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Frasi che contengono la parola archetti
Capolavoro di arte romanica, caratteristica per la facciata ad archetti di ispirazione bizantina e per le figure simboliche scolpite intorno al portale, conserva nelle sue fondamenta i resti di una basilica paleocristiana
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in luogo di una copertura piana. Inoltre venne ripreso nella navata il motivo decorativo delle semicolonne altissime addossate prima ai pilastri e poi proseguenti sulla parete fino quasi al soffitto. In Spira II questo effetto plastico venne potenziato, arrivando a creare tre livelli sovrapposti di pilastri e semicolonne, sopra a ciascuno dei quali corrispondeva lo sviluppo di un elemento portato: le volte, gli archi di accesso alle navate laterali, gli archetti ciechi attorno alle finestre. All'esterno venne realizzata una galleria che gira attorno alla cattedrale ad altezza dei
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il presbiterio assunse una radicale trasformazione non nella disposizione dei vari elementi (erano sempre quelli del Concilio di Trento), ma nella forma e nello stile di essi: iniziarono ad apparire balaustrate con eleganti archetti sostenuti da colonnine con capitelli
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che ha interessato l'intera superficie esterna dell'edificio, si compone di un portale e di un occhio centrale. Durante l'ultimo ripristino la ricostruzione, seppur discutibile, della decorazione ad archetti ha ridato quel relativo decoro alla facciata del tempio medievale. Lateralmente denota gli elementi tipici del
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Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quello di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.
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. La due zone sono divise da una cornice di archetti a dente di sega interrotta nella parte mediana dalla grande Ruota. Ugualmente alle parti laterali, anche quella centrale termina con un cornicione ad archetti posto sotto gli spioventi e dal fregio di Adamino.
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dotate di mensoline ad archetti di tufo a semplice ghiera e sovrapposti corsi di cotto a dente di sega; di queste cornici, la prima e la seconda recano una sola fascia a dente di sega fra i corsi di tufo, la terza due e la quarta ben quattro. Nel fianco occidentale, sopra la zoccolatura, si apre la porta rettangolare di accesso, di aspetto simile a quelle di altri campanili coevi. Nello stesso fianco si possono osservare diversi elementi di
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Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edifico, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.
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con la demolizione dello stabilimento la villa venne ristrutturata a uso uffici e l'area circostante resa pubblica, aprendo la via Pedemonte. Accanto alla villa si trova un'originale torretta ottagonale ornata da archetti pensili, ancora ben conservata.
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formato da due archi inflessi, le ali con due mezze lunette; timpano e lunette hanno un bellissimo coronamento gotico, che si prolunga sui fianchi e attorno al transetto, di archetti trilobi a profilo seghettato su mensole scolpite. La
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. Le parti laterali sono divisi in due registri dalle paraste d'angolo e dalle lesene: queste si concludono con due archetti modanati. Sia nel registro immediatamente a sinistra dell'abside che in quello immediatamente a destra si aprono due monofore, dalla
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presbiteriale, viene animato dal sapiente gioco cromatico dato dalla contrapposizione del bianco dello sfondo, dei basamenti dei pilastri e delle colonne con la bicromia delle nervature, che sottolineano l'incrociarsi delle strutture su cui si impostano le volte e la cupola, e con il motivo bicromatico degli archetti
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, quando il registro inferiore fu ricoperto di marmi bianchi e verdi grazie ai fondi da un tale Turino del Baldese deceduto due anni prima. In quella circostanza furono fatti i sei avelli o arche tombali, i due portali laterali gotici e, forse, anche l'ornamentazione marmorea a riquadri e archetti ciechi a tutto sesto fino al primo
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annessi al monastero; di essi oggi non rimane nulla, ma una parte doveva essere ancora presente agli inizi dell'Ottocento. Alcuni rilievi effettuati da Gaetano Critofali ci permettono di sapere che era costituito da archetti a tutto sesto sostenuti da singole colonnine con
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Nel protiro ci sono degli archetti concentrici decorati con foglie a rosetta e dentelli, tra quest'arco dorato e i dentelli ci sono due draghi che divorano due uomini, a rappresentare la morte cristiana. il primo drago inghiotte la vittima (segno della morte), e l'altro lo vomita (simbolo della resurrezione delle anime).
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. La chiesa era inizialmente dedicata a santa Chiara, da cui il nome della via omonima. La struttura presenta una facciata con piccolo rosone e archetti pensili e un piccolo campanile medievale in mattoni.
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ll palazzetto Carrara fu costruito tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, in stile neogotico, con presenza di architettura Umbertina; in tipico stile neogotico sono gli archi e gli archetti della facciata principale con linee ondulate e ritmicamente svolte.Presenta un loggiato a due livelli, di cui quello inferiore ad archi ed il portale originario in piperno inglobato nel rifacimento neogotico.
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che le diede la forma attuale con la caratteristica pianta quadrangolare e una parte alta caratterizzata da archetti ciechi. I Frangipane ne fecero al tempo stesso il centro di un vero e proprio complesso fortificato. Sappiamo che nel
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) e per le forme goticheggianti. Rivolta ad ovest, presenta la parte bassa, con tre portali, coronata da una loggia di archetti praticabile e percorsa da una cornice marcapiano. La parte alta centrale, coronata da un
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, spiegando la presenza di queste figure. Durante un restauro dei primi del Novecento furono erroneamente considerate aggiunte posteriori e quindi rimosse. Quando ci si accorse che erano invece originali del V secolo fu troppo tardi, per cui oggi se ne ammirano solo delle ricostruzioni. Al di sopra degli archetti si trovano affreschi con tralci di vite, pavoni ed altri simboli.
