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Frasi che contengono la parola ambrogio
comasco Giacomo de Vitudono (donatore anche dell'altare di sant'Ambrogio, esattamente di fronte a questa pala) e un giovinetto con lunghi capelli biondi e ricchi abiti da cerimonia, probabilmente un nipote del canonico Giacomo per il quale era stato fatto un
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(dieci anni dopo l'altare di sant'Ambrogio), su commissione del giurista Bartolomeo Parravicini e di suo nipote Gian Giacomo, canonico del duomo: realizzata in marmo di Musso senza tracce di colore, presenta forme tipiche della
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, tra cui la famosa relazione III, in cui Simmaco espone il punto di vista pagano sulla disputa per la rimozione dell'altare della Vittoria dal Senato che lo vide opposto ad Ambrogio da Milano; dieci libri di
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, erano state fin dal Trecento definitivamente sottoposte alla signoria dell'abate del monastero di Sant'Ambrogio di Milano, tornarono ad essere comprese entro i confini della pieve per l'abolizione dei
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, una cui copia da molti milanesi ritenuta invece autentica, si trova su un capitello nella basilica di Sant'Ambrogio. Comunque alcune leggende affermano che il capostipite dei Visconti assunse questo stemma o strappandolo ad un infedele che aveva ucciso durante le
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Santa Croce: parte orientale posta tra il Ponte Vecchio e Porta San Gallo con le parrocchie di Sant'Ambrogio, Santissima Annunziata, San Giuseppe, San Marco Evangelista, Santa Margherita nella Madonna de' Ricci, Duomo di Santa Maria del Fiore e Santa Reparata, San Michele in Orto e San Michele Visdomini;
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, ma non fu in grado di rivolgergli le domande sulle questioni che lo angustiavano, dal momento che Ambrogio, lettore infaticabile, trascorreva molto tempo nella sua cella assorto nella lettura. Agostino annota nelle sue
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. Il mattutino e il vespro coinvolgevano, di norma, anche la popolazione. Durante le ore si cantavano soprattutto gli inni, canti su testi extrabiblici, importati dall'Oriente in Occidente, dove furono diffusi grazie all'opera di sant'Ambrogio, quindi, soprattutto nella
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L'isolamento stilistico di Sant'Ambrogio di Milano non doveva essere spiccato quanto oggi rispetto all'epoca della ricostruzione, quando esistevano altri monumenti oggi andati perduti o pesantemente manomessi nei secoli, come le
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costolonate ed un disegno molto razionale, con una perfetta corrispondenza tra il disegno in pianta e gli elementi in alzato. L'isolamento stilistico di Sant'Ambrogio non doveva essere spiccato quanto oggi, rispetto all'epoca della ricostruzione, quando esistevano altri monumenti andati perduti o pesantemente manomessi nei secoli (come il
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Arusnatjum aveva il suo centro a S. Giorgio, probabilmente a causa della sua posizione geografica, e abbracciava i vicus di Fumane, Mazzurega, S. Ambrogio, Gargagnago, Volargne, Pescantina. In epoca romana, S. Giorgio divenne
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), Cerreta (o Ca Serrea), Cavanna, Riva e Pian dei Castelli, San Martino (oracolo), S.Salvatore (oracolo) e Brayda Giocharella, Telecchio, Cassolo, Callegari, Bertuzzi, Cavarelli, Freddezza, Casale S.Ambrogio di Pian ca' sale (oracolo) e Piancasale, Fognano, Arelli
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(si ricordano Antonio e i figli Federico e Lucio), Bartolomeo e Francesco Piatti (la cui bottega si trovava nell'omonima via), i fratelli Francesco e Gabriele da Merate, Giovanni Pietro e Vincenzo Figini, Giovanni Pietro e Geronimo Bizzozzero, Bernardino e Jacopo Cantoni, Francesco e Giovanni Jacopo da Vimercate, Giovanni Gariboldi, Galeazzo da Verderio, Ambrogio dell'Acqua, Marco de' Lemidi, Jacopo da Cannobio (detto Bichignola), Pietro Caimi, Balzarino da Trezzo, Carlo Porro e Giovanni Antonio Biancardi e molti altri, quasi tutti concentrati tra le parrocchie di
