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Frasi che contengono la parola aprivano
e due o quattro mitragliatrici. Le armi aprivano il fuoco da alcune rientranze in cemento nel terreno, collegate da trincee ad un profondo bunker, sempre di cemento, che offriva protezione dal fuoco d'artiglieria nemica. Tuttavia, le trincee non avevano fasi di fuoco e le postazioni non avevano una copertura dall'alto. Ogni postazione era occupata da un
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che si aprivano sulle mura cittadine erette in epoca medievale. Ogni sestiere era poi a sua volta diviso in cinque contrade. Sia i sestieri sia le contrade di Milano erano provviste di stemmi. Gli stendardi dei sestieri, su cui era riportato il relativo stemma, erano portato in guerra dalle truppe comunali di Milano insieme con il
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Posteriormente ai due portici, inferiore e superiore, si aprivano altri locali, in gran parte perfettamente conservati, che si affacciavano anche sul lato nord con grandi finestroni ed erano collegati da scale interne alla sottostante
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, mentre le mura, originariamente costruite a scopo difensivo con grossi ciottoli di pietra lavica e pomici e nelle quali si aprivano strette porte, dopo la conquista romana divenute inutili, vennero in parte inglobate all'interno degli edifici
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, data della prima accademia di Beethoven, concerto organizzato dallo stesso musicista e dedicato esclusivamente alle sue opere. Confortato dalle entrate finanziarie costantemente versate dai suoi mecenati, per Beethoven si aprivano le porte di un percorso artistico glorioso e felice che cominciava a superare le frontiere dell'
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Tra i legumi erano i ceci a farla da padrona, anche sulla tavola dei ricchi. Bagnati di olio e presentati caldi in ciotoline di coccio aprivano il pasto della sera. Poi, con i secoli, la cucina del volgo prese l'abitudine di fare della zuppa di legumi il suo piatto della vigilia, come pasta,
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con uno spessore medio di due metri e con dei rinforzi interni costituiti da telai appositi. Sul tracciato delle mura erano presenti anche torri a base circolare, in particolare ai lati delle quattro porte, che si aprivano al centro di ciascun lato
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si aprono sette arcate cieche, intonacate di chiaro come le superfici dei piani superiori. Originariamente le porte di accesso al teatro erano solo due, in corrispondenza delle arcate laterali della galleria. All'interno delle altre cinque aperture si aprivano, invece, altrettante finestre. Oggi, ogni
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, progettata e realizzata dall'architetto Rabirio, incaricato dall'imperatore Domiziano. Su tre lati del quadriportico del peristilio si aprivano tre serie di ambienti. Sul lato settentrionale si trovavano la grande
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Le porte che si aprivano ad occidente del ponte dei Morattini, in direzione Faenza, erano due: Porta Liviense (detta anche Valeriana), che sorgeva in fondo a via dei Battuti Verdi e attraverso la quale passava l'antica via Consolare, e Porta Schiavonia. La prima venne chiusa da Francesco Ordelaffi nel
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completamente automatizzato dotato di labbra mobili, una lingua meccanica che fungeva da valvola per il flusso dell'aria e dita mobili le cui punte in pelle aprivano e chiudevano i registri del flauto.
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Costoro diedero vita, anche grazie alla politica aragonese, ad un'organizzazione mercantile e produttiva assai vasta: i porti adriatici, soprattutto pugliesi, si aprivano come non mai ai traffici con
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: delle semplici aperture nel muro con un paio di metri di luce, la cui difesa consisteva in una rientranza del muro stesso, a formare un piccolo bastione. Alcuni di questi passaggi si aprivano verso il fiume, nel lungo tratto di mura erette sulla sponda sinistra del Tevere all'incirca dall'attuale
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Nel successivo breve tratto di muro si aprivano due uscite secondarie (o posterule), murate nella ristrutturazione operata da Onorio: la prima a una quarantina di metri dalla porta Nomentana e l'altra, subito dopo l'incrocio con viale Castro Pretorio, nelle immediate vicinanze dei
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, nelle vicinanze della chiesa del S.S. Trovato, il portale di epoca sveva e la torre campanaria nella chiesa di San Francesco all'Immacolata, il portale dell'antica chiesa di San Giorgio, unico avanzo dell'antico tempio; la porta Walter, una delle porte che si aprivano nella cinta muraria di epoca bizantina; un piccolo portale gotico murato all'esterno della chiesa di Sant'Antonino; le cappelle annesse a una delle navate della chiesa di Santa Maria delle Scale; le sculture all'interno della sagrestia del
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, che le assicurava il favore dei cristiani, e riportanto il tutto alla concezione greca della creazione del cosmo. Si manteneva in tal maniera il nucleo di pensiero filosofico aristotelico-neoplatonico, rivestendolo di forme cristiane. Ma da queste ultime si aprivano nuovi conflitti: in questo discorso pertanto si trovava un nuovo tipo di avversario da confutare,
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abbandona l'uso tradizionale delle terrazze porticate prediligendo un semplice colonnato frontale. Sulla facciata del santuario si aprivano tre portali che conducevano a tre distinte zone di culto, affiancate tra loro
