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Frasi che contengono la parola cappelle

. Il maggiore sviluppo in altezza del sesto acuto compensava in altezza l'eccezionale sviluppo orizzontale della navata, unificando nella cupola tutti gli spazi. Un effetto analogo si percepisce dall'interno, dove il vano gigantesco della cupola accentra gli spazi delle cappelle radiali conducendo lo sguardo verso il punto di fuga ideale nell'occhio della

Il progetto si rifaceva ai modelli classici a pianta centrale e prevedeva una pianta ottagonale all'interno, circondata da una corona di cappelle comunicanti tra loro. L'altare doveva trovarsi probabilmente al centro, coperto da una cupola. Ciascuna cappella, di forma quadrata con due nicchie ai lati che la fanno sembrare ellittica, aveva una parete piana verso l'esterno, mentre negli spazi dei pilastri erano tagliate nicchie esterne forse destinate ad essere decorate da statue. Le nicchie interne dovevano essere in comunicazione l'una con l'altra, in modo da generare un andamento circolare dello spazio

analizzando le mensole in peperino e i mattoni a punta di diamante che lo costituiscono. Con il riadattamento in luogo di culto cristiano inoltre, le quattro nicchie romane vennero convertite in cappelle; nel

ellittica fu mutata in uno spazio biassiale, privo di curve, con una serie di cappelle che si restringono fino alla zona absidale. In particolare, al corpo anteriore della chiesa fu unito un santuario coperto da cupola circolare, secondo uno schema in uso nell'Italia settentrionale che, tuttavia, non ebbe seguito a Roma.

quadrato affiancato da altre cappelle disposte secondo l'uso gotico. Ancora una volta, i colonnati delle navate sostengono una teoria di volte a vela, che, essendo prive di costoloni sulle diagonali, esaltano la leggerezza della struttura portante e migliorano la visione prospettica dell'insieme.

; le prediche erano poi seguite da cantici scritti da lui stesso (secondo il metodo di Maunoir) che i fedeli imparavano; si svolgevano celebrazioni pubbliche e processioni; si restauravano chiese e cappelle; infine alla Messa conclusiva, Luigi Maria faceva rinnovare le promesse

, quando venne effettuata la trasformazione degli altari e delle cappelle; fu ritrovato sotterrato nell'abside della chiesa, occasione in cui vennero anche rubati i due angeli che oggi si conservano a

Nella camera funeraria (D), il sarcofago in granito, protetto da una serie di cappelle in legno ricoperto d'oro, conteneva a sua volta tre sarcofagi antropomorfi che racchiudevano il corpo mummificato di Tutankhamon

Si tratta di uno degli edifici che meglio rappresenta il tipo di chiesa romanica che scandisce il cammino di Santiago di Compostela tra Francia e Spagna (Sainte-Foy di Conques, Saint-Martial de Limoges, San Martino di Tours e Saint-Sernin a Tolosa), caratterizzato dall'abside con cappelle radiali e

viene modificata l'iniziale struttura romanica (un'unica navata scandita da quattro campate) e vi vengono aggiunte sia le cappelle lungo le pareti laterali sia l'atrio d'ingresso. L'introduzione delle cappelle ha costretto la chiusura delle finestre lungo la navata creando una penombra che induce al raccoglimento. Il pavimento pende leggermente verso l'altare maggiore

, procedettero ad un rinnovamento interno del tempio medioevale che era a navata unica, orientato in direzione nord-sud, con ingresso sul cortile dell'attuale Palazzo Ghisleri. Negli stipiti della porta d'ingresso sono visibili alcune pietre intagliate in stile romanico della precedente chiesa medioevale. Fu allora che la planimetria venne modificata collocando l'ingresso verso la piazza, con la creazione di nuove cappelle che ben presto si arricchirono di monumenti sepolcrali e opere d'arte, tra cui la

cinquecentesco alle spalle dell'altare maggiore. Nelle cappelle laterali sono scolpiti altari in cui ricorre la figura del leone come emblema della forza. Il convento, compromesso dal lungo periodo di abbandono dopo la sua soppressione, conserva i resti del

, piccole cappelle laterali tipiche dell'architettura religiosa bizantina a partire dal periodo di mezzo. Queste ultime sono anch'esse concluse da due piccole absidi. L'orientamento dell'abside a sudest, all'incirca la direzione della

