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Frasi che contengono la parola affresco
. Da sinistra sono stati elencati Giambattista e Luigi Tornabuoni, Vieri Tornaquinci, Benedetto Dei e un prelato di san Lorenzo (primo gruppo); poi Giovanni Tornabuoni, Pietro Popolesci, Girolamo Giacinotti e Leonardo Tornabuoni; Seguono sull'altro lato Giuliano Tornabuoni, Giovanni Tornaquinci, Gianfrancesco, Girolamo e Simone Tornabuoni; secondo un'altra ipotesi gli ultimi due sarebbero un autoritratto del Ghirlandaio e di suo cognato, poco plausibile per la presenza degli stessi nell'affresco sulla parete opposta; infine, davanti a un gruppo di donne dai lineamenti generici, tre figure a mezzobusto legate al
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che decora la parete sopra l'ingresso laterale della Chiesa di Sant'Antonio da Padova. L'affresco mostra inoltre l'esecuzione di Cria, catturato dai sopravvissuti alla strage, legato nudo a un palo e finito a colpi di pietra e freccia.
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). Su largo della Memoria, si distingue per il bel portale bugnato sovrastato dallo stemma in marmo; l'interno per le sue linee architettoniche, per l'affresco nella volta dell'atrio, la fontana neoclassica e la peschiera del cortile. Per via di successione appartenne ai De Vargas Machuca principi di Migliano.
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; si dice che il corpo dell'imperatore fu trovato in notevole stato di conservazione, seduto su un trono di marmo, vestito con gli abiti imperiali, con la sua corona in testa, con i Vangeli aperti in grembo e lo scettro in mano. Un grande affresco, situato nella sala grande del municipio di
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, rendendone inevitabile un rifacimento. La scelta cadde sul Buonarroti, nonostante la sua scarsa esperienza con la tecnica dell'affresco, per tenerlo occupato con una grande impresa. Dopo alcune esitazioni venne elaborato un primo progetto, con figure di apostoli sui peducci e quadrature architettoniche, arricchito presto con le
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I recenti restauri eseguiti sugli affreschi della cappella hanno messo in evidenza alcuni dettagli che fanno pensare a una certa fretta di concludere il lavoro, come la presenza nell'affresco della crocifissione della traccia di una figura in
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: l'affresco rappresenta la ninfa greca Flora, intesa dai romani come la dea della Primavera, girata di spalle nell'atto di raccogliere un fiore da un cespo, allegoria di purezza, il tutto su uno sfondo di colore verde acqua
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con una scaletta che lo raggiunge. Vi sono presenti linee di forza che guidano l'occhio dell'osservatore verso i fulcri narrativi. L'artista dispose l'architettura con uno scorcio sfasato orientando l'azione verso destra, in modo da assecondare la lettura delle storie: la scena si trova infatti nel registro superiore della parete destra in angolo con l'arcone della parete dell'altare e la scena successiva si sviluppa appunto verso destra. La stessa architettura, ma con un punto di vista diverso, ricompare anche nell'affresco della
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aveva realizzato la grande composizione che vedeva l'Italia nell'atto di incoronare il sommo poeta all'interno della cornice che orna il soffitto; e per le pareti sei dipinti a tempera, ad affresco, con altrettante scene tratte dalla
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Esiste una copiosa iconografia delle nozze sacre, con il tema ricorrente dello sposo che giungeva dal mare e che consumava le nozze nel santuario della dea: in particolare questo scenario viene rappresentato nell'Affresco della Barca della Casa Occidentale di Akrotiri, a
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come arcivescovo, si prese una parte del convento per abitazione, la Cappella dei Pittori per cappella privata, facendo chiudere l'ingresso primitivo. Al posto dell'antica entrata fu in seguito messo l'affresco del
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l'intenzione non tanto di rappresentare semplicemente il sorgere di un qualunque nuovo giorno, ma l'alba di una nuova era di gloria per la famiglia Ludovisi, intento riaffermato anche nell'affresco della
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Affresco di epoca romana da Pompei, oggi conservato al Museo archeologico nazionale di Napoli. Sulla sinistra la dea Suada (lat., gr. Peitho, Persuasione) accompagna Amor (Eros) da Venus (Afrodite, Venere) per farlo punire per aver scagliato su un bersaglio errato la sua freccia. Alle spalle di Venus, Anteros.
