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Frasi che contengono la parola cesare

), quando Cesare ne divenne il suo governatore. Il condottiero romano era interessato ad ampliare i confini di Roma (ma soprattutto il suo prestigio) e per questo non si fece scappare l'occasione offertagli dalla migrazione degli

. Cesare era l'unico che poteva impedire ad Ariovisto di far attraversare il Reno da una massa ancor maggiore di Germani, e soprattutto poteva difendere tutta la Gallia dalla prepotenza del re germanico.

Cesare, appresi questi fatti, decise che si sarebbe preso cura del problema. Egli nutriva grande speranza nel fatto che Ariovisto, indotto dai benefici che in passato aveva ricevuto dallo stesso Cesare, avrebbe posto fine alla persecuzione nei confronti delle popolazioni celtiche. Cesare, in effetti, riteneva che sarebbe stato pericoloso, in futuro, continuare a permettere ai Germani di passare il Reno ed entrare in Gallia in gran numero. Temeva che, una volta occupata tutta la Gallia, i Germani avrebbero potuto invadere la

in piazza Guglielmo Marconi, al posto della Piazza Fiera, la principale piazza del paese. Un tempo circondata da cancellate, vi si trova una fontana circolare, ex abbeveratorio, il monumento dei caduti e un monumento dedicato a Cesare Sermenghi; ospita

Cairoli - Legnano - Cimitero Monumentale - Procaccini - Domodossola - piazza VI febbraio - piazzale Giulio Cesare - viale Ezio - piazza Piemonte - piazzale Baracca - Boccaccio - Stazione Nord - Cairoli

Cairoli - Stazione Nord - Boccaccio - piazzale Baracca - piazza Piemonte - viale Ezio - piazzale Giulio Cesare - piazza VI febbraio - Domodossola - Procaccini - Cimitero Monumentale - Legnano - Cairoli

Tra le cause della sconfitta sveva non va sottaciuta la spregiudicata iniziativa dei capi guelfi di far colpire dai fanti e dagli arcieri i destrieri dei cavalieri nemici, cosa ritenuta all'epoca sleale e scorretta: v. Cesare Pinzi

Discorso funebre recitato nella chiesa di S. Maria de' Servi di Padova il giorno XV di Febbraio dell'anno MDCCCXXVIII nelle solenni esequie del Dott. Cesare Ruggeri colla descrizione della sezione anatomica del suo cadavere

dove aveva preso posizione Vercingetorige con la fanteria e ne uccidono numerosi. Gli altri, per timore di essere circondati, fuggono. I Romani fanno strage ovunque. Tre nobili capi degli Edui furono catturati e portati in presenza di Cesare. Si trattava di un certo

, Cesare, con implacabile logica, aveva previsto che sarebbe andato a rifugiarsi il capo degli Arverni, posizione apparentemente e sufficientemente sicura dove poter cullare l'illusione di essere invulnerabile, mentre i picconi dei legionari e la tecnica dei genieri romani lo avrebbero imprigionato senza speranza.

che tentarono l'attraversamento nel settore sotto il controllo delle armate di Giuliano furono tutti intercettati e distrutti da squadroni di cavalleria inviati dal cesare a preparare imboscate lungo tre strade principali. Nel settore di Barbazione invece, per volere del

sia del tutto inattendibile. Molte delle vittorie di cui ha scritto Cesare, infatti, hanno avuto luogo. Dettagli minori potrebbero essere stati alterati, e la scelta delle parole crea nel lettore una maggior sintonia alla causa di Cesare. Il

Nel frattempo aveva mantenuto la promessa di concedere il titolo di Cesare a Clodio Albino, per non dover combattere su due fronti e per poter marciare in Oriente contro Nigro senza dover temere che Albino potesse marciare su Roma approfittando della sua assenza.

