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Frasi che contengono la parola croati

. L'esercito jugoslavo schierava circa un milione di uomini, ma era scarsamente equipaggiato di armamenti moderni e doveva coprire l'intera estensione delle frontiere nazionali; contrasti etnici tra croati e serbi minarono la coesione interna dei reparti jugoslavi, che furono rapidamente debellati in un nuovo sfoggio delle dottrine della

e soprattutto dai partigiani titini presenti sul territorio. Anche i rapporti fra croati e serbi si deteriorarono bruscamente in quegli anni a seguito degli eccidi perpetrati contro quest'ultima etnia dagli

nel porto di Spalato. Il tono violentemente antitaliano dei quotidiani croati fece elevare svariate proteste da parte del comandante Menini, che alle volte si tramutarono in ammende contro i giornali stessi, stabilite dall'ammiraglio americano

. La decisione, oltre a ricalcare abbastanza bene i confini etnici fra sloveni e croati, sottolineava il carattere di parentesi chiusa che la propaganda titina dava alla presenza statale italiana nella zona. La

Precedentemente alla seconda guerra mondiale, le maggiori tensioni nacquero dalla prima composizione multietnica della Jugoslavia monarchica e dal relativo dominio politico e demografico dei serbi. Alla base delle tensioni etniche vi erano i diversi concetti sulla formazione del nuovo stato. I croati e gli sloveni immaginavano un modello federale nel quale avrebbero goduto di una maggiore autonomia rispetto a quella che avevano sotto l'

Le prime tensioni tra croati e serbi esplosero, durante il periodo della prima guerra mondiale, spesso in aperto conflitto e con una struttura militare dominata dai serbi che esercitarono, durante le elezioni, una forma di oppressione culminata con l'assassinio di leader poltici croati, tra cui

, tentarono di accedere alle armi per dar manforte ai serbi croati al fine di organizzare una rivolta di successo contro il governo croato. I politici serbi croati, compreso il sindaco di Tenin, incontrarono

, annessa all'Italia. Nel frattempo ci fu una graduale immigrazione di Croati, sia provenienti dagli altri paesi dell'isola di Veglia (di antico insediamento slavo) che dalla terraferma, tanto che alla vigilia del secondo conflitto mondiale le due etnie circa si eguagliavano in numero.

Nei giorni immediatamente successivi all'annuncio dell'armistizio, le strutture direttive dei movimenti di liberazione sloveni e croati promulgarono due distinte dichiarazioni, con le quali proclamarono annesse alla Jugoslavia l'

Stemma del regno di Croazia e Slavonia, composto dall'unione degli stemmi di Dalmazia, Croazia e Slavonia (Dalmazia, non facente parte del regno, sebbene fosse rivendicata dai croati e nome completo del regno fu il Regno di Dalmazia, Croazia e Slavonia)

la convinzione dei partigiani jugoslavi per la quale sarebbero stati legittimati ad annettere al futuro Stato jugoslavo quella parte della Venezia Giulia e del Friuli (Litorale sloveno e Istria), abitata prevalentemente o quasi esclusivamente da croati e sloveni;

il ritiro delle truppe del Regio Esercito all'interno della seconda zona (litorale croato ed Erzegovina), con l'intenzione (segreta) di una futura annessione, lasciando ai croati l'amministrazione della terza zona, nella speranza che la fiducia loro accordata avrebbe fatto rientrare Zagabria nell'orbita italiana;

. Protetti dalla Chiesa cattolica, questi croati si consideravano un governo in esilio. La politica della Santa Sede era quella di non allacciare rapporti diplomatici formali in tempo di guerra con gli Stati di nuova formazione, fino a quando la loro situazione politica non si fosse definita. La

, serbi (che erano la maggioranza in numerose zone meridionali della pianura pannonica prima dei trasferimenti), croati e romeni. Come effetto di questa migrazione in una larga fetta di terra, che andava all'incirca da

menziona anche un'altra versione degli eventi secondo la quale i Croati non vennero invitati da Eraclio, ma invece avessero sconfitto gli Avari e si fossero insediati nei loro domini. Tale tesi venne supportata anche dall'

. I vascelli croati, forzarono inoltre i veneziani a pagare dei tributi per il passaggio sulle coste dalmaziane dell'Adriatico. Il figlio di Domagoj, di nome sconosciuto, resse la Croazia dalmaziana dall'

, re Peter venne ucciso ed i croati vennero definitivamente sconfitti. Come conseguenza della vbattagli, il re Colomanno ottenne il controllo di gran parte della Croazia senza resistenza. Ad ogni modo, quando nel

Nell'unione con l'Ungheria, le istituzioni separate della Croazia come il Sabor (assemblea di nobili croati) ed il banato (vicereame) mantennero il loro status, oltre al fatto che i nobili croati poterono mantenere le loro terre ed i loro titoli nobiliari.

