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Frasi che contengono la parola altare
comasco Giacomo de Vitudono (donatore anche dell'altare di sant'Ambrogio, esattamente di fronte a questa pala) e un giovinetto con lunghi capelli biondi e ricchi abiti da cerimonia, probabilmente un nipote del canonico Giacomo per il quale era stato fatto un
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(dieci anni dopo l'altare di sant'Ambrogio), su commissione del giurista Bartolomeo Parravicini e di suo nipote Gian Giacomo, canonico del duomo: realizzata in marmo di Musso senza tracce di colore, presenta forme tipiche della
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, sempre rispettivamente di Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari e oggi ai lati dell'ancona lignea di Sant'Abbondio, formavano le ante dell'enorme teca che racchiudeva l'altare di Sant'Abbondio, che un tempo chiudeva il fondo di questa navata settentrionale: le due tele di Gaudenzio Ferrari, probabilmente, erano sull'interno delle ante, visibili quando gli sportelli erano aperti, mentre le due
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Il progetto si rifaceva ai modelli classici a pianta centrale e prevedeva una pianta ottagonale all'interno, circondata da una corona di cappelle comunicanti tra loro. L'altare doveva trovarsi probabilmente al centro, coperto da una cupola. Ciascuna cappella, di forma quadrata con due nicchie ai lati che la fanno sembrare ellittica, aveva una parete piana verso l'esterno, mentre negli spazi dei pilastri erano tagliate nicchie esterne forse destinate ad essere decorate da statue. Le nicchie interne dovevano essere in comunicazione l'una con l'altra, in modo da generare un andamento circolare dello spazio
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, tra cui la famosa relazione III, in cui Simmaco espone il punto di vista pagano sulla disputa per la rimozione dell'altare della Vittoria dal Senato che lo vide opposto ad Ambrogio da Milano; dieci libri di
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ha lasciato dei ricordi attraverso i monumenti dedicati ai caduti; questi infatti vennero onorati con un altare, sul quale sono presenti i nomi di tutti i cilavegnesi che diedero la vita in combattimento. Insieme alle lapidi dei patrioti della seconda guerra mondiale, quello in onore delle vittime della prima guerra mondiale rappresenta un importante luogo di commemorazione del periodo bellico novecentesco. Con l'avvento del
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). Successivamente si guarda il palmo delle mani, come segno di buon augurio, e sempre per compiere un gesto di buon auspicio deve toccare con la mano la terra. Quindi, di fronte all'altare familiare, deve pronunciare dei
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i preti stavano celebrando la messa mattutina; quando sentirono gli Ottomani arrivare, allora sbarrarono la grande porta di bronzo, ma gli ottomani la ruppero a colpi d'ascia, i preti furono uccisi mentre celebravano la messa, e sgozzati anche sopra l'altare. In chiesa vi era una grande massa di gente che, venuta a sapere che i Turchi stavano per arrivare si era raccolta in chiesa nell'attesa di un angelo che, secondo una tradizione, avrebbe cacciato i Turchi da Costantinopoli quando l'avrebbero espugnata.
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per affrescare la parete dell'altare. Arrivato, l'uomo comincia tutti i preparativi sistemando il ponteggio e diluendo i colori con i compagni. Mentre incomincia a dipingere il quadro continuano le altre storie del
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Dai due ripiani dove si aprono i portoni che danno accesso agli spazi interni partono due ulteriori rampe di scale che convergono, esattamente dietro all'Altare della Patria, verso il basamento della
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. Tipici della scultura longobarda sono le rappresentazioni zoomorfe e il disegno geometrico; tra le sue manifestazioni sopravvissute fino ai nostri giorni, si annoverano pannelli d'altare, fonti battesimali e soprattutto splendide lapidi dai
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, che fanno preciso riferimento, rispettivamente, all'arcangelo e alla Vergine. Nonostante si stia formando uno stile personale, affiorano ancora motivi verrocchieschi, come il leggio-altare con zampe leonine, che ricordano da vicino la
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, ma se ne hanno tracce anche in epoca romanica. Al suo interno si ha un altare, dove in uno degli scrigni si trova la Madonna con il bambino tra i santi Andrea e Nicola, San Lorenzo e San Sebastiano, oltre che la rappresentazione biblica della
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, appena fuori le mura di Porta San Giovanni. Conserva un pregevole tabernacolo ligneo a tempietto scandito da colonnine tortili, in legno finemente intagliato, alla base dell'altare maggiore con la tela della Madonna Immacolata tra angeli e quattro santi cappuccini.
