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Frasi che contengono la parola absidi

Le funzioni delle tribune sono essenzialmente quella di dilatare ulteriormente lo spazio radiale delle absidi creando una sorta di corona, armonizzare la superfici facendo da mediazione con il tamburo che emerge, e anticipare la mole della cupola

. A pianta quadrata a croce greca inscritta, presenta tre piccole navate sormontate da una cupola centrale sorretta da quattro colonne. Le tre absidi sul fondo conservano cicli di affreschi in stile bizantino databili tra

, conduce ai cinque portali del tempio, che fanno da preludio alle cinque navate interne della chiesa, che ha pianta basilicale a croce latina e tre absidi dopo il transetto. La parte della scalinata sotto il Corso San Giorgio fu progettata nel

contenuto entro il perimetro esterno, tre absidi, ventuno finestre aperte sulla navata maggiore, venti sulle navatelle, dieci nel transetto e due nell'abside maggiore. Un quadriportico era anteposto all'edificio con quattro colonne sui lati brevi e otto sui lati lunghi. Ventiquattro gradini precedevano il

centrale, con sette lati, e quelle laterali, con tre lati, sono fortemente aggettanti. L'abside centrale sembra essere una ricostruzione bizantina tarda. Infatti essa, a differenza delle absidi laterali, non possiede i quattro ordini di cinque nicchie adornate da motivi ornamentali ricavati dalla disposizione dei mattoni.

, piccole cappelle laterali tipiche dell'architettura religiosa bizantina a partire dal periodo di mezzo. Queste ultime sono anch'esse concluse da due piccole absidi. L'orientamento dell'abside a sudest, all'incirca la direzione della

. Scavata interamente nel banco roccioso di calcarenite, possiede una struttura basilicale a tre navate con due absidi orientate. In seguito alla riforma tridentina e al conseguente cambio della liturgia, dal rito greco al rito latino, venne ruotato l'orientamento della chiesa rupestre e realizzato l'altare principale sull'antica fiancata di destra e nel contempo incorniciando un'immagine sacra dell'antico culto bizantino. L'impianto planimetrico imita una chiesa basilicale le cui geometrie possono essere ricondotte al quadrato e quindi ad una chiesa a pianta centrale, anche se non compaiono pseudo-cupole come in altre chiese bizantine otrantine ma semplici accenni a volte a pseudo-vele. Gli affreschi delle pareti in alcune parti presentano dei palinsesti stratificati, di cui rimangono vari strati le cui tracce a fresco sovrapposte, sono databili dal XI al

. Un dipinto a pannelli gotici dell'ex altare di Sant'Ursula mostra una vista tardo medievale della chiesa e del monastero. La basilica a tre navate, aveva probabilmente le stesse dimensioni di quella romanica. A est, un coro rialzato chiuso da tre absidi, sopra la cripta, luogo di sepoltura degli abati e fondatori aristocratici

Impianto basilicale a tre navate ripartite da pilastri, due absidi laterali che racchiudono le due navate minori, lungo le pareti e nei vari ambienti sono addossati undici altari, di cui due ubicati nelle cappelle laterali. Il valente pittore

All'esterno la tribuna prospetta su Corso Magenta e via Caradosso, mentre il lato nord si affaccia sul chiostro delle rane. Si presenta come un monumentale cubo, dal quale si dipartono dai fianchi le due absidi semicircolari, mentre dietro si allunga il parallelepipedo del coro, che si conclude anch'esso con un'abside semicircolare uguale alle due laterali. Al di sopra si eleva il

Le navate costruite da Guiniforte Solari, immerse nella penombra, vennero illuminate da Bramante con una monumentale tribuna all'incrocio dei bracci, coperta da una cupola emisferica. Vi aggiunse inoltre due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L'ordinata scansione degli spazi si riflette anche all'esterno, in un incastro di volumi che culmina nel

Il transetto ha due absidiole sui lati ed un'abside con un peribolo animato da tre absidi divergenti, sopra cui si alza la mole dell'abside vera e propria, fiancheggiata da due torri scalari che ospitano scale a chiocciola, di cui quella destra collegata con l'interno del tiburio da un arco rampante esterno. Nelle absidi divergenti sono incastonate fusti di colonnine a spirale di marmo orientale, che si ritengono facessero parte del

Chiesa dell'Arciconfraternita del SS. Sacramento, inserita nel grande complesso strutturale della cattedrale. I suoi locali occupano parte della navata centrale e della navata nord dell'antica chiesa, di cui sono tuttora ben visibili le antiche absidi. La chiesa custodisce un

oltre alla riparazione dei danni dovuti ai bombardamenti hanno anche ripristinato l'originario stile romanico, eliminando le sovrastrutture accumulate nel corso degli anni. In particolare, le absidi laterali andate distrutte, che risalivano alla ristrutturazione

retrostante. Contestualmente, vennero ampliate le due absidi laterali con la realizzazione delle attuali cappelle che affiancano l'altare maggiore. I lavori di ampliamento furono finanziati da Agapito Grillo e realizzati dall'architetto

. Un prossimo edificio con quattro absidi (una di epoca severiana e le altre aggiunte nel IV secolo) e con piccole vasche, di funzione incerta, adiacente al mausoleo di Giulia Benenata, potrebbe anch'esso appartenere al medesimo complesso.

. le navate costruite dal Solari, immerse nella penombra, vennero illuminate dalla monumentale tribuna all'incrocio dei bracci, coperta da cupola emisferica. Bramante aggiunse inoltre due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L'ordinata scansione degli spazi si riflette anche all'esterno in un incastro di volumi che culmina nel

mistilinea e le parti corrispondenti ai vertici sull'asse maggiore sono concluse da absidi semicircolari, come una sovrapposizione di una pianta a croce greca allungata e di un'ellisse, costruita geometricamente a partire dalla forma di due triangoli equilateri con la base comune sull'asse trasversale dell'edificio.

di cui oggi rimangono solo alcuni resti. Formato da una serie di colonnine in marmo rosso binate con capitelli scantonati, originariamente si estendeva fino alle absidi della chiesa ed era interamente coperto.

