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Frasi che contengono la parola arcate

, con i medaglioni sulle arcate recanti figure a mezzo busto. I due palazzi laterali invece non corrispondono a nessun edificio in particolare, ma seguono una tipologia molto frequente all'epoca, con il

, mentre gli enormi pilastri riassumevano e ultimavano le linee di forza che provenivano dall'interno. La sovrapposizione di tre ordini di arcate rendeva esplicita all'esterno l'esistenza delle due gallerie e del porticato superiore, mentre gli

Al primo piano si apre il cortile di Michelozzo. Ha una forma trapezoidale che segue il profilo del palazzo, il quale a sua volta era stato edificato seguendo il percorso della via principale che lo costeggiava. Al centro vi si trova un pozzo che probabilmente risale all'assetto trecentesco, mentre due loggiati si aprono sui lati nord e est con arcate a tutto sesto, sorrette da

: tuttavia a essere costruito fu solo quello in corrispondenza dell'ingresso centrale, il cosiddetto Cortile d'Onore. Si presenta a forma quadrata, con cinque arcate su ogni lato, di cui quella centrale di maggiori dimensioni e a sesto ribassato

Le arcate, a tutto sesto, sono sostenute da colonnine che poggiano, a loro volta, su un muretto continuo, discontinuo in altezza. Le murature presentano delle caratteristiche costruttive similari all'intero complesso. Le colonnine sono ornate da alcuni

ottagonale che svetta sopra l'incrocio tra la navata e il transetto. Per sostenere tale struttura si resero necessari diverse modifiche all'interno che comportarono la realizzazione delle quattro arcate poste davanti al presbiterio.

. Il livello medio (Tempietto) (XVI secolo) ha tre arcate in marmi policromi. Di particolare interesse la cappella della Crocifissione con bellissimi affreschi. Il livello superiore del XVIII secolo fu progettato da

, presenta una facciata schermata da due colonnati sovrapposti, trattati con spirito severamente classicista; lungo i lati brevi, le legge sono collegate alla massa dell'edificio per mezzo di arcate a tutto sesto, secondo una soluzione mutuata dal

secondo gli ormai tradizionali canoni del teatro ottocentesco. Il monumentale edificio neoclassico, preceduto da un portico a cinque arcate, si componeva di un grande atrio a tre navate al piano terra, di un

Tali arcate si trovano a circa due metri di altezza rispetto al piano stradale, a causa dell'abbassamento del suolo realizzato nel XIX secolo per consentire il raccordo con via San Lorenzo, e furono ricostruite da

La sua costruzione risale agli anni quaranta dell'Ottocento. Il progetto originario comprendeva un pianterreno con un porticato a cinque arcate per il mercato settimanale, due stanze a sinistra per gli Uffici del Conciliatore, una camera a destra per il Capo di guardia dell'urbano, due camere per prigioni ed un altro locale sul primo ballatoio della scala, pure destinato a prigione. Al primo piano erano previsti sei locali per il

Chiostro della Madonna delle Grazie: accanto al santuario, mescola stile rinascimentale e barocco, composto da pianta quadrangolare con pozzo centrale. Una parte del colonnato ha arcate gotiche, mentre le altre sono a tutto sesto, poggianti su pilastri con capitelli ionici.

, nelle arcate, in un cornicione che nei giorni successivi continua ad abbassarsi, in alcune scale disconnesse e, nell'ingresso, profonda crepa che si allunga, attraversando l'organo, fino al rosone maggiore

le arcate non sono viste come elementi architettonici, ma sono piuttosto stilizzate e ridotte a schemi geometrici decorati con motivi ornamentali, i simboli degli evangelisti occupano gli spazi soprastanti e sottostanti gli archi. Le ultime due tavole canoniche sono presentate dentro una griglia, caratteristica limitata ai libri insulari e attestata la prima volta nel

e aveva tre arcate (una si chiamava testicolare), a cui si accedeva mediante rampe dalla riva. Le rampe erano a loro volta sostenute da tre arcate minori sulla riva sinistra e da due sulla riva destra, verso il mausoleo di Adriano, che furono distrutte nel

sovrapposte, quella inferiore ha tre arcate uguali e si ricongiunge con il perimetro interno del portico, quella superiore ha cinque arcate che scalano in altezza assecondando il profilo degli spioventi. Presenta anche degli

