata alla torre medievale di fattura normanna, potrebbe essere stata di tipo monocellulare e a pianta centrale, disposta con orientamento sud-ovest rispetto all'attuale disposizione nord-sud. La cappella della
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, sostituendo una precedente cappella dedicata al medesimo santo i cui ambienti vennero in parte recuperati per la costruzione della sacrestia della nuova chiesa. Annessa alla cattedrale si trova la cripta dei principi dove sono conservati i corpi degli ultimi principi del Liechtenstein. Sino alla seconda guerra mondiale, infatti, i principi del Liechtenstein venivano sepolti a
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venne costruita la cappella della Madonna della Stella, ex voto per l'insperata guarigione di Stella Beatrice. L'ultima famiglia a detenere la signoria di Canneto fu quella dei Nicolai, che fece costruire l'arco dell'orologio (situato in Piazza Roma) e Largo Castello (piccolo spiazzo situato all'interno del centro storico). A questa famiglia apparteneva don Cataldo, primo autore delle memorie storiche dei due borghi limitrofi.
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), collegato a terra da una passerella in legno. Vi erano anche le vaste tettoie per il deposito delle merci in quarantena, una cappella circolare, un serraglio per gli animali. In questa zona, presso le tettoie venne eretta la statua marmorea del granduca Pietro Leopoldo, nelle vesti di centurione romano e posta in una ricca nicchia marmorea, poi trasferita, su proposta del Vigo, nella piazzetta del sagrato della
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), tra il liceo classico ed il palazzo comunale si passeggia affiancando questa grande struttura tardo seicentesca. Interessanti il portale e le finestre su che danno su piazza Cianciullo. Caratteristica la Cappella di Santa Sofia (con epigrafe in
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e fu in questi anni che venne rifatta completamente la decorazione pittorica degli appartamenti nobili, dei portici, della cappella privata e della chiesa di San Gottardo. Collaborarono a questa impresa i maggiori artisti dell'epoca:
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. Contemporaneamente viene ristrutturata la cappella ducale di San Gottardo che ottiene una nuova pala d'altare e una decorazione interna di stile neoclassico. Viene salvato unicamente il campanile, giudicato un modello dell'idea di bellezza architettonica del tempo di
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mentre di fronte, lungo la parete di destra, si apre l'unica cappella dell'edificio, entro la quale sono conservati affreschi del XIV secolo. Altre tracce di pitture sono invece nella zona absidale, mentre il
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. L'acqua proveniva da una sorgente vicina, e lungo i tre lati vi erano passaggi porticati con massicci pilastri rettangolari: nel lato nord si trova un ingresso monumentale con due torri e due altari simmetrici. La cappella centrale era a tetto piano ornata da
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detta poi Badia Fiorentina (badia significa abbazia). La primitiva chiesa si trova dove oggi sorge la cappella Pandolfini, a fianco della chiesa principale, ricostruita nel Rinascimento su disegno di
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I mosaici che rivestono l'interno del Duomo presentano caratteristiche stilistiche e decorative nuove rispetto al passato nonostante le evidenti similitudini - sia a livello stilistico che iconografico - con le decorazioni musive della Cappella Palatina. Obiettivo di
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, quando le nuove disposizioni sanitarie vietarono le sepolture nelle chiese e nelle catacombe. Vi si trovano numerose cappelle gentilizie e monumenti funerari, come la maestosa cappella Ugo delle Favare, quella Arezzo di Celano, Notarbartolo di Castelreale, su progetto di architetti e scultori di rilievo come
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), proveniente dall'altare della Cappella degli Scrovegni, raffinatissima per la ricchezza decorativa dei colori smaltati e per l'andamento sagomato del supporto dal disegno gotico, oltre che per il realismo nella figura del Cristo e nell'atteggiamento sofferente di Maria e di
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e della consorte Elisabetta, venne eretto un arco di trionfo temporaneo, in legno, fra i due caselli. Al tempo era usanza di erigere questo genere di architetture temporanee in occasioni particolarmente solenni: in occasione della stessa visita, sul percorso del corteo imperiale, venne eretta una cappella in stile neoromanico al
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Chiesa seicentesca costruita su una preesistente cappella votiva dedicata alla Madonna della Grazia da cui il nome. La chiesa ha unica navata con altari laterali e con una volta a botte riccamente decorata da stucchi. L'altare maggiore conserva il quadro della Madonna della Grazia di
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Anche questa cappella fu oggetto di importanti restauri nel corso dell'intervento ottocentesco, quando vennero ripristinate le antiche finestre e restaurate le pitture parietali, pulendole e liberandole dall'intonaco che le celava.