Al piano superiore (riservato alle donne), le due gallerie laterali terminano anch'esse con due piccole cappelle, situate rispettivamente sopra la prothesis ed il diakonicon. Entrambe le cappelle sono sormontate da cupole emisferiche costruite direttamente sopra i

, dono dei valenzani al monastero di San Giorgio, qui traslata dopo l'abbandono della cappella palatina. Numerose statue e dipinti di varie epoche, veri capolavori provenienti anche da cappelle andate perdute come quella di San Nicola di Mira, statua lignea dorata (sec. XVI-XVII) dal rione Cafasso e Santa Margherita di Antiochia, stessa epoca, dal rione Barri. La tavola di

: in seguito furono abbattute alcune case alla testata del ponte per consentire uno spazio di deflusso ai pellegrini. Furono inoltre costruite due piccole cappelle rotonde dedicate a Santa Maria Maddalena e ai Santi Innocenti, che furono abbattute per motivi di difesa nel

Lo sfondo mostra gli sforzi di collocare realisticamente la scena nello spazio, sebbene vi si ritrovino alcune convenzioni bizantine, come le montagne scheggiate e gli elementi paesaggistici rimpiccoliti. Nelle cappelle del monte si notano i tentativi di costruire gli edifici in

. Questo nuovo impianto permetteva alla gran folla di venerare le reliquie contenute nelle cappelle, circolandovi davanti, senza perturbare lo svolgimento delle funzioni religiose. Il Coro a deambulatorio aveva regole volumetriche precise, che le dava una forma scalare-piramidale. L'

, infatti, appare di altezza maggiore e dominante del complesso, decrescendo s'imposta l'anello del deambulatorio e infine le absidiole delle cappelle radiali. Questo tipo di coro, apparso per la prima volta in

, risalenti all'epoca falisca. Tagli perpendicolari in cui angusti percorsi si insinuano tra due alte pareti. La loro funzione, non ancora del tutto chiara, fu probabilmente a scopo culturale. Scavate in alto sulle pareti, numerose grotte, riutilizzate in epoche e con funzioni diverse, furono in epoca medievale cappelle ed

che furono attuati all'insegna del ritorno alle forme medievali. Con i restauri furono abbattuti quasi tutte le cappelle e di questi lavori rimangono solo due rientranze nella navata sinistra e sono la

Le opere facenti parte del museo sono invece collocate negli ambienti dietro il presbiterio, dove sono i passetti che si succedono nella zona retroaltare e che mettono in comunicazione sacrestia e comunichino. Ancora, al primo piano della chiesa Nuova il museo continua negli ambienti che si succedono nei due corridoi a destra e a sinistra, in linea d'aria sopra le cappelle laterali della navata. Queste sale sono suddivise in base al tema narrativo derivante dall'oggetto delle opere che custodiscono: i temi vanno dalla Passione di Cristo, ai sacramenti, al martirio, alla vita consacrata (monachesimo, ordini mendicanti, chierici regolari) fino alle opere di misericordia. Altre sale ospitano invece oggetti preziosi, su cui si segnalano due sculture bronzee di

, quando le nuove disposizioni sanitarie vietarono le sepolture nelle chiese e nelle catacombe. Vi si trovano numerose cappelle gentilizie e monumenti funerari, come la maestosa cappella Ugo delle Favare, quella Arezzo di Celano, Notarbartolo di Castelreale, su progetto di architetti e scultori di rilievo come

, realizzate per l'altare maggiore della chiesa inferiore di San Nicolao o per le cappelle devozionali, e vasellame liturgico in oro ed argento. Una sezione particolare raccoglie anche una serie di vesti liturgiche,

gentilizie, da destra a sinistra quelle delle famiglie Cavalli, Pellegrini, Lavagnoli e Salerni. Le pareti del braccio longitudinale della basilica sono in gran parte dipinte con affreschi e arricchite da altari, cappelle e monumenti funebri di illustri cittadini veronesi.