Le pareti della campata interna, invece, presentano uno schema analogo a quello della navata, con in basso due arcate che danno sulle navate laterali e sul deambulatorio (queste ultime sormontate da

, che lo ha deteriorato, attraversandolo centralmente. Ad oggi si intravedono ancora dalla strada (ad altezza del cavalcavia della metropolitana) una decina di arcate in opera incerta che sostenevano la curva della

floreali e frutti. La fascia esterna contiene invece rappresentazioni di animali e scene di caccia con cani o belve che si rincorrono o si affrontano, uomini che colpiscono fiere, mostri, una cicogna che uccide una serpe, galli che portano una volpe e altre figurazioni. Le fasce mediane posano nel loro incontro su un piccolo capitello e le arcate sopra il semplice capitello bianco centrale sorretto dal fusto in marmo rosso forato dalla unione di quattro colonnine. Nella faccia anteriore del capitello si legge la scritta in caratteri gotici che attesta l'attribuzione ad Adamino:

: il suo campanile richiama quello della chiesa di San Nicola di Bari. La chiesa distrutta di Ragusa inoltre aveva sui muri laterali arcate cieche simili a quelle delle cattedrali di Bitonto e di Bari. Importanti anche la

floreali e frutti. La fascia esterna contiene, invece, rappresentazioni di animali e scene di caccia con cani o belve che si rincorrono o si affrontano, uomini che colpiscono fiere, mostri, una cicogna che uccide una serpe, galli che portano una volpe e altre figurazioni. Le fasce mediane posano nel loro incontro su un piccolo capitello e le arcate sopra il semplice capitello bianco centrale sorretto dal fusto in marmo rosso forato dalla unione di quattro colonnine. Nella faccia anteriore del capitello si legge la scritta in caratteri gotici che attesta l'attribuzione ad Adamino:

, il grande mercato coperto medievale. Dove le foto delle guide turistiche mostrano ancora lussuose botteghe di oreficeria e negozi di tappeti pregiati, oggi si trovano solo le arcate annerite dall'incendio che l'ha completamente distrutto.

, una serie di caratteristiche somatiche, come le arcate sopracciliari pronunciate e gli occhi incavati, si suppone siano tramandate con grande frequenza nei fitti e chiusi microsistemi dei quartieri popolari di Napoli

. Sono immediatamente visibili le arcate lungo quasi tutto il muro, e le strette feritoie sotto la merlatura, che danno luce al camminamento interno. Poco oltre una torretta, in corrispondenza di via del Mascherino, si trova un'altra coppia di fornici aperti per motivi di traffico da Pio IV (ancora uno stemma) e dal Comune di Roma in occasione dell'

fece erigere due edifici religiosi al servizio dell'istituto: uno per i frati e uno per le suore. Entrambe le costruzioni, che avevano in comune il refettorio e la cucina, si articolano intorno ad un chiostro rettangolare, incorniciato da un doppio loggiato ad arcate poggianti su

La vita dei fratelli conversi ruotava attorno a questo chiostro, di forma allungata e a due livelli, circondato da eleganti arcate a tutto sesto su colonne corinzie al pian terreno e ioniche al primo piano. Risale al

si aprono sette arcate cieche, intonacate di chiaro come le superfici dei piani superiori. Originariamente le porte di accesso al teatro erano solo due, in corrispondenza delle arcate laterali della galleria. All'interno delle altre cinque aperture si aprivano, invece, altrettante finestre. Oggi, ogni

, o imposta, ossia un elemento troncopiramidale che si sovrappone e a volte si fonde con l'abaco vero e proprio (in particolare nei capitelli ionici), e che strutturalmente costituisce le reni delle due arcate poggianti sulla colonna

ricchissimo di piante e fontane, tracciato su disegno del conte Antonio Pellegrini, che fece realizzare sul retro un lago con promontori, isolette e, sulle sponde, un imbarcadero a tre arcate, una piccola

; la superstizione riteneva anche che avventurarsi sotto le arcate all'alba o al tramonto avrebbe portato all'incontro con costoro. Ancora un'altra leggenda narra che sotto l'acquedotto, in una notte di tempesta, si siano incontrati i quattro fondatori della

che copre la navata centrale; come nella basilica romana, anche qui le cappelle laterali affacciano direttamente lungo la navata mediante una serie di arcate, ma gli ambienti che ne risultano, rispetto al modello del