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Bonifacio con l'arcidiacono Gregorio si premurarono di far murare nell'altare maggiore del santuario un frammento di carta a memoria della consacrazione stessa, assieme a numerose reliquie appartenenti a
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. Queste statue portano un oggetto simbolico in bocca o in una delle zampe anteriori, spesso un gioiello e una chiave, ma sono comuni anche un fascio di piante di riso, una pergamena o un cucciolo di volpe. Praticamente tutti i templi di Inari, non importa quanto piccoli, contengono almeno un paio di queste statue, di solito a fianco dell'altare o di fronte al santuario principale
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rappresenta l'arte pagana contemporanea a Roma, e raffigura due personaggi femminili che si occupano, nei pressi di un altare, di una cerimonia religiosa. Tutti i particolari sono di gusto perfettamente classico.
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L'originario orientamento nord-sud fu scelto per una questione urbanistica: a ovest era presente il foppone, ovvero il cimitero, mentre a est si trova l'Olona: venne quindi deciso di realizzare le porte verso gli altri due punti cardinali. La cappella maggiore, che ospita l'altare principale, venne realizzata invece a est per tradizione cristiana
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. Un'altra congettura ipotizza invece che, durante la prima parte della storia della basilica, quando gli ingressi erano in direzione nord-sud, l'altare maggiore fosse situato in un'altra cappella che era allineata con la porta d'entrata principale
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. Era tipicamente medievale anche la chiesa legnanese di San Salvatore, edificio religioso che venne sostituito dalla basilica di San Magno: architettonicamente era tutta incentrata sull'altare maggiore
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. Realizzato e posizionato dietro la mensa dell'altare maggiore nella prima parte del XVII secolo, quando quest'ultimo si trovava ancora addossato al muro frontale della cappella, era collocato sopra uno zoccolo realizzato in mattoni
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), dove il grande discepolo di Giotto condusse i suoi studi sulla luce (con la prima raffigurazione pervenutaci di una scena notturna nell'arte occidentale) e autore anche dei disegni per la vetrata, delle quattro profeti all'esterno e forse anche della pala d'altare, da alcuni attribuita a
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) del palermitano Pietro Spinosa, ha un superbo altare maggiore in marmo, con cinque medaglioni raffiguranti altrettanti episodi biblici. Della chiesa originaria del Quattrocento si conservano solo la base del campanile, una croce di pietra scolpita ed una campana datata
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di Cortona viene indicata come il primo indubbio capolavoro dell'artista, che, se si accetta la datazione anteriore di quest'opera, fece da modello per una fortunata serie di pale d'altare simili, non solo dell'Angelico. Il modello di Angelico fu l'
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, fu uno dei maggiori sostenitori dell'ascesa al trono di Michele. Nel giro di pochi giorni dalla scarcerazione di Michele, questi fu assassinato mentre stava pregando in chiesa per l'anima dell'imperatore morto, finendo squartato sull'altare maggiore. Il complotto quasi sicuramente fu organizzato da Michele, visto che Giorgio Muzalon era il reggente al trono e visto anche che Michele era presente all'assassinio, non facendo nulla per impedirlo.