, il quale prende atto sia delle lesene di abbellimento sia della nuova cappella e ordina di sfondare il muro nord della chiesa, fino a quel tempo rimasto intatto, per la creazione di tre nuove cappelle speculari

Nelle navate laterali si aprono le cappelle, quattro a destra e tre sulla sinistra, in cui si trovano grandi tele raffiguranti la Madonna, risalenti agli anni cinquanta del XX secolo. Le tele raffiguranti

Lungo le navate si aprono sette profonde cappelle per lato, al cui interno si trovano splendidi altari riccamente decorati. Complessivamente la chiesa accoglie sedici altari barocchi. Nella navata sinistra, partendo dall'ingresso, si susseguono gli altari dedicati a

In genere, le grandi chiese abbaziali coeve, soprattutto quelle cistercensi, erano composte da tre navate con transetto su cui si affacciavano varie cappelle quadrangolari e, in corrispondenza della facciata, l'abside, che era di solito a pianta quadrata. Esempi di questa tipologia sono: l'

Chiesa di San Paolo, edificio in stile barocco risalente al seicento su un preesistente luogo di culto trecentesco, a sua volta succeduto a una chiesa antecedente al Mille. La chiesa ha una facciata molto semplice con interno a unica navata con sei cappelle laterali. Le opere conservate all'interno di San Paolo sono

fiancheggiata da quattro cappelle per lato (della Madonna del Rosario, con accanto una piccola nicchia contenente una statua di Sant'Antonio da Padova; della Compagnia del Suffragio, presso il quale si trova il sepolcro dei canonici della Collegiata; dell'Immacolata; del Battistero; dell'Assunta; di San Giuseppe; della Madonna del Carmine e dell'Addolorata), caratteristica molto comune in epoca

Menzione a parte per i numerosi edifici a carattere religioso che comparvero un po' dappertutto nel territorio lessinico: chiesette, capitelli, steli, piccole cappelle poste agli incroci delle strade, sono tutte manifestazioni della devozione religiosa degli abitanti che ancora oggi adornano il paesaggio.

, presenta un'ampia navata centrale fiancheggiata da cinque cappelle per ogni lato che fungono secondo la nuova concezione classica da navate laterali; lo spazio delle navate, in principio scandito solo da

e da Filippo e Giovanni Ragozzino; al primo si devono i due monumentali angeli posti a capoaltare e i putti ai lati della mensa. Sugli altari laterali sono collocati due grandi dipinti alti tre metri: Un San Francesco di Paola opera di Luigi Montesano e un San Biagio vescovo, di autore ignoto. Di Pasquale Avallone sono i tondi delle cappelle laterali e del transetto raffiguranti i Profeti, realizzati nel

. Proseguendo vi sono poi le cappelle dedicate alla Vergine Immacolata, a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco sulla sinistra, mentre sulla navata di destra sono presenti le cappelle dedicate alla Madonna del Rosario di Pompei e quella del

, la maggior parte delle masserie passarono nelle mani di enti ecclesiastici, trasformandosi da elementi difensivi a strutture ricche di ogni decoro: scalinate monumentali, balaustre, finestre timpanate, cappelle

Le Riduzioni erano organizzate secondo un ordine geometrico perfetto realizzato, con poche variazioni, in tutti i villaggi. Ognuna di esse si sviluppava intorno a una piazza quadrata al cui centro c'era una grande croce e un'immagine del santo patrono. Dall'altro lato si trovava la chiesa, con delle case per le vedove e gli orfani e la scuola, gli alloggi dei missionari e le officine; dietro la chiesa c'erano l'orto e il cimitero. Sul lato opposto vi erano le abitazioni degli indigeni, e nei lati restanti il Consiglio della Missione, una portineria, un ospizio, delle cappelle, un orologio solare e il carcere. Il villaggio era protetto da trincee e da un muro per proteggersi dagli attacchi degli altri indigeni e le incursioni degli schiavisti cosiddetti

. Una porta lignea in cui sono intagliate le figure di S. Francesco e S. Chiara, introduce nell'interno della chiesa, a croce latina, con un'unica navata, sulla quale si aprono tre cappelle per ciascun lato

e le due adiacenti cappelle, in prosecuzione della navata centrale e delle navate laterali del braccio longitudinale. La basilica assunse allora l'aspetto che ancor oggi conserva. Nella cappella di sinistra (del Sacramento) lavorarono importanti artisti

In ogni tonnara si trovavano piccole chiese e cappelle dove erano costruiti degli altari su cui venivano, di norma, esposte raffigurazioni di Madonne con alla destra San Giovanni Battista e a sinistra