Stando a quanto riferisce Erodiano, alcuni senatori, preferendo Albino a Severo per la sua appartenenza a una famiglia nobile e per la sua natura mite, scrissero lettere proditorie al Cesare britannico, esortandolo a rivoltarsi e a occupare Roma e l'Italia mentre Severo era impegnato altrove.

Severo decise allora di complottare contro Albino, ordinando agli ambasciatori che aveva deciso di inviare al Cesare o di farlo avvelenare oppure di assalirlo e ucciderlo in un momento in cui le guardie del corpo del

Al fine di evitare un nuovo scontro con gli Allobrogi, ma senza danneggiare i veterani di Cesare, a cui erano state promesse terre da colonizzare, Planco propose ai rifugiati di rimanere a Lugdunum e chiese al Senato di poter fondare una colonia per loro; Cicerone indica che Planco venne accontentato

e ai repubblicani, vi erano alcuni sostenitori di Cesare che furono spinti a compiere questo assassinio prevalentemente da motivi personali: per rancore, invidia e delusioni per mancati riconoscimenti e compensi.

alcune scelte dello stesso Cesare, d'altro canto, quali le aperture verso personaggi che non gli si erano mai mostrati benevoli, apparivano alquanto discutibili agli occhi dei suoi collaboratori, e non facevano che alimentarne il risentimento.

mentre Cesare era ancora impegnato a completare il processo di pacificazione della Spagna, ad un progetto di congiura che mirava ad eliminare il generale vittorioso, probabilmente nato all'interno dello stesso ambiente cesariano e dunque non direttamente riconducibile alla congiura che sarebbe stata portata a compimento alle

Nicola di Damasco sostiene che ad aver risparmiata la vita ad Antonio fosse stata la decisione di Marco Bruto, probabile figlio naturale di Cesare, che pur avendo combattuto a Farsalo con i pompeiani era stato da quello graziato e aveva potuto rifarsi una vita politica

il genero di Marco Annio Vero che il giorno successivo, dopo essere stato attentamente esaminato, fu accettato dal Senato e adottato col nome di Tito Elio Cesare Antonino. A sua volta, come da disposizioni dello stesso

con la descrizione della fine di questa celebre famiglia e l'approdo a Terracina di Cesario, il nuovo Cesare cristiano. La Passione di S. Cesario inizia, quindi, con il racconto di un matricidio (l'uccisione di Agrippina da parte del figlio Nerone) e termina con quello di un

Cesare allora, prima che Iunco potesse mettere in atto i suoi progetti, si rimise in mare lasciando la Bitinia e procedette egli stesso all'esecuzione dei prigionieri: li fece crocifiggere dopo averli strangolati, in modo da evitare loro una lunga e atroce agonia.

fece i nomi di alcuni congiurati, includendo tra essi anche Cesare. Questi fu scagionato dalle accuse grazie al tempestivo intervento di Cicerone, ma resta assai probabile che avesse partecipato, almeno inizialmente, anche a questa seconda congiura.

, poco lontano da dove lo attendeva l'esercito nemico. Dopo un duro combattimento, i Britanni furono sconfitti e decisero di sottomettersi a Cesare, ma tornarono quasi subito alla ribellione, non appena appresero che parte della flotta romana era stata danneggiata dalle tempeste, che impedivano l'arrivo di rinforzi.

, capitale degli Arverni, dove Vercingetorige si era asserragliato. Sconfitto, anche se di misura, in uno scontro, Cesare fu costretto a togliere l'assedio, preoccupato dalle voci che gli annunciavano una defezione degli Edui, suoi storici alleati.

sfilando tra quaranta elefanti che reggevano dei candelabri. A ornare il corteo, in quell'occasione, ci fu Vercingetorige che, catturato da Cesare ad Alesia, era da cinque anni rinchiuso in prigione; terminata la celebrazione fu subito strangolato.