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con una scaletta che lo raggiunge. Vi sono presenti linee di forza che guidano l'occhio dell'osservatore verso i fulcri narrativi. L'artista dispose l'architettura con uno scorcio sfasato orientando l'azione verso destra, in modo da assecondare la lettura delle storie: la scena si trova infatti nel registro superiore della parete destra in angolo con l'arcone della parete dell'altare e la scena successiva si sviluppa appunto verso destra. La stessa architettura, ma con un punto di vista diverso, ricompare anche nell'affresco della
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il cimitero comunale. L'altare della chiesa, secondo il restauratore Rosario Prizzi, potrebbe attribuirsi al pittore Felice da Sambuca. Nella chiesa sono presenti quattro altari laterali in legno intagliato: il primo a destra custodisce la statua della Madonna Assunta del
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Gli affreschi rappresentano soggetti come S. Margherita (sopra all'altare principale), l'arcangelo Michele, la Madonna con Bambino, S. Giovanni Battista e Cristo in Trono. Notevole una rappresentazione del motivo di
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viene modificata l'iniziale struttura romanica (un'unica navata scandita da quattro campate) e vi vengono aggiunte sia le cappelle lungo le pareti laterali sia l'atrio d'ingresso. L'introduzione delle cappelle ha costretto la chiusura delle finestre lungo la navata creando una penombra che induce al raccoglimento. Il pavimento pende leggermente verso l'altare maggiore
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per qualche mese in un'urna di cristallo e quindi ritumulata all'interno del tempietto del Morigia, in una cassa di noce protetta da un cofano di piombo. Nel sepolcro di Dante, sotto un piccolo altare si trova l'
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in una nicchia sopra l'altare minore con una solenne cerimonia. Di pregevole fattura e conservazione appaiono anche i due affreschi che adornano le due lesene che separano la navata dal presbiterio: essi rappresentano
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per il canto del Vangelo. Dopo il Vangelo, un altro accolito riceveva il libro che, posto in un contenitore e sigillato, veniva poi riportato in Laterano dal capo accolito. Un accolito portava al diacono all'altare, il
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In alcune chiese, tra cui le basiliche romane, nessun adattamento dell'altare maggiore fu necessario, come conseguenza del fatto che l'abside era rivolta a occidente e il celebrante, per celebrare guardando a est (
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. Sulle pareti stanno emergendo affreschi del Seicento della scuola del Donadio. Il coro ligneo e il maestoso altare maggiore in marmo, che un tempo adornavano la chiesa, ora si trovano rispettivamente nella chiesa del
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. Si tratta di figure massicce e dalle membra poderose che sembrano gravare sui sarcofagi quasi a spezzarli e a liberare le anime dei defunti, ritratti nelle statue inserite sopra di essi. Inserite in una nicchia della parete, le statue non sono riprese dal vero ma idealizzate mentre contemplano: Lorenzo in una posa pensierosa e Giuliano con uno scatto repentino della testa. La statua posta sull'altare con la
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di nome Donato, detto San Donato fanciullo martire, il polittico della Madonna col Bambino di Girolamo Galizzi, la tela grande d'altare dell'Assunta, opera di Giuseppangelo Ronzi, e un gruppo di statue lignee della
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I due iniziano una sincera relazione, mentre Anya ricostruisce lentamente la sua vita mortale. Durante la quinta stagione Xander le chiede di sposarlo, e Anya, credendo fermamente nel suo amore, accetta con entusiasmo. Ma arrivato il giorno del matrimonio, un uomo trasformato in demone da Anya, cerca di vendicarsi del torto subito anni addietro. Si presenta a Xander come egli stesso da anziano, sostenendo di venire dal futuro per metterlo in guardia dalla sua futura sposa. Nonostante venga poi smascherato, riesce comunque a risvegliare tutti i timori di Xander sul matrimonio, spingendolo ad abbandonare Anya all'altare. Devastata dal dolore, Anya cerca una nuova ragione per andare avanti e riottiene da D'Hoffryn i suoi poteri demoniaci. Divenuta nuovamente un demone della vendetta, cerca di spingere i suoi amici a desiderare una qualche vendetta contro Xander. Non ottenendo risultati, alla fine Anya si rivolge a