, dove non esisteva una maggioranza etnica ma erano massicciamente presenti sia italiani, sia croati, sia sloveni, e in piccola parte anche tedeschi. Il capoluogo provinciale aveva, nel suo nucleo urbano, una maggioranza etnica italiana di circa l'ottanta per cento nel censimento del

L'operazione Trio coincise e ha contribuito alla polarizzazione dei ribelli quasi esclusivamente serbi nella Bosnia orientale in due gruppi: i cetnici serbo-sciovinisti e i partigiani multietnici e comunisti. Incoraggiati dalla propaganda di cetnica contro i croati e i

Le deliberazioni dell'assemblea di Parenzo entrarono immediatamente nel ciclone, oggetto di resistenze e di critiche pesantissime da parte del potere politico e dei gruppi nazionalisti croati, in quel momento al massimo della loro espansione

Ad esempio italiani discendenti da avi italiani, tedeschi di gruppi germanofoni nell'est Europa, irlandesi nati nell'isola di Irlanda, israeliani di discendenza ebraica, croati e serbi di Bosnia Erzegovina

; sloveni e croati erano invece in netta minoranza nelle zone costiere istriana e triestina e nel basso goriziano (dove tra Gradisca e Monfalcone, da Pola a Rovigno, a Zara la popolazione era quasi esclusivamente italiana e

Con l'inizio delle operazioni militari in Croazia, i soldati di leva croati e un certo numero di serbi, cominciarono a disertare in massa l'Armata Popolare Jugoslava, in modo simile a quanto accaduto durante il conflitto in Slovenia.

e si sono creati profughi e rifugiati da entrambe le fazioni: croati principalmente all'inizio della guerra e serbi per la maggior parte verso la fine. Sebbene molte persone siano poi rientrate nei luoghi originari e la Croazia e la Serbia abbiano cooperato in modo conciliante a tutti i livelli, alcune dispute permangono a causa dei verdetti del Tribunale Internazionale per i crimini nella ex-Jugoslavia e le citazioni in giudizio generate da ognuna delle parti nei confronti dell'altra.

In Croazia sono stati riportati casi di pressioni politiche, censura e auto-censura. Pressioni politiche e commerciali e la mancanza di sicurezza del lavoro ostacolano ancora l'indipendenza editoriale dei media croati e favoriscono l'autocensura tra i giornalisti. La nomina dei membri del consiglio di amministrazione dell'ART del servizio pubblico con una semplice maggioranza parlamentare la rende vulnerabile alle influenze e alle pressioni politiche

e Croazia: cercarono di eliminare l'odio tra Croati, Serbi e musulmani, dando tuttavia un maggior supporto ai Serbi locali che, successivamente, furono sovra-rappresentati nelle leadership statali e di partito croate e bosniache.

Nell'ospedale di Vukovar i feriti si ammassavano nei corridoi e nelle cantine: il personale sanitario era ormai privo di tutto. I medicinali erano gli unici rifornimenti che giungevano dall'esterno, prevalentemente grazie a degli espedienti; i croati utilizzarono perfino vecchi biplani

. Nel corso della sua storia, i croati lo ritennero parte integrante dei propri territori, facendo riferimento ad un Regno triunitario di Croazia, Slavonia e Dalmazia, peraltro mai costituito. In opposizione a tale idea combatterono gli

fece seguito una sollevazione che coinvolse ampi gruppi della popolazione locale - con netta prevalenza degli sloveni e dei croati della regione - sia spontanei che organizzati dal movimento di liberazione della Jugoslavia, dominato dal

Pietro Gonan - Commerciante di Marzana, noto antifascista. La sua morte sembra dovuta ad una vendetta di tre partigiani croati, che anni prima erano stati condannati ad una pena detentiva per aver violentato ed ucciso la figlia minorenne del Gonan.

: i croati usavano un fiocco per legare la camicia che, evidentemente, non aveva bottone. Questo metodo fu successivamente adottato dapprima dalla moda maschile in Francia e successivamente in altri paesi europei. La parola deriva dal francese

Il tema delle percentuali di italiani, croati e sloveni in Istria scatena da sempre grosse polemiche. I motivi del dibattere sono spesso strumentali, e riguardano sia la definizione geografica della rilevazione che le varie metodiche utilizzate. Il primo censimento nel territorio nel quale venne richiesto di indicare la

un patto tra il PCI ed il TIGR, con il quale il primo assicurava, in caso di salita al potere, il diritto all'autodeterminazione per gli sloveni e i croati della Venezia Giulia, compreso il diritto alla secessione dallo Stato italiano.

La Federazione venne al termine della stagione riconosciuta dalla UEFA che permise ai club croati di partecipare alle coppe europee. In questa edizione le squadre ammesse furono due: la vincente alla

all'ultima giornata: prima di giocare questi ultimi hanno cinque punti in classifica contro gli otto degli olandesi (frutto di una doppia vittoria contro i croati e di un doppio pareggio contro i rivali), e vantavano oltretutto una

oltre che nella difesa di moltissimi paesi e villaggi dall'offensiva serba. L'obiettivo dei comandi del HOS era fin dall'inizio di lavorare per ottenere un fronte unito di bosniaci e croati, contro le forze serbe.

Fino alla Seconda Guerra Mondiale, gli Italiani costituivano la maggioranza degli abitanti del paese di Santa Domenica, mentre i Croati erano largamente maggioritari nelle campagne del Comune. A seguito degli eventi successivi all'ultimo Grande Conflitto, esistono solo alcuni nuclei italiani.




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Gennaio 2022

02:54:39