. Quest'ultimo fece realizzare i tondi con i ritratti papali che correvano sopra le arcate della navata centrale; alcuni di essi, sopravvissuti all'incendio, sono conservati nella Raccolta De Rossi, nell'attiguo monastero, insieme ad altri restaurati nel corso dei secoli. Nel programma musivo leoniano erano comprese anche scene dell'Antico Testamento e degli

, realizzata con pilastri, capitelli e tre arcate poste nel cappellone, decorazioni fitomorfe, scudi con le armi del casato patrocinante, statue e busti di santi, scene raffiguranti episodi di vita di San Francesco d'Assisi, l'

Prospetto laterale e posteriore della cattedrale di San Pelino a Corfinio (a sinistra l'oratorio incompiuto di Sant'Alessandro con la torre), sul retro si vede l'ordine di arcate cieche e fregi tardi longobardi sulla tribuna

. A questo periodo risale la facciata monumentale con il portico ad arcate che precede l'ingresso dato da tre portali, riccamente scolpiti con le scene di vita iniziale del monastero, che rievocano la sua fondazione da parte di

, in basso, con le colonne e le arcate a strisce bianche e nere, e la precedente serie di arcate a tutto sesto romaniche in pietra grigia ad esse sovrapposta, appartenente alla costruzione romanica (XI-XII secolo). Infatti questa sostituzione avvenne a seguito di una devastazione e incendio avvenuti durante le lotte tra le fazioni

; lungo l'intero lato destro di questa, ulteriori tre arcate a sesto acuto conducono in una piccola navatella laterale ripartita in due ambienti. Ventiquattro colonne di forma ottagonale in tufo sorreggono il

Presenta una pianta centrale ovoidale costituita da una navata unica inquadrata da otto arcate con grande volta cupolata. Lungo l'asse un'arcata, in controfacciata, supporta la tribuna d'organo e da quella opposta si apre l'

ne venne edificata un'altra parte sul lato nord con un portale rustico in pietra; a fianco di esso si apre una leggiadra costruzione con arcate e loggiati sovrapposti. Tra le arcate al piano terra sono presenti due bassorilievi di porfido con

la proposta di Ernest Stowe di costruire un unico ponte a tre arcate che doveva unire Balls Head, Millers Point, e Balmain con uno snodo centrale sormontato da un memoriale situato sulla Goat Island.

. Risalgono a questo periodo gli interventi di abbellimento nell'atrio con lunga balconata su teoria di arcate a bugne, la costruzione dello scalone a giorno con superfici integralmente rivestite di stucchi, e la decorazione delle sale al piano nobile con affreschi di soggetto mitologico

, grazie alla presenza delle mura periferiche e di numerose abitazioni in pietra, collegate fra loro da arcate che valicano i viottoli lastricati; nel centro sorge l'antica chiesa di San Martino, oggi sconsacrata, caratterizzata dalla presenza, al centro della facciata, del campanile, che si innalza su un piccolo portico in aggetto; vi si trovano inoltre un ostello risalente al

, quando vennero eretti nella stessa area il palazzo del Comune e dell'Arringo, venne totalmente rimaneggiato in epoca barocca con le due nuove facciate realizzate da vari esponenti della dinastia dei Giosafatti, caratterizzate da due ordini di finestre. La facciata su piazza Arringo ha nel corpo centrale un portico di cinque alte arcate e con il doppio ordine di finestre inquadrate da figure femminili e maschili.

. La facciata esterna aveva tre ordini: solo quello inferiore, di altezza doppia, era ad arcate. La cavea poggiava su strutture in muratura, che ospitavano i passaggi e le scale per raggiungere i diversi settori dei sedili, ambienti di servizio interni e

Del ponte romano restano le tre arcate centrali. Il ponte era stato danneggiato dalle vicende belliche medioevali (vi era stata, inoltre, costruita sull'imboccatura settentrionale una fortificazione di forma triangolare nota come Tripizzone sulla base di una torre difensiva del

Nei pressi della frazione di Bromia, subito prima della confluenza del torrente Pentemina con il torrente Laccio, fu costruito il medievale ponte a due arcate per l'attraversamento del torrente Pentemina. Facente parte dell'antico percorso del fondovalle dei