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e poco dopo avrebbe esalato l'ultimo respiro. Erano le due del mattino. Il suo corpo fu immediatamente imbalsamato e sepolto sotto l'altare della piccola Chiesa di Yuste. Sedici anni dopo la sua salma fu traslata dal figlio Filippo nel
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La cappella presenta un sontuoso altare ornato da colonne in marmo policromo, e da un prezioso tabernacolo in pietre dure. Come la cappella di san Gaetano, ospita capolavori di statuaria barocca del Rusnati: sull'altare, la
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cinquecentesco alle spalle dell'altare maggiore. Nelle cappelle laterali sono scolpiti altari in cui ricorre la figura del leone come emblema della forza. Il convento, compromesso dal lungo periodo di abbandono dopo la sua soppressione, conserva i resti del
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Per donare l'olio da ardere che doveva servire tutto l'anno per le lampade della cappella dell'Annunciazione miracolosa, si effettuava una peculiare cerimonia, alla mattina della domenica in Albis da parte di una compagnia laico-religiosa, con il parroco della parrocchia d'appartenenza che si muoveva dalla propria sede per raggiungere in processione l'altare della Santissima Annunziata. La pittoresca cerimonia vedeva alla testa del corteo un somarello che portava a
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l'impianto architettonico, una croce latina con cupola a scodella decorata con sobri ornati a stucco. Nell'aula relativamente spaziosa spicca l'imponente altare maggiore settecentesco in marmi policromi con due grandi angeli marmorei scolpiti e firmati da
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. Nella stessa piazza Duomo si trova anche la chiesetta di San Giovanni, con un prezioso altare in marmo di Carrara del Seicento. Nella piazza affaccia poi il Palazzo delle Poste, costruito ad inizio del
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, con una grande finestra centrale. Al piano inferiore sono presenti quattro lesene, intervallate con altrettante nicchie, mentre al piano superiore proseguono le due lesene centrali, ai lati del finestrone finemente decorato. L'interno si estende su tre navate, con le pareti laterali impreziosite da vistosi altari barocchi, prima dell'altare maggiore realizzato in marmo policromo. Presentano lo stesso stile il pulpito ligneo sulla navata principale e la cantoria al di sopra dell'altare, con organo con rifiniture dorate.
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. Situata a ridosso del greto del torrente Iatrini, lungo la provinciale per Catania, se ne ha notizia a partire dal XVIII secolo. Al suo interno, in corrispondenza dell'altare (rimosso), presenta un'immagine dipinta molto rovinata raffigurante il
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rupestre). Alcune di queste nicchie presentano incisioni con croci e simboli riconducibili ai Templari. Nella parete Sud, si trova un altare ricavato interamente nella roccia, sotto cui si aprono delle tombe a fossa, che dimostrano anche un uso funerario della chiesa. L'abate
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e un pregevole Tabernacolo in stile barocco. Ai lati del presbiterio ci sono due altari: a sinistra quello di S. Francesco di Paola con pala raffigurante il santo a figura intera firmata da Iseppo Scolari: a destra l'altare della
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Davanti a un altare con un crocifisso nel mezzo di due ceri accesi, vennero collocate quattro poltrone nelle quali si sedettero il Ministro della degradazione e tre prelati assistenti. L'ordine, dato da Francisco Javier Olivares, vescovo di
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, le ultime due invece sono poste a fianco del santuario stesso. Essa custodisce sopra l'altare un elegantissimo quadro raffigurante la Madonna Addolorata trafitta da sette spade donato dal marchese Paolo Serponti Mirasole.
