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Frasi che contengono la parola abruzzesi
Piemontesi, lombarde, venete, del Trentino-Alto Adige, friulane e della Venezia Giulia, liguri, romagnole e emiliane, toscane, marchigiane, umbre, di Roma e del Lazio, abruzzesi, molisane, campane, pugliesi, calabresi e lucane, siciliane, sarde.
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Gli abruzzesi che si controllano scambiano per dialettalismi vocaboli ed espressioni italiane, cercando di adoperare altri termini per evitare ogni possibile strascico dialettale: gli abruzzesi italofoni sono portati ad utilizzare anche troppo spesso e senza un giustificato motivo,
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Le estese montagne abruzzesi attraggono turisti sia durante il periodo invernale sia durante quello estivo, e le numerose stazioni sciistiche che vi operano si dividono nei tre comprensori sciistici principali di
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Si tratta di una moderna ricostruzione della vecchia chiesa settecentesca a navata unica. L'aspetto attuale troneggia su Piazza Venturi, e ricalca lo stile delle chiese romaniche abruzzesi con impianto rettangolare, con facciata sormontata da un tiburio ottagonale che funge da campanile.
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, e i treni per il trasferimento di bovini e ovini lungo le vie della transumanza (la pastorizia costituiva, insieme all'agricoltura, la principale fonte di sostentamento per le popolazioni molisane e abruzzesi). La storia della linea, inoltre, si intreccia con quella di altre due linee: la
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, gli inglesi avanzarono sul territorio italiano e si scontrarono con i tedeschi, specie nell'Italia centrale. A Francavilla giunsero in questo modo numerosi profughi abruzzesi, scappati dalla loro terra a causa dei violenti scontri e sistemati in locali comunali e privati.
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, l'influenza fermana ha dato vita a delle sorprendenti innovazioni morfologiche, come la concordanza delle vocali finali e la declinazione verbale, fenomeni che saranno meglio descritti in seguito. Antiche fonti testimoniano che in passato vi erano elementi abruzzesi-meridionali anche nei dialetti della Provincia di Fermo, in particolar modo a
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) le influenze sono minori e si limitano all'uso di alcune tipiche costruzioni morfologiche teramane e di alcuni termini provenienti dal gruppo dei dialetti abruzzesi adriatici. Invece nei dialetti di
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Durante il brigantaggio ottocentesco, la pietra della Majella fu usata anche dai briganti abruzzesi dell'area peligna, che incisero i propri nomi e frasi di sfida contro i Savoia, presso la cosiddetta roccia della
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di Nicodemo, Roberto e Ruggero, maestri scalpellini che realizzarono gli splendidi amboni delle principali abbazie abruzzesi di San Clemente a Casauria, Santa Maria in Valle Porclaneta, Santa Maria del Lago, San Paolo di Peltuino, Santa Maria di Bominaco, San Bartolomeo di Carpineto e Santo Stefano di Cugnoli
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Il felice connubio tra Amatrice e Napoli fu portato nelle campagne dello Stato Pontificio dai pastori abruzzesi con gli spostamenti stagionali della transumanza e poi dagli amatriciani stabilitisi a Roma nel secondo Ottocento per vendere i prodotti della loro terra colpita dalla crisi della pastorizia.
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Campionato organizzato dal Direttorio IX Zona avente sede ad Ancona inglobando le squadre abruzzesi e dalmate i cui campionati non sono stati organizzati a causa dell'insufficiente numero di iscrizioni.
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. Il poeta D'Annunzio la cita quando parla dei pastori abruzzesi nelle sue prose, spiegando che l'assemblavano con la cera dei torchi votivi e con i fili di lino ricavati dalle vecchie tovaglie d'altare. Ne sono state rinvenute due tipologie che prendono il nome dai luoghi di provenienza: una dell'area del Fucino, detta
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fino alla fine del millennio per la montagna di Subiaco, come per altre stazioni sciistiche del Lazio, inizia un lento e inesorabile declino dovuto essenzialmente alla concorrenza dei comprensori sciistici abruzzesi (
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La corsa per il Consiglio regionale, invece, prevedeva una competizione tra liste presentate all'interno delle quattro circoscrizioni elettorali, coincidenti con le quattro province abruzzesi. La ripartizione dei seggi avveniva secondo il
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. Presenta una facciata in stile rinascimentale con portale decorato da timpano e oculo centrale, ornato da cornice. All'interno neoclassico spicca l'altare maggiore ricco di intarsi. Due coppie di colonne, una tortile e l'altra scanalata, sormontate da capitelli corinzi, sorreggono un archivolto spezzato, dominato da timpano modanato. La cimasa racchiude la tela del Padre Eterno (XVIII secolo), mentre le pareti laterali presentano dipinti del XVII attribuiti a maestranze abruzzesi, raffiguranti il
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, eccezion fatta per gli arredi e le decorazioni. La chiesa fu impostata su pianta ellittica con ingresso dell'asse maggiore e ampio presbiterio absidato sul lato opposto. Agli estremi dell'asse minore furono poste due cappelle rettangolari e ai lati altre due cappelle quadrate minori. L'organismo della chiesa di Sant'Agostino rappresenta uno dei pochi esempi abruzzesi di compenetrazione tra schema longitudinale e schema centrale, partendo da un ovale molto allungato, di modello berniniano come la
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Ferrovia Teramo-Penne. L'idea risale agli anni venti; un asse ferroviario appenninico avrebbe dovuto collegare i capoluoghi di provincia marchigiani e abruzzesi. La provincia di Teramo sarebbe stata interessata dalla tratta Teramo-Penne, che, partendo dalla stazione di Teramo, avrebbe superato Villa Vomano e avrebbe raggiunto Penne passando per Bisenti. La catena collinare tra le valli del Vomano e del Fino sarebbe stata superata con una galleria sotto monte Giove. Bisenti sarebbe stata dotata di una propria stazione ferroviaria.
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in ricordo del disastro dove morirono anche minatori abruzzesi. L'opera poggia su una base circolare, e sintetizza le caratteristiche tipiche del modellamento della pietra e del laterizio di Pietro Cascella, con contrasti di forme spigolose e di forme ondulate.
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, e de' Valignani, cosiddetti dal Dominio, antichi Baroni Abruzzesi, su la quale posero tre rose d'argento, per concessione de' suoi principi normanni. Ora se si faccia eccezione delle tre rose fatte aggiungere forse dai principi normanni, parte per denotare l'eccellenza dei signori Valignani, parte per distinguerli dai Reali Normanni, lo stemma Valignano fino a
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In questi anni, grazie anche a un deciso intervento pubblico, si ebbe una diffusa industrializzazione della regione, con la creazione di poli industriali in tutti i centri maggiori abruzzesi, favorendo lo sviluppo economico, in particolare nelle zone costiere della regione, e facendo salire il PIL pro capite regionale al primo posto fra quelli dell'Italia meridionale
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; tele di pittori caravaggeschi; numerosi reperti archeologici; una Collezione di monete, completa ed ordinata delle Zecche Longobarde e Normanne di Salerno; maioliche abruzzesi e vietresi; Codici miniati.
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Ultimo aggiornamento pagina:
04 Gennaio 2022
04:21:31