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; nell'affresco sono rappresentati anche quattro angeli musicanti seduti su una balaustra da cui inizia una progressione di figure su cerchi concentrici fino ad arrivare, verso il centro, ad una serie di teste di cherubini circondanti la
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si visitano le vecchie contrade poste a nord di Bolca: Loschi, Rigoni, Laisi (da vedere una bella colonnetta), Riva (con altra colonnetta), Covale (da vedere una croce e l'affresco su una casa), Gaiotte, Ghieve (splendido panorama su Durlo e piccole
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. Sempre nel coro, un piccolo sacello, visibile sino agli ultimi restauri, ospitava le reliquie di Sant'Antioco di Torres (raffigurato in un medaglione sulla monumentale facciata e in un affresco interno), rinvenute nel
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fu chiamato ad affrescare i corridoi del primo piano del senato e della camera dei rappresentanti. Gli affreschi illustrano con varie scene la storia degli Stati Uniti. Fra gli altri un affresco rappresenta
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, famosa per il suo affresco raffigurante Benito Mussolini a cavallo tra un gruppo di fedeli. Negli Stati Uniti molte delle sue opere si trovano nelle chiese cattoliche della diocesi di Providence in
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, largamente venerato in tutta la Val Soana e raffigurato in un affresco ancora oggi presente nella chiesa parrocchiale locale. Nei primi anni del VI secolo, l'abitato venne interessato dalle predicazioni di Sant'
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, casata cui apparteneva la moglie di Pietro Gallarati. La serie di sale che si susseguono attorno al cortile sono arredate con mobili d'epoca, una discreta quadreria ed alcune presentano ancora gli originali camini in pietra serena, i soffitti a cassettoni e i pavimenti di legno. Interessante il celebre affresco nonocromo della
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. Di quell'epoca si conservano ancora il prezioso soffitto a cassettoni e la pavimentazione marmorea riproducente lo stesso disegno geometrico del soffitto, mentre il grande fregio in affresco nella parte superiore delle pareti fu realizzato nel
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nel palazzo del Vaticano. La bandiera mutava ad ogni pontificato e rappresentava i colori dello stemma del papa regnante. I moderni colori della guardia svizzera sono stati introdotti all'inizio del XX secolo e si basano su un affresco di
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, affidata allo stile classicista dell'ingegnere Ferrante. In quest'ultima occasione, venne rinvenuto l'affresco tuttora visibile, appartenente ad un precedente tentativo di realizzazione di una facciata risalente al XV secolo
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di patronato della famiglia De Angelis, sopra l'altare raffigurante il Transito di San Giuseppe del XVII secolo. Durante il restauro della tela, sul muro retrostante il quadro sono state trovate tracce di affresco.
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mariana, dove si combinano armoniosamente l'immagine dell'Immacolata Concezione, dell'Assunta e dell'incoronazione di Maria. Questa combinazione trova in diocesi dei corrispettivi nell'affresco della calotta della chiesa di
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Lo sfondo presenta un magnifico scenario architettonico e la scena presenta le persone divise in due gruppi: a destra le giovani donne, alcune danzanti e sulla sinistra i monaci con san Benedetto. Forse il miglior affresco del gruppo, con notevoli influssi
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, con la diffusione della polvere pirica, l'evento si arricchisce di esplosioni colorate, come testimonia un affresco dello Stradano in Palazzo Vecchio. Nella costruzione della girandola pirotecnica venivano impiegati artisti e ingegneri, tra i quali si distinse il
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quattrocentesco di San Francesco che riceve le stimmate. Oltre all'altare principale, sono presenti gli altari laterali della Madonna del Carmine, della Madonna dell'orto e della Madonna del Rosario; da segnalare l'affresco della
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e alcuni giotteschi; quello stesso anno il pittore fiorentino, che si trovava a Firenze, era stato infatti invitato da Azzone a lavorare a Milano nell'ottica di una politica che si faceva forte del lustro dato dai grandi nomi di artisti. Di impronta giottesca rimane oggi solo l'affresco di una Crocefissione, inizialmente posto sul fianco esterno della chiesa di San Gottardo in Corte e poi negli
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decorato a foglie d'acanto. L'altare maggiore racchiude un lacerto d'affresco di fattura bizantina che rappresenta la Madonna con Bambino. Sulla parete destra della prima campata una nicchia absidata conserva una statua in
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si delinea invece come un affresco dell'America anni novanta in pieno boom economico, ed in pieno stile di vita anni novanta tra passatempi amorosi, pettegolezzi telefonici, vite d'affari e quant'altro.