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che si trovava nel duomo di Parma e che rientrava nell'ambito del programma di ridefinizione dell'area presbiteriale insieme all'altare maggiore (Arca dei Santi Abdon e Sennen) e alla cattedra episcopale, programma di difficoltosa lettura a causa di manomissioni intervenute nel XVI secolo. Lungo il lato superiore della lastra, oggi collocata nel braccio meridionale del
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. Scavata interamente nel banco roccioso di calcarenite, possiede una struttura basilicale a tre navate con due absidi orientate. In seguito alla riforma tridentina e al conseguente cambio della liturgia, dal rito greco al rito latino, venne ruotato l'orientamento della chiesa rupestre e realizzato l'altare principale sull'antica fiancata di destra e nel contempo incorniciando un'immagine sacra dell'antico culto bizantino. L'impianto planimetrico imita una chiesa basilicale le cui geometrie possono essere ricondotte al quadrato e quindi ad una chiesa a pianta centrale, anche se non compaiono pseudo-cupole come in altre chiese bizantine otrantine ma semplici accenni a volte a pseudo-vele. Gli affreschi delle pareti in alcune parti presentano dei palinsesti stratificati, di cui rimangono vari strati le cui tracce a fresco sovrapposte, sono databili dal XI al
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. Contemporaneamente viene ristrutturata la cappella ducale di San Gottardo che ottiene una nuova pala d'altare e una decorazione interna di stile neoclassico. Viene salvato unicamente il campanile, giudicato un modello dell'idea di bellezza architettonica del tempo di
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, la pala d'altare, i rilievi sui sarcofagi e i piccoli monocromi attorno alle tombe, e riguarda la venuta di Cristo e la sua profezia in ambito pagano. Il tema francescano ovviamente era legato al nome del committente, mentre quello della venuta di Cristo, pur essendo connesso ad alcuni eventi della vita del Sassetti, si collegava strettamente al clima culturale dell'
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(seconda campata sinistra), l'altare del Salvatore (terza campata sinistra), l'altare di San Basso con grotticella (nell'abside destra), il sedile di pietra a forma di L con lapide in rilievo (prima campata destra), l'altare di
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Tre furono i tipi di santuari diffusi: il tempio di derivazione egizia, contraddistinto dall'elemento autoctono della doppia colonna libera nel cortile d'ingresso, il recinto sacro contenente l'altare al centro della struttura, e il
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(XVI secolo), proveniente dal demolito oratorio di San Rocco (l'oratorio era sul mare, a Priaruggia; venne ricostruito accanto alla chiesa della Castagna nell'Ottocento). All'altare maggiore una rara tavola firmata da
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fu privato del raffinatissimo altare maggiore in marmi pregiati e della balaustra. Nella navata di destra, al di sopra del terzo altare, si trova un imponente organo costruito dall'illustre artigiano Sebastiano Kircher nel
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Concordemente anche Dennis Hughes asserisce che la piattaforma dove l'uomo giace non fosse necessariamente un altare, e la lama probabilmente non era altro che una punta di lancia che potrebbe essere caduta durante il terremoto dagli
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a Vesta, che dai piedi del Palatino scende verso la Via Nuova: la voce ammoniva che si ricostruissero le mura e le porte; se non si provvedeva, Roma sarebbe stata presa dai nemici. Di questo ammonimento, che fu trascurato allora, quando si era in tempo a evitare il danno, fu fatta espiazione dopo quella terribile disfatta: dirimpetto a quel luogo, fu consacrato ad Aio Loquente un altare, che tuttora vediamo protetto da un recinto.
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), proveniente dall'altare della Cappella degli Scrovegni, raffinatissima per la ricchezza decorativa dei colori smaltati e per l'andamento sagomato del supporto dal disegno gotico, oltre che per il realismo nella figura del Cristo e nell'atteggiamento sofferente di Maria e di
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, realizzate per l'altare maggiore della chiesa inferiore di San Nicolao o per le cappelle devozionali, e vasellame liturgico in oro ed argento. Una sezione particolare raccoglie anche una serie di vesti liturgiche,
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Chiesa seicentesca costruita su una preesistente cappella votiva dedicata alla Madonna della Grazia da cui il nome. La chiesa ha unica navata con altari laterali e con una volta a botte riccamente decorata da stucchi. L'altare maggiore conserva il quadro della Madonna della Grazia di
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pure in stile romanico presenta un doppio corpo quadrangolare a cui si sovrappone un terzo piano ottagonale e una cuspide piramidale. La chiesa ospita l'antico altare della cattedrale. Nella piazza antistante la chiesa, si trova la fontana che un tempo abbelliva la piazza del Duomo.