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, Alvisini, Americi, Amici, Amati, Anasetti, Andretti Luccichenti, Angeli, Antonelli, Archetti, Arezzo, Ascenti, Balugani, Barberini Sciarra, Bartoll, Bartolucci, Basilici, Battaglia, Belloni Cavalletti, Berardi, Bolognetti, Bompiani, Bonaccorsi, Borgia Pichini,
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, in mattoni a vista, ha linee semplici. Quattro semicolonne suggeriscono la suddivisione interna in navate, mentre lungo le linee del displuvio corrono delle serie di archetti pensili. Un piccolo rosone centrale e due
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. Gli archetti intrecciati che lo compongono creano un dinamico movimento che si dispiega lungo la raggiera di esili colonnine che conducono lo sguardo all'Agnello, centro focale di un annuncio cristologico, prima ancora che chiave architettonica di un elemento ornamentale.
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, che delimita la parte inferiore da quella superiore e, sulla parte superiore, archetti ogivali e merlatura (quest'ultima che, nel corso dei secoli, ha perso la sua funzione militare). Oltrepassato il portale
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Della primitiva soluzione architettonica della fabbrica rimangono tuttavia solo pochi elementi all'interno del complesso religioso: sono riconoscibili alcune aperture con archetti in stile catalano che si trovano nell'
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I basamenti murari sono leggermente scarpati e il mastio ha una cornice di archetti pensili su beccatelli all'altezza del primo piano, che reggono il leggero aggetto del piano superiore. In corrispondenza di un'altra torretta, dotata di arco ribassato in laterizi alla base e
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Intorno alla fine dell'XI secolo e al principio del XII, si diede mano a un grandissimo progetto di rinnovamento della chiesa di San Zeno. L'intenzione era quella di ingrandirla con l'aggiunta di un corpo di fabbrica davanti alla vecchia facciata, corrispondente oggi alla prima campata dell'edificio; oltre a tale ampliamento, si era proposto di rinnovare i vecchi muri longitudinali, sia delle navate minori sia della maggiore. Il nuovo edificio, come risulta da quanto rimane ancora oggi, doveva possedere paramenti murari in tufo ben squadrato, lesene aggettanti, una galleria marmorea costituita da arcatelle adorna di colonnette binate, in alto un cornicione ad archetti con doppia ghiera e mensole a doppio sbalzo, ricco di minuti ricami e un frego nobilmente scolpito in candido marmo.
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Alcune caratteristiche della chiesa come la pianta a croce greca immissa, la disposizione delle absidi e il trattamento decorativo esterno con archetti pensili, sono condivise da un gruppo ben definito di chiese marchigiane extraurbane, con volume esterno massiccio e quasi cubico.
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), tanto che la popolazione decide di rinforzare gli edifici esistenti introducendo i tipici archetti che collegano, all'altezza del primo o del secondo piano, le abitazioni che si affacciano da lati opposti degli stretti
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La cassapanca era un mobile ancora massiccio, squadrato, con la superficie superiore piana, talvolta ornata con un tappeto o una tovaglia ricamata nella parte alta. Le decorazioni a bassorilievo includevano l'uso di racemi (tipici dello stile rinascimentale) alternati all'uso di archetti pensili o arcate scolpite.
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, di solito in corrispondenza del salone centrale, al quale si arriva da uno scalone che serve anche gli altri ambienti. Gli archetti e i lapicini creano decorazioni fitte e modulari, che moltiplicano le aperture e creano ritmi di chiaroscuro da
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ed ha una complessa decorazione plastica a stucco: la cassa, sostenuta da colonne e archetti (alcuni dei quali trilobati alla maniera araba), presenta rilievi tra i quali spiccano alcune figure modellate quasi a tutto tondo, quali i simboli degli evangelisti, animali fantastici e un piccolo nudo su un angolo che, sebbene mutilo e un po' goffo, potrebbe essere una citazione dello
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fiancheggiati da semicolonne. Tutte le membrature del portico sono ben evidenziate, anche coloristicamente. Le arcate hanno doppia ghiera, le cornici sono sorrette da archetti pensili analoghi a quelli della facciata, i pilastri sono fiancheggiati da semicolonne, mentre sottili
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a capanna in mattoni rossi. Tutte le superfici interne sono decorate: dalle capriate lignee dipinte a disegno geometrico alle mura perimetrali che in tre fasce distinte propongono motivi vegetali alternati con archetti tricuspidati. Tra le finestre e le porte si inseriscono le tombe della famiglia. L'
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Presenta archetti trilobi e colonnine binate, finestre bifore, e nelle parti alte numerosi frammenti scultorei marmorei antichi, di epoca romana, reimpiegati, fra cui una grande testa in marmo bianco e rilievi funerari con ritratti di coniugi a mezzo busto.
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Ultimo aggiornamento pagina:
11 Gennaio 2022
01:23:23