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Frasi che contengono la parola aragorn

entrano nella grotta nel tentativo di convincere l'esercito dei morti a combattere per loro: nella versione cinematografica, la scena si conclude con Aragorn che, a gran voce, domanda agli spettri quale sia la loro risposta; in seguito, i tre riappaiono direttamente nella fase finale della

, dove comincia a barricarsi per l'imminente scontro con le forze di Saruman. Gli orchi, maggiori nel numero, riescono ad entrare nella fortezza e a nulla servono gli sforzi di Aragorn e degli altri guerrieri per fermare l'avanzata. Ormai sul punto di essere sconfitti, sopraggiunge Gandalf con

, per attaccarli. Nello scontro sono vittoriosi gli uomini di Rohan, ma Aragorn cade in burrone, trascinatovi da un mannaro. Dopo la battaglia, i sopravvissuti raggiungono il Fosso di Helm, dove cominciano a barricarsi per l'imminente scontro con le forze di Saruman, e con stupore di tutti ritorna anche Aragorn, salvatosi dal dirupo e recante notizie riguardanti le forze del nemico che conta un esercito di diecimila Uruk-hai. Alle forze impegnate nella difesa disperata si unisce anche uno squadrone di

, per attaccarli. Nello scontro sono vittoriosi gli uomini di Rohan, ma Aragorn cade in un burrone, trascinatovi da un mannaro. Dopo la battaglia, i sopravvissuti raggiungono il Fosso di Helm, dove cominciano a barricarsi per l'imminente scontro con le forze di Saruman. Tra lo stupore di tutti ritorna anche Aragorn, salvatosi dal dirupo e recante notizie riguardanti le forze del nemico che conta un esercito di diecimila Uruk-hai. Alle forze impegnate nella difesa disperata si unisce anche uno squadrone di

, figli di Elrond. Qui Aragorn risveglia un esercito di morti, traditori di un giuramento fatto ad Isildur e per questo condannati a non trovare la pace. Con la promessa di essere liberati, accettano di aiutare Aragorn a sconfiggere i Corsari di

erano accorse in soccorso ai Capitani e che adesso portano Frodo e Sam nell'Ithilien, dove si ricongiungono con gli altri compagni e vengono onorati con grandi onori. In seguito, a Minas Tirith Aragorn viene incoronato

, ma Aragorn riesce a salvare gli Hobbit spostandoli nella sua stanza. Aragorn si rivela un'ottima guida e un valido difensore contro i Cavalieri Neri, che continuano ad inseguirli in cerca dell'Anello. Una notte, mentre gli Hobbit e Aragorn si trovano a

, che stavano per attaccare Minas Tirith dal fiume. Una volta annientati i Corsari, Aragorn affranca l'esercito dei morti e si dirige a bordo delle navi verso Minas Tirith insieme a Legolas, Gimli, alla Grigia Compagnia e ai soldati del sud del reame di

. Qui Aragorn risveglia un esercito di morti, traditori di un giuramento fatto ad Isildur e per questo condannati a non trovare la pace. Con la promessa di essere liberati, accettano di aiutare Aragorn a sconfiggere i Corsari di

erano accorse in soccorso ai Capitani e che adesso portano Frodo e Sam nell'Ithilien, dove si ricongiungono con gli altri compagni e vengono onorati con grandi onori. In seguito, a Minas Tirith Aragorn viene incoronato Re del

dona ad Aragorn in segno di rinnovata amicizia, una cotta di maglia, un elmo e uno scudo rotondo dalle borchie placcate in oro e incastonate di gemme verdi, rosse e bianche, appartenenti al tesoro reale custodito a

, arrivate in loro soccorso grazie a Gandalf, che li portano a Gondor, dove si ricongiungono con il resto della Compagnia. Tempo dopo, a Minas Tirith, si celebrano l'incoronazione di Aragorn come re di Gondor e il suo matrimonio con

L'esercito, con Gandalf, Aragorn, Gimli, Legolas e Pipino, arriva ai cancelli neri. Da qui esce il portavoce di Sauron che gli mostra dei beni appartenenti a Sam e Frodo. In cambio della vita di questi, la