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tipici di una carrozza monopiano) e permettevano un incarrozzamento facile e veloce anche in occasione di notevole affollamento di passeggeri (tipica condizione dei treni a corto raggio nelle ore di punta). Inoltre, non erano presenti vestiboli ma solo zone di transito in corrispondenza delle porte, con scale per la salita al piano superiore e la discesa al piano inferiore. I finestrini erano dotati di tendine parasole; quelli del piano inferiore avevano apertura scorrevole verso il basso a ghigliottina, quelli al piano superiore erano incurvati, si aprivano agendo su una manovella ed erano provvisti di barre di protezione metalliche. L'unica evoluzione tecnologica di questi mezzi fu l'adozione di sospensioni pneumatiche invece delle tradizionali sospensioni a molle, montati su
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Intorno al cortile, generalmente molto grande, si aprivano quattro corpi di fabbricato: due porticati al piano terra, sormontati da una ringhiera su cui si affacciavano i locali del piano superiore, adibiti ad abitazioni; il terzo con
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, quasi tutte le case regnanti in Europa erano unite tra di loro da legami di parentela. Quando un sovrano moriva senza lasciare eredi, si aprivano dure lotte per la successione al trono, lotte che spesso sfociavano in vere e proprie guerre: una di queste fu la
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(spazio tra i denti anteriori e quelli posteriori), di grandi orbite prominenti e dell'arcata zigomatica gracile. La somiglianza con il cranio dei conigli attuali era accentuata dai forami che si aprivano lungo la superficie delle ossa mascellari. Le orbite, enormi, erano aperte posteriormente e vi era solo una debole
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nella laguna di Betio, con il risultato che, invece di avere un fondale profondo un metro e mezzo come ci si attendeva, i mezzi da sbarco finirono con il bloccarsi contro la barriera corallina, che in quel periodo del giorno affiorava in buona parte dal pelo dell'acqua: i marine dovettero quindi scendere e procedere per mezzo chilometro a guado nell'acqua, mentre i giapponesi aprivano il fuoco con tutte le loro armi
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meccanica che fungeva da valvola per il flusso dell'aria e dita mobili le cui punte in pelle aprivano e chiudevano i registri del flauto. L'ispirazione per la costruzione di questo flautista gli viene vedendo la statua del
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si aprivano lungo la strada occupandone quasi tutta la lunghezza e avevano una porta centinata i cui battenti venivano abbassati e chiusi accuratamente con chiavistelli ogni sera. A chi le osservava dall'esterno apparivano come dei comuni magazzini o come la bottega di un artigiano o di un mercante, ma entrando si poteva notare in fondo una scala in muratura di tre, quattro gradini che si univa a una scala di legno che portava a un soppalco che prendeva luce da una finestra oblunga collocata sopra l'ingresso della taberna: questa era la casa del bottegaio le cui condizioni economiche spesso erano inferiori a quelle degli stessi inquilini delle cenacula degli ultimi piani, dovendo adattarsi a vivere in un unico ambiente dove si cucinava, si dormiva, si lavorava. L'espressione latina giuridica
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il centro abitato era il Borgo Villa, sul colle omonimo, cinto di mura nelle quali si aprivano tre porte, di cui ne rimane solo una. A partire dal Cinquecento l'insediamento si estese lungo la via Pozzomagna, fino a formare alle pendici del colle, il Borgo Ghiare. Successivamente si svilupparono Borgo Madonna, oltre il Belbo, e Borgo Impero al confine con l'
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prismatico. Il conduttore accedeva dal portellone sulla fiancata sinistra dello scafo, dotato di feritoia di osservazione con sportellino di protezione, mentre il capocarro-cannoniere impiegava il portellone posteriore; entrambi si aprivano solo dall'interno. La parte inferiore dello scafo della
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che li legava direttamente alla popolazione. Nelle loro giurisdizioni concedevano diritti ai contadini o confermavano come tali antiche usanze di sfruttamento dei terreni. In caso di cattivo raccolto, aprivano i loro magazzini alla popolazione affamata, concedevano prestiti, ascoltavano il parere dei rappresentanti delle
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) si trovava il compartimento di guida cui il pilota, facente funzioni anche di meccanico, accedeva attraverso un portello in tre sezioni: quelle laterali si aprivano sulla sinistra e sulla destra ed erano vincolate a cardini a paletto che ne limitavano l'apertura; quella superiore si apriva verso l'alto e una volta sollevata veniva agganciata a un apposito fermo. In questo pannello era stato ricavato a destra un'aletta per montarvi un periscopio monoculare da osservazione con vetro rinforzato; nella porzione sinistra era disponibile una stretta
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Sui quattro lati diagonali dell'ottagono si aprivano grandi nicchie a ferro di cavallo, mentre sugli altri le nicchie erano rettangolari. Una di queste, quella rivolta verso la piazza, serviva da ingresso.
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. La discriminazione era evidente anche sul piano urbanistico: mentre le moschee si aprivano direttamente sulle strade, le chiese venivano costruite dietro alti muri, per celarne la vista ai musulmani
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settentrionale erano sottoposti a temperature bassissime, essi erano esposti alla frattura fragile. Le crepe che si aprivano sotto sollecitazione si diffondevano lungo il metallo attraversando anche le saldature, mentre in uno
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Prima della cremazione si aprivano nuovamente gli occhi del defunto che collocato sulla pira assieme ai suoi oggetti personali, veniva chiamato ad alta voce ancora una volta dai presenti che con le torce appiccavano il fuoco. Le ceneri infine, erano raccolte nelle urne cinerarie di diversa fattura e pregio a seconda del rango del defunto e venivano poi deposte in una nicchia ricavata in una tomba collettiva chiamata
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Ultimo aggiornamento pagina:
28 Dicembre 2021
11:01:46