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, Madonna Cava Bufalata, Madonna dell'Alto Oliva, Mamuna, Mandriglie, Matarocco, Messinello, Misilla, Musciuleo, Nasco, Paolini, Pastorella, Pecorume, Perino, Pellegrino, Pispisia, Ponte Fiumarella, Porcospino, Pozzillo, Rakalia, Ranna, Rassameli, Rinazzo, Roccazzello, Salvaggi, San Giuseppe Tafalia, San Nicola, San Silvestro, Sant'Ambrogio, Sant'Anna, Santa Venera, Santi Filippo e Giacomo, San Michele Rifugio, San Leonardo, Santo Padre delle Perriere, Scacciaiazzo, Sinubio, Spagnuola, Stazzone,
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, con lo scopo di non fare addormentare i fedeli che occupavano la basilica. Fu inoltre determinante per la vittoria di Ambrogio nella controversia con gli ariani il ritrovamento dei corpi dei santi Gervasio e Protaso, che avvenne proprio nel
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. Il generale e studioso di questioni militari Ambrogio Viviani ha scritto che i cosiddetti depistaggi costituivano semplicemente informazioni incomplete dato che gli informatori non potevano accedere a tutto nelle organizzazioni in cui erano infiltrati e che le cosiddette protezioni degli stessi costituivano una prassi utilizzata da tutti i servizi segreti del mondo
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da cui non ebbe mai figli. La celebrazione avvenne nella basilica di Sant'Ambrogio. In occasione del matrimonio si tenne una splendida corte bandita e la sposa ricevette doni dai principali stati italiani, in particolare il Corio cita la
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Nel frattempo Massimo condusse trattative anche con la corte di Valentiniano II. Quando il vescovo di Milano, Ambrogio, fu inviato come ambasciatore presso l'usurpatore, Massimo richiese la consegna di Valentiniano II, richiesta inaccettabile per Ambrogio e per la corte imperiale. Nel frattempo il
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. Fegino fu un importante crocevia tra la pista che correva sul crinale destro del Polcevera, oggi denominata via della Costiera, diretta da nord al mare e quella proveniente dai guadi di Certosa, diretta verso Cornigliano e Sestri Ponente. Proprio sul culmine della collina, all'incrocio delle strade, si trova la chiesa di Sant'Ambrogio, ben visibile anche da lontano per la grande cupola ottocentesca. Nel
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Fegino ha una parrocchia sua propria, titolata col nome di sant'Ambrogio: confina a levante col torrente Polcevera, a ostro e ponente colla parrocchia di santo Stefano di Borzoli, a borea con quella di
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A poca distanza dai resti della domus, adiacente all'angolo della chiesa di Sant'Ambrogio sono stati rinvenuti, durante gli stessi scavi, i resti di un condotto idrico, realizzato (o forse semplicemente restaurato) nel III secolo
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, Ambrogio non si sia formato nella bottega di Duccio. La presenza di quest'opera in un paese vicino Firenze, e le successive testimonianze che vedrebbero Ambrogio a Firenze e dintorni almeno fino al
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, composta dal padre, Gerardo Riva, dalla moglie, e diversi figli, tra cui Ambrogio e Pino, che verranno chiamati alle armi. Le vicende personali della famiglia si intrecciano con quelle di personaggi famosi quali don
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a cavallo nell'atto di uccidere il drago. Sulla parte sinistra dell'abside sono raffigurate la Vergine allattante ed una Santa; mentre su quella destra, nella parte superiore, S. Ambrogio fra i SS. Protaso e Gervaso e S. Taide, nella parte inferiore S. Antonio Abate, S. Ambrogio e S. Giovanni Battista. Sulla parete destra infine S. Apollonia ed altri Santi non ancora meglio identificati. All'esterno, oltre alla notevole abside in pietra di
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Alcuni studiosi negano che la basilica sia stata voluta da Ambrogio e preferiscono invece l'ipotesi che la sua erezione sia stata voluta e cominciata dallo stesso Simpliciano, che qui abitava nella sua vita ritirata e qui fu sepolto alla morte.