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Santuario della Madonna della Palomba, situato sulla Murgia quasi a strapiombo sulla Gravina di Matera, si trova nei pressi di una grotta dove era venerato un affresco con l'immagine bizantina della Vergine col bambino. A partire dal
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che conserva i resti di un larario dalle pitture ormai sbiadite, mentre quelle del triclinio sono state asportate per essere conservate al museo archeologico di Napoli, tra cui l'affresco dell'officina di
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Altre tre stanze si aprono lungo il lato est dell'atrio: un cubicolo, il tablino ed un corridoio. Il cubicolo presenta un soffitto a volta ed era probabilmente destinato ai figli del proprietario, come dimostrato dall'affresco all'ingresso di due medaglioni raffiguranti ritratti di fanciulli: un ragazzo nelle vesti di
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, piccola cappella, ricostruita nel corso del secolo XVIII, ad aula unica coperta a volta, dove sono due altari in pietra serena settecenteschi. Sull'altar maggiore del tardo Settecento si conserva un notevole affresco della fine del secolo XV raffigurante l'
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. All'interno della chiesa, sotto le ridipinture e le decorazioni successive, completamente asportate, furono riscoperte le originali decorazioni quattrocentesche ad affresco delle navate e le decorazioni a graffio della tribuna. All'esterno, l'abside fu liberata dalle costruzioni che vi erano addossate, e fu rifatto il campanile secondo lo stile della tribuna, abbassandone l'altezza. Sempre in stile
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L'obiettivo (conseguito mirabilmente, tanto da essere ancora oggi fonte indispensabile d'informazione per gli studiosi) era quello di ottenere un affresco storico dell'epoca narrata (si parla dei primi tre secoli dell'
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: ricostruita dopo il terremoto nello stesso luogo, si tratta dell'unica chiesa esterna al paese rimasta dopo il sisma. La chiesa costituita solo da una navata possiede all'interno l'affresco della Madonna del Bosco, che vuole la leggenda fosse stato rinvenuto miracolosamente da due frati sordo muti. Recentemente l'affresco ha subito vari restauri, che l'hanno portato alla forma originale dopo aver rimosso parecchi strati aggiunti nel tempo.
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in croce la cui figura risalta nell'affresco per il pallore delle sue carni. La posizione arcuata delle gambe inchiodate sulla croce e il panno bianco che sembra scivolare lungo i fianchi, mostrano marcate somiglianze con la
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caratterizzata dai membri del convito che dialogano tra di loro e intenti a versarsi e a bere del vino rosso e a tagliare e mangiare del pane e della frutta. Purtroppo l'affresco ha risentito gravemente degli interventi che la pieve ha subito nel corso dei secoli: nel Quattrocento vi venne steso sopra dell'
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: altra residenza nobiliare del primo Seicento, con tetto a spiovente spezzato e affresco a soggetto religioso sulla facciata. L'interno conserva dipinti sull'assito e sulle lunette, pure di soggetto religioso
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. La presenza di entrambi gli affreschi nella stessa stanza e la migliore conservazione della scena dell'investitura si potrebbe spiegare ipotizzando che quest'ultima fosse parte di un dipinto precedente, che era stato poi ricoperto successivamente da un altro affresco, andato perduto, ma che lo aveva preservato dai danni del tempo e delle distruzioni
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Per visitare la Cappella Brancacci si attraversano un paio di piccoli ambienti che collegano il capitolo al transetto della chiesa. In uno di questi, un vestibolo, si trova una lunetta con due angeli ad affresco (
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, furono eseguiti con la tecnica dell'affresco a tempera, gessetto e sanguigna su volte incannucciate. Contemporaneamente fu operativo nuovamente a Portici presso la villa del Principe Caramanico, presso la
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In numerose aree lombarde, piemontesi e valdostane si sono conservate immagini di santa Liberata che la ritraggono mentre regge in braccio due bimbi in fasce risalenti al XV secolo. In tali immagini i due bimbi compaiono con l'aureola in capo e in qualche caso (ad es. nell'affresco nel Castello di
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una santa di nome Merita, il cui nome si legge in un affresco vicino al luogo di sepoltura di Felice e Adautto (ma gli archeologici non sono tutti unanimi in questa identificazione); le fonti liturgiche inoltre non dicono nulla di questa presunta santa, mentre parlano di
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, affresco, fine XII - inizi XIV secolo. Pregevole testimonianza di pittura lombarda, era collocata sull'arco trionfale della chiesa, le cui navate furono in seguito ornate con affreschi raffiguranti le storie di San Giovanni Evangelista.