(alla quale aveva fra l'altro dedicato un'immagine d'oro nel suo Foro), o alla politica edilizia di chiaro stampo dinastico o, infine, al progetto di matrice alessandrina (e anche pergamena) di apertura di una biblioteca pubblica a Roma. Va anche considerato che al centro del foro di Cesare troneggiava una statua equestre di

questo tempio sarebbe stato una sorta di ringraziamento rivolto alla dea da parte di Cesare per avergli consentito di uscire vincitore dallo scontro di Farsalo. Davanti a questo tempio, Cesare stesso si fece rappresentare in una statua equestre, a cavallo del suo destriero personale, per il quale aveva una grande predilezione.

A partire da Cesare, dunque, il trasporto delle merci avvenne durante la notte, e il rumore che esso causava, fonte di grande disturbo per tutti coloro che dormivano, fu oggetto delle recriminazioni di

I soggetti rappresentati sulle facce delle monete, infine, avevano un forte valore propagandistico: oltre al ritratto di Cesare accompagnato dal suo nome, apparivano principalmente le seguenti figure:

Martyrologium Romanum Gregorii XIII Pontificis Maximi iussu editum et Urbani VIII auctoritate recognitum, accesserunt notationes atque tractatio de martyrologio Romano. Auctore Cesare Baronio Sorano. Postrema vero haec editio post eius obitum, nonnulla exhibet, quae addenda, vel mutanda Auctor ipse notaverat; nouissimae additae sunt notulae marginales per alium dictae Congregationis Presbyterum loca Annalium eiusdem Baronii, ubi de sanctis sit mentio, vel mentio, vel tempora, quibus floruerunt, aut passi sunt, ex varijs auctoribus indicantes

, sottovalutando l'odio della nobildonna per gli Este e pensando probabilmente che la nota vicinanza di Lucrezia alla Chiesa potesse aiutarlo. Poi gli eventi precipitarono. Cesare venne scomunicato e l'incontro tra emissario papale e ambasciatrice produsse la

, con i tre figli di lui (Marco, Rudi e Mimmo) e le due figlie di lei (Eva e Alice). I Cesaroni sono circondati da parenti e amici, tra cui Cesare (fratello di Giulio), Gabriella (madre di Lucia) e la famiglia Masetti composta da Ezio, migliore amico di Giulio, da Stefania, migliore amica di Lucia e da Walter, migliore amico di Marco. Nella quarta stagione la

ed il suicidio di Bruto e Cassio (gli assassini di Cesare), i triumviri procedettero alla spartizione delle rispettive sfere d'influenza: ad Ottaviano andarono Spagna e Numidia, ad Antonio Gallia e Africa, mentre

, ma il legionario doveva aver ben chiaro l'obiettivo finale della campagna, e le sue azioni non dovevano condizionare i piani operativi del comandante. Conscio della miseria dei suoi soldati, Cesare, di sua iniziativa, nel

Agostinelli Pietro, Aloisio Valentino, Bertuccio Domenico, Bianchetti Martino, Bonezzi Tommaso, Bosco Antonio, Bosi Cesare, Calcaterra Antonio, Campagnolo Domenico, Canal Luigi, Cardillo Beniamino, Cascarella Emanuele, soldato

Che il ricordo dell'assassino e del gladiatore sia cancellato del tutto. Lasciate che le statue dell'assassino e del gladiatore siano rovesciate. Lasciate che la memoria dell'osceno gladiatore sia completamente cancellata. Gettate il gladiatore nell'ossario. Ascolta, o Cesare: lascia che l'omicida sia trascinato con un gancio, alla maniera dei nostri

molti pregarono Diocleziano di riprendere il potere, per risolvere i conflitti che erano sorti con l'ascesa al potere di Costantino, nominato cesare d'occidente dalle legioni di suo padre, e l'usurpazione di Massenzio ai danni di Severo e Licinio,

Quando Juan fu ucciso, sua sorella Lucrezia era ancora nel convento di San Sisto, e nulla fa pensare che lei avrebbe mai voluto la sua morte, secondo gli storici infatti si pensa che il vero assassino di Juan sia Cesare ma tali prove non furono mai trovate.