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Risalgono all'epoca arcaica gli strati inferiori, al di sotto della pavimentazione in marmo nero transennata di marmo bianco, approssimativamente quadrata. Il complesso arcaico era composto da una piattaforma sulla quale era posto un altare a forma di U (a tre ante), dotato di basamento e di un piccolo cippo fra le ante, e due basamenti minori i quali reggono, rispettivamente, un cippo a
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Superato l'altare si possono osservare alcuni resti di affreschi, spesso sovrapposti, che un tempo dovevano ricoprire interamente le pareti e che furono realizzati tra il XIII e il XV secolo da anonimi pittori di
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) delle sale ipostile. Il Tempio di Salomone non era copia di nessuno di questi, e neppure dei palazzi Fenici, ma riprendeva caratteristiche di tutti questi. Era sulla cima di una collina, come l'altare di
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, possa riprendere una scritta su una tiara a tale distanza, anche se vi fosse stata una scritta. In una fotografia di una tiara presumibilmente sull'altare maggiore dietro il feretro di Pio X, in occasione della canonizzazione del pontefice nel
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, tentando di trarlo in salvo. Tuttavia gli uomini di Filippico Bardane penetrarono nell'edificio di culto, trascinando il giovane co-imperatore dall'altare ed uccidendolo una volta uscito all'esterno
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Questo tempio, dall'aspetto piuttosto arcaico, aveva una propria platea pavimentale, che venne poi sostituita da una nuova, forse da mettere in connessione con la costruzione del tempio D. Su questo livello si collocano i resti dell'altare in
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e XIX secolo con scene della vita del santo titolare. Committenti dell'altare furono gli appartenenti alla famiglia Lanfranchini come testimoniato da un'iscrizione incisa ai piedi della colonna di destra e dalla presenza del loro stemma sulla
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su quella settecentesca, ormai pericolante. Originariamente l'antica chiesa, eretta sull'antico Oratorio di San Rocco nel XV secolo, doveva avere solo tre altari: quello principale e due laterali dedicati rispettivamente al Santo Rosario e a San Rocco. In seguito venne eretto un altro altare dedicato a San Francesco d'Assisi ed a Sant'Antonio da Padova.
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, presenta ai lati del portale le statue di san Biagio e di san Bernardo, patrono del paese. L'interno a tre navate, con pilastri rivestiti in marmo e affreschi moderni sulle volte. L'altare maggiore del
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: cripta edificata all'interno dell'omonima grotta carsica nell'agro di Ceglie sulla strada che conduce a Francavilla Fontana. All'interno sono visibili un altare e degli affreschi tra cui quello della Madonna Orante dell'
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dal momento che molti dei suoi antenati avevano intrapreso questa professione, in particolare nella decorazione di pale d'altare, tabernacoli ed oggetti liturgici per le chiese (esemplari si trovano nelle chiese di
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Chiesa di San Giorgio a Porcareccia: chiesa del XIX secolo, in stile rurale, a pianta rettangolare, con intonacatura esterna a calce bianca, portale pseudo romanico, campanile a vela, interno a navata unica decorato da paraste laterali con capitelli corinzi, e altare monumentale a nicchia con la statua processionale.