. Legolas e Gimli proseguono per Fangorn; Aragorn ritorna al suo regno portandosi la chiave di Orthanc, mentre il resto della compagnia prosegue il suo viaggio verso nord incontrando durante il cammino Saruman e Grima. Saruman non si mostra affatto pentito. Gli Hobbit e Gandalf arrivano quindi a

per attaccarli. Nello scontro, sono vittoriosi gli uomini di Rohan, ma Aragorn cade in un burrone, trascinatovi da un mannaro. Dopo la battaglia, i sopravvissuti raggiungono il Fosso di Helm, dove si preparano all'imminente scontro; ritorna anche Aragorn, salvatosi dal dirupo e recante notizie riguardanti il nemico, che conta un esercito di diecimila Uruk-hai. Agli uomini di Rohan si unisce uno squadrone di

, abbagliato dallo splendore della Dama elfica; la Dama rifiuta con fatica il potere a lungo desiderato. Offre ai membri della Compagnia alcuni importanti doni: ad Aragorn ella dona una spilla d'argento a forma di aquila che incastona una grande pietra verde, dono per le future nozze con

Aragorn, giunto tra le montagne, trova Gollum e dopo avergli teso una trappola lo imprigiona in un sacco. La creatura ormai prigioniera si dimena e giura di uccidere l'uomo una volta liberatosi. Nel viaggio di ritorno Aragorn si imbatte nel gruppo di orchi e nello scontro ha la meglio, ma cade a terra avvelenato da un dardo; si addormenta sotto l'effetto del veleno, mentre cerca di combatterlo pensando ad

, Aragorn si attarda a dare al corpo dell'amico le esequie funebri: con le armi in pugno e il corpo pietosamente ricomposto, Boromir viene deposto in una delle barche elfiche e sospinto verso le cascate di Rauros.

Gandalf e Theoden si rincontrano dunque vincitori sulle mura del Fosso. Tutti gli sguardi dei guerrieri di Rohan, e di Gimli, Legolas e Aragorn sono invece attratti dal mistero inquietante e sinistro della foresta comparsa improvvisamente dal nulla. Ma Gandalf non vuole fornire alcuna spiegazione.

Mentre Gandalf e il corteo reale si avviano ad incontrare Barbalbero, Gimli, Legolas e Aragorn rimangono con gli hobbit, per consumare insieme un lieto pasto, fumare in pace e ricostruire insieme i frammenti sparsi delle loro storie parallele. Gli hobbit raccontano dunque la loro prigionia e l'incontro con gli Ent, fino agli eventi decisivi dell'attacco a Isengard.

Narra di come nacque la Compagnia dell'anello. Dopo la decisione di Frodo, i saggi stabiliscono che il Portatore dell'anello sia accompagnato da un membro di ogni razza della Terra di mezzo. Oltre a Gandalf, le cui conoscenze sono indispensabili per questa decisiva sfida al potere di Sauron, partiranno Aragorn e Boromir per gli uomini, Legolas per gli elfi, Gimli per i nani; per gli hobbit, oltre all'inseparabile Sam, anche Merry e Pipino ottengono l'onore di entrare nella Compagnia, in questo aiutati dalla lungimiranza di Gandalf.

Narra del lungo e tranquillo viaggio della Compagnia lungo le acque maestose e selvagge del grande fiume Anduin, sulle barche donate loro dagli elfi. Il fiume scorre lungo terre selvagge e abbandonate: a Occidente costeggiando le praterie di Isengard e di Rohan; a oriente le falde brulle e spoglie di vita degli Emin Muil, i colli che costeggiano la terra di Mordor. Sam e Frodo si avvedono ben presto di essere seguiti, lungo la corrente del fiume, da Gollum, che si nasconde dietro un ceppo alla deriva. Ma Aragorn conferma loro che ogni tentativo di catturarlo sarebbe vano e dispendioso. L'unico inconveniente che essi incontrano sono le rapide di Sarn Gebir, che li costringono a fermare temporaneamente la navigazione. E proprio alla confluenza delle rapide, i viaggiatori vengono assaliti da una compagnia di orchi, sovrastata da una misteriosa creatura alata, immensa e nera come la notte, che solo la freccia di Legolas riesce ad allontanare.




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Ultimo aggiornamento pagina:

06 Gennaio 2022

07:34:32