Nella serie viene affermato che il vero padre di Cesare fosse Giuliano della Rovere ma non esistono prove in tal senso, in seguito si scopre che era un inganno del cardinale per farsi sostenere dal Borgia.

Il figlio dell'usurpatore Costantino III, il Cesare Costante, nel frattempo, aveva lasciato incautamente il generale Geronzio in Spagna con le truppe galliche affidandogli il compito di sorvegliare i Pirenei, sostituendo dunque con truppe di origini barbariche (gli

altri che sentiva la scarsa considerazione di Augusto nei suoi confronti per essere stato usato quale tutore dei suoi due nipoti, Gaio e Lucio Cesare, gli eredi designati, oltre ad un crescente disagio e disgusto nei confronti della nuova moglie.

che sostenevano i due Cesari avevano sviluppato un forte sentimento di odio verso Tiberio e continuavano a vederlo come un ostacolo all'ascesa di Gaio Cesare. Qualcuno, durante un banchetto, aveva promesso a Gaio Cesare che, se l'ordinava, sarebbe andato a Rodi ad uccidere Tiberio,

. Pare che decise d'iscriversi su esortazione dello stesso Cesare, come anche il suo rivale in questa sfida Laberio. Quest'ultimo mise sulla scena un suo mimo, ma perdette; Publilio Siro, probabilmente per l'appoggio aperto di Cesare infatti, vinse la palma del migliore

La presenza di Ottaviano nel triumvirato poteva tuttavia rappresentare un problema per Cleopatra, che chiedeva per il piccolo Tolomeo il trattamento di erede di Cesare che era stato accordato a Ottaviano.

dalla fine di quell'anno: Antonio accusava il rivale di aver escluso Lepido illegittimamente dal triumvirato e di avergli impedito di reclutare truppe in Italia; Ottaviano, da parte sua, lo accusava di detenere la famiglia reale armena illegalmente, di aver sposato Cleopatra nonostante fosse ancora il marito di Ottavia e di aver dichiarato ingiustamente Cesarione erede di Cesare.

ne accenna solamente di sfuggita; inoltre, il contesto delle donazioni era quello in cui si cercava di rendere Cleopatra legittima congiunta di Cesare, a sfavore di Ottaviano, e quindi la notizia di tale unione era probabilmente solo frutto della propaganda di quest'ultimo (

: dopo la sua fuga, Catilina aveva lasciato a loro le redini della congiura, ma i due erano stati scoperti grazie a un abile piano congegnato da Cicerone, principale accusatore di Catilina e responsabile del fallimento della congiura. Discutendo sulla pena cui condannare Lentulo e Cetego, molti senatori avevano proposto la condanna a morte; Cesare, invitando tutti a non prendere decisioni avventate e dettate dalla paura, propose invece di confinare i congiurati e di confiscare loro i beni.

Cesare nella lettera si impegnava a dimettersi dal comando militare a condizione che Pompeo facesse altrettanto. Concludeva che qualora Pompeo avesse mantenuto l'esercito, sarebbe stato ingiusto privarlo del suo, consegnandolo all'odio dei suoi nemici.

, in modo da eliminare ogni possibile ragione di guerra. Essi credevano che Cesare temesse che le due legioni che gli erano appena state sottratte per la guerra partica, sarebbero state invece riservate proprio a Pompeo, forse per il fatto di essere state accampate vicino a

Sciolta quindi l'adunanza del Senato, furono convocati da Pompeo tutti i senatori. Alcuni di loro furono lodati, altri incoraggiati a mantenere la posizione ostile nei confronti del proconsole delle Gallie, altri ancora ripresi e spronati qualora fossero titubanti sul da farsi. Furono quindi richiamati da ogni parte molti soldati dei vecchi eserciti di Pompeo con la promessa di premi e promozioni, contemporaneamente furono convocate le due legioni consegnate da Cesare al Senato (la