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. Il Magistro Roberto da Napoli sarebbe stato un capo bottega e avrebbe operato nelle chiese dei feudi della Contea di Fondi, al servizio dei Caetani di Anagni. Attraverso lo studio del contesto storico-artistico e nei confronti iconografici stilistici, si rileva che gli stilemi dell'Oderisio della tavola della Crocifissione di Eboli si ripropongono nell'affresco trecentesco con la
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Sulla volta sono rappresentati i quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa. Su uno sfondo di un cielo notturno stellato. Ci sono due personaggi in ciascun affresco. Seduti su di uno scranno ci sono
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Nella cappella dedicata alla Madonna delle Grazie si trova un affresco di grande importanza storica, che ha permesso di fare chiarezza sulle origini della chiesa e sulla nascita stessa del borgo. Si tratta di una ieratica Madonna con bambino, di gusto
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che custodisce le chiavi d'ingresso, affiancato da Tre Patriarchi. Sulla parete destra dell'affresco doveva esserci il Giardino delle Delizie, con la rappresentazione dell'Inferno con i dannati, dove rimane visibile un frammento di leone. Sul secondo livello ci sono sempre San Francesco, San Domenico e Sant'Agostino in ginocchio, con schiere di beati del Vecchio e Nuovo Testamento, affiancati da cinque angeli musici.
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La sinopia dell'affresco mostra la parte inferiore, relativa ai tre santi. Ci sono evidenti differenze con l'affresco finale: le due sante sono di tre quarti invece che di profilo e san Girolamo ha le braccia e la testa in posizione completamente differente. Inoltre l'affresco ha dimostrato di essere stato eseguito in larga parte con lo
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. Un'altra pala del Rovisi si trova sopra il portale principale e rappresenta la consacrazione della chiesa ad opera del Beato Adelpreto. Oltre a due tele raffiguranti sant'Antonio e l'Ultima Cena, il discepolo del Tiepolo ha lasciato anche un affresco sulla volta della cappella del Carmine.
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in originale), vasto affresco che affronta la Seconda Guerra mondiale e il fronte orientale, attraverso le memorie immaginarie di un ufficiale SS a cui ha dato il nome di Maximilien Aue. L'opera ha ottenuto due importanti riconoscimenti letterari: il
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Il santuario della Madonna in Campagna vede le sue origini nel XVI secolo, quando fu realizzato per volere di un importante cittadino del borgo di Dairago in seguito a un voto alla Madonna. Al suo interno si trova un affresco raffigurante la
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fu chiamato ad affrescare i corridoi del primo piano del Senato e della Casa dei Rappresentanti. Gli affreschi illustrano con varie scene la storia degli Stati Uniti. Fra gli altri un affresco rappresenta
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fu chiamato ad affrescare i corridoi del primo piano del Senato e della Camera dei rappresentanti. Gli affreschi illustrano con varie scene la storia degli Stati Uniti. Fra gli altri un affresco rappresenta
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, oggi dedicata a san Giuseppe, si conserva in buono stato l'elaborata decorazione della cupola. Al di sopra della base ottagonale, si eleva una decorazione manierista a stucco con erme alate che si alternano a lunette sormontate da mascheroni, che le conferisce grazia e movimento. La soprastante decorazione ad affresco fu eseguita nel Cinquecento da
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Ancora prima che l'affresco fosse completato iniziarono a registrarsi reazioni contrastanti: da una parte una sconfinata e incondizionata ammirazione, dall'altra bersaglio di aspre critiche, scandali e addirittura invettive, sia sul piano morale che formale
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. Alla destra di tale entrata sono presenti tracce di un affresco che raffiguravano un crocifisso con sbiadite forme del Padre, il Figlio e un globo che sprigiona fiamme con probabile soggetto, quindi, la
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La biblioteca era un'ampia galleria. Alle pareti erano posti scaffali di libri e ritratti di membri dell'ordine domenicano, in fondo un altare. Sopra l'ingresso era dipinto un affresco rappresentante Tommaso d'Aquino.