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, vedono in questa cappella i resti di una costruzione non posteriore al secolo XIII che non aveva nessuna connessione con l'edificio attuale ma che si volle in ogni modo conservare per ragioni non note: la precedente chiesa di Santa Anastasia.
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, legata a opere dal sapore amaro e malinconico, accomunate da uno stile diverso, legato a toni bruni e un innovativo uso della luce e del movimento. Sono attribuite a questa fase le due tele destinate alla sua cappella di sepoltura nella
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Procedendo verso ovest una triplice arcata realizza un portico e sostiene la balconata superiore. Attraverso la prima arcata si accede a quella che un tempo era la cappella; dalla seconda arcata si scorge una bucatura in asse con il portale d'ingresso al castello; la terza arcata vede la presenza di una
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Secondo un'ultima ipotesi, al posto del bandito fu ucciso, forse intenzionalmente, un suo sosia, per essere poi tumulato al suo posto. Per queste ragioni lo studioso Giuseppe Casarrubea ha chiesto alla Procura di Palermo di riaprire la bara tumulata nella cappella della famiglia Giuliano a
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In passato, quando nei palazzi era molto diffusa la presenza di una cappella privata, le reliquie erano spesso possedute anche da privati. Gran parte di queste reliquie alla fine sono state donate alla
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che giunge di sera fino al mare, dove vengono sparati dei fuochi pirotecnici, poi la statua ritorna nel Centro Storico passando per la Cappella a Lui dedicata e per i vicoli e le scale di Sperlonga. Allietano le serate concerti e diversi
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, il quale prende atto sia delle lesene di abbellimento sia della nuova cappella e ordina di sfondare il muro nord della chiesa, fino a quel tempo rimasto intatto, per la creazione di tre nuove cappelle speculari
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, nel braccio sinistro. Infine sulla sinistra del presbiterio si colloca la cappella di Santa Rita, detta anche di Sant'Agostino, e sulla destra la cappella Spolverini Dal Verme, o cappella degli Angeli.
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Al termine della navata di destra si apre una porta attraverso la quale sia accede alla cappella Spolverini-Dal Verme, che occupa lo spazio dell'abside di destra. Oggi dedicata agli angeli, in principio era consacrata all'
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ospita un crocifisso in legno di Carlo Plura; si conserva inoltre un dipinto di Vittorio Amedeo Rapous che proviene dalla cappella di Santa Elisabetta e raffigura la santa. Nella chiesa venne cresimato
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e demolita un anno dopo nel pericolo imminente di crollo, dovuto a problemi strutturali. Tra la demolizione di questa e l'inaugurazione dell'attuale tempio, sono state utilizzate per il culto una cappella provvisoria, del
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. Nella cappella di Sant'Ippolito sono presenti molti resti della Milano romana, in precedenza utilizzati altrove e poi portati nella basilica, come alcuni blocchi di pietra dei muri e diverse cornici che impreziosiscono le pareti
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) dalla moglie Caterina, accanto al padre Giovanni I ed al nonno Enrico II, che la cappella aveva fatto costruire vicino all'altra Cappella funeraria detta dei re Vecchi, in cui erano sepolti il padre ed il nonno di Enrico II,
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, dove al tempo sorgeva una piccola cappella dedicata proprio alla Madonna della Consolazione, con all'interno una effigie di piccole dimensioni della Vergine. Fu il nobile Camillo Diano, vista la realizzazione di una nuova chiesa del Convento, a commissionare al Capriolo la realizzazione di un nuovo quadro, di dimensioni maggiori, con raffigurati anche
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, i tre religiosi, ascoltata la messa nella cappella dei Priori nel palazzo della Signoria, furono condotti sull'arengario del palazzo stesso dove subirono la degradazione da parte del Tribunale del Vescovo
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era solito ritirarsi in preghiera e meditazione, in una capanna protetta da due piante di carpino. Nei pressi della cappella si trova il sasso sul quale era solito salire per predicare e il luogo da cui, secondo la tradizione, fu lanciato il tizzone ardente che rese pubblico il luogo designato per la costruzione dell'attuale Santuario.