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Posta sulla via Cavriana, appena sotto l'omonima Cascina, la Cascina Sant'Ambrogio sorse dall'accorpamento dei resti di una piccola chiesa romanica tardo trecentesca, dedicata appunto al santo da cui ha poi preso il nome la cascina. Facente parte della
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demolendo il campanile della chiesa di Sant'Ambrogio per riutilizzarne i materiali. Con un'analoga costruzione dall'altra parte del Sile, dove oggi sorge l'ospedale, doveva bloccare le imbarcazioni dei
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La chiesa di Sant'Ambrogio, risalente al XV secolo, venne usata nei secoli successivi come ricovero per gli appestati (data anche la sua vicinanza con il luogo che veniva usato come lazzaretto), ed il terreno circostante si proponeva come un cimitero straordinario in occasione delle gravi epidemie che colpirono il paese nel corso di tutto il Seicento. Gravemente danneggiata dall'incuria e dal tempo, nel
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, Ambrogio non si sia formato nella bottega di Duccio. La presenza di quest'opera in un paese vicino a Firenze, e le successive testimonianze che vedrebbero Ambrogio a Firenze e dintorni almeno fino al
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Variberto figlio di Todilione vende al vescovo Ambrogio, rappresentato da Bertaro di Trescore, un pezzo di terra a Mezzate. La vendita viene confermata con un altro atto dello stesso giorno, che contiene anche il consenso della moglie Gulfalda. Ambedue i coniugi dichiarano di seguire il diritto longobardo.
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alla testa della chiesa di Busnago: Martino de Regibus; Sacerdote Giovita di Bergamo; Pietro Levate de Regibus; Arcangelo Scarpini; Alessandro Orobono; Domenico Balconi; Francesco Voltolina; Gerolamo Mangili; Gerolamo Mantegazza; Pietro Antonio Castiglione; Giovanni Ambrogio Lecchi; Luigi Canzolo; Pier Paolo Bonone; Giovanni Battista Salvione; Giovanni Battista Salvecchi; Domenico Prima; Carlo Bortolomeo Zaffrani; Carlo Giuseppe Landriani; Luigi Niccolini; Carlo Coppa; Antonio Simbardi; Alfredo Bardelli; Lini Cairati; Domenico de Bernardi; Stefano Strada e Eugenio Boriotti
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Tra gli anni sessanta e settanta vengono progettati e realizzati i plessi per la scuola elementare e materna di via Sant'Ambrogio e via Parini; in seguito, viene edificata la scuola media Dante Alighieri
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Ambrogio fu un personaggio abbastanza solo. La sua vita fu piuttosto monotona e priva di vicende rilevanti; fu un uomo molto schivo e riservato. Nato e cresciuto in un ambiente ancorato alle tradizioni si attenne sempre alle sue convinzioni politiche, sociali e religiose. Nemmeno durante i suoi soggiorni a
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Per secoli il Lambro Meridionale ha sfogato parte della fogna e delle acque esauste di Milano. Dall'epoca romana al Medioevo abbiamo infatti testimonianze scritte (archivi del monastero di Sant'Ambrogio e di Chiaravalle) in cui viene definito
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, il precursore, e alla sinistra dalla Vergine Maria. Sopra di essi una fiamma con la colomba simbolo dello Spirito Santo e la figura dell'Eterno Padre. Nei riquadri sottostanti, come a partecipare della Gloria del Pantocrator, l'artista marchigiano ha dipinto i dottori della chiesa, con al centro Sant'Agostino e Sant'Ambrogio (
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, con un'elegante facciata settecentesca in stile neogotico e quello che resta di un'antica torre medievale. Al suo interno ci sono pregevoli decorazioni di epoca barocca. Particolarmente interessante la Cappella del Beato Ambrogio Sansedoni.
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, a opera di Ambrogio Staibano, per smembramento dalla congregazione degli eremiti di Centorbi, sorse la congregazione dei frati scalzi di sant'Agostino del Regno di Napoli, riconosciuta con il decreto
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e presenti nei comuni di Cassino, Pignataro Interamna, Sant'Elia Fiumerapido, Vallerotonda, Acquafondata, Viticuso, Sant'Apollinare, Castelnuovo Parano, Sant'Ambrogio sul Garigliano, Sant'Andrea del Garigliano, Vallemaio, San Giorgio a Liri, Atina, Villalatina, San Biagio Saracinisco, Belmonte Castello, Cervaro, San Vittore del Lazio, Rocca d'Evandro, San Pietro Infine; contestualmente la diocesi ha assunto il nome attuale.