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), che scaricavano il carbone dai barconi che arrivavano al laghetto di Santo Stefano. L'affresco fu fatto realizzare dal carbonaio Bernardo Catoni come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la maggior parte dei
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Diverse sono le immagini rappresentate nei cimiteri; la decorazione delle catacombe, in genere ad affresco, presenta soggetti, tecniche e stili derivati dall'arte pagana, spesso reinterpretata secondo le nuove credenze. Ne sono un esempio il mito di
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andata distrutta in un incendio), e da affreschi seicenteschi nella volta, oltre a un pancale intarsiato quattrocentesco. La quarta sala, Ufficio del Segretario Generale dell'odierno Comune, mostra un vigoroso affresco della
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Dalla sala dei Cardinali si accede anche al Vestibolo e alla cosiddetta Anticappella, a loro volta comunicanti tra loro. Nel primo troviamo un affresco staccato dalla Loggia dei Nove, raffigurante la
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Cappella di Sant'Oronzo, chiesetta rurale sconsacrata, ormai un rudere, ma che un tempo appariva dotata di un altare con la tela raffigurante il Santo. Incavata in un muro di cinta troviamo rovinatissima e con qualche traccia di affresco, la nicchia dedicata alla Vergine del Rosario;
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Malaspina volle personalmente verificare se il prodigio fosse frutto di invenzione o reale miracolo e, nel tentativo di cancellare con acqua e aceto il grumo di sangue formatosi sulla gota della Vergine, l'affresco avrebbe sanguinato ancora una volta. Nel
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Chiesa parrocchiale della B.V. Immacolata a Rodolo- Nucleo originario del XV e ampliata nel XV e nel XIX, con imponente torre campanaria, affresco della Gloria di Dio all'interno e numerose statue settecentesche.
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era invocato contro le inondazioni; infatti nella lunetta dell'abside esisteva un affresco del pittore Giuseppe Ronchi che raffigurava la Sacra Conversazione con i santi Apollonio, vescovo di Brescia, Cesario diacono e martire, Rocco e Carlo Borromeo
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Chiesa di Sant'Antonio ai Cappuccini, fu costruita nel XVI secolo sull'antica grancia dei monaci basiliani. La chiesa all'interno conserva dei bellissimi altari ebanistici, oltre all'antico affresco della Madonna dell'Odegitria (da cui deriva il nome della
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, affreschi che oggi in parte sono conservati nelle collocazioni originarie, in parte staccati e sistemati nel salone di papa Martino V dove hanno oggi luogo alcuni uffici di rappresentanza della presidenza. Nell'ex chiostro delle Ossa si trovava l'affresco staccato rappresentante il
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preparatori. Molti dei maggiori artisti di area nederlandese affiancavano abitualmente alla pittura di cavalletto la preparazione di cartoni d'arazzo. Sia pure eccezionali tuttavia non mancano buone prove di artisti fiamminghi nella tecnica ad affresco: ne costituisce un esempio
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identificava il santo eremita, e sia dalla campanella sul pastorale e dal muso del maialino che si osserva in basso. Lo sfondo dell'affresco descrive un paesaggio agreste con greggi, ovini e pastori, voli di uccellini ed in alto a destra una chiesa. Ai lati due candelieri ed in basso sotto la cornice la scritta:
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un affresco raffigurante il sogno della madre del Beato Sorore, il leggendario calzolaio fondatore dell'Ospedale e di cui la madre ebbe in visione la vocazione caritatevole prima ancora che nascesse. Gli altri affreschi della serie sono opera di
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(con un angelo in bassorilievo) spunta la croce. Al centro una finestrella a tutto sesto, incorniciata da una bianca intonacatura decorata d'azzurro e coperta da inferriata, lascia intravedere un affresco:
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, si apprestarono frettolosi lavori di restauro che portarono alla demolizione delle prime due cappelle della navata destra. In quell'occasione venne rinvenuta, sulla parete del campanile, un frammento di affresco del Cinquecento, oggi quasi totalmente dilavato dalle intemperie. Si intervenne anche sulle linee della facciata, chiudendo le porte laterali e sostituendo il lunettone tardo barocco con un