Le prime due cappelle che si incontrano muovendo verso l'abside sono comunicanti: in esse sono collocati due altari dedicati rispettivamente al Sacro Cuore e alla Madonna di Lourdes. In esse ha sede la tastiera dell'organo e vi si raccoglie il coro parrocchiale, durante le messe solenni. Qui inoltre si custodisce l'altra pala del Frigimelica,

Impianto basilicale a tre navate ripartite da pilastri, due absidi laterali che racchiudono le due navate minori, lungo le pareti e nei vari ambienti sono addossati undici altari, di cui due ubicati nelle cappelle laterali. Il valente pittore

, la pianta fu trasformata da stellare a circolare, furono costruite due cappelle laterali, fu cambiato l'aspetto dell'abside, della gacciata, dei pilastri. Furono inoltre distrutti quasi del tutto gli

. Inoltre il maggiore sviluppo in altezza del sesto acuto compensava in altezza l'eccezionale sviluppo orizzontale della navata, unificando nella cupola tutti gli spazi. Un effetto analogo si percepisce dall'interno, dove il vano gigantesco della cupola accentra gli spazi delle cappelle radiali conducendo lo sguardo verso il punto di fuga ideale nell'occhio della lanterna

per lato: sul lato sinistro vi sono la cappella della Madonna del Rosario (o Da Lisca), la cappella del Crocefisso (o Dal Pozzo), la cappella della Vergine (o Giusti) e la cappella di San Nicola da Bari; sul lato destro la cappella di Sant'Antonio da Padova (o Maffei), la cappella di Maria Ausiliatrice (o Alcenago), la cappella di San Giuseppe e la cappella di San Michele Arcangelo. Ulteriori due cappelle si trovano al termine dei bracci del transetto, di cui quella di sinistra dedicata al Beato Bernardo Tolomei e quella di destra a San Francesca Romana; infine le ultime due si trovano ai lati del presbiterio, a sinistra quella di San Benedetto e a destra quella di Sant'Elena. Ai lati del presbiterio vi sono inoltre due grandi tele realizzate da

, ma senza conferire alle cappelle laterali l'autonomia rinascimentale della chiesa albertiana; la navata assunse maggiore importanza, mentre le cappelle furono ridotte a semplici aperture laterali. La sfarzosa decorazione della chiesa risale all'epoca

che copre la navata centrale; come nella basilica romana, anche qui le cappelle laterali affacciano direttamente lungo la navata mediante una serie di arcate, ma gli ambienti che ne risultano, rispetto al modello del

, ha un'unica navata, con nove cappelle. Affreschi e opere d'arte, dopo la distruzione di quelli conservati nella precedente chiesa, sono quasi tutti di artisti contemporanei, tra i quali Angelo Baghino,

, ognuno concluso da un basso abside, fiancheggiano il presbiterio della naos. Le navate angolari e centrali sono molto strette. Al livello del tetto, ai quattro lati dell'edificio insistono quattro cappelle, ciascuna sormontata da una

, questi ultimi sepolti in basilica insieme al santo patrono. Prevalentemente barocche sono le tele esposte nelle cappelle absidali e nei bracci del transetto. Possono essere menzionate: nella cappella laterale sinistra (detta cappella dell'Assunzione) una tela di

, rialzato rispetto al piano di calpestio della basilica, presenta un peribolo attorno al coro su cui affacciano tre cappelle radiali. Alle pareti del peribolo si vedono capitelli cubici e tre colonne in parte scanalate, provenienti da monumenti antichi, e

Le tre cappelle romaniche con volte a crociera sono dedicate la prima a san Michele arcangelo, con un'opulenta decorazione barocca, una statua del XVII secolo dell'Arcangelo e una statua lignea di San Rocco, un'elegante balaustra di

che corrispondono ad altrettante cappelle laterali; sui capitelli si possono ancora leggere alcuni stemmi di famiglie gentilizie che avevano il patronato della cappella. Ciascuna cappella presenta una

Nel corso dei lunghi anni di carriera artistica, Giovanni Prini ha scolpito su commissione monumenti, fregi di edifici pubblici, portali, cappelle sepolcrali, statue, fontane. Ha realizzato il gruppo bronzeo del fonte battesimale nella chiesa di Sant'Eugenio, a Roma, e la

La prima e l'ultima porta (del Battesimo e la Penitenza), coincideranno con le due cappelle laterali della facciata della Gloria, che intersecheranno il chiostro. Nella facciata, saranno rappresentate anche le