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, comportarono la ricostruzione dell'attuale facciata in forme quattrocentesche e pseudo-rinascimentali. L'interno era a tre navate con volte a crociera costolonate e conservava pregevoli dipinti, affreschi e monumenti funebri, fra cui due preziose ancone lignee dorate opere della scuola di Paolo Bonelli e due pale d'altare di
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tripartito affiancato sui lati lunghi da due vani, contenenti quello orientale un piccolo altare quadrato, e quello occidentale un grande altare circolare con apertura centrale; presso l'angolo sud-est si colloca un altro altare quadrangolare, forse con gradino di
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. Alla destra della scalinata cerimoniale romana si trova un altare di forma cubica anch'esso romano. Altre strutture del periodo romano sono due colonne di un grande porticato che conduceva alle piscine e altri edifici per il culto
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, nella quale i cristiani successivamente collocheranno l'altare, era formata in pianta da uno spazio semicircolare dotato di cattedra murata sulla quale trovava posto il magistrato che presiedeva l'udienza. L'illuminazione interna era di solito garantita dall'innalzare di un piano la navata centrale, permettendo l'apertura di finestre nel
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e di disegno antico. A destra, l'altare laterale, un notevole lavoro di scultura lignea della fine del XVII secolo, mostra una Madonna col Bambino, San Rocco e San Sebastiano, pregevoli statue attribuite a
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, in una teca sopra l'altare della cappella in testata alla navata laterale destra. Le reliquie, come riporta una lapide murata nella parete sinistra della cappella, sono state donate sotto il pontificato di
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principale. L'area dell'altare e sulle pareti di un locale posto a sud si possono ancora vedere frammenti del pavimento originale a mosaico del V e del VI secolo con ancora leggibili le iscrizioni che citano i nomi dei mecenati che pagarono all'epoca il pavimento della cattedrale. Le finestre delle navate laterali furono ricostruite in
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All'ingresso, sul lato sinistro del pavimento, era una botola che conduceva ai locali sottostanti di epoca romana. La botola venne definitivamente tolta e venne realizzata la prosecuzione della scaletta in muratura che conduce ancora all'ambiente ipogeo ornato da pitture un tempo leggibili e da diverse nicchie laterali, caratterizzato da un altare costituito da un capitello di epoca romana, ipotizzato dalla tradizione quale il luogo della prigionia del santo, ipotizzato come sepolcro da diversi studiosi
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. In una cornice di arazzi collocati alle pareti - realizzati sui cartoni disegnati dall'artista e dalla sua scuola - dominano al centro della sala tre pale d'altare eseguite a tempera su tavola dal maestro urbinate: la
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lo pregava invano di sospendere l'impresa: tutti gli auspici erano contrari. Un portico, crollato al passaggio delle truppe, aveva ucciso decine di soldati, un fulmine aveva incenerito un cavaliere, di dieci tori, condotti al sacrificio, nove erano morti prima di raggiungere l'altare di
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, sotto l'altare maggiore, sono conservate le ossa del martire. Un tempo tutto l'interno era decorato, ma degli affreschi rimane solo il viso di un prelato nella zona dell'abside. Il resto degli affreschi sono infatti andati perduti quando venne tolta la calce applicata alle pareti nel Seicento per evitare il contagio della peste. La Cattedrale ha tre campanili, due ai lati della facciata, ed uno a fianco dell'abside. Il Duomo possiede il cosiddetto
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La scelta della salma da inumare all'Altare della Patria in una tomba che sarebbe diventata il monumento al Milite Ignoto fu fatta tra undici salme di soldati italiani non identificati, che furono individuate da un'apposita commissione costituita dal
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. Nel frattempo, all'interno del complesso monumentale dell'Altare della Patria a Roma, fu realizzata la tomba che avrebbe ospitato il Milite Ignoto; la salma del soldato italiano sconosciuto sarebbe stata tumulata sotto la statua della
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di patronato della famiglia De Angelis, sopra l'altare raffigurante il Transito di San Giuseppe del XVII secolo. Durante il restauro della tela, sul muro retrostante il quadro sono state trovate tracce di affresco.