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) hanno ridimensionato la presenza di Signorelli nell'affresco, rilevando come la stesura pittorica, dalle sottigliezze luministiche e dai vibranti contrasti, sia piuttosto da ascrivere in massima parte a
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. Conserva cospicue pitture murali che adornano l'area del presbiterio. Eseguiti da un anonimo locale nel XVI secolo, raffigurano un ciclo iconografico frequente nelle pievanie legate al mondo rurale: sulla parete sinistra un grande affresco raffigurante
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Attorno a questo mostro tricefalo (le due teste laterali sono appena distinguibili ai lati), che inghiotte ed evacua i dannati, si organizza una rigorosa suddivisione in zone, differenziate a seconda del genere di supplizi che vi sono praticati. Si tratta spesso dello stesso tipo di torture che si vedono nell'affresco di Giotto a Padova, ma qui esse sono suddivise in aree distinte, riservate ciascuna alla punizione di uno dei
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. Queste tele ornavano alcuni altari barocchi oggi smantellati presenti all'interno della concattedrale, tranne la tela della Madonna con Bambino e Santi che proviene dalla chiesa della Madonna delle Grazie (chiesa della Cona). Interessante, infine, anche un affresco staccato dalla chiesa di san Liberatore ad Atri raffigurante la
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: sopra l'affresco della santa francescana si trovano i resti di un unico affresco, forse del Quattrocento,c on due finti basamenti marmorei e colonne: dovevano essere la parte bassa di un affresco raffigurante alcuni santi.
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ai lati della tavolata. In questa scena, scorciata con violenza, le figure, in pose pacate e solenni, si allineano seguendo il ritmo orizzontale e convergono nel gruppo centrale formato dal Cristo, Giovanni e Giuda (seduto, diversamente dalle altre figure, nella parte opposta della tavolata). Sempre per Sant'Apollonia dipinse su una sopraporta l'affresco con
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Si accede all'ambiente dal chiostro della chiesa di Sant'Agostino, manufatti interamente rimaneggiati in anni recenti. Dell'antica fisionomia permangono le decorazioni a stucco settecentesche, le cui cornici definivano lo spazio delle finestre sui lati. La controfacciata dell'aula presenta i resti di un affresco raffigurante
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, ma, ancora non completati o presumibilmente interrotti, ipotesi avvalorata da un graffito ritrovato su un affresco e due statue spezzate, venne ricoperta sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del
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Nella frazione Tavernette, sulla statale che collega Torino a Pinerolo, sorge una piccola cappella fronteggiata da un antico campanile romanico, un tempo parrocchiale intitolata a San Nazario di Ceretto, decorata esternamente con uno sbiadito affresco del XIV secolo, ormai difficilmente leggibile, che rappresenta
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in visita ad un eremita redento che prima del commiato gli trasforma la sua bevanda poco potabile in vino eccellente. Versioni cristiane ereditate dalla mitologia pagana ben radicata sin dai primi insediamenti umani come dimostrano l'affresco di Bacco sul Vesuvio conservato nella Casa del Centenario a
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Basti guardare i suoi molti ritratti, quali la cosiddetta Pala Sforzesca, il cenotafio della Certosa di Pavia e quello assai deteriorato che Leonardo da Vinci dipinse sopra l'affresco della Crocifissione di Donato Montorfano
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Foto dell'affresco della chiesa della Madonna del Rifugio, o Madonna Nera (largo San Nicola), andata distrutta durante la guerra. Nella chiesa esisteva la Congrega del Rifugio, che promosse la rappresentazione allegorica dei Talami
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il Castello di Malbork. Tra i programmi dell'operazione c'era la protezione dell'affresco della Madonna nella Chiesa della Nostra Signora con una membrana resistente e la rimozione di tutte le vetrate.
