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Frasi che contengono la parola aragonesi

nel senso stretto del termine. Potevano esservi legami o simpatie ma all'interno della stessa famiglia alcuni esponenti potevano scegliere di seguire il partito filo angioino e altri seguire gli aragonesi rimanendo, la famiglia nel suo insieme, sempre fortemente legata al papato.

, anche siciliani, fecero solo azioni di guerriglia senza reali conquiste territoriali. Alla fine dell'anno si era determinato uno spaccamento del Regno di Sicilia in due parti, la Sicilia (l'isola) in mano agli aragonesi ed il resto del regno, sul continente, in mano agli

, costituito dalla Sicilia e dalle isole adiacenti, con Federico III d'Aragona come re indipendente e assoluto. Il trattato di pace prevedeva anche, tra l'altro, la riunificazione del Regno alla morte di Federico, e il ritorno dello stesso sotto gli angioini, cosa che peraltro non avvenne mai e furono, anzi, gli aragonesi a conquistare anche il

. Per tale ragione gli aragonesi attribuirono vari riconoscimenti al giudice e ai suoi figli, stringendoli in legami di parentela con matrimoni, tenendoli a corte e conferendo loro vari titoli baronali

Il controllo del potere fu per Eleonora un punto vitale, la scelta tra la vita e la morte. Dopo essere riuscita a completare il progetto del padre di riunire quasi tutta l'isola sotto il suo scettro di giudicessa reggente, tenendo in scacco e ricacciando ai margini dell'isola (in alcune fortezze sulla costa) le truppe aragonesi, vide crollare il suo progetto in seguito a un'imprevedibile incognita della sorte: la

, prima gli aragonesi e poi i senesi portarono avanti i lavori di costruzione delle nuove mura che andarono a delimitare completamente l'attuale borgo situato attorno al castello. Nelle mura del castello si conservano le tre porte d'accesso di Porta San Giovanni, Porta della Madonna del Giglio e Porta Castello; nella parte bassa, delle antiche mura pisane sopravvive l'antica porta settentrionale, chiamata comunemente la Portaccia, e due torri, una in via Colombo e l'altra poco distante nota come Torre Lilli, mentre sono visibili i resti di una terza torre in via delle Vacche.

, fortificazione che domina il borgo di Castiglione, il cui nucleo originario risale al X secolo, quando qui i pisani fecero costruire una semplice torre di avvistamento. La struttura fu ampliata nel XV secolo dagli aragonesi fino ad assumere l'aspetto di una vera e propria fortezza. Modificato sotto

Le confraternite della Soledad, costituite da gentiluomini borghesi e da militari aragonesi - spagnoli, nutrivano una profonda avversione nei confronti del vescovo di Lipari, percettore delle quote censuali, delle decime sui prodotti agricoli e unico in tutta la Sicilia a non riconoscere l'

, legata al ramo cadetto degli Aragonesi regnanti nel mezzogiorno. L'Italia rinascimentale si apprestava quindi a diventare il principale campo di battaglia d'Europa per i sessantacinque anni a venire.

. La bufera non permise ne ai genovesi ne ai veneziani di posizionarsi correttamente e in questa situazione caotica le navi veneziane e aragonesi superarono quelle genovesi, il comandante aragonese Santapau allora decise di andare incontro ai genovesi e iniziare lo scontro senza il consenso del Pisani che viste le condizioni sfavorevoli avrebbe preferito aspettare un miglioramento delle stesse. La situazione rese lo scontro estremamente caotico le navi si divisero in parecchi gruppi che si assalirono in numerosi duelli isolati per tutta la notte nonostante la tempesta continuasse

I due poeti, devoti agli Aragona, ripresero le insinuazioni dell'incesto con il padre e i fratelli, pubblicando mordaci epigrammi. Alessandro e Cesare in particolare erano considerati la causa, dai due poeti napoletani, della caduta degli Aragonesi (

con gli aragonesi, tolse i pali catalani dalle sue insegne, assunse come stemma del suo Stato l'albero eradicato in campo argento, e invase il cagliaritano sottomettendo i sardi regnicoli, minacciando di tagliar mani e piedi ai riluttanti e di confiscare i loro beni. A

; per altri autori invece erano le comarche a sostituire i giustizierati aragonesi, essendosi i valli ridotti a mere espressioni geografiche, prova sarebbe la mancata aderenza dei confini delle prime coi secondi

. Questo sistema amministrativo era radicato ed estremamente efficace per la gestione del territorio e venne meno con l'imposizione del sistema feudale da parte degli Aragonesi, nel corso del XIV e soprattutto del

, di ritorno dalla guerra siciliana che lo vide vittorioso sulla rivolta dei Baroni, visita gli unici possedimenti ancora in mano agli aragonesi in Sardegna: Castel di Cagliari, Alghero e Longosardo (Santa Teresa di Gallura) e provvede a far arrivare rinforzi e provviste.