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, la Confraternita della Buona Morte decise di esporre in un ambiente ricavato dietro l'altare maggiore alcuni corpi umani riesumati dai sepolcri della chiesa, trovati inaspettatamente oggetto di un fenomeno di
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, lo scettro e la corona deposti a terra. Si riferisce alla penitenza che il vescovo di Milano, allora capitale dell'impero, impose all'imperatore per avere ordinato un massacro tra la popolazione di Tessalonica. L'episodio, frequentemente rappresentato, era inteso come metafora della subordinazione del potere imperiale a quello papale. Sopra il timpano spezzato dell'altare, retto da colonne in marmo policromo con capitelli in bronzo, sono statue di
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, detto il Bambaia, dal Canonico Vimercati. A fianco dell'altare si trovava il monumento funerario del Vimercati, pure del Bambaja, oggi trasferito nella navata destra della chiesa. Esso ha la forma di un tempio classico, interamente composto da marmo bianco, retto da colonne in marmo policromo. Al centro ospita il rilievo con la
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, a qualche centinaio di metri a sud est di dove il monumento fu in seguito ricostruito e restaurato, vennero rinvenuti alcuni frammenti di rilievi appartenenti all'altare; i reperti presero varie strade: per esempio la
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Si tratta di uno spazio circolare delimitato da poche murature in tufo che definiscono spazi essenziali del culto: due stipiti che segnano l'ingresso, due emicicli a doppia gradinata per i fedeli, un altare centrale, un
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, progettati ed eseguita dall'architetto Marcello Benedettelli della Soprintendenza Archeologica, fu scoperta, circa due metri sotto il piano di calpestio dell'altare, una piccola chiesa mono-absidata, molto rustica da un punto di vista strutturale e decorativo, che potrebbe corrispondere al luogo che in alcune fonti viene chiamato
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, un popolo precolombiano sterminato nel Cinquecento dai Conquistadores: il sacerdote disponeva la vittima ancora viva su un altare collocato in cima ad un alto tempio, con un coltello di pietra le strappava il cuore e lo offriva al Dio del sole,
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la chiesa era a tre navate: quella centrale era coperta a tettoia, con l'altare maggiore ed il coro coperto a volta. In essa vi erano: l'organo, il pulpito, la fonte battesimale e il campanile con due campane. Agli inizi del
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) che sormonta un altare in marmo contenente lo stemma della famiglia Muscettola, i feudatari locali che promossero la costruzione dell'annesso convento dei frati minori francescani. Da segnalare tre statue lignee: un Crocifisso firmato dallo scultore gallipolino Vespasiano Genuino, databile nel primo decennio del XVII secolo; un
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. Un dipinto a pannelli gotici dell'ex altare di Sant'Ursula mostra una vista tardo medievale della chiesa e del monastero. La basilica a tre navate, aveva probabilmente le stesse dimensioni di quella romanica. A est, un coro rialzato chiuso da tre absidi, sopra la cripta, luogo di sepoltura degli abati e fondatori aristocratici
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quattrocentesco di San Francesco che riceve le stimmate. Oltre all'altare principale, sono presenti gli altari laterali della Madonna del Carmine, della Madonna dell'orto e della Madonna del Rosario; da segnalare l'affresco della
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. Colonne e pilastri reggono il tamburo, all'interno del quale sono state realizzate delle tribune, utilizzate dai reali per assistere alle funzioni religiose; all'altezza dell'altare maggiore e dell'ingresso sporgono due palchetti decorati con statue in legno dorato, raffiguranti da un lato le quattro
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), posto sopra l'altare maggiore, che ha alterato le armoniche proporzioni brunelleschiane, soprattutto per quanto riguarda la visione prospettica di tutta la navata centrale. Il sontuoso tempietto, che doveva contenere il Santissimo Sacramento, unisce fantasiosamente architettura, scultura e l'arte del
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Ultimo aggiornamento pagina:
26 Febbraio 2021
02:40:34