Partito di rosso e di nero, al bastone pastorale d'oro, posto sulla partizione, accompagnato da due colombe, d'argento, volanti, affrontate, con le zampe protese verso il bastone pastorale, e dal ponte di tre arcate, d'oro, mattonato di nero, fondato in punta. Ornamenti esteriori da Comune

, continua a sfruttare le arcate dell'acquedotto che, con la chiusura dei fornici, venne trasformato in muro difensivo. All'altezza dell'incrocio con la Circonvallazione Tiburtina il muro abbandona l'acquedotto e piega di nuovo bruscamente con un angolo acuto verso sud-ovest a seguire il tracciato stradale, inglobando il

in tutte le loro parti (basamenti, colonne, architravi, arcate, capitelli, trabeazioni), illustrati in una serie di tavole ed infine gli altri elementi edilizi (soffitti a volta, pavimenti, porte e finestre, camini, coperture e scale)

Il chiostro si articola con pilastri sui quali poggiano le arcate; lungo il muro perimetrale sono aperte nicchie poco profonde e gli archi che collegano i pilastri al muro sono trasversali, in modo da alternare le

I quattro campanili angolari sorgono a imitazione dei minareti secondo i canoni architettonici di stile islamico e accompagnano il primitivo torrione campanario. In epoca altomedievale il campanile oltre alle funzioni liturgiche svolge funzioni strategiche come torre d'avvistamento e via di fuga. Infatti una rete di cuniculi sotterranei dalla la cripta e archiponti aerei, dei quali oggi ammiriamo le riproduzioni delle stupende arcate ogivali di via Bonello, collegano il corpo della cattedrale al palazzo vescovile passando per il campanile, passaggi che consentono di riparare nel vicino

a tutto sesto lasciano il posto ad archi a sesto acuto ed archi inflessi spesso polilobati. Le arcate proseguono con leggerezza verso l'alto intrecciandosi e disegnando il marmo di trafori, come quello a

. I pilastri della navata centrale divergono leggermente avvicinandosi al transetto, creando un effetto ottico di avvicinamento, probabilmente non casuale ma voluto, visto che anche le altezze delle arcate subiscono un simile incremento

L'architettura del tempio mostra un loggiato a tre arcate sormontate da cuspidi triangolari con medaglioni a forma di fiore; statue di leoni e cavalli sormontano i pilastri e colonnine in marmo screziato decorano il passaggio coperto; un pulpito sporge a destra e in alto si intravedono delle cupolette. Forse fece da modello ispiratore la facciata provvisoria del

, raffigurante il Cristo morto e deposto dalla croce sulle ginocchia di un Angelo (simbolo di Caorle), con ai piedi altre teste di angeli. Sotto le arcate che invece separano la navata centrale da quella sinistra si trova la statua in legno dorato raffigurante la

, che la basilica si sia ampliata in epoca romanica sulla struttura di un edificio precedente poi inglobato nelle strutture successive: le alte esili pareti originarie, costituite da una successione di arcate e aperte da ampie finestre oggi tamponate, rendono infatti San Simpliciano affine alla

zecchino, sorreggono l'ampia volta a botte mediante una serie d'arcate a tutto sesto. Lungo le navate laterali con la volta a cupoletta si susseguono dodici altari minori (sei per parte) con altrettante

Quest'ultima ipotesi sarebbe confermata dalla presenza di elementi di pregevole fattura assemblati in modo un po' incerto su quello che in origine era un rustico (si notino, sul fronte principale, le due arcate a

. Oggi gli unici segni rimasti del porticato coperto sono appena visibili, e tali segni si possono notare solo attraverso delle sporgenze dalla muratura sul lato destro del portone e da una fila ben delineata al di sopra dello stesso portone, dalla quale partiva la copertura. Il nartece abbaziale era probabilmente formato da un porticato costituito da tre arcate per lato

Al secondo piano, che ospitava gli appartamenti privati, si accede attraverso lo scalone monumentale che prende avvio dall'atrio destro della corte principale. Lo scalone presenta una struttura nitida e spoglia, in contrasto con l'esuberanza delle decorazioni degli interni. Da esso infatti, attraverso un'anticamera di collegamento, si accede al grande atrio aperto con ampie arcate sulla fastosa