. inizia col XIV secolo un periodo contrassegnato da continue lotte civili fra partigiani degli aragonesi e degli angioini, che invano tentano la riconquista dell'isola. Malgrado il tradimento del castellano Ugolino Callari che la consegna a

; alcuni autori (sito web della diocesi) fanno di Giovanni/Folco due vescovi distinti. La presenza di tutti questi vescovi si inserisce nel complesso contesto storico dell'epoca, che vide lo scontro tra aragonesi e angioini, che posero ognuno sulla sede mazarese vescovi della propria fazione politica.

di Catania, elesse re di Sicilia Federico disconoscendo Giacomo. Il piano di alleanze fu stravolto: da quel momento i siciliani continuarono la lotta sotto la reggenza di Federico, sia contro gli Angioini sia contro gli aragonesi di

con le truppe aragonesi per cingere d'assedio L'Aquila. La chiesa di San Nicola tuttavia, nell'ambito di allargamento del viale Duca degli Abruzzi, insieme alla chiesa di San Benedetto d'Arischia, del Quarto San Pietro, venne demolita, ma al contrario dell'altra, la facciata tardo romanica per il valore artistico, fu rimontata presso la chiesa madre di Santa Maria in

ecc.), scartando in pari tempo solo quelli chiaramente ritenuti ispanofoni. In tal modo si verrebbe a dare un'accezione esclusivamente etnico-linguistica al nome di tale territorio e non prevalentemente, se non esclusivamente, geografica, come voluto dall'istituto enciclopedico aragonese summenzionato e anche da molti aragonesi. Secondo l'

hanno talvolta inasprito gli animi e rafforzato le posizioni altrettanto estreme dei nazionalisti aragonesi che si sono fatti promotori di proteste popolari e raccolte di firme, condizionando l'azione della coalizione socialista-aragonesista (

Nonostante questi difetti, il valore della cronaca rimane notevole per gli avvenimenti di cui egli fu vivo testimone, anche per il suo punto di vista privilegiato, che lo vedeva introdotto all'interno degli ambienti aragonesi

, anche se la Corona d'Aragona fu sciolta formalmente solo col passaggio della Corona di Spagna alla nuova dinastia borbonica, all'inizio del XVIII secolo. I centocinquanta anni che caratterizzarono tale periodo rappresentarono per l'isola un brusco regresso, a causa delle guerre fra catalano-aragonesi, repubbliche marinare e arborensi, e per le

. Da qui Laurana riconduce nella scultura la resa del volume regolare, divenuto volume di luce rapportabile ad un'impostazione geometrica esplicitata. Dal ritratto pierfranceschiano nasce l'invenzione del busto-ritratto tradotto nei termini scultorei nelle opere commissionate dagli Aragonesi, ad esempio nel famoso ritratto di

Fu durante il periodo aragonese che la fortezza prese le forme architettoniche odierne. Nello stesso periodo, un poeta e militare castellese di nome Coletta De Castelli allietava con le sue poesie la corte dei regnanti aragonesi. Importanti lavori di ristrutturazione, iniziati da

il suo fu un errato calcolo politico e fu proprio grazie all'iniziale e determinante contributo arborense che gli Aragonesi poterono costituire una prima testa di ponte in Sardegna e far nascere territorialmente il Regno di Sardegna e Corsica

ordita contro di lui dai suoi baroni. Sventata la congiura, i nobili ribelli, si rivolsero al giovane Carlo VIII re di Francia, invogliando ad allontanare gli Aragonesi dal Sud d'Italia. Frattanto, morto Ferdinando gli successe

L'esercito angioino schierato sulla riva destra del torrente fronteggia re Ferrante e le sue truppe, mentre sullo sfondo si vedono gli aragonesi che attraversano un ponte all'inseguimento degli angioini, ormai in rotta verso Troia.

, elesse re di Sicilia Federico disconoscendo Giacomo. Il piano di alleanze fu stravolto: da quel momento i siciliani continuarono la lotta sotto la reggenza di Federico, sia contro gli Angioini sia contro gli aragonesi di

, costituito dalla Sicilia e dalle isole adiacenti, con Federico III d'Aragona come re indipendente e assoluto. Il trattato di pace prevedeva anche, tra l'altro, la riunificazione del Regno alla morte di Federico, e il ritorno dello stesso sotto gli angioini, cosa che peraltro non avvenne mai; furono, anzi, gli aragonesi a conquistare anche il

si pronunciarono per il pretendente austriaco, temendo (a ragione), che il re Borbone avrebbe tentato di cambiare il sistema di amministrazione decentralizzata, che consentiva a catalani ed aragonesi un notevole grado di autonomia da

alla sua stessa famiglia, in concorrenza con la repubblica di Pisa fu una delle cause poco conosciute che spinsero proprio il Papa a progettare l'espulsione di Pisa dalla Sardegna, dall'arcipelago toscano, dal sud della Toscana e dal nord del Lazio. Il pontefice si risolse a dare l'assenso in funzione antipisana e antighibellina alla conquista della Sardegna, delle isole toscane, di Bonifacio in Corsica da parte degli aragonesi. Lo Stato Pontificio si preparava ad espellere Pisa dal nord del Lazio nell'area di

Situata a ridosso delle mura aragonesi, da qui deriva la toponomastica di Soprammuro, di cui alcuni resti di torri da difesa della cinta muraria urbana. Le torri sono in degrado e con il tempo gli costruirono su e oggi si notano, lungo la strada, i palazzi otto-novecenteschi che costituiscono un cinta muraria moderna abitabile nei quali durante l'erezioni di questi palazzi sono state inglobate le torri aragonesi.

L'antico maniero si trova al centro del paese e fu costruito tra il XII e il XIV secolo, quando il giudicato di Cagliari era sotto l'influenza di Pisa e al confine con quello di Arborea. Fu ampliato dagli Aragonesi nel

sotto gli Aragonesi, l'abolizione della tassa sugli animali e il riordino dei pascoli di Puglia consentono un forte sviluppo della pastorizia e della transumanza al punto che in quell'anno Santo Stefano di Sessanio,




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Ultimo aggiornamento pagina:

12 Gennaio 2022

01:19:50