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, in una teca sopra l'altare della cappella in testata alla navata laterale destra. Le reliquie, come riporta una lapide murata nella parete sinistra della cappella, sono state donate sotto il pontificato di
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Yaksini in foggia di giumenta all'interno delle mura cittadine e si facevano offerte a questi semidei tutti gli anni. Scelse la collocazione del cimitero e della piazza per le esecuzioni capitali, della cappella della Regina dell'Ovest, del
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quattrocenteschi situati nella cappella di santa Caterina, la ricostruzione della loggetta dedicata a san Giovanni e della quarta absidiola contenente al suo interno una vasca ad immersione risalente all'
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Agello, Aliforni, Barbari, Berta, Biagi, Cagnore, Canfaito, Cappella, Carpignano, Caruccio, Case Bruciate, Casette, Castel San Pietro, Cesolo, Chigiano, Colleluce, Collicelli, Colmone, Colotto, Corsciano, Cusiano,
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, sono accostate alla parete sud della cappella. Le tombe della coppia reale sono sormontate da un baldacchino sul quale sono riportati gli stemmi delle case di Aviz e Lancaster. Sul coperchio dei sarcofaghi sono incisi i motti dei sovrani:
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Collocato nel ristretto ma suggestivo spazio un tempo occupato dalla cappella di San Tobia, presenta importanti oggetti per la celebrazione liturgica e parametri sacri, alcuni dei quali donati dai pontefici di Cesena, e alcune opere d'arte appartenenti al capitolo della cattedrale o ad edifici di culto distrutti o di varia destinazione
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Nel terzo quarto del XII secolo anche il castello di Balaiana viene fortificato e dotato della cappella palatina di San Leonardo. Nei pressi, nel vicino villaggio di Santo Stefano, viene inoltre realizzato il grande
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, dalla presenza nel convento di antiche pitture e iscrizioni che rammentano il fatto, e dal conservarsi delle loro presunte spoglie, collocate nella cappella di S. Teofilo da Corte, identificabili con quelle ricordate nel XVII secolo nella sagrestia della chiesa.
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, una cappella normanna che in precedenza era rimasta al di fuori della torre, fu incorporata nel castello. Enrico fece decorare la cappella con l'aggiunta di vetri e un palco per se stesso e la regina.
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, una cappella e un edificio adibito a scuderie. Inoltre la vicina sponda del fiume Vezza dava frescura, rendendo la villeggiatura piacevole soprattutto nei mesi estivi, quando era meta abituale dei soggiorni di vari personaggi della corte medicea. Tra gli ospiti che vi trascorsero periodi particolarmente lunghi si ricordano
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Anche qui la prima e seconda cappella vedono l'abbattimento del muro divisorio che le separava in origine, seppur rimane superstite il pilastro originario che scandisce i due ambienti e che genera due accessi indipendenti alla sala.