, e dei quali riprende le arcate ogivali e il paramento a strisce bianche e nere, realizzato alternando marmo bianco e pietra di Promontorio; a sottolineare il suo ruolo di centro prestigioso della consorteria sulle liste di marmo bianco sono descritte le imprese della famiglia Doria. Infine tra il

edificio rurale di servizio, tipico dell'architettura della villa veneta, destinato a contenere gli ambienti di lavoro, dividendo lo spazio del corpo centrale della villa, riservato ai proprietari, da quello dei contadini. Di norma le barchesse erano caratterizzate da una struttura porticata ad alte arcate a tutto sesto ed adibite ai servizi: dalle cucine, alle abitazioni dei contadini, alle stalle e agli annessi rustici

, per consentire agli spettatori di raggiungere rapidamente e ordinatamente il proprio posto. I numeri incisi sulle arcate del Colosseo erano colorati di rosso per essere visibili anche da lontano. Lo hanno rivelato i restauri sponsorizzati dal gruppo Tod's e durante i quali, agendo con la nebulizzazione d'acqua per rimuovere lo sporco e lo smog depositati sul prospetto dell'edificio, sono venute alla luce tracce di colore piccole, ma inequivocabili.

, poco sopra il tratto attraversato dal ponte storico di Nervi. Costruita nel XVIII secolo, ha la caratteristica struttura a angoli rinforzati a corpi angolari avanzati, alla maniera delle fortificazioni, che racchiudono la loggia a tre arcate al centro.

, realizzata con pilastri, capitelli e tre arcate poste nel cappellone, decorazioni fitomorfi, scudi con le armi del casato patrocinante, statue e busti di santi, scene raffiguranti episodi di vita di San Francesco d'Assisi, l'

venne infatti costruita una struttura il cui prospetto sud possedeva un ampio portico con quattro arcate sovrastate da grandi finestre: di questo rimane solo una delle arcate e le chiavi di volta delle altre tre.

(XIV). La porta introduce nel borgo XX Giugno , dopo il caseggiato si arriva alla monumentale facciata a tre arcate che rispecchia nelle forme la porta di Duccio (posta nel lato opposto); fu disegnata intorno al

la medievale chiesa di San Francesco, che si trova nella piazza principale, subito al di fuori della cinta muraria medievale, ma all'interno di quella settecentesca, caratterizzata da copertura a spiovente sostenuta da otto arcate a sesto acuto. Nella chiesa sono presenti affreschi quattrocenteschi di scuola umbra.

Davanti al teatro sul decumano sorgevano due archi, di cui restano le coppie di pilastri in laterizio, che si addossarono alle arcate del teatro e al portico degli Archi trionfali, sul lato opposto della via. Si trattava dell'arco onorario dedicato a

che inquadravano le arcate del primo ordine, con capitelli, basi e trabeazione realizzate con mattoni appositamente sagomati. La facciata presentava in origine due ordini di arcate, sormontati da un attico con finestre; al secondo ordine le lesene laterizie erano di

per opera dell'ingegner Cataldo De Florio. In questa circostanza furono eseguiti ingenti lavori di edilizia pubblica che comprendevano la costruzione di un nuovo borgo cittadino, dell'impianto dell'arsenale, della base navale, del porto commerciale, della stazione ferroviaria e di alcune industrie che richiedevano nel loro insieme un maggiore fabbisogno idrico e che furono la ragione per la sostituzione del sistema ad arcate con tubature di ghisa poste al di sotto degli archi

. Il cranio era dotato di un rostro corto e leggermente ricurvo verso il basso; le orbite erano grandi e rappresentavano un terzo della lunghezza totale del cranio. Le arcate zigomatiche erano robuste ma non allargate, e l'osso jugale era piccolo e a forma di lama, contrariamente a quanto avveniva in forme simili come

decorato che cingono il prospetto principale e laterale. L'interno, completamente decorato con stucchi barocchi, si sviluppa longitudinalmente, ritmato da sei arcate su pilastri e concluso da un vano presbiteriale quadrangolare che accoglie il

Nel cortile centrale, porticato su quattro lati con colonne corinzie a tre e a due svelte arcate per lato (i capitelli sono leggermente differenziati l'un l'altro), si trova una fontana a doppia tazza del

