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Frasi che contengono la parola alarico

), gran parte della storiografia moderna ha dedotto che all'epoca a Costantinopoli vi fossero due partiti in contrapposizione tra di loro, uno antigermanico e uno germanico: quello germanico era favorevole all'ammissione dei Barbari all'interno dell'Impero e dell'esercito, quello antigermanico invece voleva espellerli. Questo partito antigermanico, costituito da senatori e ministri legati alle tradizioni romane, si sarebbe opposto al governo di Eutropio, accusato di essere troppo accondiscendente nei confronti di Alarico e dei

), gran parte della storiografia moderna ha dedotto che all'epoca a Costantinopoli vi fossero due partiti in contrapposizione tra di loro, uno antigermanico e uno germanico: quello germanico era favorevole all'ammissione dei Barbari all'interno dell'impero e dell'esercito, quello antigermanico invece voleva espellerli. Il partito antigermanico, costituito da senatori e ministri legati alle tradizioni romane, si sarebbe opposto al governo di Eutropio, accusato di essere troppo accondiscendente nei confronti di Alarico e dei

, all'epoca sotto la giurisdizione di Costantinopoli, e di rimanere in attesa dell'arrivo delle truppe romano-occidentali. Stilicone probabilmente intendeva costringere Arcadio a restituire all'Occidente romano l'Illirico orientale per concedere ai Visigoti di insediarvisi legalmente e al loro capo Alarico la carica di

; in questo modo Stilicone, a corto di soldati, avrebbe acquisito un'importante fonte di reclutamento (l'Illirico aveva sempre fornito truppe efficienti e combattive) e avrebbe potuto contare anche su ulteriori aiuti militari da parte dei Goti di Alarico, una volta accolte le loro richieste.

invadendo la Penisola; nonostante una modesta vittoria conseguita nei pressi di Pisa, le legioni romane non riuscirono a impedire ad Ataulfo di raggiungere Alarico nei pressi di Roma rinforzando ulteriormente il suo esercito; in seguito a questo fallimento Olimpio fu destituito e costretto a fuggire in Dalmazia.

Nel frattempo Alarico, rafforzatosi con le armi romane ottenute come governatore militare e ancora insoddisfatto del trattamento ricevuto dai Romani, mosse ben presto verso l'Italia, superando i primi contrafforti alpini nell'autunno del

In Occidente le legioni, costituite per la maggior parte da truppe barbare (in Oriente la proporzione era leggermente inferiore), erano sotto il comando di un generale di alto profilo, Stilicone. Questi, in parte di origine germanica (era figlio di un vandalo e una romana), era legato da vincoli di parentela alla famiglia imperiale (l'imperatore Onorio ne aveva sposato la figlia) e si sentiva fiero della fiducia riposta in lui dal grande Teodosio meritata a pieno titolo sui campi di battaglia. Fu proprio Stilicone a fronteggiare Alarico e i suoi Visigoti dopo che costoro, varcate le Alpi,

per condurre una guerra civile contro l'Impero romano d'Oriente quando due notizie lo trattennero dal partire: si era sparsa la voce infondata della presunta morte di Alarico e inoltre Onorio da Roma gli aveva inviato lettere che lo informarono dell'usurpazione di

), permettendo loro di insediarsi in alcune province dell'Impero e di godere di una parziale autonomia in cambio dell'impegno di assistere militarmente l'Impero nelle battaglie come contingenti mercenari alleati. Alarico era uno dei guerrieri goti insediatosi in Tracia all'interno dell'Impero romano all'epoca di Valente e Teodosio. All'epoca della

Alarico rinunciava al tributo in oro, accontentandosi solo di un modesto tributo in grano; rinunciava alla Venezia e alla Dalmazia, accontentandosi del solo Norico, provincia continuamente devastata dalle invasioni e con gettito fiscale molto ridotto; in cambio di queste concessioni, Alarico si impegnava a fornire assistenza militare allo stato romano contro qualunque nemico.

), il quale nega che Alarico avrebbe commesso saccheggi in Grecia sulla base dell'evidenza archeologica, e sostiene che a devastare la Grecia sarebbe stato addirittura Stilicone, nel corso della sua seconda spedizione in Grecia (

Infatti, a conferma che la vittoria romana a Pollenzo non fu decisiva, questa sconfitta non ferma le ambizioni di Alarico, che si dirige in direzione dell'Etruria. Stilicone allora apre le negoziazioni e riesce a convincere Alarico ad abbandonare la penisola.

a pagare il compenso ad Alarico, e convince Onorio a utilizzare Alarico per combattere i barbari e gli usurpatori in Gallia, ma prima che si raggiungesse un accordo con il capo dei Visigoti Stilicone viene accusato di tradimento e viene ucciso per ordine di Onorio.

Geronzio, accusato da Zosimo di tradimento, essendosi a quanto pare accordato con Alarico, avrebbe ordinato alla guarnigione delle Termopili di far passare Alarico e i suoi Goti, permettendo loro di penetrare in

). Burns, nello smentire i saccheggi di Alarico, si spinge addirittura ad affermare, basandosi su un frammento di Giovanni d'Antiochia, che sarebbe stato Stilicone, e non Alarico, a devastare la Grecia.

Tra i primi atti di governo fu l'estensione dei diritti della gerarchia cattolica, come l'esenzione dai tributi, a quella ariana, e la distribuzione delle cariche civili e militari ai suoi sostenitori: Alarico ottenne la carica di

, destinata invece poi a Stilicone, decise di approfittare del delicato periodo di successione per rivoltarsi. Secondo diversi studiosi, i Visigoti di Alarico erano gli stessi goti che avevano sconfitto l'esercito di Valente nella

Non sono chiari i motivi dell'esitazione di Stilicone: il generale romano forse non si fidava a sufficienza del suo esercito, che viene peraltro accusato da alcune fonti ostili al generale di aver devastato la Grecia forse anche in modo peggiore rispetto allo stesso Alarico, o forse intendeva negoziare con Alarico un'alleanza contro l'Impero d'Oriente.