, che segna l'altezza della navata e che grazie all'apertura interna permette l'illuminazione dell'edificio. L'atrio ha un grande spessore, come punto di filtraggio tra interno ed esterno, che ricorre anche nello schema delle cappelle interne

, con tetto a doppio spiovente e pianta a croce latina, si compone di tre navate e all'incrocio tra la navata principale e il transetto si erge una grande e alta cupola emisferica. Le navate laterali ospitano cappelle e altari

Nel corso del Cinquecento si realizzarono gli archi in pietra serena che delimitano gli altari, al posto di vere e proprie cappelle per via del poco spazio, per la decorazione dei quali furono commissionate nuove opere, come la pregevole statua lignea di

, citano l'uso di strumenti per l'esecuzione della polifonia sacra e come aiuto ai cantori per apprendere la parti vocali). All'epoca di Dufay le cappelle dipendenti da una chiesa erano composte esclusivamente da cantori, a quanto risulta dai documenti d'archivio, mentre gli strumentisti che erano alle dipendenze delle corti principesche, i

Le cappelle, quattro per lato, ospitano interessanti opere d'arte, arredi marmorei e dipinti; di particolare rilievo l'altare seicentesco della Madonna Addolorata (prima cappella a destra), l'altare settecentesco di Santa Eulalia ornato da una tela di

e il perugino Galeazzo Alessi furono i primi architetti a distaccarsi dalla tradizione tardorinascimentale lombarda. Al primo si devono le chiese di San Paolo Converso e di Sant'Angelo, impostate secondo il medesimo schema costruttivo a navata unica con cappelle laterali con copertura a

, prevedeva la realizzazione di un grande edificio prospiciente la piazza, con un'ampia corte interna coperta, dotato di aule, uffici e servizi, con alloggi per i professori, due cappelle e una grande biblioteca.

, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del

gli altari delle navate laterali originariamente in pietra calcarea riccamente scolpita e dorata, opera degli intagliatori ragusani della famiglia Cultraro, sono demoliti e trasformati in piccole cappelle, in cui vennero posti dei sobri altari in marmi policromi.

Nella fabbrica sono introdotti elementi decorativi di grande rilievo, quali ventisei colonne di granito, mosaici policromi, una profusione di marmi mischi, le decorazioni del soffitto, gli splendidi portali, il rivestimento marmoreo a fasce bicrome della facciata, una selva di altari e altarini addossati alle colonne e alle superfici parietali. Mense, steli, cappelle, tombe e sepolcri furono numericamente ridimensionati a partire dalla realizzazione dell'imponente complesso dell'apostolato, il cui autore,

. Il restauro complessivo comporta un allargamento sui fianchi con la trasformazione delle cappelle laterali sulle navate laterali e le nuove cappelle costruite di sana pianta, il portico meridionale avanzato di parecchi metri dal capomastro

Un portale rinascimentale in pietra permette l'accessi alla chiesa e si articola in tre navate, terminando con un'abside semicircolare. Le navate laterali sono ulteriormente ampliate da una teoria di cappelle laterali affrescate, tra le quali figura l'ottocentesca cappella di

La cattedrale ha varie cappelle laterali, ognuna patrocinata dalle differenti Nazioni e Lingue dei componenti dell'Ordine dei Cavalieri Ospitalieri, e contenenti opere di rilievo. Due lunghi corridoi insistono lungo le pareti esterne delle cappelle laterali, manufatti commissionati dal gran maestro

Lungo le navate e sul lato di testa del transetto si dispongono le cappelle: cinque su ciascun lato e quattro ai lati della cappella maggiore, alle quali vanno aggiunte la cappellina di San Giovanni Gualberto alla testa del transetto destro, e la

La zona presbiteriale e il transetto sono sopraelevati da un'ampia gradinata. I due transetti terminano con le cappelle dedicate al Sacro Cuore a sinistra e corrispondente quella di san Giuseppe che si sviluppano in forme ad

Della fabbrica tardo-duecentesca, oltre all'architettura esterna e al portale si conservano le due cappelle gotiche interamente affrescate agli inizi del XIV secolo dal Maestro di Sant'Emiliano, pittore di scuola giottesca riminese. Nel chiostro si trova l'oratorio dei

quando apprendiamo che la canonica comprendeva sette canonici ed un prevosto. Nel medesimo periodo le cappelle plebane erano quelle di San Michele di Golasecca, Sant'Eusebio di Sesona, San Martino di Vergiate, San Giorgio di Corgeno, Santa Maria di Golasecca.