, e la chiesa di San Biagio venne riedificata daccapo con tre absidi semipoligonali, secondo uno schema della basilica inconsueto per il periodo dei grandi restauri in stile gesuititico, non rispettato neanche dalle ricostruzioni delle chiese di

, e la chiesa di San Biagio venne riedificata daccapo con tre absidi semipoligonali, secondo uno schema della basilica inconsueto per il periodo dei grandi restauri in stile gesuitico, non rispettato neanche dalle ricostruzioni delle chiese di

e prevedeva, come poi fu messo in opera, un impianto basilicale a tre navate con absidi rispettoso della tradizione adriatica, aggiornata con una grande navata centrale coperta a botte e retta da un

: utilizzati per scopi sconosciuti, probabilmente ospitavano gli uffici amministrativi per il governo locale, o servivano come palazzi per le famiglie aristocratiche. Ci sono quattro camere sontuosamente decorate con absidi rettangolari, con pareti in marmo e pavimenti in marmo.

). Della chiesa gotica fu iniziata la costruzione di tre absidi coperte da volte a crociera. Contemporaneamente fu avviata la costruzione del chiostro. Al termine di questa fase di costruzione, verso la fine del XIV secolo, furono costruite le tre navate della chiesa, i tipici campanili gemelli sulla facciata e un portale di ingresso tardo-gotico. Il chiostro sul lato meridionale fu completato con il porticato sui quattro lati. L'ultima costruzione del periodo gotico fu l'ala dell'abbazia, completata nel

La chiesa venne probabilmente fondata nel XII secolo, come attestato da diversi documenti. Le absidi e le decorazioni scultoree sono state attribuite invece al secolo successivo. La chiesa nacque sul porto, probabilmente con un proprio imbarcadero, al di fuori delle mura cittadine (che comprenderanno tutto il porto solo con l'espansione della cinta voluta da

da cui dipese, dello stesso periodo, ma anche a Castellazzo si ha nella storia un'altra chiesa con tre absidi: San Giovanni del Mortuzzo o delle rane. L'antica Santo Stefano vede periodi di abbandono nel

Preceduta da un'anticamera, la cappella ha pianta quadrata con tre absidi sul lato est; conserva resti di un ciclo di affreschi che originariamente dovevano ricoprire tutte le pareti, realizzati tra il X e il XII secolo: in particolare quelli risalenti all'XI secolo vengono attribuiti a

Alcune caratteristiche della chiesa come la pianta a croce greca immissa, la disposizione delle absidi e il trattamento decorativo esterno con archetti pensili, sono condivise da un gruppo ben definito di chiese marchigiane extraurbane, con volume esterno massiccio e quasi cubico.

presenta una pianta tipica dell'architettura normanna e borgognone, con tre navate che terminavano in tre absidi, di cui quella centrale molto profonda e quelle laterali ricavate nello spessore del muro. La

con una monumentale tribuna all'incrocio dei bracci, coperta da cupola emisferica. Vi aggiunse inoltre due ampie absidi laterali e una terza, oltre il coro, in asse con le navate. L'ordinata scansione degli spazi si riflette anche all'esterno, in un incastro di volumi che culmina nel

(pietre piatte e sottili). La soluzione architettonica adottata (caratterizzata dall'alternanza di absidi rettangolari e semicircolari e dalla presenza di un tiburio a pianta ottagonale) mostra marcate similitudini con soluzioni lombarde (in particolare con il

La decorazione si completa con i Santi guerrieri e i Santi vescovi, entro medaglioni, nei sottarchi, e con i mosaici delle absidi: in quella centrale era rappresentata la Vergine assistita dagli arcangeli Gabriele e Michele, che ancora si vedono nella fascia corrispondente del bema; nelle absidiole laterali, in una

. Rimasero in piedi il muro settentrionale esterno, le absidi laterali fino all'altezza di circa sette metri e le basi della torre. La maggior parte delle opere poterono tuttavia essere restaurate. Sette anni dopo, nel medesimo sito, ebbe luogo la consacrazione della nuova costruzione neogotica, eretta secondo i progetti degli architetti

, si presenta a pianta a croce latina trilobata, diviso a tre navate da regolari arcate su pilastri dai capitelli cubici. Il presbiterio e il transetto sono chiusi, inconsuetamente per l'epoca, da tre maestose absidi gemelle a due ordini di arcate su colonne e cinte da un

Chiesa di San Giovanni Battista nel centro storico di Diano Castello. Originariamente aveva tre absidi semicircolari e finestrelle ad arco rotondo, poi in parte demolite (un'ala e un'abside) in favore della nuova strada carrozzabile nel corso dell'Ottocento. In stile romanico, presenta un'unica e ampia capriata lignea a travi con mensole decorate con colori medievali.

Attualmente restano solo poche vestigia, oggetto di un recente restauro: qualche elemento decorativo e i muri perimetrali della chiesa, a pianta basilicale e a tre navate, con tre absidi sul lato di fondo orientale, di cui solo quella centrale sporgeva all'esterno, con una decorazione a lesene simile a quella del duomo di

Gli interventi relativi le tre absidi comportano l'allungamento e il conseguente ingrandimento delle navate e del corpo centrale dell'edificio. Sono realizzati i portali e le diverse cappelle in stile




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Ultimo aggiornamento pagina:

30 Dicembre 2021

14:48:34