La maggioranza degli studiosi sostiene che, in base a un accordo tra Stilicone e i Goti stipulato in seguito alla Battaglia di Verona, i Goti furono insediati nell'Illirico Occidentale, nei distretti di frontiera a cavallo tra Dalmazia e Pannonia, e che Alarico ottenne la carica di

Stilicone intendeva presumibilmente costringere Arcadio a restituire all'Occidente romano l'Illirico orientale per poi concedere ad Alarico il governo militare delle province conquistate, con la carica di

Il senato, riunitosi al palazzo imperiale, discusse se dichiarare guerra al re dei Goti, oppure pagargli la somma di denaro: la maggior parte dei senatori erano propensi per la guerra, mentre Stilicone e pochi altri erano di opinione contraria, e votarono per la pace con Alarico.

Costantino III aveva sotto il suo controllo l'esercito delle Gallie, dunque avrebbe potuto essere conveniente per Onorio raggiungere un accordo con l'usurpatore in modo da convincerlo ad accorrere in Italia con l'esercito delle Gallie per salvarla da Alarico, anche se il rischio che Costantino III approfittasse della situazione per detronizzare Onorio stesso era forte.

: nel caso Eracliano avesse sconfitto le truppe inviate da Attalo, Onorio avrebbe raccolto tutte le truppe a propria disposizione per preparare la guerra contro Alarico; nel caso invece in cui l'Africa fosse stata sottomessa da Attalo e dai Visigoti, Onorio aveva intenzione di fuggire a

Alarico procedette quindi in direzione di Ravenna per discutere la pace con Onorio; fu organizzato un incontro con l'Imperatore a circa sessanta stadi da Ravenna per riprendere le negoziazioni. L'intervento del generale romano-goto

Secondo una congettura di Hodgkin e JB Bury, dunque, le orde di Radagaiso, in concerto con i Visigoti di Alarico, avrebbero invaso la Rezia, mentre i Visigoti di Alarico invasero la penisola dalle Alpi Giulie, occupando la provincia di Venezia e Istria.

, non annientando mai definitivamente Alarico nella speranza di renderselo alleato contro Costantinopoli, Stilicone commise un grave errore: i Goti di Alarico, infatti, che, per i giochi di potere di Stilicone, non erano stati annientati quando sarebbe stato possibile farlo, avrebbero poi

, a riguardo di questo incontro, insinua che Rufino avrebbe indotto Alarico a invadere la Grecia, assicurandogli che si sarebbe insignorito agevolmente dell'intera provincia; nel seguito della narrazione, riferisce poi che il

) accusano Rufino di aver sobillato i Barbari - gli Unni e i Goti di Alarico - ad invadere l'Impero, con il movente di approfittare dell'indebolimento conseguente dello stato per detronizzare Arcadio e usurpare la porpora, come sembra suggerire anche il seguente passo di Zosimo:

, che costituiscono la fonte principale, sono di aiuto, attribuendo in maniera semplicistica l'invasione di Alarico alla mera brama del re visigoto di acquisire fama perpetua penetrando nell'Urbe, rimasta inespugnata

La maggior parte degli studiosi ha supposto che, per ottenere il loro ritiro dall'Italia, Stilicone fosse entrato in negoziazioni con Alarico e avesse concesso ai Goti di stanziarsi nei distretti di frontiera tra la

Le intenzioni di Stilicone erano evidentemente di costringere Arcadio a restituire all'Occidente romano l'Illirico orientale per poi concedere ad Alarico il governo militare delle province conquistate, con la carica di

); inoltre, il generale romano era conscio che, per raggiungere un'intesa con Alarico per coinvolgerlo nella difesa dell'Impero, gli avrebbe dovuto concedere delle terre all'interno dell'Impero e la carica di

, moglie del generale, che mirava, contrariamente ai piani del marito, alla concordia tra le due parti dell'Impero; il generale concluse il discorso asserendo che Alarico rivendicava a ragione il pagamento proprio per i servigi resi all'Impero d'Occidente nell'Illirico.

Il massacro delle famiglie dei guerrieri mercenari assoldati da Stilicone, attuato dai soldati romani forse sobillati da Olimpio, non fece altro che spingere i suddetti mercenari a disertare e aggregarsi all'esercito di Alarico, chiedendo al re visigoto di vendicare il massacro delle loro famiglie dovuto all'ingratitudine dei Romani.

In effetti, secondo Burns, Rufino, privato di gran parte delle truppe orientali, che erano partite con Teodosio I per combattere in Occidente l'usurpatore Eugenio e che in quel momento erano sotto il controllo di Stilicone, avendo timore dell'avanzata di Stilicone, avrebbe raggiunto un accordo con Alarico, promettendogli le cariche militari ambite nel caso fosse riuscito ad arrestare la marcia di Stilicone su Costantinopoli (

Il Senato, riunitosi al palazzo imperiale, discusse se dichiarare guerra al re dei Goti, oppure pagargli la somma di denaro: la maggior parte dei senatori erano propensi per la guerra, mentre Stilicone e pochi altri erano di opinione contraria, e votarono per la pace con Alarico.

e per loro non c'era problema). La cavalleria alana riesce in un primo tempo a reggere i Visigoti ma lo slancio di quella gotica al comando diretto di Alarico, uccidendo Saulo, mette in fuga i cavalleggeri Alani, a quel punto, intervenne la fanteria romana che era stata tenuta al centro da




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Ultimo aggiornamento pagina:

04 Gennaio 2022

00:54:13