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Umberto Toschi, Fabrizio Cortesi, Mario Salfi, Egon von Eickstedt, Renato Biasutti, Ambrogio Ballini, Alberto Pincherle, Gennaro Mondaini, Giuseppe Molteni, Luigi Chatrian, Carlo De Angelis, Giulio Costanzi, Anna Maria Ratti, Raffaello Battaglia, Angelo Pizzagalli, Giorgio Levi Della Vida, Alfred Salmony, Vittorio Rocca,
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da Luigi XII, che di fronte alla ragione di stato, non si portava diversamente dal Moro. A Milano, ancora stordita dal duro colpo, dovette mutare un'altra volta abitazione, passando per volere del generale francese Ligny, dal palazzo di Ambrogio da Corte, in quello magnifico di Marchesino Stanga, allora in
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), Cerreta (o Ca Serrea), Cavanna, Riva e Pian dei Castelli, San Martino (oracolo), S.Salvatore (oracolo) e Brayda Giocharella, Telecchio (Trecci), Cassolo, Callegari, Bertuzzi, Cavarelli, Freddezza, Casale S.Ambrogio di Pian ca' sale (oracolo) e Piancasale, Fognano, Arelli (
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, una cui copia (da molti milanesi ritenuta invece autentica) si trova su un capitello nella basilica di Sant'Ambrogio. Alcune leggende affermano che il capostipite dei Visconti assunse questo stemma o strappandolo ad un infedele che aveva ucciso durante le
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. Tra il XII e il XIII secolo infatti ci furono alcune diatribe tra i canonici e i monaci del convento di San'Ambrogio, con quest ultimi che tentarono di riappropriarsi dei terreni ceduti dall'arcivescovo Pietro, tra cui quelli al diacono Forte
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, ha mantenuto caratteri in parte ancora agricoli: qui sopravvivono ancora oggi alcune cascine: tra queste particolare rilievo ha la Cascina Sant'Ambrogio, che conserva la parte absidale di un antico oratorio dedicato al
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. I giornali di Milano, di quell'anno, accennavano verso la fine di aprile, alla scoperta di un grave complotto militare reazionario tra i soldati napoletani accasermati negli ospedali di Sant'Ambrogio, e del Monastero maggiore che armati di coltelli e pistole erano pronti a scatenare la rivolta
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di Piacenza, gli abati e i capitoli dei monasteri benedettini di S. Celso fuori le mura di Milano e di S. Giovanni Evangelista di Parma, i capitoli delle chiese milanesi del Duomo, di S. Ambrogio, di S. Nazzaro, i capitoli delle chiese di
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Il centro storico di Legnano ha una forma allungata lungo la direttrice tracciata da un'antica strada che corrisponde ai moderni corso Magenta e Garibaldi, che fanno da confine tra le contrade di Sant'Ambrogio e
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, la chiesa presentava una navata centrale, corrispondente all'attuale maggiore, a cui se ne affiancava una laterale sul lato ove oggi si trova il battistero, al posto del quale allora era collocato un altare dedicato a Sant'Ambrogio.
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. Malgrado tale riconoscimento, Leonardo era nuovo a Milano e non disponeva ancora di quelle relazioni che gli permettessero di ricevere delle committenze e di poter vivere della propria arte. Egli decise dunque di avvalersi della collaborazione di altri artisti locali, ed in particolare di Ambrogio de Predis che lo mise in contatto con l'aristocrazia milanese, mettendosi al servizio dell'esperienza artistica del maestro.
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Nei quattro spicchi della volta erano rappresentati i Dottori della Chiesa allora proclamanti: Ambrogio, Girolamo, Gregorio Magno e Agostino. Essi sono rappresentati seduti presso un leggio con davanti un chierico che trascrive quello che essi dettano. Sono inseriti in architetture colorate dagli scorci vertiginosi, dovuti anche all'adattarsi, come in uno specchio deformante, alla forma delle vele, un espediente derivato dall'esempio degli
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, realizzato dallo scultore Giacomo Colombo. Nelle cappelle laterali si notano alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sacrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opera, nel XVI secolo, dello scultore cavese Ambrogio della Monica; nelle stanze attigue un museo contiene opere di grande pregio.
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Ultimo aggiornamento pagina:
04 Gennaio 2022
04:19:05