). Scipione era spinto dalle medesime aspirazioni, oltre a temere di essere processato. Pompeo stesso, aizzato dai nemici di Cesare, non ammetteva di essere eguagliato in potenza dall'ex-suocero, rompendo qualsiasi legame di amicizia con lo stesso, schierandosi ora dalla parte dei precedenti e comuni avversari.

chiedevano, era che Cesare tornasse in Gallia, lasciasse Rimini e congedasse l'esercito. Solo in questo caso Pompeo avrebbe raggiunto la Spagna, ma fino a quando Cesare non avesse mantenuto le promesse, i consoli e Pompeo avrebbero continuato con la leva di nuove legioni.

per impulso dell'abate Giulio Cesare di Tarsia. La chiesa, a navata unica, fu riccamente decorata secondo lo stile dell'epoca. Accanto ad essa sorgeva l'area conventuale raccolta attorno ad un chiostro. Pochi anni dopo la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei beni ecclesiastici (

I restauri, iniziati da d'Andrade e in seguito proseguiti da Cesare Bertea fino al periodo tra le due guerre, riguardarono in particolare l'estirpamento delle piante che erano nate tra le murature, la ricostruzione della merlatura, delle teste dei camini, delle spalle di porte e finestre e una prima ricostruzione del tetto.

Terminata la guerra con gli Elvezi, quasi tutti i popoli della Gallia mandarono ambasciatori a Cesare per congratularsi della vittoria e chiesero di poter indire, per un giorno stabilito, un'assemblea di tutta la Gallia con il consenso dello stesso Cesare.

Partito Cesare, il legato Galba, che aveva come compito quello di aprire la via delle Alpi tra la Gallia Comata e la Gallia Cisalpina, trovandosi a dover combattere contro un nemico nettamente superiore in numero, fu

Ottenuta una nuova vittoria sulle genti germaniche, Cesare decise di passare il Reno e di invadere la stessa Germania. La ragione principale che lo spinse a portare la guerra oltre il Reno fu l'intenzione di compiere un'azione dimostrativa e intimidatoria che scoraggiasse i propositi germanici di invadere in futuro la Gallia. Troppo spesso essi avevano fornito truppe mercenarie ai Galli e si erano intromessi nelle loro vicende interne. Gettato un lungo

Per questi motivi, Cesare non fu in grado di ottenere dai mercanti sufficienti informazioni su quanti e quali popoli vi abitassero, quali tattiche di guerra utilizzassero, quali porti fossero idonei per l'attracco della sua flotta. Decise allora di mandarvi in avanscoperta

, che Cesare aveva posto sul trono apprezzandone il valore, la discendenza e la devozione. Quando lo seppe, il proconsole, temendo una sollevazione generale del popolo dei Carnuti, decise di inviare Lucio Munazio Planco con la sua legione a svernare in quella regione. Nel frattempo venne a sapere che tutte le altre legioni erano giunte nei quartieri invernali e che le fortificazioni erano state completate.

Cesare, in seguito agli eventi di quest'ultimo inverno, si era definitivamente convinto che l'anno successivo avrebbe dovuto riprendere l'iniziativa e condurre una campagna punitiva nel nord della Gallia, per evitare una sollevazione generale.

Con la fine dell'inverno (primi di aprile), Cesare era deciso a riprendere la campagna militare per condurre a termine in modo definitivo l'occupazione dell'intera Gallia, quando venne a conoscenza di alcuni dissidi interni sorti nell'alleata popolazione degli Edui. La situazione era assai critica e necessitava di un intervento del proconsole romano per evitare una guerra civile tra due fazioni opposte. Cesare racconta che, quell'anno, erano stati creati, contrariamente alla normale tradizione di questo popolo, non uno ma due magistrati supremi con potere regale:

Cesare, pur reputando svantaggioso sospendere le operazioni militari ed allontanarsi dal nemico, non poteva di certo ignorare che uno dei principali popoli a lui alleati, e fondamentali per il prosieguo della guerra (anche in termini di armati forniti e di vettovaglie) fosse sull'orlo di una guerra civile. Decise pertanto di recarsi personalmente presso gli Edui e di convocare il loro senato presso

Cesare, unitosi a Labieno e alle sue legioni ad Agedinco, decise di riparare presso i vicini ed alleati Lingoni, rafforzando le sue truppe con reparti di cavalleria germanica mercenaria (era il secondo squadrone che il generale romano arruolava nel corso della guerra). Riprese, infine, la strada verso sud in direzione della Gallia Narbonense, ma a nord-est di

mentre Vercingetorige fu mantenuto in vita nei sei anni successivi, in attesa di essere esibito nella sfilata di trionfo di Cesare. E, come era tradizione per i comandanti nemici catturati, alla fine della processione trionfale fu rinchiuso nel

. Furono contestualmente redatte delle liste di proscrizione contro gli oppositori di Cesare, che portarono alla confisca dei beni e all'uccisione di un gran numero di senatori e cavalieri, tra cui lo stesso

. Altri componenti della famiglia erano i fratelli Marcantonio, Scipione, Decio, Cesare, Fabio, Camillo e la sorella Porzia. L'anno preciso di nascita rimane ignoto; generalmente viene riportato quello dedotto da

, Giuseppe Devincenzi, Pasquale Liberatore, Angelo Camillo De Meis, Melchiorre Delfico, Silvio e Bertrando Spaventa. Dal punto di vista risorgimentale, a Chieti passarono alcuni patrioti che nei periodici appoggiavano la causa unificatrice, come Carlo Madonna di Lanciano, Cesare De Horatiis di Furci e

. Il procuratore presidiale era il massimo responsabile di ogni aspetto del potere di Cesare nella provincia di competenza: amministrazione, difesa, giustizia e, a differenza delle altre categorie di province (senatorie e legatarie), anche tributaria. Al tempo di

. Dopo averla presa, il giovane la usa per neutralizzare le ultime forze di Cesare Borgia. Dopo un'ultima battaglia tra gli Assassini e i soldati ancora fedeli a Cesare, quest'ultimo viene arrestato da

: Nemico storico di Ezio che appare anche nel capitolo precedente, tenta di uccidere suo figlio con una mela avvelenata, ma rimane vittima della mela lui stesso dopo essere stato aggredito da Cesare. Nel capitolo precedente viene detto da Shaun che ha rapporti incestuosi con sua figlia Lucrezia. Nonostante tenga ancora il ruolo di antagonista si dimostra sempre la voce della ragione, assolutamente convinto dei nobili scopi dei templari e cerca in tutti i modi di frenare gli eccessi del figlio.

: Donna forte che ha una relazione con il fratello Cesare. Dopo la morte del padre Rodrigo, rivela a Ezio dove sia la Mela dell'Eden per impedire a Cesare di prenderne possesso. Viene risparmiata da Ezio.

: Domizio venne poco dopo fatto uccidere per mano di un certo Bellieno, servo di Demetrio, quest'ultimo comandante del presidio militare romano dell'odierna Ventimiglia. La popolazione, per la maggior parte fedele a Cesare, secondo quanto scrive

per cercare di riportare l'ordine: essendo stato eliminato l'anno prima Severo, per l'oriente restarono rispettivamente augusto e cesare Galerio e Massimino Daia, mentre per l'occidente fu nominato un nuovo augusto,

ed ora tutta al fianco di Cicerone, l'autore notifica le accuse, a parer suo infondate, mosse contro Crasso e Cesare. Mentre vengono presi provvedimenti in merito alla scarcerazione di alcuni prigionieri, il Senato si riunisce per decidere il loro destino. Dopo il discorso del console neoeletto