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Al tramonto, rifugiatosi dentro una chiesa, Jim trova, ammucchiate sul pavimento della cappella, cataste di individui apparentemente morti; poco dopo alcuni di questi si alzano di scatto e lo rincorrono con occhi iniettati di sangue. Prima che riescano a prenderlo, Jim viene salvato da due sopravvissuti, Selena (una farmacista) e Mark, che uccidono gli inseguitori (contagiati, che hanno perso l'uso della ragione), attirandoli in una trappola esplosiva, e lo portano nel loro nascondiglio, un negozio abbandonato nella
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che si aprono per lasciare spazio a una piccola scultura, nella parte superiore, raffigurante Sant'Anna, la Vergine e il Bambino. L'interno si apre con un patio interno e, alla sinistra, con la cappella di forma quadrangolare con soffitto ligneo di stile
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, antica cappella votiva che veniva utilizzata per celebrazioni funebri e dove vi avevano luogo dei festeggiamenti per l'arrivo della primavera; qui venivano anche istruiti all'uso delle armi i giovani carbonari.
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e le due adiacenti cappelle, in prosecuzione della navata centrale e delle navate laterali del braccio longitudinale. La basilica assunse allora l'aspetto che ancor oggi conserva. Nella cappella di sinistra (del Sacramento) lavorarono importanti artisti
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La decorazione pittorica venne concepita in stretto rapporto con le proporzioni architettoniche della cappella, assecondando la scansione delle pareti. Le partizioni si basano infatti sulla scansione delle finestre, che genera lo spazio per sei riquadri sotto ciascuna finestra delle pareti laterali e per due in quelle frontale e posteriore
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La formazione del Bernini avvenne, nell'ambito artistico romano, sotto la guida del padre Pietro, in grado di valorizzare il precoce talento del figlio insegnandogli i primi rudimenti della scultura. In quegli anni Pietro Bernini era completamente assorbito nel cantiere della cappella Paolina in
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Un documento scritto che avvalora la tesi della presenza di un insediamento sannita-romano esistente nella zona dove sono siti i resti del tempio, deriva da un documento del notaio cerretese Mario Cappella del
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La rete delle piste ciclabili collega il capoluogo con le frazioni di Cappella-Peseggia-Gardigiano e Rio San Martino, oltre che con i comuni confinanti di Martellago, Trebaseleghe, Mogliano Veneto e, prossimamente (
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fu demolita la navata occidentale e venne costruita la cappella del crocefisso o di sant'Agostino. La cappella ha forma rettangolare con volta a botte ed abside. Nella volta un bellissimo ciclo pittorico affrescante la volta che narra storie del
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. La sua costruzione fu voluta dall'omonima Confraternita, che fino a quella data aveva avuto sede nella piccola cappella adiacente alla chiesa madre. La facciata ha un'architettura in stile umbertino, costruita interamente in
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, genovese, che inizia a muovere alleanze contro la Repubblica. Avviata la costruzione della Cappella Zen nel braccio destro dell'atrio della Basilica marciana, ostruendo il solenne portale d'ingresso verso la laguna.
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dai fratelli Giovannini da Varese. Sempre allo stesso periodo risalgono il pulpito, gli stalli del coro, i confessionali e gli armadi della sacrestia, raffinati lavori barocchi a intaglio. Da segnalare inoltre il pregevole crocifisso ligneo dell'altare maggiore, un crocifisso gaudenziano del XVI secolo, la cappella laterale della navata destra riproducente fedelmente la Santa Casa di Loreto e le tele del
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aveva posto la corona sotto la protezione della Vergine, e mentre tutta la corte aspettava il re e la regina per recarsi alla cappella, il cardinale, che si preparava alla funzione, fu arrestato nella famosa galleria degli specchi e portato alla
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a cinque navate, di dimensioni dieci volte maggiori della chiesa dell'epoca, ma il progetto non fu mai realizzato. L'unica modifica apportata durante il suo regno fu l'aggiunta di una cappella, a forma di decagono per l'inserimento del
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. La fondazione di un primitivo insediamento abitativo potrebbe risalire al I o II secolo a seguito del ritrovamento di alcuni reperti presso l'odierno abitato. In particolare, lungo l'antico valico di Casa del Romano sono stati trovati i ruderi di un tempio religioso o cappella, forse di un preesistente complesso monastico fondato dai
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Ultimo aggiornamento pagina:
05 Marzo 2021
04:24:33