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, i cugini Doria affidarono al cappuccino una commissione di enorme prestigio, la decorazione ad affresco dell'abside della chiesa di san Domenico. Di quest'opera di grande impegno, completamente distrutta con l'abbattimento del convento per l'apertura di
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), quella in via Rimembranze dedicata alla Madonna di Lourdes, il trittico all'angolo via Verza e via Rimembranze, il grande affresco in Villa Meda, il crocefisso ligneo all'angolo tra via Grandi e via Porroni, l'edicola della Madonna presso il Castello, quella in via Volta, quella in fondo alla scala di Sant'Anna, quella della
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. Tra le oreficerie il Calice con patena in argento e smalti, del XIV secolo. Seconda e terza sala:Dipinti del XVI secolo e argenti liturgici, ricavati dal Refettorio, con l'affresco del Cenacolo. Il cenacolo raccogliere parametri sacri del XV-XIX secolo. Vi sono anche codici miniati, tra i quali il duecentesco
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, ospitato in una cappella in granito affiancata da due cappelle analoghe in piazza Puecher, a ridosso della chiesa parrocchiale. Oltre all'affresco, che secondo alcuni studiosi rappresenta un momento della vita di
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. Nei vari secoli fu cambiata nelle forme artistiche, come ad esempio la facciata in stile borrominiano, e l'interno barocco, con due scaloni eguali di accesso. Il corpo medievali appartiene all'edificio conventuale del porticato con chiostro, e al campanile turrito. Di interesse la Cappella Caldora, con l'affresco della
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Su via della Lastra si affaccia la cappella gentilizia, con campaniletto a vela, ormai sconsacrata; l'affresco oggi collocato nel salone venne staccato da qui nel periodo della seconda guerra mondiale e raffigura una
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. Sul lato posteriore si possono vedere tre grandi arcate aperte su un lato, una per piano, che corrispondono alle stanze usate dai soldati di guardia. Appena sopra all'arco della porta si trova un affresco con una
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dovrebbe essere il Monastero di Sant'Elia, periodo a cui risale l'unico suo affresco conservato fino ad oggi: la Madonna con il bambino in braccio e il profeta Elia e Giobbe inginocchiati ai suoi lati
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L'affresco si trova sopra l'arco nella parete di fondo della cappella, la prima a destra. Lo sfondo scuro descrive sinteticamente l'impaginazione spaziale di una stanza aperta come a sfondare illusionisticamente la parete. Al centro un putto, con una gamba poggiata su un ipotetico blocco marmoreo sulla
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verso la piazza, scandita da una quadratura mista, con un ordine architettonico di gusto classicista e specchiature ad affresco, e lo scalone, sono opera degli architetti Giovanni Battista Pellegrini e
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Era anticamente una piccola cappella aperta, la cui parete di fondo aveva un monumentale polittico eseguito con la tecnica dell'affresco e molte altre pitture, eseguite da maestri pittori differenti. L'assegnazione dei dipinti sul fondo dell'abside alla bottega di
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. L'immagine dell'affresco raffigurante la Madonna con il Bambino che vola trasportata dagli angeli con la casa diventata una ierafania, quindi oggetto devozionale, richiama le raffigurazioni dell'Incoronazione essendo la Madonna di Loreto Regina spesse volta rappresentata al centro di una
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del coro) da Cristoforo Rocchi. L'interno alquanto spazioso e luminoso della sacrestia ospita un cospicuo arredo ligneo ed un elegante apparato decorativo a fresco. Tra le due finestre troviamo un affresco cinquecentesco raffigurante la
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Ultimo aggiornamento pagina:
27 Ottobre 2021
15:36:35