Il Cesare descritto da Sallustio appare tutt'altro che rivoluzionario e la sua opposizione al partito senatorio non avrebbe niente a che vedere col programma eversivo di Catilina. Al contrario, Cesare appare come il fedele custode del

Cesare ha raggiunto la fama a forza di donare, soccorrere, perdonare, Catone con il non concedere mai nulla a nessuno. L'uno, il rifugio dei poveri, l'altro, il flagello dei malvagi; di uno era lodata la condiscendenza, dell'altro la fermezza;

Cesare, infine, s'era proposto di lavorare, vigilare e, per tener dietro agli interessi dei suoi amici, trascurare i propri e non rifiutare mai nulla che valesse la pena di regalare; ambiva a un comando importante, a un esercito, a una guerra nuova, nella quale potesse emergere il suo valore.

Tra Cicerone ed Antonio, comunque, i rapporti non erano dei migliori, e i due, d'altra parte, si trovavano all'esatto opposto in ambito politico: Cicerone era il difensore degli interessi dell'oligarchia senatoriale, convinto sostenitore della repubblica monopolizzata dai ricchi, mentre Antonio avrebbe voluto fare suoi i progetti di Cesare ed assumere gradualmente un potere monocratico.

Gli ultimi anni della vita di Cicerone sono permeati dal dolore. Al ritorno dalla Cilicia, era ansioso sia per le sorti della sua piccola Tullia, sia per gli avvenimenti politici che impetuavano. Infatti vi era l'intervento armato tra Cesare e Pompeo

si proclamava vendicatore e successore di Cesare e anche instauratore di una tirannide. Proprio per questo Cicerone decise di lottare contro Antonio, mettendo in pericolo la sua vita e pronunciando le famose

Nella seconda parte del libro, Cesare invia immediatamente un'ambasciata presso gli Edui, imponendo un patto di protezione e interesse nella causa degli Edui, ossia riguardo l'aiuto romano nella riconquista dei territori persi nel

, occupata con gran vantaggio dai romani, pronti allo scontro con i Germani. Sebbene in un primo momento intento a trattare nuovamente con Ariovisto, Cesare si accorge che i Germani attaccano a tradimento i Romani e abbandona l'assemblea. Ariovisto si ritira nel campo germanico e crea un'alleanza con popolazioni vicine alle sue, come i

Cesare, decidendo di sconfiggere una volta per tutte i Menapi, assieme agli Eburoni, non volendo che questi oltrepassino il Reno per giungere dai Germani, suddivide il suo esercito in tre parti, pronte ad attaccare l'unico obiettivo nemico, riuscendo a riportare una schiacciante vittoria contro il generale Ambiorige. I Treveri nel frattempo, nel

Il nome Ottaviano venne generalmente diffuso dalla propaganda degli avversari politici, ma non risulta nei documenti ufficiali. Si narra che poco prima di venire assassinato, Cesare lo avesse nominato

, confine fra l'Italia e la Gallia Cisalpina che non poteva essere attraversato da un esercito in armi. Cesare viene quindi dichiarato nemico di Roma e Pompeo, autorizzato dal Senato effettua la coscrizione di un esercito. Cesare con due sole legioni avanza fino ad

Marsiglia era protetta dal mare su tre lati e il quarto era difeso da solide mura. In trenta giorni le navi sono pronte e il porto di Marsiglia viene chiuso ai traffici e Cesare lascia i legati diretto in