, e i cui lavori dovettero richiedere molto tempo, documentato nel passaggio che si trova all'interno delle campate tra il pilastro cilindrico e quello polistilo e nelle due successive arcate con pilastri a fascio e archi acuti. Le volte originali crollarono nel

, una volta ultimata, fu presa a modello per l'apertura di quattordici arcate che avrebbero dovuto fare da ingresso a nuove cappelle, ma che in seguito furono tamponate per procedere, con l'eccezione della

. I lavori di restauro hanno tuttavia permesso il recupero dell'insieme di gallerie, di una parte delle arcate ed il consolidamento del frontone e delle sue decorazioni ispirate all'arte anatolica dell'epoca

Uscendo dalla via cava il sentiero prosegue a destra e conduce alle rive del torrente Meleta: una volta oltrepassato il ponte pedonale si arriva alla monumentale necropoli di San Giovanni, che deve il suo nome dal vicino ponte a otto arcate costruito per volere di

Poco resta del chiostro, (di forma quadrangolare, a due piani) praticamente distrutto dal bombardamento: restano tracce delle arcate sulle pareti esterne del convento e una parte del loggiato che oggi, chiuso da una muratura, corrisponde al corridoio tra la chiesa e la sagrestia.

eliminando la base della semicolonna mentre la parte superiore venne ornata con una calotta decorata a figure fitoformi. Notevoli nella navata centrale sono gli archi a sesto acuto a doppia ghiera, le semicolonne da cui partivano le volte che coprivano le navate, la doppia cornice sopra le arcate e le decorazioni floreali sui

(ponte dei tedeschi). Il primo nome deriva dal tipo di costruzione a tre ampie arcate, mentre il secondo proviene dalla leggenda storica secondo la quale, durante il secondo conflitto mondiale, le truppe tedesche tentarono di bombardare il manufatto, mancandolo di alcune decine di metri e distruggendo invece il vecchio stadio di calcio

poggianti su colonne di spoglio (molte delle quali prive di capitelli) verso lo spazio aperto, quest'ultime inglobate entro altre arcate dovute all'ampliamento dei piani superiori; al centro del cortile trova luogo la

gli Evangelisti si trovavano sopra il rosone a raggiera, e non nella collocazione attuale. Prima dei restauri la chiesa si presentava con un impianto basilicale a tre navate con arcate ogivali impostati su pilastri.

. Per il municipio venne costruito lo scalone di ingresso che porta ai piani superiori, vennero chiuse le arcate del chiostro interno, e i sotterranei divenne carcere civile, prima della realizzazione del grande complesso penitenziario di

e la Madonna in adorazione, mentre dietro di lui si trovano alcuni pastori inginocchiati, i cui bastoni fanno convergere le linee di forza verso il bambinello. A sinistra si trova poi nello sfondo un altro gruppo di pastori con gregge, e a destra il bue e l'asinello. In alto, sotto le arcate, tre angeli cantano inni, come riportato nell'iscrizione in lettere dorate

: piccola abitazione trecentesca situata in via Roma. Avente pianta rettangolare irregolare, ha alla base due grandi arcate gotiche, e una centrale nel punto focale della facciata. I Gaglioffi si trasferirono successivamente nel Palazzo Gaglioffi Benedetti in via Sassa, presso San Biagio d'Amiterno.

. Nel cantiere, nonostante l'avvicendamento, Tullio dovette contribuire con varie parti figurate, come i paggi all'antica nel coronamento esterno, assegnati a un suo collaboratore su suo disegno. Alla sua mano vengono invece riferite le straordinarie riquadrature prospettiche al pian terreno, con un gioco di intarsi per inglobare, entro finte arcate, due leoni di san Marco e due rilievi con

L'esterno, di puro geometrismo neoclassico, si caratterizza per la facciata incompiuta. Il portico presenta cappelle che una volta erano semplici arcate: in quella di sinistra si trova una statua con

. Con la costruzione del complesso francescano, il campanile venne sopraelevato, e sono chiarissimi i segni dell'influenza gotica nelle varie arcate ogivali. Nel Settecento l'ultima parte del campanile venne completata, con la costruzione della cupola con la lanterna decorata da piastrelle in maiolica policroma.