, il quale era formato da un grande complesso di edifici dove trovavano sede, oltre alla corte e all'abitazione del sovrano, anche la scuole, la cancelleria, la zecca e il massimo tribunale del regno. Vi erano poi diverse cappelle, un carcere, spazi dedicati agli scambi commerciali, diversi cortili dove si svolgevano i

La chiesa presenta fermenti artistici tipici nel rinascimento fiorentino, soprattutto dal punto di vista architettonico; le grandi cappelle a pianta centrale rimandano chiaramente alle analoghe costruzioni fiorentine e l'intervento di

L'Alta Valle di Susa si caratterizza per una presenza religiosa capillare, ma priva delle grandi fondazioni religiose della Bassa e Media Valle di Susa, con una sola grande eccezione: la Prevostura di Oulx, centro di riferimento per molte chiese non solo dell'Alta ma anche della Media e Bassa Valle di Susa. Molte le cappelle e le chiese affrescate, alcune delle quali con interessanti testimonianza della cultura e dei costumi dell'epoca

compresa l'esedra terminale, ed era stata anche prevista una chiesa a pianta circolare con piccole cappelle. Borromini, invece, progetta un organismo certo a pianta centrale, ma dalla geometria complessa

i camerieri segreti del collegio dei maestri delle cerimonie pontificie (incaricati di dirigere le cerimonie nelle cappelle papali e in altre funzioni che si celebravano nelle basiliche patriarcali romane)

. Con l'incoronazione della Madonna del Sasso, avvenuta l'anno successivo, si diede inizio a tutta una serie di lavori di abbellimento e di completamento del Sacro Monte. Sono di questo periodo le cappelle e le

, realizzato dallo scultore Giacomo Colombo. Nelle cappelle laterali si notano alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sacrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opera, nel

. All'inizio del XIV secolo, alla chiesa romanica venne aggiunto un prolungamento ed una nuova facciata in stile gotico, inoltre vennero rialzate le navate laterali: successivamente vennero costruite anche le cappelle che si aprono oggi sul lato sinistro della chiesa. Al suo interno sono gelosamente conservati alcuni affreschi di

retrostante. Contestualmente, vennero ampliate le due absidi laterali con la realizzazione delle attuali cappelle che affiancano l'altare maggiore. I lavori di ampliamento furono finanziati da Agapito Grillo e realizzati dall'architetto

si trovano altre due cappelle: la cappella Alighieri a destra, e la cappella di San Giuseppe, con il mausoleo Della Torre, a sinistra. Lungo le pareti si trovano poi i seguenti altari: sulla destra vi sono l'altare Nichesola, l'altare di San Raffaele e l'altare di San Francesco, mentre sul lato opposto trovano spazio il mausoleo Brenzoni, l'altare di San Nicola e l'altare di San Giuseppe (o dei Marangoni).

all'esterno. La maggiore frequenza di cappelle familiari, a volte monumentalizzate con decorazioni intagliate nel tufo sembra suggerirne l'utilizzo da parte di ceti sociali superiori. Tra le circa cinquanta catacombe laziali conosciute, non tutte oggi accessibili, si ricordano quella di Santa Cristina a

. Il Palazzo vescovile, situato sul lato nord della Cattedrale, coevo a quest'ultima, ospita oggi il Tribunale di (prima) istanza cittadino. All'interno si conserva la grande sala del vescovo dai bei capitelli, e due cappelle sovrapposte del XII secolo

di forma quadrangolare. I muri perimetrali erano formati da grandi blocchi squadrati che sono stati innalzati in alcuni punti fino a tre metri dal suolo, gli intagli delle porte, i segni d'allineamento delle navate, le cappelle e le navate che avrebbero dovuto avere una copertura costituita da volte a crociera costolonate permettono di farsi un'idea del progetto originario. Secondo quanto riportato dalle fonti, la progettazione e realizzazione della basilica del Murgo sarebbe collocabile cronologicamente intorno al