Con la battaglia di Ilerda, Cesare si sbarazza del pericolo pompeiano in Spagna e addirittura congeda quelli dell'esercito di Pompeo che volevano smettere di guerreggiare. Chi abitava o aveva possedimenti in Spagna poteva rimanervi, gli altri, a scelta, sarebbero stati arruolati fra i cesariani o congedati una volta raggiunto il

dell'avversario sconfitto. Possiamo aggiungere che, soprattutto per Cesare, nessun Romano poteva essere giustiziato senza processo, e Roma, (Cesare) non poteva permettere che uno straniero, anche se primo ministro Egiziano, trucidasse un altro Romano. Il

mettendo a repentaglio il meccanismo della tetrarchia, ideato da Diocleziano proprio per porre termine all'uso ormai consolidato degli eserciti di proclamare di propria iniziativa gli imperatori. Per tale ragione Galerio, che al tempo era l'unico Augusto legittimo rimasto in carica, fu inizialmente scettico nel riconoscere l'investitura di Costantino, tuttavia alla fine si convinse a cooptarlo nel collegio imperiale ma con il rango di Cesare, promuovendo invece come nuovo Augusto d'Occidente Flavio Severo.

, un commilitone di Galerio, mentre Costantino fu degradato nuovamente a Cesare e Massimiano dovette deporre, questa volta definitivamente, le vesti imperiali per una seconda volta. Contestualmente Massenzio fu dichiarato

(il nome di famiglia) dei primi due imperatori: Gaio Giulio Cesare Ottaviano (l'imperatore Augusto), adottato da Cesare e dunque membro della famiglia Giulia (gens Giulia) e Tiberio Claudio Nerone (l'imperatore Tiberio figlio di primo letto di Livia, moglie di Augusto), appartenente per nascita alla famiglia Claudia (gens Claudia). Gli imperatori della dinastia furono:

ha avanzato l'ipotesi secondo la quale Giulio Cesare sarebbe morto cadendo inavvertitamente sul pulpito che si trovava al di sotto della nicchia nella quale giaceva la statua di Pompeo, accanto ai seggi dei senatori romani.

AMORE TOSSICO regia di Claudio Caligari con Cesare Ferretti, Michela Mioni, Enzo Di Benedettozo, Roberto Stani, Loredana Ferrara, Fernando Arcangelibora, Mario Caiazzi, Gianna Schettini, Silvia Starita

, con i quali si unirono. Cesare inizialmente chiese ai Sigambri la consegna di coloro che gli avevano mosso la guerra, ma gli stessi risposero che il fiume segnava il confine dei domini romani e che dunque non gli avrebbero consegnato nessuno. Il movente definitivo gli fu dato dagli alleati

. Cesare prova a recapitare di persona un messaggio al suo luogotenente ma scampa di poco all'annegamento. Alla fine la tempesta si placa e i due eserciti riuniti si fronteggiano. Pompeo mette l'amata moglie

teme la vendetta di Cesare e progetta di assassinare Pompeo mentre sbarca. Quest'ultimo sospetta il tradimento; consola quindi la moglie, e rema da solo fino alla spiaggia, dove viene ucciso e decapitato accettando il suo fato alla maniera

Antonio decise che il momento era propizio per iniziare la spedizione pianificata da Cesare. Egli intendeva riprendere i piani di Cesare e marciare sul regno dei Parti passando per l'Armenia, dopo il suo luogotenente

identificato con la foresta dei Carnuti, durante la quale venne preparato il piano della sollevazione generale della Gallia. Cesare tuttavia non nomina nessuno dei Galli presenti alla riunione. Secondo

Infatti, di fronte a questa mossa, Cesare non esita un attimo a precipitarsi sulla cittadella e dispiegare le sue legioni in accampamenti piazzati tutto intorno; si pone in posizione di assedio facendo costruire, attorno alla piazzaforte, un'enorme doppia fortificazione, per impedire agli assediati di uscire e approvvigionarsi, e, allo stesso momento, per proteggersi le spalle dall'attacco delle truppe galliche esterne.

Nella tarda repubblica, infatti, nel clima delle guerre civili, i generali concedettero ai propri soldati, quale ricompensa per il servizio, appezzamenti di terra spesso confiscati come atti di rivendicazione contro la fazione avversa. Si ricordino le concessioni ai veterani di Pompeo, di Cesare, di Antonio, di Ottaviano




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17 Febbraio 2021

03:15:40