Malgrado il valore storico, ingegneristico e architettonico del manufatto, molte sue parti versano comunque in stato di profondo degrado, tanto che alcune strutture risultano gravemente danneggiate a causa della folta vegetazione che si insinua tra le opere murarie; si registra infatti il crollo di gallerie e arcate monumentali, mentre alcuni elementi di pregio risultano completamente ricoperti dalla vegetazione cresciuta incontrollata.

L'operatore, con le cui mani protette da guanti, si pone davanti al paziente seduto e rilassato con la testa eretta; gli afferra la mandibola con i pollici (protetti da garze per evitare di tagliarsi) sulle arcate dentali inferiori e le altre dita all'esterno delle emiarcate mandibolari. La

Si tratta di un grande edificio isolato, posto sul lato sud della basilica vaticana; due passaggi coperti, sostenuti da arcate a sesto ribassato, lo collegano alla navata di San Pietro, in corrispondenza della

La chiesa si presenta come un particolare esempio di arte arabo - normanna con le finestre ogivali incassate e il motivo delle arcate intrecciate riprodotto nell'abside tipico del periodo. Otto colonne, sei archi e vari livelli calpestabili conducono nel presbiterio.

, ma possedeva alcune caratteristiche che lo distinguevano nettamente: la testa, ad esempio, era estremamente corta e alta, e possedeva ossa frontali rigonfie dorsalmente. Le arcate zigomatiche erano ampie, in particolare i processi frontali, mentre le ossa lacrimali erano strette, a forma di lame e dirette anterolateralmente. La dentatura comprendeva denti

. Sul lato posteriore si possono vedere tre grandi arcate aperte su un lato, una per piano, che corrispondono alle stanze usate dai soldati di guardia. Appena sopra all'arco della porta si trova un affresco con una

Internamente il palazzo presenta un'interessante sequenza di porticati, logge ed aule a soffitto ligneo che conducono lo sguardo ed il percorso verso l'ampio cortile rinascimentale a chiostro, al centro dell'edificio, circondato da un porticato in cui convivono arcate ogivali e arcate a tutto sesto

sul fiume Volturno: lo rappresentava sdraiato come ad un banchetto con in testa una corona di canne palustri intrecciate. Il poeta immagina che il dio-fiume si lamenti con voce roca del peso delle arcate del ponte, rimpiangendo il lieve peso delle zattere che solcavano le sue acque. Anche altri poeti latini cantarono il dio-fiume Volturno:

(il mentore di Palladio), capace di coagulare intorno al suo nome la maggioranza dei consensi. Anche se accanto al giovane architetto, quasi a garantirne l'operato, figurava l'esperto e affidabile Giovanni da Pedemuro, per dissipare ogni dubbio il Consiglio chiede la costruzione di un modello ligneo di una delle nuove arcate da sottoporre al giudizio dei vicentini. Dopo altri tre anni di discussioni, che rimettono in gioco i progetti Rizzo-Spavento e Giulio Romano, nel maggio del

. Il progetto che prevedeva una soluzione, stavolta, di sole cinque arcate, e fu realizzato dopo un tormentato iter costruttivo con notevoli variazioni rispetto alle idee iniziali (come la minore altezza delle pile di sostegno e la scomparsa dei prolungamenti dei medesimi che

- Sede principale del Comune, il palazzo, che risale alla fine del XII secolo, quando vennero eretti nella stessa area il palazzo del Comune e dell'Arringo, venne totalmente rimaneggiato in epoca barocca con le due nuove facciate realizzate da vari esponenti della dinastia dei Giosafatti, caratterizzate da due ordini di finestre. La facciata su piazza Arringo ha nel corpo centrale un portico di cinque alte arcate e con il doppio ordine di finestre inquadrate da figure femminili e maschili.

ed un avamposto di controllo. Data la loro ridotta ampiezza, le arcate costituivano un parziale sbarramento al Tamigi, limitando il flusso dell'acqua e quindi rendendo il fiume maggiormente suscettibile a congelamento durante l'inverno a causa del rallentamento delle correnti. Il flusso del fiume fu ulteriormente ostacolato dall'aggiunta di

e aveva tre arcate, a cui si accedeva mediante rampe dalla riva. Le rampe erano a loro volta sostenute da tre arcate minori sulla riva sinistra e da due sulla riva destra, verso il mausoleo di Adriano, che furono distrutte nel




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Ultimo aggiornamento pagina:

15 Novembre 2021

04:13:48