. Negli ampliamenti successivi si evidenziano elementi architettonici e decorativi di suggestiva bellezza che vanno dal romanico al gotico. Con la realizzazione delle due cappelle laterali e del coro si completa la costruzione della chiesa. Al suo interno si distinguono un pulpito marmoreo di scuola comacina del XIII secolo, la statua lignea di origine medioevale, raffigurante San Cristoforo, pregevoli

e di San Fermo di Verona: il primo faceva capo alla cappella di Sant'Ilario e il secondo alle cappelle di S. Donato e di S. Gregorio. Queste due ultime chiese, con i loro territori, appartenevano ad un unico feudo, che la

Quest'ultimo decretava invece la successione delle vele da affrescare: la prima fu quella sopra gli altari delle reliquie, poi in successione quelle delle cappelle laterali, del presbiterio, della crociera (

, il quale era formato da un grande complesso di edifici dove trovavano sede, oltre alla corte e all'abitazione del sovrano, anche la scuole, la cancelleria, la zecca e il massimo tribunale del regno. Vi erano poi diverse cappelle, un carcere, spazi dedicati agli scambi commerciali, diversi cortili dove si svolgevano i

La caratteristica laicizzazione della vita sociale durante il Rinascimento e la Riforma ebbe come risultato solo un limitato sviluppo dell'architettura sacra. Molte cappelle vennero costruite nello stile rinascimentale, ma furono anche ricostruite alcune chiese, tra le quali: la Cattedrale a

con riferimenti romani soprattutto per le finestre e porte con timpano, paraste accoppiate e un timpano anche sull'ingresso L'interno segue modelli brunelleschiani con paraste, trabeazione, fregio e cappelle.

, una volta ultimata, fu presa a modello per l'apertura di quattordici arcate che avrebbero dovuto fare da ingresso a nuove cappelle, ma che in seguito furono tamponate per procedere, con l'eccezione della

) sparsi per il mondo e intitolati, o cointitolati, a san Rocco. Al santo francese sono dedicate imponenti chiese monumentali, con importanti opere d'arte, ma anche semplici cappelle disposte, per esempio, lungo viali di campagna. Questi edifici sono collocati soprattutto in

In Germania, dove sono presenti molte cappelle dedicate al santo (poste all'interno dei centri abitati o nei sentieri di montagna), i luoghi di culto del santo sono decine e sono distribuiti in particolar modo nella regione storica della

nelle cappelle di San Tommaso e di San Sebastiano, redatti in questa circostanza oltre a registrare le attrezzature e una cospicua mole di lavori in corso e finiti, vengono menzionati l'esistenza di depositi di merce a

divenne parte dell'attuale centro storico. Nel XIV secolo il protiro viene sostituito dal portale gotico tuttora esistente e vengono realizzate le due cappelle laterali di facciata, estroflesse rispetto alla struttura e demolite nel

, si apprestarono frettolosi lavori di restauro che portarono alla demolizione delle prime due cappelle della navata destra. In quell'occasione venne rinvenuta, sulla parete del campanile, un frammento di affresco del Cinquecento, oggi quasi totalmente dilavato dalle intemperie. Si intervenne anche sulle linee della facciata, chiudendo le porte laterali e sostituendo il lunettone tardo barocco con un

la conferma del territorio diocesano con l'elenco ufficiale delle pievi e la menzione di alcune cappelle, oggetto di contestazioni giuridiche: si stabilisce il territorio della diocesi frenando tendenze secessionistiche di cappelle periferiche e mire espansionistiche genovesi. Spacciando come pieve la

. All'interno di ogni circoscrizione plebana esistevano poi svariate cappelle dipendenti o da privati, o dalla pieve stessa, o dal capitolo della cattedrale o dal vescovo o da un monastero extra diocesi. Nel

Le descrizioni dell'aspetto giunte a noi sono dovute ai rifacimenti del Richini. La chiesa era di forma rettangolare e misurava venti metri di lunghezza e dodici in larghezza: l'interno era suddiviso in tre navate corrispondenti ad altrettanti portali di ingresso. La chiesa possedeva nove finestre e tre cappelle, oltre che tre altari

I sei confessionali, situati tre per lato fra le cappelle laterali, sono a tre archi decorati con teste di cherubini e sormontati da una cimasa con volute, vasi di fiori e festoni, con una piccola tela posta in mezzo.

, il Cimitero monumentale si fregia di numerose cappelle e monumenti funebri di pregevole valore. Si segnalano, tra le altre, le cappelle Sergio, Mastrogiovanni Tasca, Salamone, Panebianco e Giaconia.




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Ultimo aggiornamento pagina:

30 Luglio 2021

10:59:05